Come valutare un coltello.

Per valutare la qualità di un coltello e dunque per scegliere quello PIù ADATTO ALLE PROPRIE ESIGENZE ci sono diverse cose da prender in considerazione.
Per prima cosa i materiali, ovvero l’acciaio della lama e il materiale del manico.
Per quanto riguarda l’acciaio bisogna fare la distinzione tra acciai inox martensitici e acciai al carbonio.
La scelta è influenzata dall’uso che si deve fare del coltello, dalle proprie esigenze e gusti..
Generalmente però possiamo dire che per coltelli da scuoio, da cucina o che dovranno essere utilizzati in mare o per chiudibili sono più indicati gli acciai inox, per coltelli di buone-grandi dimensioni da utilizzare per il taglio di legna o comunque per usi abbastanza gravosi saranno più indicati acciai al carbonio. Ogni acciaio poi ha caratteristiche diverse a seconda della sua composizione chimica e dei trattamenti termici a cui viene sottoposto.
Bisogna inoltre valutare, unitamente all’acciaio utilizzato, lo spessore della lama. Per acciai con elevate doti meccaniche si possono usare anche spessori più ridotti mentre per acciai con doti meccaniche non molto spiccate è bene utilizzare spessori maggiori.
In ogni caso l’uso di acciai con scarse doti meccaniche non è consigliabile perché comunque il filo e la parte di lama a ridosso del filo sono sempre di spessore ridotto e dunque sono soggette a rotture.
Da valutare attentamente la durezza dell’acciaio. Solitamente per i coltelli multiruolo o da campo vengono utilizzate durezze di 57-59 Hrc. Maggiore durezza significa maggiore fragilità, tenuta del filo, capacità di taglio e difficoltà di raffilatura. Minore durezza significa maggiore elasticità e facilità di raffilatura ma minori doti di taglio e tenuta del filo.
Durezze di 57-59 Hrc però garantiscono un ottimo compromesso tra queste caratteristiche.
Oggi inoltre si trovano molte lame con rivestimenti di vario tipo e qualità. Si va dalla brunitura, parkerizzazione e teflonatura a rivestimenti PVD o DLC di vario genere, alcuni dei quali molto resistenti all’usura e alla corrosione e davvero difficili da rimuovere.
I rivestimenti dunque proteggono la lama dall’ossidazione, dai graffi e diminuiscono la rifrazione della lama (ma quest’ultimo parametro è tulle solo per i militari).

Anche il materiale dell’impugnatura è importante.
I materiali comunemente usati sono rondelle di cuoio pressato, legno (stabilizzati e non), micarta (tela bakelite), G10, paracord (ovvero cordura), neoprene, kraton, alluminio anodizzato, fibra di carbonio, avorio e ossa pregiate in genrale, madreperla.
Ovviamente avorio e madreperla non sono certo indicai per coltelli da usare sul campo perché molto costosi e delicati.
La fibra di carbonio oltre ad essere molto costosa e difficile d lavorare non ha buone doti meccaniche mentre l’alluminio va meglio. Le manicature in materiali metallici però non sono il massimo perchè conducono tropo bene il calore e se il mancio non è ben sagomato sono molto scivolose.
Kraton e neoprene garantiscono una buona presa e resistono molto bene agli agenti atmosferici.
Lo stesso discorso vale più o meno per la micarta che però assorbe facilmente i liquidi (poi il rado di assorbimento dipende dal tipo di micarta preso in considerazione) e il sudore delle mani (il che può essere un fattore positivo).
Il G10 invece è un materiale plastico molto resistente sia agli agenti atmosferici, sia alle elevate temperature che alla corrente elettrica, solventi ed acidi.
Possiede inoltre doti meccaniche molto buone (è un materiale duro) ma, se il manico non è ben sagomato, può risultare eccessivamente scivoloso.
Il legno è un buon materiale ma ormai è anch’esso superato. Sicuramente la resa estetica, soprattutto per certe essenze, è notevole.
Esistono alcuni coltelli con impugnature i paracord o cordura, ma sono poco confortevoli ed hanno una bassa resistenza agli agenti atmosferici.

