Ciao a tutti, sono da qualche giorno tornato dalla mia prima Via degli Dei.
Non avevo mai camminato negli Appennini…per la verità non avevo nemmeno mai camminato fuori dalle Dolomiti. Ho deciso di fare la Via degli Dei principalmente per prepararmi fisicamente ad alcuni trekking alpini che intendo fare non appena sarà andata via tutta la neve che è caduta l’inverno scorso, perciò cercavo un itinerario da percorrere nei mesi di aprile/maggio a quote minori e con temperature sufficientemente miti.
Essendo un ambiente che, per quanto antropizzato, non conoscevo, ho dato sfogo al mio ossessivo e maniacale bisogno di pianificare nei dettagli tutto il percorso, raccogliendo quante più informazioni possibili per non lasciare nulla al caso anche perché mi era stata delegata l’organizzazione del cammino e viaggiavo in compagnia di due amici.
Una primissima infarinatura l’ho appresa dal video “Guida completa alla Via degli Dei” di The WalkingNose che, però, completa non é…ho poi letto qualche decina di rewiew e tread trovandoci un sacco di racconti di viaggio ma poche informazioni pratiche perciò ho deciso di programmare a modo mio e di scrivere questo post al mio ritorno cercando di condividere il più possibile consigli pratici ed utili in maniera da non dissipare completamente tutto il lavoro di ricerca e mappatura che ho fatto per organizzare e compiere questo cammino.
NOTA BENE: Sulla Via degli Dei c’è la possibilità di dormire al caldo e di mangiare quasi sempre seduti. Non era l’esperienza che cercavo io pertanto tutto ciò che scriverò in seguito non terrà sostanzialmente conto di queste “comodità”.
EQUIPAGGIAMENTO: Per decidere cosa (e quanto) portare quotidianamente sulle mie spalle mi sono servito di Lighterpack. Nelle settimane antecedenti alla mia partenza ho percorso diversi chilometri di mezza montagna, in qualsiasi condizione meteorologica, per capire quale sarebbe stato il vestiario indispensabile da portare lasciando a casa tutto il (peso) superfluo. Oltre a quali e quanti vestiti portare, queste escursioni si sono rivelate utili anche per conoscere meglio i miei capi di abbigliamento. Ad esempio ho appurato che i miei pantaloni si asciugano talmente rapidamente che non aveva senso portarne due paia: anche dopo un’intera giornata di pioggia in poco meno di mezz’ora avrei avuto di nuovo dei pantaloni asciutti da indossare; o ancora ho capito che con il micropile + il guscio termico avrei avuto lo stesso comfort in termini di calore del piumino ma maggior versatilità e modularità di utilizzo risparmiando oltre 300gr di peso. Ho testato la gamba e la schiena cercando di replicare per dislivello e chilometri totali le tappe del mio cammino. Ho iniziato con uno zaino da 7,5kg, poi 8,5kg ed infine 9,5kg in maniera da abituare il mio corpo al fardello giornaliero e devo dire che questa cosa mi è servita molto, anche per capire come caricare correttamente lo zaino in considerazione del peso degli elementi che lo componevano. Per la scelta del vestiario, ho consultato le temperature medie del periodo delle zone che avrei attraversato ed ho monitorato il meteo fino al giorno antecedente alla mia partenza per capire quali condizioni atmosferiche avrei trovato sul mio cammino; essendo le previsioni piuttosto rassicuranti ho potuto viaggiare molto leggero e con un vestiario piuttosto minimale.
Per chi volesse prendere spunto (tenendo sempre presente che è uno zaino per notti in tenda nel mese di maggio) vi lascio qui l’elenco del mio equipaggiamento e questo link per la lista dettagliata degli oggetti contenuti nel kit di primo soccorso e del kit di igiene e pulizia self made.
Ogni cosa che mi sono portato nello zaino, salvo qualche componente del FAK, l’ho utilizzata.
Tra tutte le cose che ho lasciato a casa, invece, ho sentito il bisogno di avere a disposizione solamente qualche metro di cordino per stendere il bucato (eventualmente utile anche per riparazioni di emergenza per i tiranti della tenda o i lacci delle scarpe).
