Critica: il coltello da bushcraft senza il fuoco!

Impossibile, dare una definizione con "regole" assolute é impossibile.

Secondo me si capisce di cosa parla la gente ed é solo per quella fissa verso le definizioni, la teoria, queste cose da urbanizzazione,... che porta alle polemiche. Perché capire si capisce di cosa si parla, cosa le persone fanno,... il problema, come dicevo, caso mai arriva appunto nel credere che nel fare determinate attività debbano essere usate per tutti le stesse identiche regole, approcci, ecc... quando non é così. Soprattutto quando si parla di attività in natura.
Questo è esattamente anche il mio pensiero.
Solo che non è facile da sostenere perché in un concetto dove regna l'indistinto mancano i riferimenti e se non si è saldi è facile perdere l'obiettivo.
In questo definire un qualcosa da molta più sicurezza, ma è un artificio che si costruisce l'uomo per decifrare un'intenzione.
Ma la realtà (e la natura per prosecuzione originale) è ben diversa.
 
Questo è esattamente anche il mio pensiero.
Solo che non è facile da sostenere perché in un concetto dove regna l'indistinto mancano i riferimenti e se non si è saldi è facile perdere l'obiettivo.
In questo definire un qualcosa da molta più sicurezza, ma è un artificio che si costruisce l'uomo per decifrare un'intenzione.
Ma la realtà (e la natura per prosecuzione originale) è ben diversa.
Esattamente e trattandosi di attività legate alla vita in natura, ciò che vuole l'essere umano, i concetti che ha inventato, le abitudini che ha generato, non funzionano se si vuole essere coerenti. Altrimenti oltre a trovare la definizione assoluta per "Bushcraft" bisognerebbe metterci dentro tutte le "eccezioni" per mantenere le comodità a cui non vogliono rinunciare,...

Com'é che si dice "il più grande fallimento genetico é l'essere umano, tanto intelligente da saper fare cose complesse, quanto inutili agli equilibri naturali. Quanto si allontana dal suo legame, capacità, di vivere con l'ambiente naturale".

Personalmente non mi faccio mai questo genere di "seghe mentali", come le chiamo io e senza offesa. Per me conta il predicare solo quello che si pratica realmente, con passione, dedizione, concretezza, verità, rispetto, ecc... Tutto il resto per me son solo parole, quel tipico "parlare tanto e razzolare male" a me invece "non importa come si razzola, purché sia coerente con le parole che si predicano".

Se una persona vuole usare un coltello in super acciaio, con geometrie super accattivanti, gigante, più accetta, ascia, sega ad arco, segaccio, set di pentole e mille-mila altri kg di materiale portato da casa,... NON CAMBIA NULLA, anche se usa la parola bushcraft, survival, viaggio interstellare,... purché appunto quella persona non vada in giro a fare il guru, predicare filosofie che palesemente non segue.

Per il resto capisco benissimo che approccio utilizza una persona nel fare qualcosa senza dover avere un vocabolario,...

Infatti per me la differenza stà quando ci si parla con le persone, oppure come intervengono. Se esponendo quel che fanno loro o esponendo come regole, verità, ecc...
Chiaro che se uno fà "bushcraft" con mille-mila cose portate da casa, non dovrà predicare di saper vivere di natura, in natura, ecc... (tralasciando la variante in cui una persona può praticare mille-mila attività con approcci differenti e quindi saperlo fare). Una persona che non sà procacciarsi il cibo, di sicuro non dovrebbe venir ritenuto un guru della vita in natura, ecc... Secondo me sono su queste cose che i social, video, ecc... sono fuorvianti, portano a falsi miti, portano a mode, ecc... Non vedo il grosso del problema nel termine,..
 
