Cosa ne pensate di questa presa di posizione?

La rivolta dei gestori di rifugi montani: “Non daremo più informazioni agli escursionisti impreparati”
La polemica dopo la morte in Val d’Aosta di una 30enne finita in un dirupo: «Chi va in montagna deve almeno saper leggere una cartina topografica»

«Alla luce degli ultimi episodi che hanno visto l’oneroso e pericoloso impegno del soccorso alpino, considerando che la cultura della sicurezza in montagna è sempre più negletta e, scioccamente, informata dal concetto del “superamento del limite” ho deciso che non fornirò più informazioni su itinerari impegnativi alle persone che non saranno in possesso di una cartina topografica 1:25.000, con adeguata capacità di lettura, calzature idonee, luce frontale ed abbigliamento adeguato».
E ancora: «L’utilizzo di qualsivoglia tecnologia digitale non verrà considerato se non ad integrazione degli elementi sopra citati. Si rammenta che il possesso dei cellulari non costituisce strumento salvavita».

https://www.lastampa.it/topnews/edi...oni-agli-escursionisti-impreparati-1.39218992
 
Non ho capito il binomio cartina e preparazione :-?, non uso cartine cartacee da tempo, ma non mi definirei impreparato.

Queste etichette a prescindere lasciano sempre molto perplessi...:ka:

Detto questo, lo sprovveduto lo riconosci subito, a volte basta guardarlo, altrimenti parlandoci dopo due minuti è tutto chiaro, e mi sembra corretto scoraggiarlo a fare sentieri impegnativi e pericolosi.
 
Purtroppo l'articolo di stampa è visibile solo agli abbonati, per cui non mi è possibile leggerlo nella sua interezza.
In linea di massima potrebbe anche essere condivisibile, ma vanno sempre valutate le varie circostanze.
Fermo restando che è fondamentale il senso di responsabilità da parte di tutti, e quindi in questo caso, in primis degli escursionisti, tra i quali spesso si vedono soggetti totalmente impreparati e improvvisati che si mettono dei guai perchè incapaci di valutare e affrontare le difficoltà di un determinato percorso, una presa di posizione netta e rigida, a volte può rivelarsi nociva, e soprattutto, qualora i gestori dei rifugi dovessero comportarsi in un certo modo, poi non si dovrebbero lamentare se perdono clienti e piangere miseria perchè non incassano...
La soluzione migliore sarebbe quella di "educare" gli escursionisti al rispetto della natura e a capire i rischi potenziali, ma purtoppo sappiamo che non è facile...
 
Al di là del caso in questione, in cui per me ognuno fa come gli pare e il rifugio ha solo "obbligo" di "fare da rifugio", ho sentito diverse volte in cui i "consigli" del rifugista hanno fatto più male che bene... quindi occhio comunque, tutto è da prendere cum grano salis.

Sì mi ricordo la tipa del rifugio Vajolet che mi disse "ma no, è impossibile che stiano facendo la ferrata del Catinaccio, c'è troppa neve in quota... e quando arrivai zero neve e migliaia di persone sulla ferrata :D
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Purtroppo l'articolo di stampa è visibile solo agli abbonati, per cui non mi è possibile leggerlo nella sua interezza.

Prova ad usare Tampermonkey con questo script:
https://andrealazzarotto.com/2018/0...-stampa-li-puo-leggere-chiunque-senza-pagare/
 
Sì mi ricordo la tipa del rifugio Vajolet che mi disse "ma no, è impossibile che stiano facendo la ferrata del Catinaccio, c'è troppa neve in quota... e quando arrivai zero neve e migliaia di persone sulla ferrata :D
Guarda ne ho già sentite talmente tante di storie anche ben più "pericolose" di questa (ovviamente in montagna si rischia anche la pelle se non ci sono le condizioni...) che alle volte mi chiedo se ha senso dare retta ai rifugisti... poi c'è chi si va a ficcare in situazioni pericolose comunque, ma almeno sapere le condizioni che ci sono... ovvio che c'è il problema del "telefono senza filo", sovente il rifugista riporta (più o meno accuratamente) quanto gli hanno detto e non ha controllato di persona o magari sono notizie vecche.
 
E' una presa di posizione di una persona che come tale rimane lecita.
Chi lavora in un rifugio non è obbligato a fornire assistenza al di fuori del suo ambito che è appunto il rifugio, se questo signore non vuole più dare informazioni sui percorsi nei casi in cui ritiene opportuno, amen, si presuppone che chi intraprende un percorso si sia informato prima, diversamente, sono affari suoi.