Un altro fatore importante di cui tener conto è la geometria della lama e la tipologia costruttiva del coltello.
Per quanto riguarda quest’ultimo parametro oggi esistono due tipologie: a tutto codolo (full tang) e a codolo nascosto (narrow tang).
Hanno entrambe caratteristiche diverse. Diciamo che la costruzione di tipo full tang risulta più facile da realizzare, più economica e più robusta. La costruzione di tipo narrow tang, se ben fatta, risulta comunque estremamente robusta a ha costi di realizzazione maggiori. Non sempre perviene fatta bene. Un esempio di coltelli a codolo nascosto molto ben realizzati sono gli Extrema Ratio e i nuovi modelli della Fox ( Spartan, Tracker Fox, Predator lama fissa, ecc) .

Per quanto riguarda la geometria della lama è praticamente parlarne esaurientemente, anche perché le tipologie di lame sono praticamente infinite, anche se quelle veramente funzionali si assomigliano un po’ tutte tra loro.
Posso però dire che le punte “tanto” sono praticamente inutili perché o eccessivamente fragili. Inoltre tolgono una parte di filo molto utile.
Importante inoltre la valutazione dei biselli (ovvero i piani di molatura della lama che vanno verso il filo).
A parità di larghezza di essi infatti una lama più spessa avrà un angolo di bisellatura meno acuto e viceversa.
Questo angolo è molto importante perché più è acuto più aumenterà il potere di taglio del coltello.
Ovviamente biselli più larghi e acuti vuol dire meno materiale e dunque maggiore fragilità della lama. Se però si usano acciai con buone doti meccaniche il problema diventa molto relativo.
I biselli inoltre possono essere di tre tipi: concavi, piani e convessi.
I concavi permettono di ottenere un angolo più acuto però sono i più fragili e tendono ad incastrarsi durante il taglio di materiali duri (l’esempio più comune è la legna).
Sono indicati però per coltelli da scuoio o rasoi.

I biselli piani sono una via di mezzo tra i concavi e i convessi e sono quello che garantiscono il miglior compromesso tra robustezza e angolo di bisellatura.

I biselli convessi garantiscono un estrema robustezza ma sono adatti solamente a lame da uso gravoso-molto gravoso (e comunque i piani probabilmente riescono comunque a garantire prestazioni migliori).

Importante è anche il baricentro. Per i coltelli da campo e per lavori gravosi dovrebbe essere avanzato (oltre la guardia) di qualche centimetro, per i multiruolo (di medie dimensioni) dovrebbe essere avanzato di 1-1,5 cm dalla guaria o sulla guardia e per i coltelli da combattimento puro sul ramo di guardia o dietro il ramo di guardia.

Il peso inoltre non deve essere eccessivo altrimenti per lavori prolungati c’è il rischio di affaticare troppo il braccio.

L’impugnatura inoltre deve essere ben sagomata e garantire una presa salda e istintiva. Per questo motivo oggi sono sempre più in disuso i manici a sezione cilindrica o comunque simmetrici.

Alcuni coltelli inoltre hanno l’impugnatura amovibile per la pulizia e la manutenzione del coltello (soprattutto i full-tang. Sui coltelli a codolo nascosto solitamente l’impugnatura non è amovibile).

Un'altra cosa di cui tenere conto è la presenza o meno di un tratto della lama seghettato. La seghettatura infatti è abbastanza inutile (a parte certi avori particolari che comunque una lama a filo liscio ben affilata svolge ugualmente bene) e toglie anzi una porzione di filo liscio molto utile per vari lavori.

Anche l’angolo di affilatura e la finitura del filo è importante. Più l’angolo è cuto maggiori sono le capacità di taglio ma diminuisce la tenuta del filo. Una finitura liscia del filo va bene per il taglio di materiali compatti mentre una finitura “ruvida” è più adatta al taglio di materiali fibrosi.

Altra nota importante è il fodero. I migliori sono quelli con anima in kidex o gomma balistica e tasca porta oggetti (in cui consiglio di tenere una buona pietra per riaffilare).

Mi sembra di aver detto più o meno tutto.
Ciao.
 
e intanto ho appena scartato il mio nuovo acquisto...col moschin! visto che a breve sarà irreperibile ne ho approfittato! 8) mi sembra un ottimo coltello, domani constaterò meglio allenandomi un po nel maneggio! è ora di mandare il nighthawk in pensione!
 
Uhm, il Col Moschin è sicuramente un ottimo coltello, da combattimento però.
E' abbastanza fragile in punta e il peso non lo aiuta certo per lavori come il chopping. Per lavori leggeri comunque è sicuramente un buon coltello, anche se a mio parere il prezzo è eccesivo (si paga molto il nome e la fama a mio parere).
Dal punto di vista collezionistico è un ottimo acquisto.
E.R. è comunque sininimo di qualità.
Ciao.
 
