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Ma è Ferrino che certifica che le aziende da dove si rifornisce hanno standard minimi ambientali e sociali, oltre alle certificazioni che ha, che ok, sono le solite, ma naturhike per quanto so non ha nemmeno quelle o perlomeno io non le ho trovate e già questo è un buon motivo per non andare su quel marchio. Per quando riguarda le delocalizzazione si entra in ambito politico quasi, perché se ormai l'80% delle aziende un tempo made in Italy adesso hanno produzioni in est Europa o addirittura Cina, un motivo ci sarà, forse non era più sostenibile nel lungo periodo produrre qua, boh.
Detto ciò, io ho solo chiesto un consiglio per una tenda chiedendo di non citare naturhike, per motivi personali e perché avevo anche un buon budget, non dovevo risparmiare insomma.
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Dissento sul lavoro, qui si parla di altro, ci sono regioni dove i lavoratori sono molto più sfruttati poiché si tratta di minoranze, se pensi che il lavoro in Cina lo pagano uguale al resto del mondo, vivi proprio al di fuori di quest'ultimo.
Poi, dimmi che è poco risparmiare su assistenza, controllo e qualità e progettazione e sviluppo. Non mi sembrano proprio argomenti da secondo piano su cui risparmiare.
Intendevo: il lavoro cinese lo paga uguale Naturehike e Ferrino o un qualsiasi altro marchio americano o europeo. La produzione non la fanno in USA o in Europa.
Ci sono delle eccezioni, per esempio qualche scarpone da alpinismo... ma sulle scarpe ci sarebbe da fare un discorso a parte, per via delle taglie...
La litetrack 2 pro è un'ottima tenda e fatta bene. La ho vista un oaiobdi anni fa. Ho una salewa pure io e la qualità è alta. Unica pecca della litetrack è il fatto di dover spostare gli zaini quando esci o entri dalla tenda. Si monta in un attimo.
La litetrack 2 pro è un'ottima tenda e fatta bene. La ho vista un oaiobdi anni fa. Ho una salewa pure io e la qualità è alta. Unica pecca della litetrack è il fatto di dover spostare gli zaini quando esci o entri dalla tenda. Si monta in un attimo.
L'unico dubbio su quest'ultima è che sia anche troppo simile alla ferrino e mi ritroverei ad avere 2 tende che si differenziano solo nei dettagli praticamente
@IlBosca prova a guardare la Vaude Taurus UL 2. Pesa appena meno di 2 kg, ma ha materiali di assoluta qualità e teli molto più robusti della media: sono 40D, contro la media di 20. Online la trovi intorno ai 400euro.
Unico neo: non è freestanding, ma è autoportante e va quindi sempre picchettata per bene per tenere aperta abside e camera.
In compenso, ripeto, hai una tenda leggera e robusta, di ottima qualità e con misure contenute, che riesci a piazzare ovunque.
Prendo come esempio Ferrino perché è la più famosa in Italia, sono d'accordo sul fatto che la maggior parte delle aziende hanno delocalizzato la produzione in Asia principalmente, ma essendo aziende con sedi in Europa devono sottostare agli certificazioni europee di sostenibilità e per ferrino le trovi tutte sul sito.
Il problema, per me, sorge dal fatto che Naturhike abbia sede in Cina, paese estremamente democratico dove tutte le informazioni sulle aziende sono rese pubbliche (obv ironico). Per concludere, per Ferrino trovi tutte le certificazioni sul sito ed è tutto in chiaro, ovviamente devi fidarti dell'azienda ma sai che lavora "bene"; per Naturhike non hai niente che certifichi l'azienda.
È un po al pari di aliexress e shein, altri siti che evito come la peste, ma in generale tutto ciò che arriva da negozi con sede in Cina. Sono consapevole che il made in china è ovunque, ed è difficile evitarlo, anche se ove possibile lo faccio. Ma mi riservo almeno la fiducia nelle certificazioni che l'azienda esibisce sul sito.
