- Parchi del Lazio
-
- Monti Lepini
Data: 9/02/2013
Regione e provincia: Lazio - LT
Località di partenza: Eremo di sant'.........- (845m)
Località di arrivo: Monte P........ (1314m)
Tempo di percorrenza: 3h A/R
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: neve, pendii ripidi ed accidentati, tratto con brevi passaggi di facile arrampicata (I-II)
Periodo consigliato: sempre. L'inverno conferisce quel qualcosa in più...
Segnaletica: discreta. Ma l'itinerario è molto logico
Dislivello in salita: 469m
Dislivello in discesa: idem...
Quota massima: 1314m
Ci sono piacevoli escursioni, inaspettate, improvvise, che vengono così per caso, eppure, in un certo senso, le si è sempre cercate, sognate e in qualche modo pianificate da tempo…
Avevo una foto da tempo impressa nella memoria: una di quelle foto che restano fisse nel cervello e che non si tolgono. Magari si placano, vengono dimenticate o almeno si crede questo, ma ogni tanto riaffiorano e ci rammentano il motivo per cui sono rimaste nella nostra mente. Ed il motivo per cui appunto riaffiorano.
Una cresta di neve, da qualche parte nel Lazio, evidentemente sassosa ma comunque dall’aspetto intrigante ed “alpinistico” con un escursionista controsole che sale con i bastoncini. Fin qui, voglio dire, beh tutto nella norma… una foto tratta da una guida escursionistica... quindi non mi sarei aspettato un ritratto di una famiglia al mare a cuocersi al sole e ripararsi sotto un ombrellone…
Ma una cosa colpiva e soprattutto contrastava fortemente. Dietro quella cresta, così stretta, ripida, estetica e che in qualche modo richiamava un ambiente severo d’alta quota, spiccava una striscia dorata vicina ed inconfondibile…il mare.
E più sulla sinistra l’altrettanto inconfondibile sagoma del Circeo.
Una cresta vista mare nel Lazio????? Si, capita di vedere la costa quando si è sulla Meta, sul Viglio, sugli Ernici…persino dal Terminillo verso Roma appare la strisciolina blu…
ma la presenza della costa è comunque distante, lontana, un’intuizione sullo sfondo che appare in giornate ultra limpide ma che si nasconde in ogni caso e che timidamente chiude un orizzonte con infiniti piani sovrapposti di vallate, altre montagne ed altre vallate ancora…
In quella foto invece il mare, dorato e luminoso, si imponeva, era parte integrante del paesaggio, vicinissimo da un punto di vista geografico, pur essendo distante anni luce e stridente come non mai con quanto visibile nel primo piano di quella cresta ripida ed innevata…
La foto, evidentemente bella e particolare, non a caso era stata utilizzata come foto introduttiva della guida di Milani sui Monti Lepini. Un buon libricino frutto di un amore palese nei confronti di quei monti.
Quella cresta immortalata in quella foto era stata scattata sulla “diretta” al Monte Pizzone, ultima cima dei Lepini verso SE che chiude degnamente il poderoso massiccio del Semprevisa, prima di precipitare con boscosi e ripidi pendii nella piana di Priverno che separa i Lepini dagli Ausoni. Una delle cime, forse l’unica di questa parte del preappennino, ad assumere un aspetto di un certo interesse “alpinistico”, rocciosa, aguzza, slanciata.
Intrigante….
Ma ogni qual volta avevo possibilità di andare a fare qualche uscita invernale, le buone condizioni della neve e del meteo facevano in modo che venissi attratto dalla vette classiche del nostro Appennino: il Viglio, il Cotento, L’Autore, La Monna, etc etc, ed ecco che quella foto del monte Pizzone, “mio vicino di casa” (sia che lo osservi da Aprilia, sia che lo intuisca – non lo osservo direttamente perché la cima principale del massiccio lo copre – da Colleferro), tornava nell’oblio. Temporaneo oblio.
Almeno fino a ieri…
Pericolo valanghe 3, come di consueto in queste ultime settimane, ed ecco che la mia tanto desiderata uscita al centrale del Terminillo viene rimandata a periodi migliori….(a proposito, speriamo presto!!!!).
