- Parchi della Basilicata
-
- Parco Nazionale del Pollino
Dati
Data: 09.07.2010
Regione e provincia: Basilicata - Calabria - Cosenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Serra Dolcedorme
Tempo di percorrenza: 10 ore
Chilometri: 16
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà:gradi di dislivello notevoli
Periodo consigliato: Primavera -fine Estate - inizio Autunno
Segnaletica:non molto evidente
Quota massima: 2267
Accesso stradale: Uscita A3 SA- RC : Campotenese - rotabile piano Ruggio - loc. "Colle Impiso"
Descrizione
Da Colle dell’Impiso alla vetta della Serra Dolcedorme passando per i Piani di Pollino ed il canale di Malvento
Una bella giornata senza alcun accenno di nubi non la si poteva buttar via cosi’. Un’ultimo sguardo al meteo ,perchè il Pollino spesso e’ un po’ capriccioso aldila’ delle previsioni e decido di andare.
Prendo il necessario ed Alle 7.40 con l’auto sono all’inizio del percorso. Un’ultima sistemata e via con le imprecazioni perche’ da una breve ricognizione delle cose da portare mancano le batterie di ricambio della macchina fotografica e i bastoncini. Va beh, a questo punto vuol dire che scattero’ poche foto perche’ la carica e’ al 50%. Dopo qualche chilometro accade l’imprevedibile. Abbastanza stanco per la lunga salita affrontata arrivo vicino a delle mucche che brucano placide infischiandosene della mia presenza. I cani no, appena mi avvistano iniziano ad abbaiare ed a circondarmi minacciosi. 4 maremmani davvero belli ma con intenzioni bellicose pensano che voglio fregargli le mucche.
Che faccio? Torno indietro’ li aggiro? Ok li aggiro, macche’ fatti dieci metri, mi si piazzano davanti ed a nulla servono le mie urla, il fischietto e le imprecazioni. Tiro fuori la mia ultima risorsa: una finta scacciacani, ma poi decido la ritirata. Non c’e’ ombra di Mandriani e pertanto imprecando faccio dietro front. Addio Vetta, addio trek. Mentre torno indietro, avro’ fatto 500 metri, sento il rumore di un’auto: che cu…o. e’ il Mandriano con due suoi aiutanti. Gli spiego cosa e’ successo, e con modi decisi di chi e’ abituato a fronteggiare ben piu’ grossi problemi, mi invita a tornare indietro, ( un passaggio no eh?) ed a seguirlo per superare la mandria ed i cani. Che bello, almeno non spreco la fatica fatta. Altro colpo di fortuna.
Arriva subito dopo un fuoristrada verde ( il verde in montagna si sa’ la fa’ da padrone) e’ Personale dell’Ente Parco ( Pollino) i quali, dopo avergli spiegato cosa era successo, mi fanno salire sull’auto, risparmiandomi cinquecento metri buoni , ed accompagnandomi presso il mandriano perche’ oltre quel punto i mezzi non riescono a salire per il percorso infangato. Davvero gentili, mi affidano alle cure del mandriano che inzia a scherzare sulle mie paure. Ci incamminiamo insieme e giunto vicino ai cani, i quattro si avvicinano sotto stretta osservazione del loro padrone e riesco perfino ad accarezzarne uno. Ok, si va’ avanti.
Giungo in una immensa vallata: i piani di pollino, circa 20 campi di calcio o forse meglio dire un’immenso campo da golf, dove, trovo una mandria di cavalli che appena mi inquadrano nel mirino incominciano a nitrire ed innervosirsi ma senza avvicinarsi. Mi invento una partita di calcio con i cavalli e inizio a fischiare forte come se avessi dato inizio alla finale di calcio del mondiale e d’un tratto iniziano ad allontanarsi. Visto che genio?. Dopo essere salito in cima ( ma la fatica sostenuta non la si puo’ spiegare con due avverbi) e fatto le foto di rito,ritorno per la mia strada cambiando itinerario e decidendo di ritornare per il crinale. Dopo 15 minuti intravedo una figura in lontananza che sta’ venendomi incontro diretto verso la vetta dalla quale sono appena sceso. Beh dico, ci scambieremo qualche chiacchiera.
Di solito si incontrano molti trekkers sul percorso soprattutto in Agosto . Giunto a due passi lo saluto e gli faccio: che piacere incontrare qualcuno quassu’. E lui mi guarda e mi fa’: I don’t understand. ..Inchia, siamo sulla dorsale che separa la Basilicata dalla Calabria, oltre i duemila metri,in un territorio che bisogna conoscere molto bene, e chi ti incontro: un turista inglese. Ohh, dopo aver cercato di dirgli qualcosa ( il mio inglese si e’ fermato al Liceo) gli ho dato l’indirizzo web del Forum, chissa’ che si iscrive. Giunto quasi alla fine del percorso, ho effettuato l’ultima sosta presso una sorgente freddissima: “ spezzavummula”, questo il suo toponimo che significa nel dialetto locale: “capace di spezzare gli orci” per l’acqua gelida che ne esce. Rinfrescata veloce, cambio di maglietta, e via verso l’auto.