Forse aveva ragione Sears a chiamarlo semplicemente woodcraft, senza farsi tante remore nell'indicare gli attrezzi che si potevano usare.
Qualcuno l'ha detto: uscire in una breve camminata, trovare un bel posto, fare il fuoco (ognuno come gli pare), mangiare qualcosa di cucinato (oppure anche no), costruire qualcosa (da una sedile a una palafitta), provare il proprio materiale, aggiungete voi il resto...
Chi lo chiama campeggio (che però io vedo un pochino più "strutturato", comodoso e accessoriato), chi lo chiama bushcraft (se per caso saltano fuori il coltello e l'acciarino...) e chi (esagerando e - giustamente - va preso in giro..) lo chiama addirittura "survival".
Io l'ho sempre chiamato (e vissuto) come scoutismo (o come pionierismo), facendo parte di quel mondo o, quando aiutavo i miei zii in campagna, come semplice vita all'aria aperta, e questi principi porto avanti con chi viene con me, senza usare paroloni fuorvianti.
Si fanno cose, si vive qualche momento outdoor, ci si rilassa e poi si rientra nella routine della vita quotidiana, almeno per me molto rinfrancati.
E anche a me viene da sorridere quando il giorno dopo vedi le foto su FB e i tuoi stessi compagni lo chiamano in modo diverso :lol: anche se abbiamo fatto le stesse cose...
Ma va bene così, è un pò come l'arte, dove ognuno vede e interpreta la realtà con i propri filtri, e sonio tutto ugualmente ripsettabili (meglio: da rispettare)..
Probabilmente possiamo stare qui per una vita a discutere di semantica, di storia e di tecnica, ma ci sarà sempre un'interpretazione diversa, tanti quanti siamo noi.
E introduco un'altro lato della questione, poco affrontato: la necessità di definire e normare porta inevitabilmente a dividere, per cui è anche un pò colpa di ciò, e quindi alla fine sempre nostra, se poi questa passione spesso ce la dobbiamo portare avanti da soli, nei boschi, perchè "se tu fai bushcraft, io faccio survival" e via dicendo...
Già mi ritengo fortunato, con le mille cose che ho da fare, se riesco ad uscire....
 
Impossibile, ci sono attività e termini che definiscono delle attività senza che esse abbiano dei paletti ben specifici. "Bushcraft" può stare a significare la passione di praticare attività in natura che portano alla propria indipendenza, ma per alcuni con l'uso di attrezzi moderni, per altri antichi, per altri solo con la natura, per altri che riguarda solo uscire qualche giorno e creare un riparo, fuoco e farsi una bella mangiata, altri ritenendo parte dell'attività anche la questione risorse alimentari, altri portandosele da casa, altri con un solo attrezzo, altri con tutto il necessario, ecc.... Quindi dare una definizione con "regole" assolute é impossibile.

Secondo me si capisce di cosa parla la gente ed é solo per quella fissa verso le definizioni, la teoria, queste cose da urbanizzazione,... che porta alle polemiche. Perché capire si capisce di cosa si parla, cosa le persone fanno,... il problema, come dicevo, caso mai arriva appunto nel credere che nel fare determinate attività debbano essere usate per tutti le stesse identiche regole, approcci, ecc... quando non é così. Soprattutto quando si parla di attività in natura.
Ma d'altra parte é normalissimo così, fissarsi sulle definizioni con significati super fissi a mò di regole funziona nella teoria,... magari in certe attività come la chirurgia,... ma sulla maggior parte invece é comunque e giustamente questione di approcci personali. A parità di attività.

Infatti poi é più "strano", forse "ridicolo" che si arrivi a concentrarsi sul significato di una definizione, di una parole, della teoria, della virtualità, piuttosto che puntare al vivere le attività, fare, raccontare, ecc... Ma si sà che tutto gira al contrario al giorno d'oggi.
Questo non è quello che di cui stavo parlando. Non ho parlato né di regole né di definizioni.
Ho detto che dobbiamo perlomeno parlare la stessa lingua perché se non lo facciamo e quindi non sappiamo cosa significhino le parole, allora è proprio lì che nasce il problema.
Poi il livello successivo è che, comprendendosi a vicenda, si possa interpretare diversamente il tema.
La definizione da dizionario inglese è: ability and experience in matters concerned with living in the bush
Quindi per tradurre: le abilità e l'esperienza nelle cose riguardanti la vita nel bosco.
 
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Quindi appunto: "la passione, l'interesse, le abilità, le competenze, ecc... per vivere in natura".

Ma anche sapendo questo non cambia nulla, cioé,... tutte le volte che ho visto usare la parola "bushcraft" l'ho vista usare allora coerentemente, perché la gente si riferiva ad attività, uscite, ecc... di quel genere. Tralasciamo l'uso improprio solo per fare i fighi, invece di dire appunto "attività di vita nel bosco o natura".


Ma poi la vera differenza stà in tutto il resto, soprattutto nello specifico di come uno predica verso il "bushcraft che pratica" e come lo applica. Perché poi ognuno si approccia come preferisce, usando comunque relativamente bene il termine in questione. Non penso che alla definizione dal dizionario segue: senza attrezzi, oppure con coltelli di max. cm, oppur segacci, ecc...

