- Parchi delle Marche
-
- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data: 23/07/2023
Regione e provincia: Marche, Macerata
Località di partenza: Parcheggio Monte Prata
Località di arrivo: Parcheggio Monte Prata
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: fatica, ma non molta
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: non serve
Dislivello in salita: 1400mt
Dislivello in discesa: 1400mt
Quota massima: 2233mt
Accesso stradale: Parcheggio Monte Prata, dalla SP136
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8679
Descrizione
I viaggi sono come come qualunque altra cosa nella vita: possono essere eccezionali, schifosi, noiosi, illuminanti...e raramente dipende dal viaggio in sè, dalla meta, quanto dal viaggiatore e soprattutto dalla circostanze. Esteriori. E interiori. Ecco, quella di oggi è stata una grande escursione, più per le circostanze che in sè.
Era la mia prima volta sui Sibillini, il che creava qualche aspettativa. Avevo scelto questa meta perchè, dopo due anni di escursioni soprattutto individuali o di coppia, sento di voler fare escursioni "insieme"...e "l'insieme" questa volta andava là e a me andava bene. Così mi aggrego a due persone, amiche di amiche, e vado. In realtà vado da solo, 2h di macchina, perché loro sono già li da sabato per una prima parte di escursione cui io non mi posso aggregare per vincoli pregressi. Si cena quindi insieme sabato sera e stamane si parte, dal Parcheggio di Monte Prata. Come spesso accade, la strada per arrivare alla partenza è già uno spettacolo, baciata dalla luce morbida del mattino.
Iniziamo la salita verso la base del Porche, ma risulta presto evidente che io e le due amiche abbiamo un passo proprio diverso. Non è che io abbia fretta, ma a quel ritmo blando mi stanco molto prima e insomma proprio non funziona. Ci consultiamo brevemente e mi autorizzo a proporre di separarci: ci ritroveremo quà e là lungo il percorso, del resto loro erano partite per farlo in coppia....Man mano che cammino, però, comincio a sentire dentro che c'è altro. Oggi va bene camminare da solo, non so ancora perché. Intanto sento una prima cosa: il corpo gira alla grande. Dopo un mese di pene e fatiche, di mille esami per sondare brutti sintomi cardiaci e un brutto ECG, le gambe girano da Dio, il fiato non lo sento nemmeno, il cuore riposa sereno. E sarà così tutto il giorno.
Ripreso il mio passo arrivo rapidamente alla base del Porche, la vetta pivotale di questa strana parte dei Sibillini, fatta sostanzialmente a T: verso nord Cima di Vallinfante e Passo Cattivo, verso est Cima di Vallelunga e Monte Sibilla, Verso sud Palazzo Borghese, Sasso di palazzo Borghese e Monte Argentella. Come da programma, piego a est e mi avvio verso i primi 2000 di giornata. La progressione è facile, il dislivello non è mai troppo spinto nè prolungato. Alla mia destra verso sud, alla base del massiccio del M.Sibilla, si apre una vallata di nuda verticalità, molto suggestiva.
Questo tratto dei Sibillini ha lunghe creste affilate dal vento, ma spesso ricoperte di bassi manti erbosi, che - insieme alle lontananze infinite e inabitate - creano un'atmosfera sospesa, malinconica e ieratica. Abbandonando il sentiero per salire dritto sul crinale, raggiungo Cima di Vallinfante (2113mt) e dopo un poco Passo Cattivo (2065mt). Davanti a me svettano la cuspide di Pizzo Berro e la mole del Monte Priora, possibili prossime mete.
Girandomi indietro rivedo il percorso appena fatto, col susseguirsi di creste e un sinuoso sentierino in basso, che percorrerò per ritornare al Porche. Vista da sotto, la Cima Vallinfante appena salita e discesa sembra decisamente più imponente di come mi era parsa correndoci sopra.
Arrivato alla base di M.Porche, di nuovo decido di andare su dritto per dritto: queste cime non sono troppo erte, sono abbastanza erbose e così accorcio il percorso. Arrivato in vetta trovo anche qui, come nelle cime precedenti e in quelle che seguiranno, conferma di quella che sembra una regola in questo fazzoletto di Appennino: niente croci. Solo anonimi sassi che riportano nome e altitudine. Non riesco a non pensare che sia una forma di pudore, molto adatta allo spirito di questi luoghi, che montagne ben più basse non sembrano conoscere, con croci impressionanti manco fossi sul Cervino.