Quando uscirà un'inchiesta così su Ferrino cambierò idea, ad ora per quanto sappiamo Ferrino non sfrutta lavoratori e ciò spiegherebbe il prezzo. Non vi chiedete perché una naturhike che come prestazioni è pari a Ferrino (o quasi), costa la metà? Contando che la produzione di entrambe si trova lì? Come possono permettersi prezzi così bassi? Ok i materiali se li procurano in casa, ma non può essere solo questo, è un po lo stesso discorso di Shein, paghi poco un vestito che qua pagheresti il triplo, però a lavorare c'è gente che prende meno di 1 dollaro l'ora.
Per quanto riguarda i materiali, ok, sono prodotti in Cina, ma quando le tende Ferrino arrivano in casa hanno degli standard minimi ecologici da rispettare fissati dalla UE, cosa che un marchio cinese non ha.
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Si ma io preferisco una tenda che mi dice chiaramente di usare materiali che rispettano l'ambiente, che non sfrutta i lavoratori, che cerca di far vivere i materiali più a lungo possibile offrendo assistenza per ogni tenda (se tra 10 anni la mia Trivor si rompesse posso mandarla a farla sistemare, cosa che ritengo impossibile da fare con Naturhike), non si tratta di un reattore, vero, ma per me per rendere la montagna sostenibile si parte da qui, dal piccolo di ognuno di noi, non ti chiedi perché una tenda che, ammetto, come qualità è quasi simile a Ferrino, costi 5/6 volte meno? Dove risparmiano? Perché possono permettersi quei prezzi? Forse tra il resto sui lavoratori?
Materiali che rispettano l'ambiente..?
Ma che ti pensi che i teli che usa la Ferrino crescono sulle piante..? O che esista una magica filiera green che utilizza solo Ferrino e altri pochi marchi baciati dal signore e gli altri brutti e cattivi inquinano e uccidono le balene..?
Buonasera,
Se hai una buona disponibilità economica e vuoi un ottimo rapporto fra qualità e leggerezza e ne fai un uso estivo non estremo la MSR Freelite 1 potrebbe fare al caso tuo.
È una monoposto semi autoportante comoda e con veranda che nel suo astuccio pesa meno di un kg ed è di ottima fattura.
per i suoi materiali di altissima qualità.
Diversamente in passato ho usato una Ferrino Lightent 1 a tunnel che sarebbe stata eccezionale se avesse avuto venti centimetri in più in altezza e la paleria esterna.
Attualmente uso una Salewa Micra 2 che pesa 2,5 kg ma è comoda e spaziosa, ma usata solo per la stagione calda.
Quando uscirà un'inchiesta così su Ferrino cambierò idea, ad ora per quanto sappiamo Ferrino non sfrutta lavoratori e ciò spiegherebbe il prezzo. Non vi chiedete perché una naturhike che come prestazioni è pari a Ferrino (o quasi), costa la metà? Contando che la produzione di entrambe si trova lì? Come possono permettersi prezzi così bassi? Ok i materiali se li procurano in casa, ma non può essere solo questo, è un po lo stesso discorso di Shein, paghi poco un vestito che qua pagheresti il triplo, però a lavorare c'è gente che prende meno di 1 dollaro l'ora.
Per quanto riguarda i materiali, ok, sono prodotti in Cina, ma quando le tende Ferrino arrivano in casa hanno degli standard minimi ecologici da rispettare fissati dalla UE, cosa che un marchio cinese non ha.
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Si ma io preferisco una tenda che mi dice chiaramente di usare materiali che rispettano l'ambiente, che non sfrutta i lavoratori, che cerca di far vivere i materiali più a lungo possibile offrendo assistenza per ogni tenda (se tra 10 anni la mia Trivor si rompesse posso mandarla a farla sistemare, cosa che ritengo impossibile da fare con Naturhike), non si tratta di un reattore, vero, ma per me per rendere la montagna sostenibile si parte da qui, dal piccolo di ognuno di noi, non ti chiedi perché una tenda che, ammetto, come qualità è quasi simile a Ferrino, costi 5/6 volte meno? Dove risparmiano? Perché possono permettersi quei prezzi? Forse tra il resto sui lavoratori?
