Salve a tutti
Sto preparandomi per fare un viaggio a piedi. Partirò da Venezia per arrivare in Francia risalendo la pianura padana lungo il Po per arrivare fino a Montgenèvre al confine alpino Francese.
Essendo sta volta un "tranquillo" percorso, totalmente pianeggiante, ho pensato di costruirmi un carretto da agganciare ad una imbragatura per trasportarmi così una piccola "casa" che mi permette di essere autosufficiente il più possibile, sui 20 kg di carico, così da avere tenda per dormire, fornello e acqua per cucinare, sono 29 tappe....
Volevo chiedere se qualcuno di voi ha già fatto un cammino abbastanza lungo (+ o - 3-400 km) ed ha utilizzato un carretto del genere, cosi che possa suggerirmi qualche accortezza tecnica da impiegare o il trucco per...
Come ruote dispongo di due forcelle di bicicletta per bambini da saldare a una "lettiga" dove legare i bagagli.
Ho già notato che spostando le ruote o inclinandole , spostare il baricentro, la diversa lunghezza delle braccia da collegare all'inbragatura comportano molte variazioni ed effetti. Per esempio non vorrei scorticarmi i fianchi con le braccia del carretto....
Se qualcuno ha qualche dritta sono tutto orecchie!!
ciao e grazie
Come già scritto, vi era una discussione con disegni meccanici, prove e collaudi tecnici, relativi alla costruzione di un Sulky con timone addominale, se qualcuno bravo riuscisse a riesumarla dal passato, ti sarebbero forse utili i commenti, le prove e le specifiche tecniche che si resero necessarie a suo tempo!
Ti riassumo i punti salienti, cercando nella mia memoria labile:
Timone e punto di traino: Dopo un paio di prove su spallaccio, la soluzione del punto di traino addominale si è rivelata la più sicura e precisa in manovra.
Una cintura di Cuoio da Body Building offre un supporto già predisposto al carico sul gancio posteriore che con pochi accorgimenti può diventare piroettante e solido (aggiungemmo anche uno sgancio rapido per abbandonare il carico al volo).
Aggiungemmo una molla d'interruzione per avere un leggero sterzo e tagliare la trasmissione alla schiena delle sollecitazioni provenienti dal terreno.
Il punto di giunzione fra il timone e la piattaforma di carico, dopo varie fratture, è stato congegnato con una campana di tiranti, un punto centrale e tre consolidamenti ad ore 9, 12 e 3.
Asse Ruote : Ovviamente a ruote indipendenti, ma con barra di accoppiamento dei triangoli di mozzo e diffusori a campana su tre punti per distribuire tutte le sollecitazioni.
Diametro e impronta ruota: Si è visto che ruote troppo piccole e con battistrada pieno, anche su terreni pianeggianti, riproducono e trasmettono sollecitazioni che minano le giunture della struttura, mentre ruote di raggio importante (25/30 cm), possibilmente con battistrada morbido (non necessariamente pneumatico, anche di semi espanso come provammo noi) offrono un taglio alle risonanze che protegge i punti di giunzione.
Ruote con raggi.
Luce da terra: L'interferenza con le asperità del terreno, delle pietre e quant'altro possa impattare col telaio è da misurare in relazione al terreno, che non basta definire come pianeggiante, perché se è ghiaioso, molle etc. etc... offre variabili troppo ampie.
Piano di carico e fissaggi : Il piano di carico era costituito da una rete in alluminio a fessura esagonale/alveolare ed aveva una cornice con sezione ad "U" che inglobava il primo centimetro di perimetro, sotto al piano due traverse incrociate dagli angoli, costituite da ritenti di cavetto con regolazioni di carico.
Per fermare il carico abbiamo semplificato con una ragnatela elastica, ma ci sono soluzioni migliori... per le prove non ci interessava più di tanto la praticità di apertura ed accesso ai contenitori.
Per il fissaggio duro abbiamo usato una stroppettina con cricchetto.
Qualora questo messaggio contravvenisse al richiamo dei Moderatori ad essere concisi ed innovativi, me ne scuso... cancellate pure!