- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 09/09/2014
Regione e provincia: Abruzzo (Te)
Località di partenza: Prati di Tivo
Località di arrivo: Corno Piccolo
Tempo di percorrenza: 7 ore a/r, soste incluse
Grado di difficoltà: EEA la Danesi, EE la via normale, E dalla Madonnina fino al Franchetti e quindi alla Sella dei Due Corni
Descrizione delle difficoltà: i tratti di ferrata sulla Danesi sono pochi e brevi, ma abbastanza esposti; attraversare il famoso buco (della danesi, non quello della normale) richiede un po' di forza e di coordinazione dei movimenti; vi sono un paio di tratti dopo il buco che non sono assicurati e sono esposti. La via normale, utilizzata per scendere, non presenta difficolta', si tratta di semplici passaggi di I e un paio di II
Periodo consigliato: estate, con tempo asciutto
Segnaletica: ottima, segni bianco-rossi e giallo-rossi. L'attacco della ferrata e' ben indicato anche da una targhetta metallica
Dislivello in salita: 700 circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2655m
Accesso stradale: si arriva a Prati di Tivo o uscendo al casello di Colledara della A24 oppure uscendo ad Assergi e facendo un tratto lungo di SS80 fino al bivio per Pietracamela
Il Corno Piccolo non ha bisogno di presentazioni, non e' forse una montagna "epica" come lo possono essere il Corvo o l'Intermesoli, ma e' una meravigliosa cima dolomitica nel cuore del Gran Sasso, raggiunta da una miriade di vie di arrampicata su ottima roccia, una di quelle cime che ogni escursionista deve fare, e non solo una volta.
La Danesi era da tempo in cantiere e finalmente e' arrivato il giorno (rigorosamente infrasettimanale). Dopo le svariate fatiche (direi anche bdc) primaverili ed estive, con i miei amici Dario e Caterina abbiamo deciso di trattarci un po' meglio del solito e arrivare all'attacco della Danesi riposati, quindi abbiamo preso l'ovovia fino alla Madonnina, risparmiandoci quindi quasi 600 metri di dislivello.
Il sentiero che in quasi un'ora risale la Valle delle Cornacchie fino al Franchetti e' semplice e molto panoramico, sono presenti 2-3 corde metalliche assolutamente inutili d'estate, forse piu' utili d'inverno con neve e ghiaccio.
Arrivati alla Sella dei due Corni si scende a zigzag per alcune ghiaie tenendosi vicini alle pareti verticali delle Fiamme di Pietra, si supera il sentierino che poi diventa ex ferrata Brizio fino ad arrivare all'attacco della Danesi, un po' piu' in basso.
Inizialmente la salita e' una semplicissima arrampicata con passaggi di I grado, alternati a tratti dove si sale camminando, poi cominciano i tratti attrezzati. Si tratta di un paio di scale verticali che non presentano alcuna difficolta' se si e' avvezzi alle ferrate e a certi tipi di percorso, vi e' un solo tratto dove per raggiungere la scala bisogna allungarsi un po' e fare forza con le braccia sulla corda metallica per issarsi, ma nulla di che.
Ovvio che e' consigliato assicurarsi!
Arrivati al buco si porge il dilemma su come attraversarlo
La roccia e' molto levigata e unta, e' presente uno spezzone di corda con anello dove mettere il piede, ma secondo me e' piu' di intralcio che di aiuto.
Ho trovato piu' "comodo" (se si puo' usare questo aggettivo) aggrapparmi con il braccio destro alla roccia incastrata e in qualche modo trovare un appiglio per i piedi per salire su. Terminata la prima parte ci si trova nell'angusto buco e per uscirne tocca sempre puntellare bene i piedi ed aiutarsi con le braccia con i pochi appigli presenti.
Gli zaini si issano a parte, ovviamente. Insomma, il tratto piu' simpatico della Danesi senza ombra di dubbio
Una volta usciti dal buco si arriva velocemente in cresta, facendo moltissima attenzione a seguire i bollini per evitare di cacciarsi nei guai..l'esposizione e' tanta e non sempre sono presenti i cavi metallici.
Molto bello ed emozionante il tratto esposto da dove si vede il rifugio Franchetti.
Si procede tra saliscendi in cresta fino a superare in spaccata una "voragine" larga poco meno di un metro, per poi arrivare nel tratto finale attrezzato con corde metalliche, secondo me qui forse inutili, fino alla stretta ed esposta vetta.
Veramente maestoso il panorama sul Corno Grande ed e' ben distinguibile il tracciato della ferrata Ricci che porta alla Vetta Orientale.
La discesa per la via normale non presenta difficolta', sono semplici passaggi di I e uno di II da fare in disarrampicata faccia a valle e un passaggio di II da fare in salita.
Una volta raggiunto il Franchetti e dopo un'abbondante pausa, ritorniamo verso la Madonnina chiaccherando del piu' e del meno, come spesso accade durante il tragitto di discesa, quando l'entusiasmo per la salita viene soppiantato dalla delusione di ritornare a valle. Seduti nel vagone dell'ovovia, con le nuvole ormai pronte a scaricare acqua, salutiamo mestamente quelle meravigliose montagne.