La vista dal Porche è davvero notevole e resto a lungo a riflettere, visto che non sembra tardi, se sfruttare la buona altitudine per puntare Cima Vallelunga o se ridiscendere come da programma a Passo di Sasso Borghese. Alla fine mi attengo al programma ed eccolo lì, compreso tra il profilo roccioso di Sasso di palazzo Borghese (2119mt) a sx e la mole imponente di Palazzo Borghese (2145mt) a dx. Salgo subito sul primo e decido di tenermi il secondo per il ritorno.
Questo nuovo ramo del percorso è molto più roccioso e a tratti imponente del precedente. Di fronte me vedo una sorta di sprofondamento sotto la cima dell'Argentella, alla mia sx un parete laterale di bianca e dura roccia che sembra osservarmi occhiuta e disgustata e, girandomi indietro, vedo la verticalità della faccia est del Sasso di palazzo borghese, dove due alpinisti sono morti anni fa per il distacco della placca di roccia cui si erano assicurati.
Distratto, seguo il vallone per giungere al M.Argentella, con inevitabile salitone finale. L'incombente presenza del Redentore e del Vettore verso sud, e lo sguardo d'insieme su tutte le cime appena calcate verso nord, parlano di probabili ulteriori escursioni in questa plaga remota. Il clima però è mutato, il ritorno per la cresta è esposto ad un vento piuttosto insistente. E l'atmosfera generale del luogo appare più ... ambigua.
Resta un ultimo passaggio, lungo la via del ritorno: la salita al Palazzo Borghese. Che decido di fare prendendo di petto le roccette che salgono sulla sua parete meno facile. Oggi sento il bisogno di fare creste, roccette, linee dirette.
Arrivato su, il tempo di una foto, ed eccolo. Il motivo dell'uscita di oggi.
Le endorfine sono a mille, come sempre durante l'uscita. Il senso di presenza, interezza, equilibrio è quello che ho ben imparato a conoscere in questi anni e che fondamentalmente costituisce la ragione per cui quando ho cominciato a cercar me stesso mi sono innamorato della montagna. E però al centro della mia emozione oggi non c'è me stesso, forse perchè ormai pacificato, ma il dolore per ciò che manca, che oggi posso tornare a riconoscere. Un dolore Vivo. Vitale. Ma pur sempre dolore.
Sulla via del ritorno ritrovo lungo la strada questo albero, bellissimo. E poco dopo questa straniante visione visione di alberi sparsi che sembrano galleggiare su un mare che non c'è.
Data: 23/07/2023
Regione e provincia: Marche, Macerata
Località di partenza: Parcheggio Monte Prata
Località di arrivo: Parcheggio Monte Prata
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: fatica, ma non molta
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: non serve
Dislivello in salita: 1400mt
Dislivello in discesa: 1400mt
Quota massima: 2233mt
Accesso stradale: Parcheggio Monte Prata, dalla SP136
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8679
Descrizione
I viaggi sono come come qualunque altra cosa nella vita: possono essere eccezionali, schifosi, noiosi, illuminanti...e raramente dipende dal viaggio in sè, dalla meta, quanto dal viaggiatore e soprattutto dalla circostanze. Esteriori. E interiori. Ecco, quella di oggi è stata una grande escursione, più per le circostanze che in sè.
Era la mia prima volta sui Sibillini, il che creava qualche aspettativa. Avevo scelto questa meta perchè, dopo due anni di escursioni soprattutto individuali o di coppia, sento di voler fare escursioni "insieme"...e "l'insieme" questa volta andava là e a me andava bene. Così mi aggrego a due persone, amiche di amiche, e vado. In realtà vado da solo, 2h di macchina, perché loro sono già li da sabato per una prima parte di escursione cui io non mi posso aggregare per vincoli pregressi. Si cena quindi insieme sabato sera e stamane si parte, dal Parcheggio di Monte Prata. Come spesso accade, la strada per arrivare alla partenza è già uno spettacolo, baciata dalla luce morbida del mattino.
Iniziamo la salita verso la base del Porche, ma risulta presto evidente che io e le due amiche abbiamo un passo proprio diverso. Non è che io abbia fretta, ma a quel ritmo blando mi stanco molto prima e insomma proprio non funziona. Ci consultiamo brevemente e mi autorizzo a proporre di separarci: ci ritroveremo quà e là lungo il percorso, del resto loro erano partite per farlo in coppia....Man mano che cammino, però, comincio a sentire dentro che c'è altro. Oggi va bene camminare da solo, non so ancora perché. Intanto sento una prima cosa: il corpo gira alla grande. Dopo un mese di pene e fatiche, di mille esami per sondare brutti sintomi cardiaci e un brutto ECG, le gambe girano da Dio, il fiato non lo sento nemmeno, il cuore riposa sereno. E sarà così tutto il giorno.
