Baffi e crepacci
I BAFFI
Se affermassi che chi porta i baffi prima di fare una escursione in montagna deve prepararsi adeguatamente e soprattutto prevenire pericoli per se ed altri direi una cosa sacrosanta in assoluto.
Tuttavia questa affermazione, soprattutto se fatta con alcuni toni perentori usati in questa discussione, darebbe luogo ad una serie di obiezioni sul perché sancisco il comportamento di chi ha i baffi.
Potrei giustificare il mio intervento solo se portassi dati statistici certi che dimostrassero che chi ha i baffi è più irresponsabile di chi non li ha.
Non avendo questi dati la mia affermazione per quanto giusta ne uscirebbe svilita.
QUESTO E' IL PUNTO: LA MISURA DELLE COSE E NELLE AFFERMAZIONI
Ero intervenuto all'inizio di questa discussione su questo aspetto (riporto in calce il mio intervento).
Purtroppo si è spaziato dalla cattiva educazione all'irresponsabilità, alla religione, al militarismo, alla simpatia o all'idiozia degli scouts in un minestrone nel quale gli interventi competenti di chi ha qualche nozione di educazione dei giovani, di pedagogia, di metodi educativi, di scautismo, di associanismo e volontariato sono pochi (non vogliatemene).
Soprattutto non si sono misurate le cose.
Riporto quanto afferma l'AGESCI " ... Forse sfugge a molti che lo scautismo in Italia porta all'aria aperta alcune centinaia di migliaia di giovani, mediamente 4.000.000 di giornate/ragazzo ogni anno (200.000 scout per 20 giorni all'anno tra uscite, campi e route)...."
Se avessimo il numero delle giornate di altre associazioni o organizzazioni turistiche e potessimo confrontare i dati degli interventi di soccorso per tipologia di escursionisti forse potremmo continuare questa discussione.
Idem sulla buona o cattiva educazione degli scouts.
Per cui parliamo pure di scautismo ma partiamo da dati concreti e da un minimo di competenza.
L'INFORMAZIONE
Il problema è a monte, e cioè l'informazione, basta una esperienza personale o un titolo in grassetto su un giornale perché questa diventi rilevante.
(So per certo che l'anno scorso poco più di una richiesta di informazioni per telefono ad un ente parco, su un passaggio di un sentiero, si è trasformata sul giornale in un salvataggio di escursionisti).
Aggiungo che sono il primo a ritenere che un capo scout quando va in montagna ha il dovere, dovere sacrosanto perché deriva da un impegno che gli scout chiamano promessa, di avere più competenze del turista della domenica e deve pretendere dai ragazzi che gli sono affidati un comportamento più educato di quello che usualmente la società gli consente (ma questa è un'altra storia se pensiamo a cosa succede nelle scuole).
I CREPACCI
Detto questo e sempre a proposito di misura mi pare di aver letto interventi che lamentano come il soccorso se impegnato con sconsiderati scouts non possa intervenire a salvare un eroico alpinista.
Veramente interessante questa considerazione, darebbe luogo ad una teoria delle priorità basata sulla qualità delle persone
.
Quasi quasi sono d'accordo, anzi andrei oltre, perché il nostro disastrato servizio sanitario nazionale deve essere distratto dall'ingessare l'eroico alpinista quando tante energie potrebbero essere invece dedicate alla salvezza e riabilitazione di chi si infortuna in fabbrica o nei cantieri o da chi langue negli ospizi?
Dai, facciamo una lista di chi ha più valore e quindi la precedenza
e per quanto riguarda la categoria degli Avventurosi per prima salviamo chi fa gli interventi con più sale.
Io mi metto per ultimo, perché sono amico degli scouts.
Perdonate se il tono del mio intervento appare polemico
scherzo ovviamente.
Il mio precedente intervento:
Appena letto l'intervento ho subito immaginato, ora si scatena di tutto e di più: ed infatti si parte dalla cattiva educazione di alcuni ragazzi (problema endemico della nostra società) non contenuta da capi scout inadeguati per arrivare alle latrine chimiche del prete con supposti militarismi di fondo e professioni di fede o di ateismo vario che c'entrano, a mio modestissimo parere, poco.
Siamo animali emotivi e quindi va bene così, l'avventura è una emozione, ma se vogliamo dare un valore in più alla discussione misuriamo prima le cose, così come misuriamo il peso dello zaino, le colonne d'acqua e le coordinate e la durezza delle lame e tanti altri giochi.
Nello specifico cosa vogliamo misurare? immagino gli scouts. In Italia il numero degli scouts supera abbondantemente i 150.000, e sono suddivisi in associazioni religiose e laiche. Per attribuire a costoro una qualche caratteristica positiva o negativa qual'è la percentuale necessaria? Mi spiego meglio, per dire che sono dei maleducati o dei bestemmiatori quanti devono comportarsi così? Possono bastarne 20 o 30?
L'episodio è disdicevole ed indicativo di quanto rumore facciano le cattive azioni e del discredito che buttano sugli altri, io ho la certezza che a fronte dei quattro sciagurati descritti ce ne sono altri che in questo momento stanno lasciando i luoghi che occupano migliori e più puliti di quanto li hanno trovati, ma anche questa mia affermazione andrebbe misurata ovviamente.
Per finire, sulle camicie avrebbero dovuto avere il distintivo del gruppo, questa sarebbe una informazione concreta perché sarebbe possibile informare la loro associazione per gli opportuni provvedimenti e cazziatoni