Sinceramente, se chi chiede è palesemente impreparato non aveva senso darle neanche prima a prescindere da ciò che è avvenuto.

Ciao :si:, Gianluca
 
Secondo me a prescindere dall'attrezzatura mi sembra sensato che il rifugista non dia troppe indicazioni all'escursionista.
Potrebbero non essere corrette e far sottostimare l'impegno richiesto.
Dovrebbe limitarsi ad indicazioni di massima sull'agibilità dei percorsi specificando bene però a quando risale l'ultima informazione ricevuta da quello che li ha effettivamente percorsi.
Non dire mai se un percorso è semplice o no, perché anche un piccolo tratto esposto su un ghiaione di un percorso dichiaratamente "facile" potrebbe risultare non così facile (come quello che ho fatto 2giorni fa).
 
U

Utente 24852

Guest
Trovo che sia la tipica presa di posizione ipocrita, vanitosa e arrogante.
Nel senso che non ha senso di esiste se non per chì si crede chissà cosa.
Su cosa si basa la loro valutazione, se non sul credere che le loro convinzioni siano le uniche e assolute?

C'é un unico modo per valutare oggettivamente la questione, in maniera razionale, se una persona é preparata non ha bisogno di chiedere informazioni a nessuno, nel mentre dell'attività, dell'uscita già avviata, ecc... Perché sà esattamente cosa và a fare. Compresa l'evvenienza che uno decide di andare alla "cxxo". Non solo... ognuno dovrebbe essere consapevole dei rischi che ci sono, in tutto, nella vita e in quello che si decide di fare. Quindi doppiamente ipocriti i capannari, sono i primi che dovrebbero esserne consapevoli... e non cercando di boicottare gli altri o facendo gli antipaciti vanitosi, semplicemente comportandosi normalmente... ognuno puoi tira le proprie somme. È proprio questa una delle cose che detesto nella società, tutti vogliono decidere per gli altri, tutti che non accettano le variabili della vita. Alla fine inutile che la mettono giù "carinamente"... la questione é che decidono di essere antipaciti, vanitosi, prepotenti, ecc... punto, tutte le altre motivazioni sono scuse per fare la bella faccia.

Ma sono sicuro che il punto sarà giudicare la preparazione delle persone in base al loro vestiario, al materiale a stereotipi ottusi della persona competente e capace, secondo i canoni della società moderna. In base a certificati, corsi e grandi capacità di fare bei discorsi e racconti.

Per fortuna non frequento capanne, rifugi e compagnia... perché vado in natura per la natura e non per ritrovarmi le comodità della città. Senza contare il principio, non vado particolarmente d'accordo con capannari e utenti di quei luoghi... perché troppo spesso le persone seguono appunto certe filosofie, certe ideologie nei confronti degli utenti della natura e della montagna, ma in generale in ogni contesto. Giudicando le persone in base a se fanno come loro oppure diversamente, e allora non và.

Quando il "vivi e lascia vivere" dovrebbe essere alla base di tutto e l'essere altruisti, voler aiutare con delle proprie opinioni, consigli, dovrebbe essere distaccato da tutto il resto, da quello che potrebbe o non potrebbe succedere. Ognuno decide a cosa dare seguito, cosa fare o non fare. La responsabilità delle proprie decisioni é propria.

Quindi per me é la tipica presa di posizione per far girare le cose come si vogliono determinate persone...

Nb: certo, la penso così proprio perché secondo certi discorsi da guru, io risulterei sicuramente tra quelli che non hanno il diritto di stare e andare in natura a fare certe cose, ahah Punti di vista, certo... AHAH

Tra l'altro un pò come se si dovessero giudicare tanti capannari, ahah grand mangioni, bevitori e narratori di storie, ma per il resto,...
 
Ultima modifica di un moderatore:
Non ho capito il binomio cartina e preparazione :-?, non uso cartine cartacee da tempo, ma non mi definirei impreparato.

Queste etichette a prescindere lasciano sempre molto perplessi...:ka:

Detto questo, lo sprovveduto lo riconosci subito, a volte basta guardarlo, altrimenti parlandoci dopo due minuti è tutto chiaro, e mi sembra corretto scoraggiarlo a fare sentieri impegnativi e pericolosi.