A quel punto, non avevo voglia di fare la “solita” ciaspolata di consolazione…volevo SALIRE…toccare un po’ di pendii ripidi, fare qualcosa di originale, magari da condividere qui nel forum con l’idea di postare qualcosa di inedito e particolare…
Ed ecco che torna in mente la foto del Pizzone!!!!! Nevicate recenti a bassa quota, freddo… due più due…due più due...mmmmmmmm....
Probabile che la neve su quella cresta si sia mantenuta. Ne ho la conferma affacciandomi dalla finestra del mio ufficio di Aprilia. Il Semprevisa laggiù sembra imbiancato sopra gli 800, e anche parecchio!!!
A questo punto la vaga idea diviene certezza. Coinvolgo Nicola e….stamattina, comodamente, partiamo.
Arrivare al paesino di Roccagorga è facile. Meno facile beccare la strada per l’eremo di Sant’erasmo, quota 850 circa, raggiunto da una stradina asfaltata debbo dire in buone condizioni ma chiaro non di facilissima individuazione.
Sopra gli ‘800, praticamente al parcheggio dell’eremo medioevale, compare la prima neve. Fantastico!!!
L’itinerario è evidente. Una salita nel bosco prima misto, poi di faggio, per circa 200 metri. Poi una crestina di pietre nel bosco, un passaggio su un gradone roccioso molto carino, una selletta e la ripida salita finale…
Giunti al gradone decidiamo di aprire una variante. Il sentiero si inerpica su una placca di roccia e la cosa si risolverebbe con un passaggino di I e poi facili roccette fino alla sella.
Più a sinistra, un canaletto di rocce friabili , neve ed erba sale diretto per 10 metri. Proviamo quello.
Non male…credo possa essere considerato di II grado ed è sicuramente facile: ma, se qualcuno leggendo volesse individuarlo e ripeterlo come variante al passaggino classico, consideri che le rocce restano facilmente in mano, che l’erba è scivolosa e che i 10 metri sono piuttosto esposti….Cioè…se si va giù…. ….se va giù de brutto!!!!!
La salita per la cresta finale è bellissima: il pendio è ripido, stretto, panoramicissimo. La cresta è esattamente come immaginavo fosse vedendola in quella foto…una suggestione di “alta quota” vista mare, Circeo ed isole di Ponza…le mie di foto, solo in parte,credo riescano e riusciranno a trasmettere la sensazione “strana” che si prova nel salirla in invernale….
Il panorama dalla sua cima è superbo e descritto più volte in questo forum…Ventotene, Ponza, Palmarola e Zannone col Circeo in primo piano.
Poi Gli Ausoni, col Monte delle Fate e il Calvilli. Dietro, gli Aurunci e il monte Cairo.
I Monti del Parco d’Abruzzo, La catena orientale dei Lepini, col Cacume, il Gemma e il Salerio e il Malaina, e sullo sfondo gli ernici e i simbruini…
I prenestini, Lo Scalambra e l’alta valle del Sacco…
La dorsale imponente del Semprevisa chiude verso NW e impedisce di fatto che veda Colleferro e i Castelli…
La pianura pontina per intero fino alla costa di Ostia e oltre… Latina come se si potesse toccare…poi Cisterna, Aprilia, Nettuno, Anzio…
In cima la soddisfazione è duplice: nell’ aver fatto qualcosa di particolare ed inconsueto sicuramente, ma anche e soprattutto nel pensare a condividere in questo forum questa strana esperienza, mostrando, se ce ne fosse bisogno, che l’avventura quella facile ma “inaspettata” davvero può essere vissuta in luoghi inconsueti e impensabili. E forse è proprio questo fattore che la rende così piacevole!
La discesa per la via di salita (ovviamente in discesa abbiamo optato per il passaggio di I segnato: occhio comunque non è banale con neve!) in un’ora ci riporta alla macchina…
Ah, un’ultima cosa: speravo forse di usare i ramponi per completare la “strana” esperienza ed avevo già in mente una foto delle punte ramponate vista Terracina o Sabaudia...ma davvero la neve era così fresca e soffice che non ve ne era bisogno! Forse anche la piccozza che vedete è eccessiva ed è stata usata come semplice appoggio. I bastoncini avrebbero svolto perfettamente il loro dovere su quella salita …tant’è che Nicola, ben più serio del sottoscritto e meno posone, non l’ha mai tirata fuori dallo zaino….
Ma, scusate, volete mettere….
foto con piccozza in mano vista mare dai monti Lepini!!!!! Oh…e quando me ricapita???????? Ahahahahah…
un saluto a tutti.
