Della scarsa durata del materiale tecnico

Prendo spunto da un caso, che ho già accennato in un altro post: durante le ultime settimane sono stata in montagna e ho camminato molto (circa 18.000 m di dislivello). Per motivi logistici, ho dovuto lasciare a casa il mio zaino d'alpinismo abituale, per usare quello vecchio: un Cassin comprato negli anni '60 da mio zio, più o meno simile a quello nella foto (cambia il colore e c'è il laccetto per la piccozza... very cool).

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Non l'ho caricato particolarmente (di solito viaggio leggera), ma avevo sempre con me un po' di materiale alpinistico invernale, che comunque non è fatto di cartapesta. In più l'ho utilizzato su terreni alpinistici, anche se solo per uscite in giornata.
Beh, in definitiva devo dire che non l'ho trovato scomodo per nulla.

Prima riflessione: in fondo cerchiamo le cose ipertecniche, ma il materiale di qualche anno fa non andava poi così male.

La cosa che però mi ha colpito veramente è che questo zaino è stato utilizzato intensamente per almeno 40 anni, negli ultimi anni è stato nell'armadio e utilizzato sporadicamente. Beh, è ancora prefettamente integro! Le cuciture non mostrano sofferenze, i lacci sono perfetti, anche le parti in plastica non sono deteriorate.
Contemporaneamente, sempre nelle ultime settimane, ci sono saltate due cerniere di materiale nuovo o comunque più recente (ghette Ferrino nuove di pacca e quella della mia giacca Ande di 5 anni), le nastrature della giacca Mammuth del mio amico hanno incominciato a sfilacciarsi (2 anni di utilizzo) e un paio di guanti semi-nuovi hanno incominciato a scucirsi (riparati subito perché sennò perdevamo l'imbottitura). Mentre li faceva riparare, l'amico ha usato un paio di guantoni anni '80. Perfetti.
E' vero che in montagna o a fare attività all'aperto ci andiamo veramente tanto e l'usura ovviamente si fa sentire. Però ho notato che il materiale tecnico (tipo zaini o abbigliamento) abbastanza blasonato ora ci dura mediamente tra i 2 e i 5 anni (quello Decathlon dura poche settimane), quello degli anni '90 invece almeno 10/20 anni se li faceva e quello dei decenni prima era sostanzialmente eterno. E' vero che ora i materiali sono più leggeri, però è etico far pagare 200 euro per una giacca che non dura 2 anni?

Seconda riflessione: i prezzi dell'abbigliamento tecnico sono in crescita netta, ma la qualità è sempre più scadente. Tanto da non giustificare la sostituzione del materiale usato, se non in caso di rotture irreparabili e usura irrimediabile.

Io d'ora in poi farò così. Voi come vi comportate?
 
Concordo con te. Io riciclo tutto. Io credo che molti prodotti moderni siano fatti per durare poco, così spendi due volte. Ovviamente questo non vale per tutto, ma per la maggior parte delle cose e forse, dico forse, ancor di più per prodotti spacciati per tecnici.
Il mio parere è che se si ha la fortuna di trovare ancora qualche artigiano che fa le cose a mano, come si facevano "una volta", non bisognerebbe farsi scappare l'occasione ed acquistare il più possibile.

Ovviamente è solo il mio pensiero.
 
D'accordo con te, penso che però alla base di tutto ci sia l'esperienza, dopo aver provato diversi materiali si può arrivare a dire che "una volta le cose si facevano meglio". Con un livello di esperienza pari a zero e' più semplice (e spesso figo) spendere zaini/scarpe etc. supertecniche che invece optare per prodotti meno pompati. Ovviamente penso sia un discorso fattibile per i prodotti di massa soltanto.
Nel mio caso posso dire di essere stato anch'io vittima del marketing, avessi avuto più soldi avrei sicuramewspeso ino sproposito per zaino e scarpe;) però dove mi é possibile cerco di riutilizzare cose già presenti in casa o magari facendo un giro per mercatini dell'usato (come ho fatto proprio oggi).
 
