La parola "razza", se si parla di esseri umani, non è politicamente scorretta. È scientificamente scorretta.
Secondo me su questo argomento c'è comunque un atteggiamento a volte ideologico che, nel negare correttamente la validità del concetto di razza propriamente inteso, tende però a tacere aspetti scientificamente esistenti.
Certamente il concetto di razza, applicata all'uomo, è sbagliato per varie ragioni, prima fra tutte il fatto che non sono mai esistite "razze umane"; l'uso è poi sbagliato soprattutto se a questo concetto strettamente biologico (anche se di ambito zootecnico) si vogliono sommare significati etnico-culturali o addirittura fare gradazioni di qualità fra "razze".
Resta però il fatto che il fenotipo umano si manifesta con una serie di differenze fenotipiche notevoli, che sono in qualche misura sussumibili in vari macrogruppi, con tanto di connesse specificità genetiche, anatomiche e scheletriche, che le scienze dell'antropologia forense e di altre branche dell'antropologia (genetica delle popolazioni) riescono ad individuare e descrivere: pool di geni nel corredo, specificità anatomiche, specificità somatiche etc. etc. al punto da poter individuare dai resti rinvenuti se l'individuo fosse del gruppo caucasico, negroide, asiatico etc. etc.
Delle specificità descrivibili quindi ci sono, pur fra mille variabili e limiti, complicate spesso dal fatto che ad un corredo genetico simile o quasi uguale, possono corrispondere fenotipi molto diversi.
Il concetto di razza quindi non va bene per l'uomo, ma se non fosse stato usato nei secoli come pretesto per aberranti pratiche ed ideologie, poteva continuare ad essere usato - seppur impropriamente - per descrivere questi "macrogruppi" con cui è possibile descrivere alcuni tratti ricorrenti della specie umana.
Il guaio è semmai quando qualcuno, come in passato, pretende che queste piccole differenze fra clini, varianti o quel che si vuole, assumano valori ulteriori alla pura descrizione delle variabili umane: quando qualcuno carica le parole di significati ulteriori, qualsiasi termine può diventare dispregiativo e la rimozione non è detto che sia la soluzione più corretta.
Vedi i casi del passaggio fra cieco - non vedente - disabile visivo e l'assurdità del termine "diversamente abile".