Regione e provincia: Lazio - LT
Località di partenza: Eremo di sant'.........- (845m)
Località di arrivo: Monte P........ (1314m)
Tempo di percorrenza: 3h A/R
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: neve, pendii ripidi ed accidentati, tratto con brevi passaggi di facile arrampicata (I-II)
Periodo consigliato: sempre. L'inverno conferisce quel qualcosa in più...
Segnaletica: discreta. Ma l'itinerario è molto logico
Dislivello in salita: 469m
Dislivello in discesa: idem...
Quota massima: 1314m
Ci sono piacevoli escursioni, inaspettate, improvvise, che vengono così per caso, eppure, in un certo senso, le si è sempre cercate, sognate e in qualche modo pianificate da tempo…
Avevo una foto da tempo impressa nella memoria: una di quelle foto che restano fisse nel cervello e che non si tolgono. Magari si placano, vengono dimenticate o almeno si crede questo, ma ogni tanto riaffiorano e ci rammentano il motivo per cui sono rimaste nella nostra mente. Ed il motivo per cui appunto riaffiorano.
Una cresta di neve, da qualche parte nel Lazio, evidentemente sassosa ma comunque dall’aspetto intrigante ed “alpinistico” con un escursionista controsole che sale con i bastoncini. Fin qui, voglio dire, beh tutto nella norma… una foto tratta da una guida escursionistica... quindi non mi sarei aspettato un ritratto di una famiglia al mare a cuocersi al sole e ripararsi sotto un ombrellone…
Ma una cosa colpiva e soprattutto contrastava fortemente. Dietro quella cresta, così stretta, ripida, estetica e che in qualche modo richiamava un ambiente severo d’alta quota, spiccava una striscia dorata vicina ed inconfondibile…il mare.
E più sulla sinistra l’altrettanto inconfondibile sagoma del Circeo.
Una cresta vista mare nel Lazio????? Si, capita di vedere la costa quando si è sulla Meta, sul Viglio, sugli Ernici…persino dal Terminillo verso Roma appare la strisciolina blu…
ma la presenza della costa è comunque distante, lontana, un’intuizione sullo sfondo che appare in giornate ultra limpide ma che si nasconde in ogni caso e che timidamente chiude un orizzonte con infiniti piani sovrapposti di vallate, altre montagne ed altre vallate ancora…
In quella foto invece il mare, dorato e luminoso, si imponeva, era parte integrante del paesaggio, vicinissimo da un punto di vista geografico, pur essendo distante anni luce e stridente come non mai con quanto visibile nel primo piano di quella cresta ripida ed innevata…
La foto, evidentemente bella e particolare, non a caso era stata utilizzata come foto introduttiva della guida di Milani sui Monti Lepini. Un buon libricino frutto di un amore palese nei confronti di quei monti.
Quella cresta immortalata in quella foto era stata scattata sulla “diretta” al Monte Pizzone, ultima cima dei Lepini verso SE che chiude degnamente il poderoso massiccio del Semprevisa, prima di precipitare con boscosi e ripidi pendii nella piana di Priverno che separa i Lepini dagli Ausoni. Una delle cime, forse l’unica di questa parte del preappennino, ad assumere un aspetto di un certo interesse “alpinistico”, rocciosa, aguzza, slanciata.
Intrigante….
Ma ogni qual volta avevo possibilità di andare a fare qualche uscita invernale, le buone condizioni della neve e del meteo facevano in modo che venissi attratto dalla vette classiche del nostro Appennino: il Viglio, il Cotento, L’Autore, La Monna, etc etc, ed ecco che quella foto del monte Pizzone, “mio vicino di casa” (sia che lo osservi da Aprilia, sia che lo intuisca – non lo osservo direttamente perché la cima principale del massiccio lo copre – da Colleferro), tornava nell’oblio. Temporaneo oblio.
Almeno fino a ieri…
Pericolo valanghe 3, come di consueto in queste ultime settimane, ed ecco che la mia tanto desiderata uscita al centrale del Terminillo viene rimandata a periodi migliori….(a proposito, speriamo presto!!!!).
A quel punto, non avevo voglia di fare la “solita” ciaspolata di consolazione…volevo SALIRE…toccare un po’ di pendii ripidi, fare qualcosa di originale, magari da condividere qui nel forum con l’idea di postare qualcosa di inedito e particolare…
Ed ecco che torna in mente la foto del Pizzone!!!!! Nevicate recenti a bassa quota, freddo… due più due…due più due...mmmmmmmm....