ZAINO: Per compiere questo cammino ho utilizzato un Osprey Kestrel 38l ma come ho già avuto modo di argomentare in quest’altra discussione dove esprimo anche alcune opinioni personali sulle caratteristiche di questo zaino, é risultato leggermente sovradimensionato rispetto alle mie reali necessità. Si tenga presente che per tutta la durata del cammino ho trasportato al suo interno una tenda biposto (che non utilizzavo da solo), un kit cucina (pesante ed ingombrante) per tre persone, una bombola di gas sovradimensionata (che non potevo contenere nelle gavette causa formato di quest’ultime), un materassino gonfiabile ne leggerissimo ne tra i meno ingombranti, il FAK per tutto il gruppo, spesso le scorte alimentari per quella giornata di cammino ed ancora avanzavo spazio per caricare eventualmente altra attrezzatura. Sulla comodità dello zaino non si discute ma, col senno di poi, credo che avrei potuto tranquillamente partire con uno zaino di litraggio inferiore, compreso tra i 28 e i 36 litri.
MAPPA: Dopo un certo girovagare sul web ho recuperato questa mappa qui. E’ in formato pdf, sono 8 fogli A4 fronte/retro e una volta stampata e inserita in una busta di plastica pesa 45 grammi. Riporta alcuni punti per il rifornimento di acqua e gli spot per il timbro della credenziale (se può interessare). Non l’ho consultata moltissimo potendo contare sullo smartphone (solitamente uso l’app Mapy.cz che lavora egregiamente anche offline) e sull’orologio GPS, ma ringrazio comunque Zazzu per il prezioso contributo esentasse. Segnalo per completezza che, subito dopo il Parco della Chiusa, la mappa indica il percorso che si snoda alla destra orografica del fiume Reno, spesso poco agevole a causa del fango...da valutare eventualmente la possibilità di passare sulla sponda sinistra in direzione Sasso Marconi qualora il sentiero non risultasse praticabile.
GPS: Per non farmi mancare nulla ho scaricato anche una traccia GPX da Wikoloc … ho fatto un po’ di pulizia di alcuni waypoint che non mi interessavano e ne ho aggiunti degli altri (qualche importante sorgente d’acqua e gli spot tenda su tutti) in maniera da poter seguire, al bisogno, la traccia direttamente dal mio Garmin Instinct senza continuamente consultare la cartina o, peggio ancora, erodere la batteria dello smartphone. Ho a mia volta tracciato il percorso con l'Instinct e l'ho caricato su Wikiloc ma dovevo fare una scelta: caricare quattro tracce separate (una per giorno) preservando tutti i waypoint ma vincolando i fruitori della traccia alla stessa organizzazione logistica delle mie tappe oppure caricare un unica traccia perdendo però tutti i waypoint dopo San Piero a Sieve avendo superato il limite di wp (25) che possono essere caricati su Wikiloc.
Perciò niente Wikiloc: potete scaricare la traccia GPX con le oltre 40 sorgenti mappate in tempo reale dal mio Drive a questo link.
PIANIFICAZIONE DELLE TAPPE: Per stabilire come suddividere le tappe e dove piantare la tenda, volendo percorrere l’itinerario in 4 giorni e 3 notti, mi sono servito dell’app per Android Via degli Dei di ItinerHike (ringrazio @CamminatoreTardivo per la dritta). Questa app, oltre a fornire la mappa ed il profilo altimetrico del cammino, offre tutta una serie di informazioni molto interessanti (approvvigionamenti idrici, ristoranti, b&b, negozi, campeggi ecc…) ma soprattutto ti da la possibilità di pianificare l’intero tragitto in tappe in base al numero di giorni di cammino, al tipo di pernottamento desiderato ed al numero di chilometri che si desidera percorrere…una vera chicca che fa risparmiare un sacco di tempo!
Le mie tappe sono state le seguenti:
-Bologna-Brento con pernotto in tenda al Circolo Monte Adone
-Brento-Passeggiere con pernotto wild in prossimità di una sorgente
-Passeggiere- San Piero a Sieve con pernotto al Camping Mugello Verde
-San Piero a Sieve – Firenze con rientro a casa in treno
SEGNALETICA: Il percorso si svolge principalmente su strada (sterrata o asfalto), è sostanzialmente privo di difficoltà tecniche ed è generalmente molto ben segnalato. La segnaletica nella parte toscana dell’itineriario è un po’ meno chiara e, specie nei pressi del Passo della Futa, è necessario prestare un po’ di attenzione per non imboccare il sentiero sbagliato.
