Consigli dei nonni e saggezza popolare

Sentito declinare in vario modo, nella mia zona gli anziani usano:
A Cannelora u' vviern a' for, a San Biase u' vviern è p'e cas'

La spiegazione della buona nonna è che alla festa della Candelora si è ormai fuori dall'inverno (viene usata anche solo questa prima parte) e infatti a San Biagio, il giorno dopo, l'inverno è rimasto solo nelle case che sono ancora fredde.
 
Altri detti Veneziani
PRESTO E BEN DE RARO AVVIEN!
I CORNI XE COME I STEFANI QUANDO CHE I SPUNTA I FA MAL MA DOPO I SERVE PAR MAGNAR!
(i stefani sono i denti)
MEIO UN MORTO SUL SGABEO CHE UN AMIGO BURANEO
(al sgabeo è lo sgabello)
(questo e un detto di S. ERASMO a indicare la storica rivalità con BURANO)
Anche.....Meio un morto in casa che un buraneo sulla porta...
 
Da di là, non è tornato nessuno a dire come si sta.

Ogni testa è un piccolo mondo.

Neanche il cane fa ballare la coda per niente.

L Adda va sempre in giù.

Meglio un brutto processo che una bella morte

Meno ti serve, meno devi lavorare.

Una lavata e una asciugata non sembra neanche adoperata.

Allo scuro son tutte belle.

Neanche al cervo pesano le sue corna.

Comunque quella che amo di più in dialetto " na lavanda na sugada la par gna duperata ".
 
U

Utente 32323

Guest
El laorà de du l'val per tre; chel de giü l'val mès.

"Il lavoro di due vale per tre; quello di uno vale mezzo."

[Si dice che chi fa da sé fa per tre, ma è chiaro che in montagna valgono principi diversi.]
 
"I fiòl di gat i magna i sours", "I figli dei gatti mangiano i topi"

Si dice quando anche i figli continuano a compiere i medesimi comportamenti dei genitori.

Versione di Santarcangelo, a 10 km da Rimini, di mio suocero:

"I foig i fa i foig", "I fichi (pianta) fannno i fichi (frutti)" :biggrin:
 
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aqua torbia, pessegati (acqua torbida, pescegatti)

riferito ai fossi e canali della mia zona. quando l'acqua e' torbida e' il momento giusto per andare a pescare i pescegatti, che da noi sono un'istituzione. ok, so che e' una boiata, ma...
 
U

Utente 32323

Guest
La nosta casa l'è mia che.
La nostra casa non è qui.

Lo diceva sempre Rosaria, vedova prima dei 50, il marito morto di silicosi come tanti minatori tra questi monti. Crebbe da sola 7 figli, portò il lutto vestendo di nero fino a 103 anni, quando venne il suo momento di traslocare.
 
Sempre da mia nonna:

"S'a vint un's ha, a trinta un's met", "Se a venti (anni) non si ha, a trenta (anni) non si mette"

Si parla della maturità intellettuale, e se a vent'anni una persona non si ha ancora "messo giudizio" come si dice dalle nostre parti, non c'è da illudersi che andando avanti con l'età si possa ottenere che diventi matura.

Questo la dice lunga a che età, una volta, si dovesse essere già adulti...
 
Sempre da mia nonna:

"S'a vint un's ha, a trinta un's met", "Se a venti (anni) non si ha, a trenta (anni) non si mette"

Si parla della maturità intellettuale, e se a vent'anni una persona non si ha ancora "messo giudizio" come si dice dalle nostre parti, non c'è da illudersi che andando avanti con l'età si possa ottenere che diventi matura.

Questo la dice lunga a che età, una volta, si dovesse essere già adulti...
Si è vero, però la trovo molto attuale. Noi adesso in maniera inconscia diciamo "ha solo 20 anni", ma a 20 anni che si studi o si lavori bisogna mettere testa. Noi assumiamo regolarmente ragazzi giovani e nessuno, e dico nessuno sa come approcciarsi, poi da qualcuno ne ricaviamo qualcosa ma la maggior parte non riescono ad ingranare, e devo dire che gli stiamo dietro, li formiamo, li seguiamo! Uno sforzo immane!
Prima o poi deve cambiare qualcosa! Domani chi "ci pagherà la pensione"????
 
Altra che diceva mia nonna:

"L'è andè per bat, l'è arvènz batùd", "E' andatato per battere (picchiare), ed è rimasto battuto (ed invece le ha prese...)"

Si diceva in generale quando qualcuno partiva con grandi intenzioni che poi si rivelavano un fallimento.
 
Questa poi la diceva la mamma di mia nonna, la mia bisnonna (che non ho conosciuto):

"An ho gnenca un sold per fè crosa me teimp", "Non ho neanche un soldo per fare croce al tempo"

Era usanza fare, con una monetina di rame da 5 centesimi (appunto un soldo= 5 centesimi), una croce immaginaria nell'aria quando c'era il temporale, affinchè smettesse.
E non avere neppure 5 centesimi significava essere davvero poveri... :(

Sullo stesso stile, in tema di miseria, sempre di mia bisnonna:

"An ho du sold da sbat un sa cl'elt", "Non ho due soldi (due monete da 5 centesimi) da battere uno con quell'altro"
 
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U

Utente 32323

Guest
Oggi ridere della morte può sembrare quantomeno fuori luogo, eppure la civiltà contadina ha prodotto detti scherzosi persino per circostanze tragiche.

Se ricordiamo che ogni anziano era accudito in casa fino alla sua ultima cucchiaiata di minestra, o che tanti dei nostri nonni ebbero fratelli che non videro l'adolescenza, forse possiamo capire la familiarità con cui si trattava questo tema e come si potesse dire con un sorriso:

De zuegn en mör on gran tancc; de ecc en scampa gna ü!

Di giovani ne muoiono davvero tanti; di vecchi non ne scampa nemmeno uno!
 
"L'ha più mel lo, che ne e caval ad Scàia", "Ha più mali lui che ne il cavallo di Scàia".

Lo si dice di una persona che ha un acciacco dietro l'altro, cagionevole di salute.

Pareva infatti che il cavallo di Scàia (che non so chi fosse) avesse un sacco di malattie e che già solo sotto la coda, se ne contassero 99 :biggrin:
E la meno grave era che dall'ano gli si riuscisse a vedere i denti... :rofl:
 
"L'ha più mel lo, che ne e caval ad Scàia", "Ha più mali lui che ne il cavallo di Scàia".

Lo si dice di una persona che ha un acciacco dietro l'altro, cagionevole di salute.

Pareva infatti che il cavallo di Scàia (che non so chi fosse) avesse un sacco di malattie e che già solo sotto la coda, se ne contassero 99 :biggrin:
E la meno grave era che dall'ano gli si riuscisse a vedere i denti... :rofl:
Fantastica
 
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