Me ne sono venute in mente altre
Questa non era di mia nonna ma dello zio di un mio amico:
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Am faz 'na stima come s'na cuvèda ad sours", "Mi faccio una stima come con una covata di sorci"
"Mi faccio una stima" si traduce in "sono contento", quindi il senso è: sono contento come se avessi trovato (in casa, in cantina, in dispensa) una nidiata di topolini...
Quindi lo si diceva per dimostrare di essere poco contenti per qualcosa o per una proposta.
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L'è come dì putena ma la voipa", "E' come dire puttana alla volpe"
Significa: fiato sprecato, dire inutilmente qualcosa a qualcuno, che tanto non ti sta a sentire.
Infatti se si dice puttana ad una volpe, magari mentre questa ti sta rubando una gallina, alla volpe proprio non gliene può fregar di meno
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Te te vòia ad zoca zala", "Tu hai voglia di zucca gialla"
Significa: tu hai voglia di storie! Ma non so quale sia il nesso con la zucca gialla...
Ipotizzo che siccome fosse un alimento poco usato in Romagna (è più un ingrediente del Ferrarese, del Mantovano e più del nord, insomma), poteva significare "volere qualcosa di strano, di inconsueto, di difficile reperibilità".
Forse...
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L'è come Giorg Urènd, l'era mort e un's vulèva stend", "E' come Giorgio Orrendo, era morto ma non si voleva stendere"
(la
g di
Giorg va pronunciata dolce, come "George" in inglese)
Non so chi fosse questo "Giorgio Orrendo", neppure mia nonna lo sapeva, ma lo si diceva per indicare una persona ostinata oltre ogni dire, spesso tralasciando la seconda parte ( "
l'era mort e un's vulèva stend") perchè era nota tale caratteristica