Mi aggiungo alla lista dei ringraziamenti. Ottimo lavoro! :si:

A questo punto sarebbe utile anche una trattazione approfondita sull'argomento "Affilatura manuale". ;)
 
Nemeton ha scritto:
Mi aggiungo alla lista dei ringraziamenti. Ottimo lavoro! :si:

A questo punto sarebbe utile anche una trattazione approfondita sull'argomento "Affilatura manuale". ;)

...ottima idea Nemeton... postaci qualcosa!!! :si:
 
Manitu ha scritto:
..ottima idea Nemeton... postaci qualcosa!!! :si:
Mah, io veramente mi riferivo a Templar! :lol:
Anche per ampliare le mie conoscenze, visto che l'ultima volta ho consumato la parte esterna del mio pollice (usato come supporto scorrevole per mantenere costante l'angolo di affilatura! :azz:).
Da qualche parte dovrei avere una breve guida (in inglese) all'affilatura: appena la ritrovo, la inserisco nel database dei manuali...
 
Allora per riaffilare un coltello su campo entrano in gioco fondamentalmente tre variabili: capacità dell' "utente" (che comunque aumenteranno con l'esperienza), acciaio della lama e pietra (o set di pietre) utilizzata/e.

Per mantenere l'angolo costante si potrebbero costruire delle guide (oppure esitono riaffilatori con già le guide incorporate) ache se comunque penso che sia meglio imparare a mantenere l'angolo costante con un po' di esercizio (in questo modo inoltre se vorrete cambiare agolo di affilatura non dovreste avere grosse difficoltà). Un buon metodo per vedere se si sta mantenedno il giusto angolo e colorare il filo con un pennarello e poi iniziare ad affilare. Dopo qualche passata si guarda se il colore è venuto via in maniera uniforme o meno e a seconda del risultato si coregge l'inclinazione del coltello sulla pietra.

Non esistono grandi trucchi del mestiere ( almeno per quel che mi riguarda) e alla fine conta molto l'esperienza personale e le proprie abilità.

Importante è la scelta e la "manutenzione" della pietra. Esistono pietre naturali o sintetiche, ad acqua o ad olio e riaffilatori diamantati o in ceramica.

Ora non so dire se sono meglio le sintetiche o le naturali ma ormai buona parte delle pietre professionali sono sintetiche.
Per le pietre ad acqua (qelle di buona-elevata qualità) è necessario mantenere la pietra a bagno per 10-15 minuti.
Le pietre ad olio invece devono essere ben impregnate di olio apposito.

A seconda del tipo di riaffilatura che si deve eseguiore si useranno pietre a grana diversa. Per una sgrossatura profonda si usano pietre a grana 600-800, per una rifinitura del filo si possono usare pietre a grana 1000 (e già con una grana 1000 si può l'affilatura , senza dover ulteriormente usare una grana più fine (in questo modo avremo una finitura del filo abbastanza ruvida e dunque buona per tagliare materiali fibrosi).

Per dare una finitura al filo più liscia (adatta ad altri tipi di lavoro, aovero per il tagio di materile compatto) si useranno pietre a grana più fine, come piete a grana 3000 o 6000, oppure pietre ceramiche.

Una cosa importanteè che le pietre ad acqua vanno sempre usate ad acqua mentre quelle ad olio andrebbero usate sempre unte con l'olio.
Inoltre la pietra deve essere mantenuta costantemente lubrificata.

Oggi esitno gli affilatori dimantati che sono davvero efficaci. Si riesce infatti, anche con pietre di piccole dimensioni, a riaffilare molto velocemente un coltello di buone dimensioni, anche col filo molto rovinato.
Queste pietre inoltre essendo di dimension contenute si possono portare in tasca e dunque permettono di riaffilare efficacemente e velocemente un coltello anche durante lunghe escursioni.
Le pietre ceramiche invece permettono di dare al filo una finitura molto liscia.
Bisogna però fare attenzione con le pietre dimantate perchè se si sbaglia si rischia di fare un po' di danni (dato che sono molto abrsive).

Alcuni esempi sono gli affilatori dimantati DMT oppure ho trovato eccezionale la pietra con un lato ceramico e uno diamantato DC3 (e versione più grande DC4) prodotte dalla Falkniven.

Bisogna tener presente che un coltello, se di buon qualità, ci mette molto tempo a perdere davvero il filo e il più delle volte sarà necessario solamente ravvivare il filo.
Questa operzione può essere fatta con pietre ceramiche oppure con normali acciarini (o acciaini se bisogna solamente raddrizzare il filo).