Ciao, fornisco alcuni elementi che possono, come non possono, rilevare, ma giusto per fornire informazioni forse più utili che non dei semplici "sentori".
I costi di produzione di un oggetto sono una cosa, il prezzo di vendita, un altro.
Per farti capire, nel mercato dove lavoravo io si usava un fattore moltiplicativo del 4x, ossia se un prodotto costava in produzione 15 euro, si metteva in vendita a 60 euro.
Un mio amico lavorava in altro settore, dove invece si usava il 3x, ma si parla di prodotti da migliaia di euro, quindi sempre un'altissima marginalità.
Cambiavano però i numeri, noi si commercializzavano 50.000 prodotti, lui 500. Quindi otterrai una marginalità totale di 2M euro da entrambe le parti. Aziende medio piccole.
Già questo ti da un'idea della differenza. Immaginati quante Ferrino Lightent venderanno mai (hanno un fatturato di ca. 25 milioni annui, di cui 1/15 attribuibile alle tende, per ca. 50 a catalogo... quindi forse 500 pezzi), e quante invece Cloud Up 2 (presumo sulle decine di migliaia, visto è il loro core business e le smerciano in metà mondo).
Ma ancora, visto che a me il pezzo costava 15 euro... se te venivi e mi garantivi l'acquisto di 10.000 pezzi l'anno, assicurandomi che non mi pestavi i piedi andandoli a vendere in Australia, sai che succedeva? Che te li mettevo a 20 euro. Io ci guadagnavo, te ci guadagnavi, gli australiani ci guadagnavano. Benvenuto nel mondo dei grandi.
Come vedi, tanto dipende anche dal mercato in cui operi e dalla tua capacità distributiva. Se vendi poco, per sopravvivere devi alzare i margini. Come? Alzi i prezzi e/o abbassi i costi. Operazioni che non sempre avvengono senza ripercussioni. Se vendi tanto, puoi permetterti invece il contrario.
Per dire, da noi ci fregiavamo del marchio "Made in Italy", ma il grosso della produzione veniva comunque delocalizzato in Cina e arrivava via mare in simpatici container. Per farti un esempio banale, un'operazione di confezionamento da noi costava (spacchettizzando ore uomo in costo) 0,5 euro a prodotto, mentre "là" costava 0,05 euro a prodotto. E' dura. Soprattutto visto che sei in un mercato dove ci sono anche altri concorrenti.
Era sfruttamento del lavoro? Assolutamente no, delocalizzare la produzione ti permette semplicemente di sfruttare il cambio più favorevole yen/eur, un diverso costo della vita del luogo in cui delocalizzi e una probabile maggiore capacità produttiva delle loro aziende (medio grandi). L'operaio cinese prende poi lo stesso (poco) dignitoso stipendio dell'operaio italiano, rapportato a dove vive.
Credi che l'operaio cinese sia più contento di stare nella casa rurale famigliare a zappare l'orto, senza lavoro e prospettive di vita? Non vorrà invece andare a guadagnare, per sé e per i suoi cari, fosse anche in una fabbrica? Certo, non prenderà 2.500 euro più panettone, ma vero anche che rientrerebbe comunque fra i più fortunati e quando esce a cena spende 3 euro e non 30 euro.
Chiaro che può essere anche fatta una scelta etica, dove questa si traduce, banalmente, in "dar da lavorare/mangiare a una famiglia italiana anzi che cinese" (questo è... anche se ci vogliamo nascondere dietro a un dito... con tutti i risvolti sociali e di discriminazione del caso), ma il costo del prodotto sale.