Il percorso affrontato e’ stato pari a 16 chilometri e 361 metri oltre alla variabile dei cani, e durato circa 10 ore comprese le soste. Gli scarponi da trekking hanno svolto egregiamente il loro compito e la macchina fotografica non mi ha lasciato a piedi. Da rifare … ma non subito. A breve le immagini in " Foto".Alcune le aggiungo qua:
Kallaghan
Data: 09.07.2010
Regione e provincia: Basilicata - Calabria - Cosenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Serra Dolcedorme
Tempo di percorrenza: 10 ore
Chilometri: 16
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà:gradi di dislivello notevoli
Periodo consigliato: Primavera -fine Estate - inizio Autunno
Segnaletica:non molto evidente
Quota massima: 2267
Accesso stradale: Uscita A3 SA- RC : Campotenese - rotabile piano Ruggio - loc. "Colle Impiso"
Descrizione
Da Colle dell’Impiso alla vetta della Serra Dolcedorme passando per i Piani di Pollino ed il canale di Malvento
Una bella giornata senza alcun accenno di nubi non la si poteva buttar via cosi’. Un’ultimo sguardo al meteo ,perchè il Pollino spesso e’ un po’ capriccioso aldila’ delle previsioni e decido di andare.
Prendo il necessario ed Alle 7.40 con l’auto sono all’inizio del percorso. Un’ultima sistemata e via con le imprecazioni perche’ da una breve ricognizione delle cose da portare mancano le batterie di ricambio della macchina fotografica e i bastoncini. Va beh, a questo punto vuol dire che scattero’ poche foto perche’ la carica e’ al 50%. Dopo qualche chilometro accade l’imprevedibile. Abbastanza stanco per la lunga salita affrontata arrivo vicino a delle mucche che brucano placide infischiandosene della mia presenza. I cani no, appena mi avvistano iniziano ad abbaiare ed a circondarmi minacciosi. 4 maremmani davvero belli ma con intenzioni bellicose pensano che voglio fregargli le mucche.
Che faccio? Torno indietro’ li aggiro? Ok li aggiro, macche’ fatti dieci metri, mi si piazzano davanti ed a nulla servono le mie urla, il fischietto e le imprecazioni. Tiro fuori la mia ultima risorsa: una finta scacciacani, ma poi decido la ritirata. Non c’e’ ombra di Mandriani e pertanto imprecando faccio dietro front. Addio Vetta, addio trek. Mentre torno indietro, avro’ fatto 500 metri, sento il rumore di un’auto: che cu…o. e’ il Mandriano con due suoi aiutanti. Gli spiego cosa e’ successo, e con modi decisi di chi e’ abituato a fronteggiare ben piu’ grossi problemi, mi invita a tornare indietro, ( un passaggio no eh?) ed a seguirlo per superare la mandria ed i cani. Che bello, almeno non spreco la fatica fatta. Altro colpo di fortuna.
Arriva subito dopo un fuoristrada verde ( il verde in montagna si sa’ la fa’ da padrone) e’ Personale dell’Ente Parco ( Pollino) i quali, dopo avergli spiegato cosa era successo, mi fanno salire sull’auto, risparmiandomi cinquecento metri buoni , ed accompagnandomi presso il mandriano perche’ oltre quel punto i mezzi non riescono a salire per il percorso infangato. Davvero gentili, mi affidano alle cure del mandriano che inzia a scherzare sulle mie paure. Ci incamminiamo insieme e giunto vicino ai cani, i quattro si avvicinano sotto stretta osservazione del loro padrone e riesco perfino ad accarezzarne uno. Ok, si va’ avanti.
Giungo in una immensa vallata: i piani di pollino, circa 20 campi di calcio o forse meglio dire un’immenso campo da golf, dove, trovo una mandria di cavalli che appena mi inquadrano nel mirino incominciano a nitrire ed innervosirsi ma senza avvicinarsi. Mi invento una partita di calcio con i cavalli e inizio a fischiare forte come se avessi dato inizio alla finale di calcio del mondiale e d’un tratto iniziano ad allontanarsi. Visto che genio?. Dopo essere salito in cima ( ma la fatica sostenuta non la si puo’ spiegare con due avverbi) e fatto le foto di rito,ritorno per la mia strada cambiando itinerario e decidendo di ritornare per il crinale. Dopo 15 minuti intravedo una figura in lontananza che sta’ venendomi incontro diretto verso la vetta dalla quale sono appena sceso. Beh dico, ci scambieremo qualche chiacchiera.
Di solito si incontrano molti trekkers sul percorso soprattutto in Agosto . Giunto a due passi lo saluto e gli faccio: che piacere incontrare qualcuno quassu’. E lui mi guarda e mi fa’: I don’t understand. ..Inchia, siamo sulla dorsale che separa la Basilicata dalla Calabria, oltre i duemila metri,in un territorio che bisogna conoscere molto bene, e chi ti incontro: un turista inglese. Ohh, dopo aver cercato di dirgli qualcosa ( il mio inglese si e’ fermato al Liceo) gli ho dato l’indirizzo web del Forum, chissa’ che si iscrive. Giunto quasi alla fine del percorso, ho effettuato l’ultima sosta presso una sorgente freddissima: “ spezzavummula”, questo il suo toponimo che significa nel dialetto locale: “capace di spezzare gli orci” per l’acqua gelida che ne esce. Rinfrescata veloce, cambio di maglietta, e via verso l’auto.
Il percorso affrontato e’ stato pari a 16 chilometri e 361 metri oltre alla variabile dei cani, e durato circa 10 ore comprese le soste. Gli scarponi da trekking hanno svolto egregiamente il loro compito e la macchina fotografica non mi ha lasciato a piedi. Da rifare … ma non subito. A breve le immagini in " Foto".Alcune le aggiungo qua:
Kallaghan
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