Di tecniche per riaffilare i coltelli ne esistono molte e non ne esiste necessariamente una migliore. C'è chi si trova meglio con una e chi con un'altra.

Alcuni ad esempio fanno pressione facendo scorrere il coltello sulla pietra con movimendo dal filo verso il dorso della lama, altri si trovano meglio facendo viceversa, altri usano a volte un metodo, altre volte l'altro, indifferentemente.
Per passare da un lato all'altro del filo bisogna che su il lato su cui non si sta lavorando compaia un po' di "bava". Quando questo avviene si passa a lavorare sull'alro lato e quando si forma bava anche sull'altro lato si passa ad una pietra più fine.
Quando si è arrivati "all'ultima pietra" (che ripeto, a seconda delle proprie esigenze può essereuna 1000 o 300 o 6000), dopo aver lavorato ancora su entrambi i lati, se è presente ancora la bavasi possono eseguire degli altri passaggi (sempre con la stessa pietra) ma diminuendo la pressione oppure usare un acciairio a grana fne (tipo ceramico) he non comprometterà la finitura del filo ma toglierà la bava (almeno io utilizzo questi due metodi).


Tenete inoltre presente che alcuni acciai sono molto più difficili da riaffilare rispetto ad altri.

Gli acciai al carbonio sono i più facili da riaffilare e sono anche quelli che tengono più a lungo il filo (sono però maggiormente soggetti all'ossidazione).

Questo è uno dei motivi per cui i Camillus (USMC, Pilot, BK7, BK9 Brute, ecc) sono così apprezzati da chi utilizza davvero il coltello.

Ah, qundo si riaffila su pietra quest'ultima non deve muovesi e deve essere appoggiata di fronte a noi ad una distanza uguale da entrambe le spalle.

Ultima cosa: gli standar abrasivi Eurpeo, Americano e Giapponese sono diversi tra loro. Dunqueuna grana 1000 Europea ad esempio non crrisponde con una 1000 Giapponese o Americana (e viceversa). Non sono però in possesso delle tabelle di conversione.

Se avete domande specifiche cercherò, se possibile, di rispondere.
Mi auguro di essere stato d'aiuto e che la spiegazione sia chiara.

Ciao.
 
... sui vari manuali di survivor si trovano sempre le stesse indicazioni generali, per quello che riguarda l'affilatura da campo.

In pratica, come rovinare un coltello, l'ho inserito anche sul "movimento sul territorio" , ma non è da prendere di esempio per lame importanti!!!

Con le mie 5 bacchette da affilatura (3 pietre e 2 ceramiche) faccio spesso affilature manuali ad amici che non sempre restano soddisfatti per l'eccessiva taglienza del filo... ( ...non sono mai contenti!).
Faccio dapprima una pulizia della lama con una pietra media in senso ortogonale al filo e con un'incidenza più possibile simile a quella originale; succesivamente con una ceramica muovo l'arrotatura verso l'esterno della lama con forte affondo leggermente obliquo verso la punta; l'azione finale è la specchiatura che "tento" con una rotazione leggerissima (...raramente riesco ad uniformare i "graffi" dell'affilatura riportandoli a specchio).

Sinceramente si può far vedere con l'atto pratico il metodo di affilatura, ma scriverlo è piuttosto difficile... conviene provare e riprovare su lame poco importanti e destinate al lavoro "umile", per le lame importanti si dovrebbe andare da professionisti "Conosciuti e Garantiti", io per esempio vado obbligatoriamente dal costruttore... visto che ho solo E.R. e vivo a pochi minuti dalla fabbrica (... che oltretutto è di Amici!) :lol: :lol: :lol:





...
 
Templar ha scritto:
Uhm, il Col Moschin è sicuramente un ottimo coltello, da combattimento però.
E' abbastanza fragile in punta e il peso non lo aiuta certo per lavori come il chopping. Per lavori leggeri comunque è sicuramente un buon coltello, anche se a mio parere il prezzo è eccesivo (si paga molto il nome e la fama a mio parere).
Dal punto di vista collezionistico è un ottimo acquisto.
E.R. è comunque sininimo di qualità.
Ciao.

in effetti prima di comprarlo ho preso in mano sia il col, che il golem, e devo dire che ho notato notevoli differenze di peso! Il golem mi sembra piu adatto al lavoro sporco, mentre il col mi è sembrato un ottimo coltello da combattimento, e anche i passaggi da sabrae a reverse a mio avviso vengono molto meglio con il col piuttosto che con il golem, cosi come tutti i maneggi in generale!
e dal momento che l'uso che faccio io del coltello è un uso "da combattimento", e devo allenarmi spesso e volentieri con coltelli veri per esigenze di federazione, ho preferito prendere il col! In effetti non costa poco, ma a me è stato fatto un buon prezzo (200 euro, contro i 300 di etichetta e i 280 del sito+ s.s.) quindi l'ho preso!
 