Vecchia scuola cai, fa più danni che altro. Chi ad esempio gira a turno su tutte le alpi Occidentali dovrebbe avere almeno 30 mappe, nemmeno poi così pratiche da utilizzare alla fine (il gps sarà sempre più efficace di carta+bussola in certe situazioni)

Ma poi proprio perchè a loro dire sono sprovveduti dovrebbero descrivere loro le difficoltà e consigliare percorsi più semplici, non lasciarli fare e lavarsene le mani ergendosi poi pure a degli eroi che non rispondono agli escursionisti sprovveduti meritevoli solo di disprezzo. Che poi il vero sprovveduto nemmeno chiede, se si fanno domande probabilmente è perchè si ha qualche dubbio sul percorso, e probabilmente sarebbe propenso a non andare dove il rifugista sconsiglierebbe di andare, nonostante tutti i difetti che questo tipo di frequentatori della montagna possono avere (se poi va comunque sono cavoli suoi, ma intanto il rifugista il suo lo ha fatto). Basterebbe questo, e invece si fanno sempre polemiche inutili, come quelle dell'anno scorso su chi saliva le montagne in giornata.
 
Ultima modifica:
al di là del fatto che è padronissimo di dare indicazioni a chi gli pare e non darne a chi non gli pare, ogni persona deve essere libera di andare dove gli pare e dove non gli pare perché sono convintissima che ognuno deve potersi rompere le corna a modo suo senza avere chi gli abbia da ridire in merito.

Chiusa questa faccenda di principio sono costretta ad ammettere che il problema temo non sia tanto la cultura odierna del superare i propri limiti quanto l'incapacità di valutare i propri mezzi e soprattutto la propria preparazione.

Questa convinzione mi viene dal mio lavoro. Sempre più vedo fra i miei studenti (e ora iniziano anche dei colleghi visto che l'età media lentamente si abbassa con i pensionamenti) persone che non hanno la minima cognizione di limiti e capacità in loro possesso e vogliono mettere il becco in materie che non conoscono ma di cui si sentono geni... (io insegno informatica, io so di non sapere tutto in questo campo e taccio su aspetti e specializzazioni che non conosco, ma c'è sempre alle riunioni chi viene ad insegnarmi come funzionano i computer perchè pur avendo studiato altre materie di computer sa TUTTO! :argh:).

(Segue spiegazione solo per chi vuole capire cosa c'entra il mio lavoro con la capacità personale degli studenti di valutare preparazione e capacità personali)

Per quanto sia antipatico da dire, non tutti possono riuscire in tutti campi. E' inutile pretendere che tutti vadano benissimo sia in lingue che in matematica che in scienze. C'è generalmente chi è più portato per una cosa chi per l'altra, chi riesce in tutto è l'eccezione non la regola! Anche se poi con tanto lavoro casalingo spesso si può ovviare a certe predisposizioni... ma oggi studiare a casa non si sa cosa sia... Credono che un'oretta o due di studio (e disturbate dal cellulare) siano sufficienti mentre la mia generazione normalmente ci passava dalle 5 alle 8 ore al giorno.

Eppure si credono tutti geni incompresi e chi, naturalmente, non permette di raggiungere i corretti risultati è l'insegnante che non sa fare il suo mestiere quando addirittura non è perverso e lo fa apposta a non volere dare i voti alti a qualcuno perché "ce l'ha con lui"...
Io sinceramente ho di meglio da fare della mia vita che prendermela con i miei studenti; se tutti avessero la sufficienza (o più) io avrei meno problemi, meno discussioni con genitori e colleghi, meno spiegazioni, verifiche, esami e scrutini di recupero ecc ecc
Il lavoro annuale si ridurrebbe almeno di un terzo!
Per cui non mi ostino certo a dare insufficienze per dispetto, se le do è perché in coscienza non posso fare altrimenti perché non mi sentirei di avere preso il mio stipendio avendo fatto il mio dovere e lo stesso fanno i miei colleghi, anche quelli giovani e con poca esperienza.
 
Se io fossi un rifugista per non avere problemi darei pochissime indicazioni.
Solo l'agibilità dei sentieri riportami da altri escursionisti.
Consigli zero e neanche indicazioni sul grado di difficoltà: per questo ci sono guide, c'è il CAI, forum su Internet, etc etc e poi comunque è demandato alle tue capacità, cioè se vai in montagna devi per prima cosa avere coscienza delle tue forze perché l'errore può costarti caro.
Devi essere responsabile insomma.
Se concedi di più come informazione rischi anche cause e recriminazioni (ho seguito il consiglio del rifugista e mi sono infortunato, è colpa sua che mi ha dato l'indicazione sbagliata: molti ragionano anche così).
 
