Alpinismo Corno Grande Canale Centrale e discesa per il Bissolati

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 7 gennaio 2023
Regione e provincia: Abruzzo,L'Aquila
Località di partenza: Campo Imperatore
Località di arrivo: Corno Grande e ritorno
Tempo di percorrenza: 8 ore 17 min
Chilometri: 9,96 Km
Grado di difficoltà: AD
Descrizione delle difficoltà: Le difficoltà maggiori incontrate da noi con scarso innevamento sono stati tre salti tra i 65° e gli 80° ricoperti da ghiaccio di fusione
Periodo consigliato: inverno e inizio primavera
Segnaletica: tabelle e bolli fino alla Comba
Dislivello in salita: 775 m
Quota massima: 2912 m
Accesso stradale: A24 uscita Assergi.Fonte Cerreto/Funivia
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alp...centrale-e-discesa-per-il-bissolati-122934661


Descrizione

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Quello che ricorderò maggiormente di questa uscita in terra d’Abruzzo sarà l’immenso mare di nubi disteso sulle vallate a quote basse fino all’Adriatico, e l’urlo “sassi” lanciato trecento volte dalle cordate impegnate nel canale centrale del Corno Grande.

In questi primi giorni dell'anno l’inverno è stato incredibilmente avaro soprattutto al centro-sud e le Alpi non sono state da meno; mai così poca neve da seicento anni a questa parte. Allora osando una licenza poetica dico che se “la montagna innevata non va da Maometto, Maometto va alla montagna innevata”.

E così per la terza alpinistica invernale della stagione si va sul Gran Sasso, dove sono presenti tra l’altro alcuni calabresi e pugliesi di mia conoscenza che hanno avuto la stessa intuizione di fare il canalone centrale del Corno Grande preso letteralmente d’assalto durante il ponte dell’epifania. Ad attendermi ci sono @Gianluca84 e Matteo, immancabili compagni di cordata nelle trasferte in terra d’Abruzzo. Dopo il Sirente della scorsa primavera si ricongiunge così la triade calabro abruzzese.

Partenza dall’Aquila alle sei del mattino del sette gennaio con una temperatura di sei gradi sotto zero e l’auto completamente ricoperta di galaverna. Ci ritroviamo alla stazione della funivia di Fonte Cerreto e alle otto prendiamo la prima corsa. C’è molta gente che sale ma niente di paragonabile alle invasioni barbariche dell’estate.

A Campo Imperatore ci si rende conto che il Gran Sasso “fa’ tristezza”, come mi aveva riferito un amico recatosi in zona la settimana prima. Ma è anche vero che con scarso innevamento generale e basse temperature, i canaloni in ombra presentano di solito ghiaccio di fusione sui salti e diventano molto più tecnici.

Al secondo traverso del sentiero estivo calziamo i ramponi anche se la traccia nella neve è ben marcata. Poi, tralasciando la pista per la Sella del Brecciaio affrontiamo obbligatoriamente la salita che dalla Sella di Corno Grande porta al Sassone, una bella pettata faticosa e un po’noiosa. In ogni caso siamo ripagati dagli sconfinati paesaggi che si aprono intorno a noi, soprattutto verso ovest con la caratteristica e bellissima conca di Campo Pericoli e i colossi di Pizzo Cefalone, Cima delle Malecoste, Monte Corvo e l’Intermesoli svettanti in bella vista. In lontananza compare anche il Terminillo.

Superato il Sassone giungiamo alla diramazione per il bivacco Bafile dove alcune cordate sopraggiungono per salire la Direttissima. Occorre imbracarsi perché il percorso è servito da un cavo metallico e attraversa punti esposti. L’arrampicata sulla nuda roccia con i ramponi ai piedi e la piccozza in mano risulta fastidiosa ma è necessario tenerli perché vi sono tratti innevati molto inclinati dove il cavo scompare a tratti sotto il manto nevoso. Nei pressi della scaletta metallica si apre un panorama mozzafiato sulla lunga dorsale dei monti Infornace, Prena e Camicia che emergono dal mare di nubi. È la “lupa di mare” che dall’Adriatico si estende e ricopre praticamente il teramano e le valli tutte insinuandosi fino alle zone più interne, fenomeno che in questi giorni sta interessando tutta la penisola, generato dall’alta pressione e dalle inversioni termiche.

