kentania ha scritto:
stanley ha scritto:
Mettiamo che un impianto fotovoltaico per rendersi autonomi costi 20.000 euro[/b]
Solo?
Se una famiglia dove entrano circa 2000€ al mese ed hanno già un mutuo come fanno a trovare altri 20000€ per il fotovoltaico? un altro mutuo? Mahh....
Ma il problema non sono i privati che consumano, ma le industrie.
Sono le industrie che dovrebbero investire sull'energia, visto che hanno gli spazi e le finanze per poter fare ad esempio il fotovoltaico.
Porto anch'io il mio contributo alla discussione e la citazione cade a fagiolo visto che, per caso mi occupo, anche se marginalmente di fotovoltaico; in linea di massima il costo attuale di installazione di un impianto fotovoltaico uso domestico (ipotesi da 3 kWp) è di 6.450 €/kWp installato (occorre una superficie di circa 8 mq esposta a sud sud-ovest); quindi per 3 kW occorrono €19.350 e circa 30 mq di spazio ben esposto.
Da considerare che da metà 2007 l'Italia si è dotata di una delle migliori normative di incentivazione al solare fotovoltaico d'Europa (per molti anche meglio della normativa tedesca da cui abbiamo mutuato molto!!), nota come CONTO ENERGIA che prevede il pagamento da parte del gestore della rete elettica di tutta l'energia prodotta dall'impianto privato ad un prezzo circa 3 volte superiore (mediamente 0,44 €/kWh) a quello di mercato; ancora, questa incentivazione "garantita dello Stato" ha indotto moltissimi istituti di credito ad attivare specifici strumenti di finanziamento dei privati, molto vantaggiosi (in sostanza per le banche è come mettere i soldi in titoli di stato!!)...in soldoni, ma con cognizione di causa, si può affermare che un investimento di 19.350 € (con vita media impianto di 25 anni), finanziato dalla banca all'80% si ripaghi, nel nord Italia in 12 anni con un esborso iniziale di 3.870 € ed una resa annua di circa 2.100 € (risparmi+incentivi+vendita) che, pagato la banca, sono completamente nella disponibilità del privato.
Personalmente credo sia molto importante che si inizia a diffondere una nuova cultura ed una maggiore consapevolezza (oggi forse c'è ancora troppo poca informazione!).
Non di meno ritengo che, a livello nazionale si debba, per poter realmente pensare di trovare una via d'uscita, iniziare a rogionare in termini di PIANIFICAZIONE STRATEGICA DI LUNGO RESPIRO (cosa che in Italia, storicamente, non siamo mai stati molto bravi a fare!).
La pianificazione, va fatta non solo per singolo settore ma a livello di SISTEMA PAESE e richiede il coinvolgimento RESPONSABILE di tutti gli attori coinvolti (politici, cittadini, industriali, ricercatori).
Per certi versi, pur condividendo le opinioni di molti, trovo che la soluzione A, non sia sicuramente a portata di mano ed a basso costo (inteso in senso lato); B, come sempre sia valida la massima latina "IN MEDIO STAT VIRTUS" in quanto la "Verità assoluta" non esiste ed è solo con il compromesso e la ragionevolezza che si può sperare di arrivare, assime ad una soluzione sostenibile e condivisa.