Alpinismo Corno Piccolo - Kontiki - 260m - V

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati

Data: 30/06/2013
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Piana del Laghetto
Località di arrivo: Cresta NE Corno Piccolo
Tempo di percorrenza: 10h
Grado di difficoltà: V(UIAA)
Descrizione delle difficoltà: arrampicata su roccia
Periodo consigliato: estivo (ma vera estate!)

Descrizione

Nuova avventura con il sempre grande gipsy. Via che avevo puntato da un po' di tempo ma che per un motivo o per un altro era saltata. Temperature fin troppo rigide ci hanno creato qualche problemuccio alle mani, ma alla fine bella esperienza e bella arrampicata, specialmente il quarto tiro.
Tutta la descrizione e le foto su verticalRock: Corno Piccolo - Kontiki - 260m - V
Ciao a tutti e a presto
 
Ultima modifica di un moderatore:
Eppure mi ero ripromesso di lasciar perdere i camini, dopo alcune esperienze in Verdon e in Dolomiti. Sta di fatto che ieri eravamo a faticare in uno di questi e la convinzione è diventata più solida!
Bruno ha mostrato, come in altre occasioni, ottime capacità tecniche e grande motivazione a cimentarsi con i passi difficili della via.
Qui affronta il tiro chiave, una bella fessura con un tetto da superare sulla destra.
IMG_0223a.jpg

Al termine delle fatiche, una doppia sulla cresta Nord Est ci regala panorami di grande effetto P1010905a.jpg

PS: delle 10 ore indicate, la via ne richiede 3-4. Il resto va distribuito tra avvicinamento e discesa.
 
Bruno ha mostrato, come in altre occasioni, ottime capacità tecniche e grande motivazione a cimentarsi con i passi difficili della via.
Se avessimo registrato l'audio del tratto in camino l'avreste potuto scambiare per quello di qualche cinghiale alla ricerca di cibo...
 
Grazie dei complimenti, ma Piervi guarda che io fino ad un paio di anni fa stè robe me le sognavo. E' vero arrampicavo in falesia e quando potevo mi allenavo in palestra, ma non ha niente a che spartire con queste scalate. Poi ho deciso che avrei dovuto provare, per capire se quel desiderio che sentivo era da relegare del vorrei ma non oso oppure era qualcosa alla mia portata.
Mi sono fatto una certa violenza, e anche domenica, alla prima sosta, mentre Luca stava sul secondo tiro mi chiedevo cosa c...o ci stessi a fare. Non è roba impossibile, anzi. Non dico che sia per tutti, sarebbe ipocrita e pericoloso, ma non è impossibile, è, aldilà dell'aspetto tecnico e fisico (dai quali non possiamo prescindere), soprattutto mentale.
L'impossibile è uno stato mentale: se l'uomo esercita fino in fondo la propria volontà, prima o poi, riesce a superare quelle difficoltà che ad altri appaiono insormontabili.
 
Wow ragazzi! Complimenti!!! :si: Mi piacerebbe riuscire a fare una cosa simile, già sto valutando di fare ad ottobre un corso di arrampicata...
 
già sto valutando di fare ad ottobre un corso di arrampicata...

Era proprio questo che intendevo, iniziare con un corso, un amico che ha voglia di far provare l'esperienza della verticalità, una guida magari in qualche località "in ambiente". E' così che hanno iniziato tutti (o almeno la maggior parte)
Ah, grazie dei complimenti.
 
Grazie dei complimenti, ma Piervi guarda che io fino ad un paio di anni fa stè robe me le sognavo. E' vero arrampicavo in falesia e quando potevo mi allenavo in palestra, ma non ha niente a che spartire con queste scalate. Poi ho deciso che avrei dovuto provare, per capire se quel desiderio che sentivo era da relegare del vorrei ma non oso oppure era qualcosa alla mia portata.
Mi sono fatto una certa violenza, e anche domenica, alla prima sosta, mentre Luca stava sul secondo tiro mi chiedevo cosa c...o ci stessi a fare. Non è roba impossibile, anzi. Non dico che sia per tutti, sarebbe ipocrita e pericoloso, ma non è impossibile, è, aldilà dell'aspetto tecnico e fisico (dai quali non possiamo prescindere), soprattutto mentale.
L'impossibile è uno stato mentale: se l'uomo esercita fino in fondo la propria volontà, prima o poi, riesce a superare quelle difficoltà che ad altri appaiono insormontabili.

Verissimo.
Il momento topico è quando scavalchi il muro mentale del "ma chi me l'ha fatto fare".
Purtroppo non ci sono vie di mezzo: o ti capita qualcosa di brutto che lo conferma e ingigantisce, rendendolo irreversibile; oppure lo polverizzi senza neppure rendertene conto.

Ciao.
 
Ciao Henry,
confermo quello che dici e aggiungo, per quanto sia riferito ad esperienze non estreme (ma non per questo non rischiose), ci sono delle situazioni in cui non è possibile ritirarsi, si può solo andare avanti, trovando soluzioni agli intoppi che sopravvengono.
Tante volte cercare di fuggire non è possibile. Una scalata obbliga a rapportarsi con il qui ed ora, senza scappatoie o paracaduti, e forse questo è l'aspetto che più mi affascina e mi stimola.
Saluti
 
L'impossibile è uno stato mentale: se l'uomo esercita fino in fondo la propria volontà, prima o poi, riesce a superare quelle difficoltà che ad altri appaiono insormontabili.
La mente e' una cosa, ma per fare certe cose conta molto di piu' la forza fisica che scema inevitabilmente con l'eta'..... quindi ....
 
La mente e' una cosa, ma per fare certe cose conta molto di piu' la forza fisica che scema inevitabilmente con l'eta'..... quindi ....
L'arrampicata richiede un giusto dosaggio di tecnica, forza (specialmente delle dita), resistenza e capacità mentali. Tutti questi aspetti si possono imparare ed utilizzare a qualsiasi età. E' naturale che iniziare a scalare a cinquanta-sessant'anni può richiedere un maggiore impegno che iniziare a venti. Questo non significa che non si possano riuscire a fare esperienze di arrampicata alla propria portata anche cominciando tardi. Se poi, come nel caso della guida alpina L. Mario, hai iniziato a scalare da giovane e hai continuato a farlo nel corso di una vita, ti puoi trovare a scalare a settant'anni, ad esempio, la via Cassin alle Tre cime di Lavaredo.
 
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