Come "dicevo" non sempre è un bene rimuovere i "graffi" dell'affilatura.
Consiglio comunque, per ogni tipo di coltello, la pietra Fallkniven DC3. Costa un po' ma è eccezionale e consente di dare a filo o una filitura liscia o una più "ruvida", a seconda delle proprie esigenze.

Per il Col Moschin se volevi un coltello da combattimento sicuramente hai fatto una scelta eccellente, soprattutto a quel prezzo.
Il Golem non è adatto al combattimento ma va bene per lavori pesanti.
Anche la bianciatura infatti è diversa.
Ciao.
 
Templar ha scritto:
Per il Col Moschin se volevi un coltello da combattimento sicuramente hai fatto una scelta eccellente, soprattutto a quel prezzo.
Il Golem non è adatto al combattimento ma va bene per lavori pesanti.
Anche la bianciatura infatti è diversa.
Ciao.

si peccato pero! come estetica avrei preferito il golem perche il col mi ricorda tanto il nighthawk che ho gia! pero prendendolo in mano e visto l'uso che ne faccio io l'ho subito accantonato!

piuttosto, che ne dici di questo: Chris Reeve Green Beret

gb7inch1nh.jpg
 
Manitu ha scritto:
visto che ho solo E.R. e vivo a pochi minuti dalla fabbrica (... che oltretutto è di Amici!) :lol: :lol: :lol:
Caaaaaaaaaaro Manitu, sei a casa domattina? :lol: :lol: :lol: ;)
Comunque, scherzi a parte, ritengo che gli Extrema Ratio siano fra i migliori coltelli in circolazione (se solo abbandonassero quella lama Tanto :roll:). Un mio amico ha il Golem F Tigertech Camo ed è qualcosa di sorprendente. La prima cosa che ho pensato quando l'ho impugnato è stata: con questo ci si può fare qualsiasi cosa! (solo che con 250 e passa euro in mano, ci penserei due volte prima di usarlo come pala! :D)

Quanto al discorso affilatura, concordo con Templar: alla fine conta moltissimo l'esperienza. Ricordo, infatti, che mio nonno, con una semplice mola a manovella e una "pietra di paragone" (come la chiamano dalle sue parti) riusciva a fare dei veri e propri rasoi.

Un curiosità: come faccio a capire di quale grana è composta la cote che uso io (comprata in ferramenta, quella con due lati di diversa grana, appunto)? Fino ad ora ha lavorato egregiamente con i miei fidi, ma noto che resta sempre un non so che di "seghettato" sul filo. Ad esempio, passando la lama sul bordo di un foglio (prova empirica per accertarmi che il filo sia venuto bene ;)), c'è sempre qualche piccola zona che "gratta". Forse sono i "graffi" a cui ti riferivi nel tuo intervento, o è un errore mio nell'affilatura, oppure è un problema di pietra?
 
... ma che vuoi, l'affilatura è una cosa che, se fatta manualmente, può essere discontinua nel filo... conta il lavoro e non la "teoria"... personalmente, in caso di vero utilizzo, poco importa se in un punto il filo è inferiore di taglio!
Però capisco che su lame da collezione, sia desiderabile un filo da "esibizione" !
Per le affilature E.R. .... sempre a disposizione!!! :lol:
 
Il Geen Beret è un ottimo coltello. Finiture molto elevate e materiali ottimi (l'acciaio CPM S30V è davvero un acciaio eccellente).
Volendo si può trovare in Italia nuovo a 350 euro circa. Molto buono anche il fodro, della Spec Ops se ben ricordo.
Per l'uso però preferirei un Mission MPK 12 in A2 a filo completamente liscio.
Gli E.R. sono buoni coltelli ma troppo "specialistici".
Anche il Golem sebbene sia robustissimo ha un po' di difetti che vengono fuori con luso, anche se rimane comunque un buon coltello. Il coltello più equilibrato E.R. pe rme è il Venom. Peccato per l'N690 Co che non mi entusiasma affatto.
Ciao.
 
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