ACQUA: Generalmente è una risorsa che non manca sulla Via degli Dei ma affermare che reperire acqua lungo questo itinerario non è mai un problema a mio modo di vedere è una informazione fuorviante. Ho avuto modo di incontrare dei camminatori, che percorrevano la VDD in senso inverso rispetto al mio, in difficoltà con le riserve idriche e ancora parecchi chilometri e altrettanti metri di dislivello da coprire prima di trovare la prima fonte sul percorso quindi non è un aspetto da sottovalutare, specie con l’avanzare della stagione estiva. Ci sono dei tratti molto attrezzati e altri decisamente meno ma a tal proposito vi rimando alla traccia GPX che potete scaricare dal mio Drive dove ho mappato in tempo reale oltre 40 punti di approvvigionamento acqua. Gran parte delle fonti che incontrerete sono fontanelle o sorgenti “verificate” quindi non è indispensabile dotarsi di un filtro o di altri sistemi di potabilizzazione per effettuare questo cammino; qualora fosse già una componente del vostro equipaggiamento, invece, portarlo con voi non vi costerà nulla e vi darà modo di poter fare rifornimento senza patemi anche presso gli innumerevoli ruscelli che vi troverete ad attraversare. Io ho portato con me una sacca idrica da 2 litri + una bottiglia in plastica da 1 litro e ho gestito la mia idratazione in questo modo: partivo al mattino con 1,5 litri nella sacca idrica (abitualmente non bevo mai molto di prima mattina), consumavo a quasi ogni fonte che trovavo un paio di bicchieri d’acqua fresca per reintegrare i liquidi senza erodere la mia riserva personale e, nel primo pomeriggio, procedevo al refill dell’intera sacca. La bottiglia, invece, la riempivo solitamente verso metà pomeriggio più che altro per precauzione, non sapendo precisamente dove e quanta acqua avrei trovato, in maniera da avere con me la riserva necessaria per preparare la cena qualora avessi dovuto accamparmi in una zona non servita ma con il senno di poi avrei potuto tranquillamente farne a meno.
CIBO: Una volta stabilite le tappe, mappa alla mano, ho disposto anche un programma di approvvigionamento cibo calcolando i tempi di percorrenza tra un centro abitato e l’altro in modo tale da fare la spesa tutti i giorni solo per i pasti strettamente necessari e viaggiare il più leggero possibile. Sono partito da Bologna caricando lo zaino con il pranzo e la cena + la colazione del giorno seguente (colazione che ho poi rifatto a Monzuno). Il secondo giorno, come da programma, ho fatto la spesa a Monzuno acquistando il necessario per il pranzo e la cena + la colazione ed il pranzo del giorno seguente (anche qui, ci siamo concessi una seconda colazione al Passo della Futa e avrei potuto probabilmente portarmi via anche un panino per pranzo). Il terzo giorno, nel pomeriggio, sono arrivato a San Piero a Sieve e, considerando il pernotto in camping con possibilità di cena e colazione, ho dovuto provvedere solamente all’acquisto del necessario per il pranzo dell’ultimo giorno prima di arrivare a Firenze (il supermercato è alle porte del paese; è consigliabile fare subito la spesa prima di cercare un bar o andare al camping che è un paio di km fuori dal centro urbano) . Oltre ai pasti principali ho portato con me, come snack, due barrette e un gel isotonico al giorno. Ho sempre consumato pasti pronti e veloci a mezzogiorno (piadine, affettati, formaggi, pronti al vapore Valfrutta, cous cous pronto) e un pasto caldo abbastanza sostanzioso (risotti in busta, ravioli secchi in brodo, uova sode) a cena, che rinfranca lo spirito e aiuta a dormire meglio. A colazione un the caldo accompagnato con dei biscotti secchi calorici o dei pancake pronti con marmellata o miele monodose poi integrati con la “seconda colazione” al primo bar disponibile. Per cucinare le cene e le colazioni per tre persone ho portato con me una cartuccia da 230gr di gas ma ne ho utilizzati solo 80gr (senza peraltro prestare particolare attenzione ai consumi) quindi, a posteriori, sarebbe stata tranquillamente sufficiente una bomboletta da 100gr risparmiando un po’ di peso.
Sperando di fare cosa gradita, se ci saranno domande/dubbi/approfondimenti vedrò di aggiornare o integrare questo post in modo tale da renderlo il più completo e utile possibile.