Se una definizione é troppo serrata nella sua descrizione é conseguenza la regola ;)
Almeno teorica.

NB: i miei commenti non erano contro ad altri, ecc... solo mie visioni di queste cose.
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Sempre solo secondo me, perché allora si nota anche che nel solo parlare di questo termine che dovrebbe stare a definire delle attività e non un termine tanto per parlare,... già ci si allontana nella maniera opposta al sui significato concreto, a quello che rappresenta. Perdendoci in cose che non riguardano le abilità di stare in natura, ma di quelle della società moderna e tutte le sue cose.
 
E' che forse ci portiamo dietro, dai tempi della scuola, la necessità di dare una definizione e quindi di fissare un protocollo, con tanto di suggestioni al seguito.
Dal sobrio e compunto scout, con il suo multiuso, al meditativo bushcrafter con non più di 4 pollici e codolo pieno, al survivalista (che ormai è visto come un anarco insurrezionalista con tabarro).
Penso che ci sia spazio per le contaminazioni, le idee degli altri anche se pazze, e la piena legittimità a farsi suggestionare.
L'altra sera ho rivisto Blood Diamond e andando a dormire mi son detto: "devo assolutamente procurarmi un pieghevole tattico...".
(Che mi sarebbe utile come un pugno in testa).
Ma va bene così.
Letteratura, cinema, canali youtube, articoli di esperti, offrono delle idee, se uno non le raccoglie e non le fa sue si nega qualcosa... inutilmente.
Budget permettendo, ovviamente.
Non è che dopo ci danno un premio se siamo stati "ragionevoli" e "rassicuranti" nell'acquisto o meno di un coltello. Come fossimo giudicati mentre siamo da soli in un bosco.
In fin dei conti in natura ci si va anche per un senso di libertà, altrimenti uno rimane incravattato in ufficio ad assentire mentre viene sparata qualche boiata in inglese aziendale che finisce in -ing.
 
Però devo ammettere un mio enorme difetto, vivendo in questa società é così e ne sono consapevole. Tendo ad avere proprio una mentalità distaccata dal sistema moderno, concetti, visioni, ragionamenti. Sarò perché ho passato troppo tempo nei boschi, tra le bestie, ahahah

Evito di portare la discussione ad essere monopolizzata dai miei interventi e risposte, visto che comunque forse sono troppo fuori dagli schemi.

BUONA CONTINUAZIONE E SOPRATTUTTO "BUON BUSCHCRAFT", "VITA IN NATURA", ECC...
A TUTTI ;)
 
Forse aveva ragione Sears a chiamarlo semplicemente woodcraft, senza farsi tante remore nell'indicare gli attrezzi che si potevano usare.
Qualcuno l'ha detto: uscire in una breve camminata, trovare un bel posto, fare il fuoco (ognuno come gli pare), mangiare qualcosa di cucinato (oppure anche no), costruire qualcosa (da una sedile a una palafitta), provare il proprio materiale, aggiungete voi il resto...
Chi lo chiama campeggio (che però io vedo un pochino più "strutturato", comodoso e accessoriato), chi lo chiama bushcraft (se per caso saltano fuori il coltello e l'acciarino...) e chi (esagerando e - giustamente - va preso in giro..) lo chiama addirittura "survival".
Io l'ho sempre chiamato (e vissuto) come scoutismo (o come pionierismo), facendo parte di quel mondo o, quando aiutavo i miei zii in campagna, come semplice vita all'aria aperta, e questi principi porto avanti con chi viene con me, senza usare paroloni fuorvianti.
Si fanno cose, si vive qualche momento outdoor, ci si rilassa e poi si rientra nella routine della vita quotidiana, almeno per me molto rinfrancati.
E anche a me viene da sorridere quando il giorno dopo vedi le foto su FB e i tuoi stessi compagni lo chiamano in modo diverso :lol: anche se abbiamo fatto le stesse cose...
Ma va bene così, è un pò come l'arte, dove ognuno vede e interpreta la realtà con i propri filtri, e sonio tutto ugualmente ripsettabili (meglio: da rispettare)..
Probabilmente possiamo stare qui per una vita a discutere di semantica, di storia e di tecnica, ma ci sarà sempre un'interpretazione diversa, tanti quanti siamo noi.
E introduco un'altro lato della questione, poco affrontato: la necessità di definire e normare porta inevitabilmente a dividere, per cui è anche un pò colpa di ciò, e quindi alla fine sempre nostra, se poi questa passione spesso ce la dobbiamo portare avanti da soli, nei boschi, perchè "se tu fai bushcraft, io faccio survival" e via dicendo...
Già mi ritengo fortunato, con le mille cose che ho da fare, se riesco ad uscire....