Moltiplicamelo per i vari contributi e alla fine troverai un impatto non trascurabile sul prezzo di vendita e quindi sulle vendite stesse del prodotto, che magari andrebbe fuori mercato, invenduto. La compreresti una marmellata a 30 euro a barattolino? Non credo. Chiude la ditta, con la famiglia dell'operaio italiano, che nelle buone intenzioni avrebbe dovuto guadagnarci, che perde il lavoro.
Ovviamente questa è solo una semplificazione, neanche completa.
Per rispondere al tuo dilemma morale, un'azienda è etica... se è etica. E solo chi ci lavora dentro, ad alti livelli, può effettivamente dirlo. Non si può, purtroppo, ipotizzare, né credere a ciò che la stessa esternalizza.
Ho letto il report redatto da Ferrino, ma ho anche visto che intrattiene pesantissime relazioni commerciali con "grossi" acquirenti, il che richiede la massima trasparenza e controllo sui fornitori, con certificazioni per ogni cosa. Perché le stesse poi ricadono sui clienti stessi, governativi e para governativi. Questo si può poi anche usare come leva di marketing, per i clienti finali. Perché no?
Pure te puoi andare a donare il sangue facendolo passare per un atto di puro amore, quando invece ti serve solo per farti la giornata a casa dal lavoro.
Il suo impegno è un tramite per raggiungere tali accordi commerciali oppure un modo di lavorare che gli potrebbe anche fare perdere commesse? Ricorda che alla fine il loro interesse è, comunque, fatturare.
Te mi dirai: comunque le certificazioni ce le hanno e la filiera è garantita, con materiali di qualità ed ecologici. Io ti rispondo, vero, ma evidentemente perché le fabbriche cinesi da cui si approvvigionano hanno rimodulato la loro attività in tale senso, certo poi non è che sfornano "prodotti green" per Ferrino e poi si mettono di impegno e vanno a cercare gli inquinanti per metterli dentro ai prodotti che, nella stessa fabbrica, poi fanno per gli altri.
In America c'è una bella usanza di premiare i prodotti che sono EFFETTIVAMENTE fabbricati in America, ossia che danno da mangiare a famiglie americane e che usano materiali NON importati. Delle certificazioni non gli importa. Diversa mentalità.
Il tranello, da noi, è premiare dei prodotti che DICONO di fabbricare in Europa, ma che di fatto sono fabbricati in oriente. Che DICONO siano "green", ma che equivalgono agli altri. Prodotti magari, proprio per questo, a marginalità altissima, i cui proventi poi vengono ridistribuiti nelle tasche della dirigenza dell'Azienda e degli azionisti, per il loro benessere personale. E' questa la buona etica?
A questi punti mi chiedo se la scelta etica migliore (se ragioniamo come "non sprechi" e "inquinamento") non sia invece comprare direttamente dall'oriente, in quanto tagli tutte quelle appendici "inutili", come rappresentanti, prodotti regalati per sponsorizzazioni, prodotti resi, uffici marketing, brochure varie, uffici pre e post vendita, formazione, gestione magazzini, continue nuove linee (che magari cambiano solo il colore del prodotto, due virgole, quel tanto basta per dargli nuova spinta), stipendi gonfiati, pranzi aziendali, l'ormeggio del mega yatch alla sig.ra Ferrino, e via dicendo.
In definitiva, in mio parere la scelta etica migliore, in termini di inquinamento, potrebbe essere quella di ricerca del minor prezzo (dove il meglio in assoluto è ovviamente il NON ACQUISTO... ma anche il riutilizzo... o l'usato!), perché il denaro stesso, in un modo o nell'altro, non si tramuta in altro che produzione e quindi meno ne circola, meno si produce. Meno si produce, meno si inquina.
Ma meno si produce, più siamo poveri. Questo il bug nel nostro sistema, a cui ci hanno costretto. Chi ha il coraggio di abbracciarlo?
