- Parchi della Calabria
-
- Parco Nazionale della Sila
Regione e provincia: Calabria / Cosenza
Località di partenza: Alta Val Neto
Località di arrivo: Serra Ripollata
Tempo di percorrenza: 7 ore A/R
Grado di difficoltà: E
Periodo consigliato: Tutto l'anno. Da metà dicembre fino a metà aprile possibilità di effettuare magnifiche ciaspolate
Segnaletica: nessuno, percorso in parte libero nella foresta
18 maggio 2017
L'escursione di oggi ci porta nuovamente nella Val Neto, per seguire un costone nuovo, a ovest rispetto al vallone tributario Macchia di Pietro, dunque esterno all'area che prende il nome di Arnocampo. La mappa topografica riporta la scritta Farfari.
L'area che va da Zarella a Germano è praticamente uno scrigno di meraviglie: un susseguirsi di costoni ricoperti interamente da una sublime pineta di pino nero silano, a tratti vetusta, con grandi cerri e anche faggeta.
Diciamo che i più si limitano a esplorare l'area attraversata dal classico sentiero n.10 di Arnocampo, che passa da Colonia Don Bosco.
Il punto di arrivo di questa bella giornata di maggio è la Serra Ripollata, a quota 1682 m.
Come raggiungere l'inizio dell'escursione?
Per chi viene da Cosenza abbandonare la SS 107 a Croce di Magara-Germano. Seguire sempre per Germano, dunque la strada che passa accanto al Lago di Ariamacina. Superata Zarella proseguire fino al primo ponte sul Fiume Neto (poco prima del ponte c'è uno spiazzo per lasciar la macchia).
Ci inerpichiamo così sul dolce costone di fronte al ponte. La salita non presenta una pendenza eccessiva e la pineta si mostra sin dal principio in tutta la sua superba magnificenza. Evidenti i segni un vecchio incendio.
La pineta montana de li Farfari nei pressi del fondovalle. Da notare i segni dell'incendio
Sparsi anche piante di cerro e faggio, in una selva che lascia davvero senza parole e che mani malvagie, anni fa, tentarono di distruggere.
In alcuni punti è possibile scorgere il fondo del vallone Macchia di Pietro, il qual emana un selvaggio alone arcano.
Salendo iniziano a esserci tracce di sentiero che via via si fa uno sterrato, utilizzato in passato per l'esbosco del materiale legnoso.
Più in alto la faggeta prende il sopravvento, ma mai sostituendosi completamente al pino, che continua comunque a crear spettacolo. Inoltre prende la scena anche qualche radura, ricchissime di flora in codesto periodo dell'anno, con le orchidee selvatiche e le viole che abbondano il contesto montano. A breve sarà il tempo degli asfodeli, dei nontiscordardimè e di tante altre varietà floristiche di cui la Sila ne vanta un incommensurabile profusione, un vero eden della botanica.
Il costone de li Farfari si unisce così a quello più ampio proveniente da Zarella. Al bivio con il sentiero proveniente da quest'ultima località andiamo a destra. Siamo praticamente arrivati e, a sinistra, si apre il primo dei magnifici panorami di questa montagna, con il Lago Cecita sullo sfondo.
Infine eccoci in cima, dove ci viene incontro una comitiva di escursionisti a cavallo.
Non ci rimane che scrutar il superbo belvedere. Dopo di che torniamo al punto di partenza seguendo lo stesso percorso di andata.
L'alpeggio di Macchialonga
Località di partenza: Alta Val Neto
Località di arrivo: Serra Ripollata
Tempo di percorrenza: 7 ore A/R
Grado di difficoltà: E
Periodo consigliato: Tutto l'anno. Da metà dicembre fino a metà aprile possibilità di effettuare magnifiche ciaspolate
Segnaletica: nessuno, percorso in parte libero nella foresta
18 maggio 2017
L'escursione di oggi ci porta nuovamente nella Val Neto, per seguire un costone nuovo, a ovest rispetto al vallone tributario Macchia di Pietro, dunque esterno all'area che prende il nome di Arnocampo. La mappa topografica riporta la scritta Farfari.
L'area che va da Zarella a Germano è praticamente uno scrigno di meraviglie: un susseguirsi di costoni ricoperti interamente da una sublime pineta di pino nero silano, a tratti vetusta, con grandi cerri e anche faggeta.
Diciamo che i più si limitano a esplorare l'area attraversata dal classico sentiero n.10 di Arnocampo, che passa da Colonia Don Bosco.
Il punto di arrivo di questa bella giornata di maggio è la Serra Ripollata, a quota 1682 m.
Come raggiungere l'inizio dell'escursione?
Per chi viene da Cosenza abbandonare la SS 107 a Croce di Magara-Germano. Seguire sempre per Germano, dunque la strada che passa accanto al Lago di Ariamacina. Superata Zarella proseguire fino al primo ponte sul Fiume Neto (poco prima del ponte c'è uno spiazzo per lasciar la macchia).
Ci inerpichiamo così sul dolce costone di fronte al ponte. La salita non presenta una pendenza eccessiva e la pineta si mostra sin dal principio in tutta la sua superba magnificenza. Evidenti i segni un vecchio incendio.
La pineta montana de li Farfari nei pressi del fondovalle. Da notare i segni dell'incendio
Sparsi anche piante di cerro e faggio, in una selva che lascia davvero senza parole e che mani malvagie, anni fa, tentarono di distruggere.
In alcuni punti è possibile scorgere il fondo del vallone Macchia di Pietro, il qual emana un selvaggio alone arcano.
Salendo iniziano a esserci tracce di sentiero che via via si fa uno sterrato, utilizzato in passato per l'esbosco del materiale legnoso.
Più in alto la faggeta prende il sopravvento, ma mai sostituendosi completamente al pino, che continua comunque a crear spettacolo. Inoltre prende la scena anche qualche radura, ricchissime di flora in codesto periodo dell'anno, con le orchidee selvatiche e le viole che abbondano il contesto montano. A breve sarà il tempo degli asfodeli, dei nontiscordardimè e di tante altre varietà floristiche di cui la Sila ne vanta un incommensurabile profusione, un vero eden della botanica.
Il costone de li Farfari si unisce così a quello più ampio proveniente da Zarella. Al bivio con il sentiero proveniente da quest'ultima località andiamo a destra. Siamo praticamente arrivati e, a sinistra, si apre il primo dei magnifici panorami di questa montagna, con il Lago Cecita sullo sfondo.
Infine eccoci in cima, dove ci viene incontro una comitiva di escursionisti a cavallo.
Non ci rimane che scrutar il superbo belvedere. Dopo di che torniamo al punto di partenza seguendo lo stesso percorso di andata.
L'alpeggio di Macchialonga