Lascia un like se ti è stato utile...e...Buon cammino!
Non avevo mai camminato negli Appennini…per la verità non avevo nemmeno mai camminato fuori dalle Dolomiti. Ho deciso di fare la Via degli Dei principalmente per prepararmi fisicamente ad alcuni trekking alpini che intendo fare non appena sarà andata via tutta la neve che è caduta l’inverno scorso, perciò cercavo un itinerario da percorrere nei mesi di aprile/maggio a quote minori e con temperature sufficientemente miti.
Essendo un ambiente che, per quanto antropizzato, non conoscevo, ho dato sfogo al mio ossessivo e maniacale bisogno di pianificare nei dettagli tutto il percorso, raccogliendo quante più informazioni possibili per non lasciare nulla al caso anche perché mi era stata delegata l’organizzazione del cammino e viaggiavo in compagnia di due amici.
Una primissima infarinatura l’ho appresa dal video “Guida completa alla Via degli Dei” di The WalkingNose che, però, completa non é…ho poi letto qualche decina di rewiew e tread trovandoci un sacco di racconti di viaggio ma poche informazioni pratiche perciò ho deciso di programmare a modo mio e di scrivere questo post al mio ritorno cercando di condividere il più possibile consigli pratici ed utili in maniera da non dissipare completamente tutto il lavoro di ricerca e mappatura che ho fatto per organizzare e compiere questo cammino.
NOTA BENE: Sulla Via degli Dei c’è la possibilità di dormire al caldo e di mangiare quasi sempre seduti. Non era l’esperienza che cercavo io pertanto tutto ciò che scriverò in seguito non terrà sostanzialmente conto di queste “comodità”.
EQUIPAGGIAMENTO: Per decidere cosa (e quanto) portare quotidianamente sulle mie spalle mi sono servito di Lighterpack. Nelle settimane antecedenti alla mia partenza ho percorso diversi chilometri di mezza montagna, in qualsiasi condizione meteorologica, per capire quale sarebbe stato il vestiario indispensabile da portare lasciando a casa tutto il (peso) superfluo. Oltre a quali e quanti vestiti portare, queste escursioni si sono rivelate utili anche per conoscere meglio i miei capi di abbigliamento. Ad esempio ho appurato che i miei pantaloni si asciugano talmente rapidamente che non aveva senso portarne due paia: anche dopo un’intera giornata di pioggia in poco meno di mezz’ora avrei avuto di nuovo dei pantaloni asciutti da indossare; o ancora ho capito che con il micropile + il guscio termico avrei avuto lo stesso comfort in termini di calore del piumino ma maggior versatilità e modularità di utilizzo risparmiando oltre 300gr di peso. Ho testato la gamba e la schiena cercando di replicare per dislivello e chilometri totali le tappe del mio cammino. Ho iniziato con uno zaino da 7,5kg, poi 8,5kg ed infine 9,5kg in maniera da abituare il mio corpo al fardello giornaliero e devo dire che questa cosa mi è servita molto, anche per capire come caricare correttamente lo zaino in considerazione del peso degli elementi che lo componevano. Per la scelta del vestiario, ho consultato le temperature medie del periodo delle zone che avrei attraversato ed ho monitorato il meteo fino al giorno antecedente alla mia partenza per capire quali condizioni atmosferiche avrei trovato sul mio cammino; essendo le previsioni piuttosto rassicuranti ho potuto viaggiare molto leggero e con un vestiario piuttosto minimale.
Per chi volesse prendere spunto (tenendo sempre presente che è uno zaino per notti in tenda nel mese di maggio) vi lascio qui l’elenco del mio equipaggiamento e questo link per la lista dettagliata degli oggetti contenuti nel kit di primo soccorso e del kit di igiene e pulizia self made.
Ogni cosa che mi sono portato nello zaino, salvo qualche componente del FAK, l’ho utilizzata.
Tra tutte le cose che ho lasciato a casa, invece, ho sentito il bisogno di avere a disposizione solamente qualche metro di cordino per stendere il bucato (eventualmente utile anche per riparazioni di emergenza per i tiranti della tenda o i lacci delle scarpe).