Se però tu mi dici "io voglio dar da mangiare a quelli della Ferrino perché ci lavorano dei miei amici e sono padri di famiglia, se l'azienda chiude, poi dove lo ritrovano il lavoro", io allora alzo le mani. Pieno rispetto.
Il punto però allora è un altro: sapere dove finiscono i nostri soldi. E allora mi sento più tutelato abbracciando la filosofia protezionistica americana, che non leggendo un paio di PDF in cui ci si autocelebra. Purtroppo, il tessuto tecnico (nylon, poliestere), che io sappia, è tutto fabbricato in mega rotoloni in Cina.
Quando uscirà un'inchiesta così su Ferrino cambierò idea, ad ora per quanto sappiamo Ferrino non sfrutta lavoratori e ciò spiegherebbe il prezzo. Non vi chiedete perché una naturhike che come prestazioni è pari a Ferrino (o quasi), costa la metà? Contando che la produzione di entrambe si trova lì? Come possono permettersi prezzi così bassi? Ok i materiali se li procurano in casa, ma non può essere solo questo, è un po lo stesso discorso di Shein, paghi poco un vestito che qua pagheresti il triplo, però a lavorare c'è gente che prende meno di 1 dollaro l'ora.
Per quanto riguarda i materiali, ok, sono prodotti in Cina, ma quando le tende Ferrino arrivano in casa hanno degli standard minimi ecologici da rispettare fissati dalla UE, cosa che un marchio cinese non ha.
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Si ma io preferisco una tenda che mi dice chiaramente di usare materiali che rispettano l'ambiente, che non sfrutta i lavoratori, che cerca di far vivere i materiali più a lungo possibile offrendo assistenza per ogni tenda (se tra 10 anni la mia Trivor si rompesse posso mandarla a farla sistemare, cosa che ritengo impossibile da fare con Naturhike), non si tratta di un reattore, vero, ma per me per rendere la montagna sostenibile si parte da qui, dal piccolo di ognuno di noi, non ti chiedi perché una tenda che, ammetto, come qualità è quasi simile a Ferrino, costi 5/6 volte meno? Dove risparmiano? Perché possono permettersi quei prezzi? Forse tra il resto sui lavoratori?
L'articolo è fuorviante, non è Dior che sfruttava i lavoratori ma le aziende che avevano gli appalti o sub appalti, Dior viene sanzionata x i mancati controlli
Lavoro da 25 anni nel lusso o posso dire che il moltiplicatore del costo industriale di una borsa non supera il 7x poi tutto sta da vedere da dove arriva quel costo industriale ma quei numeri non devono essere tanto corretti dato che non ci copri nemmeno l'acquisto della materia prima.
Detto questo, bello pensare di essere ecologisti stando alle chiacchere ed ai credo comuni... magari non si compra da Shein ma si compra lo stesso prodotto su Amazon, si pensa che il nostro prodotto abbia materiali prodotti in chi sa quali metodi aulici quando invece provengono esattamente da dove provengono gli altri...
Poi ognuno è libero di pensare e fare quello che gli pare... che che sia a conoscenza almeno che il "credo" a cui fa riferimento non è come pensa o come vogliono farcelo pensare... basta vedere tutte le puttanata che ci hanno propinato fin ora con le auto elettriche ecc... ecc... ma si entrerebbe in un argomento poco sostenibile su questo forum
L'articolo è fuorviante, non è Dior che sfruttava i lavoratori ma le aziende che avevano gli appalti o sub appalti, Dior viene sanzionata x i mancati controlli
L’articolo e’ fuorviante xche da titolo e lettura leggera sembra che sia Dior a sottopagare, quando invece e’ solo una questione di controlli e c’e’ una bella differennza.
Sul sapere o no, nessuno ha la palla di cristallo, le multe sono salatissime e lo sanno per cui puo’ essere tutto…