Se uno ti chiede una informazione è già di per se impreparato o inesperto. Ma non è detto che sia incosciente. Poi certo dipende dal tipo di informazione. Comunque non vedo perchè non rispondergli al meglio della,certo, propria esperienza.
 
Se io fossi un rifugista per non avere problemi darei pochissime indicazioni.
Solo l'agibilità dei sentieri riportami da altri escursionisti.
Consigli zero e neanche indicazioni sul grado di difficoltà: per questo ci sono guide, c'è il CAI, forum su Internet, etc etc e poi comunque è demandato alle tue capacità, cioè se vai in montagna devi per prima cosa avere coscienza delle tue forze perché l'errore può costarti caro.
Devi essere responsabile insomma.
Se concedi di più come informazione rischi anche cause e recriminazioni (ho seguito il consiglio del rifugista e mi sono infortunato, è colpa sua che mi ha dato l'indicazione sbagliata: molti ragionano anche così).
Sono perfettamente d'accordo con quanto scrivi. Oggi può essere pericoloso, controproducente ed condurre a cause in tribunale esporsi più di tanto. Ci sono avvocati che si butterebbero a capofitto in caso di incidenti dove magari ci sono testimoni che hanno sentito il rifugista dire che il percorso era facile, non c'erano problemi, ecc. ecc.
 
U

Utente 24852

Guest
Secondo me ognuno dovrebbe essere responsabile delle proprie scelte e azioni, non ha senso cercare colpevoli... quella é una scusa per scappare dalle proprie responsabilità.

D'altra parte basterebbe, senza farne un'affare di stato, decidere liberamente se essere persone disponibili, educate, ecc... oppure scontrose, distaccate, menefreghiste, altezzose... in ogni caso ad ognuno resta la responsabilità di ciò che fà.

Se mi dicono "... a me non sembra pericoloso camminare sulla ringhiera di un ponte alto 100mt. con sotto il letto del fiume asciutto...", decido poi io se seguire quella teoria oppure no!!

C'é anche da dire, senza fargliene una colpa... ci mancherebbe, che é palese che molte persone non parlano con razionalità, oggettività... ma appositamente per enfatizzare la propria vanità, convinzione in se stessi, per far passare il racconto che loro fanno cose estreme, difficili, non da tutti e bla-bla. Umiltà zero. Che secondo me é sempre peggio... rispetto a quelli "incapaci, ecc...".
Tipo quelli che ti dicono "il sentiero non ha punti pericolosi, non lo é, ecc..." quando la questione non é soggettiva, ma fanno finta che si tratti di opinioni personali. Perché di fatto se ci sono zone esposte in cui una scivolta, una caduta... per chiunque "guru, esperti e non", non si arresterebbe subito in punti precisi... dire che non ha punti pericolosi, é solo per farsi vedere "duri" e ci si crede "superiori".
Per esempio,...

Quindi spesso le persone non dovrebbero evitare di dare consigli con la scusa che gli altri siano incompetenti, ma preoccupandosi della propria arroganza nel credersi chissà chì perché han fatto questo, vanno là, ecc... Bisogna essere in grado di dare informazioni, se lo si vuole, con razionalità e oggettività, non in base alle proprie convinzioni, capacità. Quindi per la sicurezza ci si basa sul grado di pericolosità di qualcosa, sulle probabilità di conseguenze gravi o meno... non su quello che credo io, o crede quello, in base alle proprie esperienze personali. Oltre al fatto che questo significa accentuare l'attenzione su rischi, pericoli, ecc... sensibilizzando... e non dicendo "...ma và, dai... é una cavolata...".

Negli anni che ho prestato nel soccorso alpino e non solo, ne ho viste a decine di queste persone, esperte, che per loro non c'era mai nulla di problematico, pericoloso, difficile... e poi chiamare il soccorso perché pure loro si fanno male come tutti, in luoghi che proprio snobbavano, che ritenevono "da merenderos".

L'Umiltà vince sempre,... basta affidarsi ad essa.

D'altra parte sono sicuro che "gli escursionisti inesperti", valutazione "capannara", saranno ancora così idioti da far guadagnare soldi agli stessi, ahah
 
@WildLife assolutamente d'accordo, però la percezione del rischio noto che è soggettiva.
Mi pare anche normale che uno che è abituato a fare la traversata dei Lyskamm abbia una percezione diversa... E anche con tutta la buona volontà da parte sua, senza parlarci per ore e ore, come fa a sapere del "livello" dell'interlocutore sui diversi terreni?
 