ZAINO: Per compiere questo cammino ho utilizzato un Osprey Kestrel 38l ma come ho già avuto modo di argomentare in quest’altra discussione dove esprimo anche alcune opinioni personali sulle caratteristiche di questo zaino, é risultato leggermente sovradimensionato rispetto alle mie reali necessità. Si tenga presente che per tutta la durata del cammino ho trasportato al suo interno una tenda biposto (che non utilizzavo da solo), un kit cucina (pesante ed ingombrante) per tre persone, una bombola di gas sovradimensionata (che non potevo contenere nelle gavette causa formato di quest’ultime), un materassino gonfiabile ne leggerissimo ne tra i meno ingombranti, il FAK per tutto il gruppo, spesso le scorte alimentari per quella giornata di cammino ed ancora avanzavo spazio per caricare eventualmente altra attrezzatura. Sulla comodità dello zaino non si discute ma, col senno di poi, credo che avrei potuto tranquillamente partire con uno zaino di litraggio inferiore, compreso tra i 28 e i 36 litri.
MAPPA: Dopo un certo girovagare sul web ho recuperato questa mappa qui. E’ in formato pdf, sono 8 fogli A4 fronte/retro e una volta stampata e inserita in una busta di plastica pesa 45 grammi. Riporta alcuni punti per il rifornimento di acqua e gli spot per il timbro della credenziale (se può interessare). Non l’ho consultata moltissimo potendo contare sullo smartphone (solitamente uso l’app Mapy.cz che lavora egregiamente anche offline) e sull’orologio GPS, ma ringrazio comunque Zazzu per il prezioso contributo esentasse. Segnalo per completezza che, subito dopo il Parco della Chiusa, la mappa indica il percorso che si snoda alla destra orografica del fiume Reno, spesso poco agevole a causa del fango...da valutare eventualmente la possibilità di passare sulla sponda sinistra in direzione Sasso Marconi qualora il sentiero non risultasse praticabile.
GPS: Per non farmi mancare nulla ho scaricato anche una traccia GPX da Wikoloc … ho fatto un po’ di pulizia di alcuni waypoint che non mi interessavano e ne ho aggiunti degli altri (qualche importante sorgente d’acqua e gli spot tenda su tutti) in maniera da poter seguire, al bisogno, la traccia direttamente dal mio Garmin Instinct senza continuamente consultare la cartina o, peggio ancora, erodere la batteria dello smartphone. Ho a mia volta tracciato il percorso con l'Instinct e l'ho caricato su Wikiloc ma dovevo fare una scelta: caricare quattro tracce separate (una per giorno) preservando tutti i waypoint ma vincolando i fruitori della traccia alla stessa organizzazione logistica delle mie tappe oppure caricare un unica traccia perdendo però tutti i waypoint dopo San Piero a Sieve avendo superato il limite di wp (25) che possono essere caricati su Wikiloc.
Perciò niente Wikiloc: potete scaricare la traccia GPX con le oltre 40 sorgenti mappate in tempo reale dal mio Drive a questo link.
PIANIFICAZIONE DELLE TAPPE: Per stabilire come suddividere le tappe e dove piantare la tenda, volendo percorrere l’itinerario in 4 giorni e 3 notti, mi sono servito dell’app per Android Via degli Dei di ItinerHike (ringrazio @CamminatoreTardivo per la dritta). Questa app, oltre a fornire la mappa ed il profilo altimetrico del cammino, offre tutta una serie di informazioni molto interessanti (approvvigionamenti idrici, ristoranti, b&b, negozi, campeggi ecc…) ma soprattutto ti da la possibilità di pianificare l’intero tragitto in tappe in base al numero di giorni di cammino, al tipo di pernottamento desiderato ed al numero di chilometri che si desidera percorrere…una vera chicca che fa risparmiare un sacco di tempo!
Le mie tappe sono state le seguenti:
-Bologna-Brento con pernotto in tenda al Circolo Monte Adone
-Brento-Passeggiere con pernotto wild in prossimità di una sorgente
-Passeggiere- San Piero a Sieve con pernotto al Camping Mugello Verde
-San Piero a Sieve – Firenze con rientro a casa in treno
SEGNALETICA: Il percorso si svolge principalmente su strada (sterrata o asfalto), è sostanzialmente privo di difficoltà tecniche ed è generalmente molto ben segnalato. La segnaletica nella parte toscana dell’itineriario è un po’ meno chiara e, specie nei pressi del Passo della Futa, è necessario prestare un po’ di attenzione per non imboccare il sentiero sbagliato.