Ripreso il mio passo arrivo rapidamente alla base del Porche, la vetta pivotale di questa strana parte dei Sibillini, fatta sostanzialmente a T: verso nord Cima di Vallinfante e Passo Cattivo, verso est Cima di Vallelunga e Monte Sibilla, Verso sud Palazzo Borghese, Sasso di palazzo Borghese e Monte Argentella. Come da programma, piego a est e mi avvio verso i primi 2000 di giornata. La progressione è facile, il dislivello non è mai troppo spinto nè prolungato. Alla mia destra verso sud, alla base del massiccio del M.Sibilla, si apre una vallata di nuda verticalità, molto suggestiva.
Questo tratto dei Sibillini ha lunghe creste affilate dal vento, ma spesso ricoperte di bassi manti erbosi, che - insieme alle lontananze infinite e inabitate - creano un'atmosfera sospesa, malinconica e ieratica. Abbandonando il sentiero per salire dritto sul crinale, raggiungo Cima di Vallinfante (2113mt) e dopo un poco Passo Cattivo (2065mt). Davanti a me svettano la cuspide di Pizzo Berro e la mole del Monte Priora, possibili prossime mete.
Girandomi indietro rivedo il percorso appena fatto, col susseguirsi di creste e un sinuoso sentierino in basso, che percorrerò per ritornare al Porche. Vista da sotto, la Cima Vallinfante appena salita e discesa sembra decisamente più imponente di come mi era parsa correndoci sopra.
Arrivato alla base di M.Porche, di nuovo decido di andare su dritto per dritto: queste cime non sono troppo erte, sono abbastanza erbose e così accorcio il percorso. Arrivato in vetta trovo anche qui, come nelle cime precedenti e in quelle che seguiranno, conferma di quella che sembra una regola in questo fazzoletto di Appennino: niente croci. Solo anonimi sassi che riportano nome e altitudine. Non riesco a non pensare che sia una forma di pudore, molto adatta allo spirito di questi luoghi, che montagne ben più basse non sembrano conoscere, con croci impressionanti manco fossi sul Cervino.
La vista dal Porche è davvero notevole e resto a lungo a riflettere, visto che non sembra tardi, se sfruttare la buona altitudine per puntare Cima Vallelunga o se ridiscendere come da programma a Passo di Sasso Borghese. Alla fine mi attengo al programma ed eccolo lì, compreso tra il profilo roccioso di Sasso di palazzo Borghese (2119mt) a sx e la mole imponente di Palazzo Borghese (2145mt) a dx. Salgo subito sul primo e decido di tenermi il secondo per il ritorno.
Questo nuovo ramo del percorso è molto più roccioso e a tratti imponente del precedente. Di fronte me vedo una sorta di sprofondamento sotto la cima dell'Argentella, alla mia sx un parete laterale di bianca e dura roccia che sembra osservarmi occhiuta e disgustata e, girandomi indietro, vedo la verticalità della faccia est del Sasso di palazzo borghese, dove due alpinisti sono morti anni fa per il distacco della placca di roccia cui si erano assicurati.
Distratto, seguo il vallone per giungere al M.Argentella, con inevitabile salitone finale. L'incombente presenza del Redentore e del Vettore verso sud, e lo sguardo d'insieme su tutte le cime appena calcate verso nord, parlano di probabili ulteriori escursioni in questa plaga remota. Il clima però è mutato, il ritorno per la cresta è esposto ad un vento piuttosto insistente. E l'atmosfera generale del luogo appare più ... ambigua.
Resta un ultimo passaggio, lungo la via del ritorno: la salita al Palazzo Borghese. Che decido di fare prendendo di petto le roccette che salgono sulla sua parete meno facile. Oggi sento il bisogno di fare creste, roccette, linee dirette.
Arrivato su, il tempo di una foto, ed eccolo. Il motivo dell'uscita di oggi.
Le endorfine sono a mille, come sempre durante l'uscita. Il senso di presenza, interezza, equilibrio è quello che ho ben imparato a conoscere in questi anni e che fondamentalmente costituisce la ragione per cui quando ho cominciato a cercar me stesso mi sono innamorato della montagna. E però al centro della mia emozione oggi non c'è me stesso, forse perchè ormai pacificato, ma il dolore per ciò che manca, che oggi posso tornare a riconoscere. Un dolore Vivo. Vitale. Ma pur sempre dolore.
Sulla via del ritorno ritrovo lungo la strada questo albero, bellissimo. E poco dopo questa straniante visione visione di alberi sparsi che sembrano galleggiare su un mare che non c'è.