Non da oggi a chi chiede su questo forum cose del tipo "come si fa ad arrivare in cima al Monte Bianco" rispondo: "se tu fossi in grado di arrivare in cima al Monte Bianco non faresti questa domanda".

Insomma non è poi così difficile dal tono della richiesta di informazioni capire se la persona almeno sa di cosa sta parlando, ma mi sembra giusto che il gestore di un rifugio che di richieste ne riceve a decine ogni giorno possa applicare un criterio ancora più restrittivo, tipo dare informazioni solo su argomenti come:

- via più sicura per tornare a valle
- eventuali sentieri chiusi, frane, restrizioni normative
- rischio di possibili condizioni meteo avverse
...

D' altro canto in montagna sono abituato a spicciarmela per conto mio, studiando il percorso prima di partire, indicazioni a voce del tipo vai fin lì poi gira a destra o gira a sinistra non mi aiutano più di tanto, ammetto di usare "anche" il gps ma MAI solo quello (quando mi trovo a potermi affidare solo a quello già mi considero "in emergenza") a volte ho fatto la fesseria di chiedere informazioni mentre ero "sul campo" e mi è anche capitato che più o meno educatamente mi siano state rifiutate può essere seccante ma in fondo a ruoli invertiti avrei fato lo stesso.
 
Secondo me ognuno dovrebbe essere responsabile delle proprie scelte e azioni, non ha senso cercare colpevoli... quella é una scusa per scappare dalle proprie responsabilità.

D'altra parte basterebbe, senza farne un'affare di stato, decidere liberamente se essere persone disponibili, educate, ecc... oppure scontrose, distaccate, menefreghiste, altezzose... in ogni caso ad ognuno resta la responsabilità di ciò che fà.

Se mi dicono "... a me non sembra pericoloso camminare sulla ringhiera di un ponte alto 100mt. con sotto il letto del fiume asciutto...", decido poi io se seguire quella teoria oppure no!!

C'é anche da dire, senza fargliene una colpa... ci mancherebbe, che é palese che molte persone non parlano con razionalità, oggettività... ma appositamente per enfatizzare la propria vanità, convinzione in se stessi, per far passare il racconto che loro fanno cose estreme, difficili, non da tutti e bla-bla. Umiltà zero. Che secondo me é sempre peggio... rispetto a quelli "incapaci, ecc...".
Tipo quelli che ti dicono "il sentiero non ha punti pericolosi, non lo é, ecc..." quando la questione non é soggettiva, ma fanno finta che si tratti di opinioni personali. Perché di fatto se ci sono zone esposte in cui una scivolta, una caduta... per chiunque "guru, esperti e non", non si arresterebbe subito in punti precisi... dire che non ha punti pericolosi, é solo per farsi vedere "duri" e ci si crede "superiori".
Per esempio,...

Quindi spesso le persone non dovrebbero evitare di dare consigli con la scusa che gli altri siano incompetenti, ma preoccupandosi della propria arroganza nel credersi chissà chì perché han fatto questo, vanno là, ecc... Bisogna essere in grado di dare informazioni, se lo si vuole, con razionalità e oggettività, non in base alle proprie convinzioni, capacità. Quindi per la sicurezza ci si basa sul grado di pericolosità di qualcosa, sulle probabilità di conseguenze gravi o meno... non su quello che credo io, o crede quello, in base alle proprie esperienze personali. Oltre al fatto che questo significa accentuare l'attenzione su rischi, pericoli, ecc... sensibilizzando... e non dicendo "...ma và, dai... é una cavolata...".

Negli anni che ho prestato nel soccorso alpino e non solo, ne ho viste a decine di queste persone, esperte, che per loro non c'era mai nulla di problematico, pericoloso, difficile... e poi chiamare il soccorso perché pure loro si fanno male come tutti, in luoghi che proprio snobbavano, che ritenevono "da merenderos".

L'Umiltà vince sempre,... basta affidarsi ad essa.

D'altra parte sono sicuro che "gli escursionisti inesperti", valutazione "capannara", saranno ancora così idioti da far guadagnare soldi agli stessi, ahah

In linea di principio sarei d'accordo: se fossero tutti responsabili e umili non ci sarebbero problemi a dare consigli.
Saprei che l'interlocutore prenderebbe l'informazione nel modo corretto.
Purtroppo non è sempre così, e bisogna cautelarsi (cause e recriminazioni sono dietro l'angolo).
 
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