Per me e' stata una giornata meravigliosa, per di piu' senza pioggia (prevista) ne' vento (cosa rara sul GS), che ha coronato un'estate di grandi ed importanti scorpacciate sul Gran Sasso
Regione e provincia: Abruzzo (Te)
Località di partenza: Prati di Tivo
Località di arrivo: Corno Piccolo
Tempo di percorrenza: 7 ore a/r, soste incluse
Grado di difficoltà: EEA la Danesi, EE la via normale, E dalla Madonnina fino al Franchetti e quindi alla Sella dei Due Corni
Descrizione delle difficoltà: i tratti di ferrata sulla Danesi sono pochi e brevi, ma abbastanza esposti; attraversare il famoso buco (della danesi, non quello della normale) richiede un po' di forza e di coordinazione dei movimenti; vi sono un paio di tratti dopo il buco che non sono assicurati e sono esposti. La via normale, utilizzata per scendere, non presenta difficolta', si tratta di semplici passaggi di I e un paio di II
Periodo consigliato: estate, con tempo asciutto
Segnaletica: ottima, segni bianco-rossi e giallo-rossi. L'attacco della ferrata e' ben indicato anche da una targhetta metallica
Dislivello in salita: 700 circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2655m
Accesso stradale: si arriva a Prati di Tivo o uscendo al casello di Colledara della A24 oppure uscendo ad Assergi e facendo un tratto lungo di SS80 fino al bivio per Pietracamela
Il Corno Piccolo non ha bisogno di presentazioni, non e' forse una montagna "epica" come lo possono essere il Corvo o l'Intermesoli, ma e' una meravigliosa cima dolomitica nel cuore del Gran Sasso, raggiunta da una miriade di vie di arrampicata su ottima roccia, una di quelle cime che ogni escursionista deve fare, e non solo una volta.
La Danesi era da tempo in cantiere e finalmente e' arrivato il giorno (rigorosamente infrasettimanale). Dopo le svariate fatiche (direi anche bdc) primaverili ed estive, con i miei amici Dario e Caterina abbiamo deciso di trattarci un po' meglio del solito e arrivare all'attacco della Danesi riposati, quindi abbiamo preso l'ovovia fino alla Madonnina, risparmiandoci quindi quasi 600 metri di dislivello.
Il sentiero che in quasi un'ora risale la Valle delle Cornacchie fino al Franchetti e' semplice e molto panoramico, sono presenti 2-3 corde metalliche assolutamente inutili d'estate, forse piu' utili d'inverno con neve e ghiaccio.
Arrivati alla Sella dei due Corni si scende a zigzag per alcune ghiaie tenendosi vicini alle pareti verticali delle Fiamme di Pietra, si supera il sentierino che poi diventa ex ferrata Brizio fino ad arrivare all'attacco della Danesi, un po' piu' in basso.
Inizialmente la salita e' una semplicissima arrampicata con passaggi di I grado, alternati a tratti dove si sale camminando, poi cominciano i tratti attrezzati. Si tratta di un paio di scale verticali che non presentano alcuna difficolta' se si e' avvezzi alle ferrate e a certi tipi di percorso, vi e' un solo tratto dove per raggiungere la scala bisogna allungarsi un po' e fare forza con le braccia sulla corda metallica per issarsi, ma nulla di che.
Ovvio che e' consigliato assicurarsi!
Arrivati al buco si porge il dilemma su come attraversarlo
La roccia e' molto levigata e unta, e' presente uno spezzone di corda con anello dove mettere il piede, ma secondo me e' piu' di intralcio che di aiuto.
Ho trovato piu' "comodo" (se si puo' usare questo aggettivo) aggrapparmi con il braccio destro alla roccia incastrata e in qualche modo trovare un appiglio per i piedi per salire su. Terminata la prima parte ci si trova nell'angusto buco e per uscirne tocca sempre puntellare bene i piedi ed aiutarsi con le braccia con i pochi appigli presenti.
Gli zaini si issano a parte, ovviamente. Insomma, il tratto piu' simpatico della Danesi senza ombra di dubbio
Una volta usciti dal buco si arriva velocemente in cresta, facendo moltissima attenzione a seguire i bollini per evitare di cacciarsi nei guai..l'esposizione e' tanta e non sempre sono presenti i cavi metallici.
Molto bello ed emozionante il tratto esposto da dove si vede il rifugio Franchetti.
Si procede tra saliscendi in cresta fino a superare in spaccata una "voragine" larga poco meno di un metro, per poi arrivare nel tratto finale attrezzato con corde metalliche, secondo me qui forse inutili, fino alla stretta ed esposta vetta.
Veramente maestoso il panorama sul Corno Grande ed e' ben distinguibile il tracciato della ferrata Ricci che porta alla Vetta Orientale.
La discesa per la via normale non presenta difficolta', sono semplici passaggi di I e uno di II da fare in disarrampicata faccia a valle e un passaggio di II da fare in salita.
Una volta raggiunto il Franchetti e dopo un'abbondante pausa, ritorniamo verso la Madonnina chiaccherando del piu' e del meno, come spesso accade durante il tragitto di discesa, quando l'entusiasmo per la salita viene soppiantato dalla delusione di ritornare a valle. Seduti nel vagone dell'ovovia, con le nuvole ormai pronte a scaricare acqua, salutiamo mestamente quelle meravigliose montagne.
Per me e' stata una giornata meravigliosa, per di piu' senza pioggia (prevista) ne' vento (cosa rara sul GS), che ha coronato un'estate di grandi ed importanti scorpacciate sul Gran Sasso
Allegati
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