Probabile che la neve su quella cresta si sia mantenuta. Ne ho la conferma affacciandomi dalla finestra del mio ufficio di Aprilia. Il Semprevisa laggiù sembra imbiancato sopra gli 800, e anche parecchio!!!
A questo punto la vaga idea diviene certezza. Coinvolgo Nicola e….stamattina, comodamente, partiamo.
Arrivare al paesino di Roccagorga è facile. Meno facile beccare la strada per l’eremo di Sant’erasmo, quota 850 circa, raggiunto da una stradina asfaltata debbo dire in buone condizioni ma chiaro non di facilissima individuazione.
Sopra gli ‘800, praticamente al parcheggio dell’eremo medioevale, compare la prima neve. Fantastico!!!
L’itinerario è evidente. Una salita nel bosco prima misto, poi di faggio, per circa 200 metri. Poi una crestina di pietre nel bosco, un passaggio su un gradone roccioso molto carino, una selletta e la ripida salita finale…
Giunti al gradone decidiamo di aprire una variante. Il sentiero si inerpica su una placca di roccia e la cosa si risolverebbe con un passaggino di I e poi facili roccette fino alla sella.
Più a sinistra, un canaletto di rocce friabili , neve ed erba sale diretto per 10 metri. Proviamo quello.
Non male…credo possa essere considerato di II grado ed è sicuramente facile: ma, se qualcuno leggendo volesse individuarlo e ripeterlo come variante al passaggino classico, consideri che le rocce restano facilmente in mano, che l’erba è scivolosa e che i 10 metri sono piuttosto esposti….Cioè…se si va giù…. ….se va giù de brutto!!!!!
La salita per la cresta finale è bellissima: il pendio è ripido, stretto, panoramicissimo. La cresta è esattamente come immaginavo fosse vedendola in quella foto…una suggestione di “alta quota” vista mare, Circeo ed isole di Ponza…le mie di foto, solo in parte,credo riescano e riusciranno a trasmettere la sensazione “strana” che si prova nel salirla in invernale….
Il panorama dalla sua cima è superbo e descritto più volte in questo forum…Ventotene, Ponza, Palmarola e Zannone col Circeo in primo piano.
Poi Gli Ausoni, col Monte delle Fate e il Calvilli. Dietro, gli Aurunci e il monte Cairo.
I Monti del Parco d’Abruzzo, La catena orientale dei Lepini, col Cacume, il Gemma e il Salerio e il Malaina, e sullo sfondo gli ernici e i simbruini…
I prenestini, Lo Scalambra e l’alta valle del Sacco…
La dorsale imponente del Semprevisa chiude verso NW e impedisce di fatto che veda Colleferro e i Castelli…
La pianura pontina per intero fino alla costa di Ostia e oltre… Latina come se si potesse toccare…poi Cisterna, Aprilia, Nettuno, Anzio…
In cima la soddisfazione è duplice: nell’ aver fatto qualcosa di particolare ed inconsueto sicuramente, ma anche e soprattutto nel pensare a condividere in questo forum questa strana esperienza, mostrando, se ce ne fosse bisogno, che l’avventura quella facile ma “inaspettata” davvero può essere vissuta in luoghi inconsueti e impensabili. E forse è proprio questo fattore che la rende così piacevole!
La discesa per la via di salita (ovviamente in discesa abbiamo optato per il passaggio di I segnato: occhio comunque non è banale con neve!) in un’ora ci riporta alla macchina…
Ah, un’ultima cosa: speravo forse di usare i ramponi per completare la “strana” esperienza ed avevo già in mente una foto delle punte ramponate vista Terracina o Sabaudia...ma davvero la neve era così fresca e soffice che non ve ne era bisogno! Forse anche la piccozza che vedete è eccessiva ed è stata usata come semplice appoggio. I bastoncini avrebbero svolto perfettamente il loro dovere su quella salita …tant’è che Nicola, ben più serio del sottoscritto e meno posone, non l’ha mai tirata fuori dallo zaino….
Ma, scusate, volete mettere….
foto con piccozza in mano vista mare dai monti Lepini!!!!! Oh…e quando me ricapita???????? Ahahahahah…
un saluto a tutti.
Allegati
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