Condivido tutto il discorso, in particolare quello che ho grassettato: mettere etichette come woodcraft, bushcraft, scoutismo, pionierismo ecc. è solo un formalismo per tentare di capirci su quello che andiamo a fare ma l'aspetto fondamentale è, alla fine, goderci una o più giornata all'aria aperta prima di rientrare nella routine della vita quotidiana, per rilassarci e rinfrancarci.

Tra di noi, nel nostro gruppo storico, per capirci ci diciamo: che giro facciamo? Andiamo in tenda o in un bivacco?

E da quello che si decide dipende l'attrezzatura che ci porteremo, il cibo che ci cucineremo ecc. ecc.
 
Un dettaglio,... non serve per forza il coltello per usare l'acciarino, quella é la tipica accoppiata nata dalle mode, video, guide, ecc
vorrei aggiungere un altro dettaglio ...... si confermo che più delle volte è per moda , ma da dovè è scaturita???? di base c'è la praticità , cioè se si decide di customizzare un fodero del coltello che portiamo in uscita, avrà ....o gli forniremo un alloggiamento apposito per infilare la barretta ferro/cerio, ora la medesima , spesso esce in dotazione con uno striker che molte volte è penoso ! fatto con chi sa quale latta ! falsando così il giudizio dell'utilizzatore negativamente verso l'acciarino stesso, consiglio pratico è appendere lo striker originale all'albero di natale che come decorazione è più funzionale! :lol::rofl::woot:mentre per strikerare la superficie della barra ferro-cerio , si utilizza appunto il dorso spigoloso del proprio coltello sempre se la geometria di sezione ,l'acciaio e la tempra adeguata lo consentono , senza dover far penzolare lo striker da ogni dove! solo per quello , ma ciò che rimane ignorato è il perche farlo??? è giusto tenersi in allenamento per il suo utilizzo in caso di emergenza , ma bisogna ,a parer mio , tenerlo come appunto backup di emergenza , quando appunto l'accendino, ci abbandona! , quando il fiammifero ,ci tradisce! in condizioni climatiche difficili ,metodi comuni risultano ostici , quindi sempre in necessità estrema, si ricorre al suo utilizzo, ma chi realmente ha questa necessita estrema??? il più delle volte sono appunto gli avventurieri della domenica che non sanno neanche usare il fiamifero semplice in estate davanti alla loro griglietta pronta con le salsicce! lì in quel caso non ha senso e si evince un comportamento soprattutto modaiolo per fare il figo ! poi la cosa chepiu mi fa ridere per non dire bestemmiare ,vedo molti a usare il dorso e l'acciarino con la tecnica con cui si gratta la noce moscata! e che cazz poi si lamentano che si consuma in fretta per un abuso spasmodico dello stesso ,:roll::azz::wall:
 
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Perchè accendere un fuoco quando non serve davvero?
Perchè accenderlo nel bosco?
é davvero una cosa così necessaria?
1 per giocare al piccolo indiano e fare i segnali di fumo, per inviare mail o foto sul gruppo di WhatsApp Facebook Instagram ecc altrimenti non sei un trapper moderno, i buscimani moderni riescono persino a caricare video su YouTube utilizzando il fumo (ogni tanto i telefoni non funzionano nel bosco)
2 per i motivi sopra citati al punto 1 e dare fuoco ad ettari secolari di vegetazione in modo da far lavorare i pompieri e permettere il ricambio generazionale degli arbusti ad alto fusto (alberi)
3 certo che è necessaria per i motivi elencati al punto 1 e 2, soprattutto giocare al piccolo piromane che va tanto di moda
:biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::wall::wall::wall::wall::wall::wall:

non ce nessuna vera necessita siamo nel 2023 i Neanderthal ed i sapiens raccoglitori/cacciatori sono estinti da qualche giorno or sono

(modificato in modo da non far il neanderthal del forum :lol::lol::lol:)
 
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