Su un esile terrazzino prima della grande Comba dove il bivacco Bafile occhieggia solitario,tiriamo fuori la corda e un po’ di ferraglia. Formiamo una cordata a tre e ci avviamo. Il canale centrale è dietro l’angolo che ci aspetta e nel frattempo una cordata parte prima di noi. Sul nevaio picchia un sole micidiale e fa insolitamente caldo ma dopo una prima rampa nevosa entriamo finalmente nel canale in ombra.

E qui comincia l’odissea dei sassi fatti cadere dall’alto dalla cordata che ci precede. In realtà si tratta di pezzi di ghiaccio di varie dimensioni che si staccano e vengono giù durante la progressione a causa della neve che in certi punti risulta crostosa. Questa pioggia di “sassi ghiacciati”, non certamente pericolosa come i sassi veri ma ugualmente insidiosa (un pezzo di ghiaccio come un pugno colpirà alla spalla il “povero” Matteo) sarà purtroppo una costante fino all’uscita.

L’inclinazione media del canale si aggira intorno ai 50,55° ma dobbiamo affrontare tre salti tecnici. Il primo, otto metri circa con una punta a 70°, il secondo quattro metri circa a 60° e il terzo, un bel salto verticale a 80° di circa cinque metri, tutti con ghiaccio di fusione e un po’ sfasciati a causa del passaggio delle numerose cordate che si sono alternate in questi giorni. Con Gianluca che va da primo di cordata che ha già salito il canale l’anno scorso si va in conserva assicurata e laddove è necessario assicura in sosta con piastrina ed io con mezzo barcaiolo il terzo. È sicuramente un modo per procedere speditamente ma in sicurezza.

A metà canale ci sorvola l’elisoccorso. Sapremo più tardi che una ragazza è scivolata lungo la Direttissima procurandosi delle ferite. Dopo il terzo salto che si affronta a sinistra vincendo una placca di ghiaccio vivo siamo ormai fuori. Un’ultima rampa più appoggiata ed ecco che sbuchiamo sulla crestina sud est a pochi metri dalla croce di vetta.

Il panorama che si apre del Re dell’Appennino è uno spettacolo della natura, assolutamente circolare. A nordest si scorgono in lontananza il Gorzano e i Sibillini, a nord spicca il Corno Piccolo e ci sono alcuni alpinisti impegnati sulla cresta nordest del Corno Grande saliti dal nevaio del Calderone. Ad est svettano la Centrale e l'Orientale del Corno Grande con le loro guglie, pinnacoli e colatoi mentre se spostiamo lo sguardo verso sud est appare la maestosa Maiella con le sue rave che emergono dal mare di nubi. Più a sud spicca il massiccio del Velino Sirente. E poi la vista si amplia ulteriormente sulle altre vette maggiori del Gran Sasso e dei monti della Laga con lo scenografico Pizzo Cefalone e la cresta delle Malecoste che adesso si allunga in tutta la sua eleganza. Anche il rifugio Duca degli Abruzzi in lontananza fa la sua bella figura adagiato sulla sella tra Picco Confalonieri e monte Portella.

Dopo le foto di rito in vetta e qualche barretta è ora di scendere anche perché abbiamo l’incombenza della funivia che effettuerà l’ultima corsa alle 17.00. Il Bissolati è il canalone che di solito si preferisce al ritorno in inverno, ma non è da sottovalutare perché la parte alta è piuttosto inclinata e alterna tratti ghiacciati a neve crostosa e molle. Gianluca si presta anche ad aiutare un escursionista vittima di crampi che accompagnerà fino alla base del canale. Infine di gran carriera giungiamo a Campo imperatore alle 16.30 proprio nel momento in cui la funivia sta effettuando la penultima corsa. Peccato perché dovremmo aspettare altri tre quarti d’ora per prendere l’ultima corsa che ci condurrà infine a Fonte Cerreto. Almeno ci godremo il tramonto dalla funivia.

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