Un'ascia, un'accetta, un machete, un coltello ecc. sono "armi improprie", cioè sono attrezzi che svolgono una determinata funzione (spaccare legna, sfoltire siepi, tagliare il formaggio...) ma che potrebbero anche essere usate come armi.
La legge che io sappia stabilisce che il porto di un'arma impropria è permesso se le circostanze ne giustificano l'uso "proprio".
Ad es. vai in montagna, ti può servire un coltello per preparare dei paletti, per tagliare dello spago ecc. e quindi è permesso il porto del coltello. Chiaramente non è permesso se vai a fare la spesa al supermercato.
Un pugnale invece (che ha l'affilatura da entrambi i lati) è un'arma (non un'arma impropria) e non puoi portarlo né detenerlo se non hai le relative autorizzazioni.
Se il problema è tenere lontano il "tossico" (specie credo di rarissimo avvistamento in montagna, tendendo ad allignare prevalentemente in pianure ad alta densità abitativa) e lo fai con un'arma potresti avere grossi problemi anche se non gli fai niente e anche se le circostanze fossero terrificanti.
Se invece hai un'arma impropria con un motivo valido per portarla con te il risultato è che puoi usarla anche come difesa verso il "tossico" senza correre alcun rischio finché non fai male al tossico, e se anche gli fai male potresti uscirne totalmente innocente (legittima difesa).
Invece con l'arma e senza il porto d'armi sei "colpevole" in ogni caso di qualche violazione del codice penale. Sei colpevole anche se non lo sfiori. E soprattutto sei colpevole anche se ti fanno un controllo casuale.
Un mio amico, che amava fare "rambate", aveva un coltellaccio nell'abitacolo. Un controllo casuale dei CC glielo trovò e si beccò la denuncia. Il coltello, anche se il porto fosse giustificabile, va comunque tenuto nel bagagliaio (come qualsiasi altra arma impropria, non può essere trasportato nell'abitacolo. Nell'abitacolo non puoi tenere mazzette, non puoi tenere il cric ecc.).
Io penso in generale che i pericoli delle aggressioni in montagna siano più immaginari che reali. A parte una donna sola che può essere "attenzionata" da un pastore infoiato, credo che le altre categorie possano stare tranquille perché anche il più incallito dei rapinatori non farebbe una rapina in montagna. L'escursionista non va in giro col Rolex d'oro o il portafoglio pieno. Il drogato non va in montagna. Il rischio è invece che, di notte, in tenda, senti un rumore, spari e ti ritrovi ad avere ucciso il tuo collega che s'era alzato per pisciare.
Non voglio farti un "sermone", il mio è solo un incoraggiamento a riesaminare cosa dei pericoli della montagna è concreto e cosa è in realtà "ansia" generata dalla vita in città.