ACQUA: Generalmente è una risorsa che non manca sulla Via degli Dei ma affermare che reperire acqua lungo questo itinerario non è mai un problema a mio modo di vedere è una informazione fuorviante. Ho avuto modo di incontrare dei camminatori, che percorrevano la VDD in senso inverso rispetto al mio, in difficoltà con le riserve idriche e ancora parecchi chilometri e altrettanti metri di dislivello da coprire prima di trovare la prima fonte sul percorso quindi non è un aspetto da sottovalutare, specie con l’avanzare della stagione estiva. Ci sono dei tratti molto attrezzati e altri decisamente meno ma a tal proposito vi rimando alla traccia GPX che potete scaricare dal mio Drive dove ho mappato in tempo reale oltre 40 punti di approvvigionamento acqua. Gran parte delle fonti che incontrerete sono fontanelle o sorgenti “verificate” quindi non è indispensabile dotarsi di un filtro o di altri sistemi di potabilizzazione per effettuare questo cammino; qualora fosse già una componente del vostro equipaggiamento, invece, portarlo con voi non vi costerà nulla e vi darà modo di poter fare rifornimento senza patemi anche presso gli innumerevoli ruscelli che vi troverete ad attraversare. Io ho portato con me una sacca idrica da 2 litri + una bottiglia in plastica da 1 litro e ho gestito la mia idratazione in questo modo: partivo al mattino con 1,5 litri nella sacca idrica (abitualmente non bevo mai molto di prima mattina), consumavo a quasi ogni fonte che trovavo un paio di bicchieri d’acqua fresca per reintegrare i liquidi senza erodere la mia riserva personale e, nel primo pomeriggio, procedevo al refill dell’intera sacca. La bottiglia, invece, la riempivo solitamente verso metà pomeriggio più che altro per precauzione, non sapendo precisamente dove e quanta acqua avrei trovato, in maniera da avere con me la riserva necessaria per preparare la cena qualora avessi dovuto accamparmi in una zona non servita ma con il senno di poi avrei potuto tranquillamente farne a meno.
CIBO: Una volta stabilite le tappe, mappa alla mano, ho disposto anche un programma di approvvigionamento cibo calcolando i tempi di percorrenza tra un centro abitato e l’altro in modo tale da fare la spesa tutti i giorni solo per i pasti strettamente necessari e viaggiare il più leggero possibile. Sono partito da Bologna caricando lo zaino con il pranzo e la cena + la colazione del giorno seguente (colazione che ho poi rifatto a Monzuno). Il secondo giorno, come da programma, ho fatto la spesa a Monzuno acquistando il necessario per il pranzo e la cena + la colazione ed il pranzo del giorno seguente (anche qui, ci siamo concessi una seconda colazione al Passo della Futa e avrei potuto probabilmente portarmi via anche un panino per pranzo). Il terzo giorno, nel pomeriggio, sono arrivato a San Piero a Sieve e, considerando il pernotto in camping con possibilità di cena e colazione, ho dovuto provvedere solamente all’acquisto del necessario per il pranzo dell’ultimo giorno prima di arrivare a Firenze (il supermercato è alle porte del paese; è consigliabile fare subito la spesa prima di cercare un bar o andare al camping che è un paio di km fuori dal centro urbano) . Oltre ai pasti principali ho portato con me, come snack, due barrette e un gel isotonico al giorno. Ho sempre consumato pasti pronti e veloci a mezzogiorno (piadine, affettati, formaggi, pronti al vapore Valfrutta, cous cous pronto) e un pasto caldo abbastanza sostanzioso (risotti in busta, ravioli secchi in brodo, uova sode) a cena, che rinfranca lo spirito e aiuta a dormire meglio. A colazione un the caldo accompagnato con dei biscotti secchi calorici o dei pancake pronti con marmellata o miele monodose poi integrati con la “seconda colazione” al primo bar disponibile. Per cucinare le cene e le colazioni per tre persone ho portato con me una cartuccia da 230gr di gas ma ne ho utilizzati solo 80gr (senza peraltro prestare particolare attenzione ai consumi) quindi, a posteriori, sarebbe stata tranquillamente sufficiente una bomboletta da 100gr risparmiando un po’ di peso.
Sperando di fare cosa gradita, se ci saranno domande/dubbi/approfondimenti vedrò di aggiornare o integrare questo post in modo tale da renderlo il più completo e utile possibile.
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