Concordo. Che tristezza, ormai la tendenza è quelle di far solo cose usa e getta.
Di fatto il 50% del vecchio equipaggiamento tecnico che abbiamo a casa (nell'ordine dei 20-30 anni) è ancora efficiente e funzionante. In particolare a riguardo dell'abbigliamento.

I vestiti prodotti da 8-10 anni a questa parte non durano molto. Per esempio, il mio guscio goretex-xcr superpiù di 7 anni fa ha in parte i polsini scollati e in certi altri punti si incominciano a vedere altre scollature. Questo non succedeva con gusci di 20 anni fa, ma anche 15. Per esempio ho un guscio North face comprato una quindicina di anni fa, che è perfetto, nonostante sia stato maltrattato e accartocciato più e più volte, e strusciato ovunque. Ne avevo comprato un altro solo ... per il colore :D:D

Anche alla Decathlon il materiale che vendevano 15 anni fa aveva tutt'altra qualità rispetto a quello che si vende oggi (pile ad esempio). Io avevo vecchio materiale preso da loro che è stato stra-usato ed è ancora abbastanza buono.

PS, OT: non vorrei sollevare la polemica del Decathlon, ma anche loro qualcosa di buono ce l'hanno. Bisogna saper scegliere oculatamente in mezzo ad un po' di "cacca", ma materiale con caratteristiche medie e simili a marche note si può trovare, ad un prezzo più contenuto, anche se la scelta viene necessariamente limitata a pochi modelli. Poi sarà un caso, ma ad esempio la mia giacchetta da fondo quaqquaraquà, anche se va bene per uso "turistico", sta sopravvivendo bene in contrasto della Sportful di mio fratello che dopo 2 uscite era già pelata e l'ha dovuta mandare indietro al negoziante :( (140 euro Vs 60)
 
D'accordo con te, penso che però alla base di tutto ci sia l'esperienza, dopo aver provato diversi materiali si può arrivare a dire che "una volta le cose si facevano meglio". Con un livello di esperienza pari a zero e' più semplice (e spesso figo) spendere zaini/scarpe etc. supertecniche che invece optare per prodotti meno pompati. Ovviamente penso sia un discorso fattibile per i prodotti di massa soltanto.
Nel mio caso posso dire di essere stato anch'io vittima del marketing, avessi avuto più soldi avrei sicuramewspeso ino sproposito per zaino e scarpe;) però dove mi é possibile cerco di riutilizzare cose già presenti in casa o magari facendo un giro per mercatini dell'usato (come ho fatto proprio oggi).


Ah si!!! D'accordo. In generale confermo che chi ha meno esperienza è spesso vittima del marketing. Sembra che se uno non ha un pile da 200 euro e una giacca va-sapere-il-cavolo non possa fare un passo nel bosco dietro a casa. In pratica alcune persone non riescono a fare un distinguo quando serve veramente avere qualcosa di qualità rispetto a quando non serve.
Poi bè, se a una persona piace avere cose ultra-tecniche e costose, conscia del fatto che non sono essenziali per quello che andrà a fare, è ovviamente libera di farlo, ma non venga a dire che si tratta di equipaggiamento cruciale per affrontare una grigliata al fiume. Alla fine uno può comprare cose "perchè piacciono", senza un vero motivo :)
 
Già.. Penso anch'io che un'aspetto importante lo rivesta l'esperienza. Io ne ho poca, quindi queste discussioni mi sono molto utili! In mia discolpa ho la mania del riciclo e del fai da te. :)
 
Il problema è che l'obsolescenza programmata oramai è entrata in tutti i campi, e quello dell'attrezzatura da montagna non fa eccezione. Oltre questo poi per risparmiare qualche grammo magari usano materiali più leggeri ma decisamente più fragili.

L'unico campo dove questa cosa non è vera é forse il materiale "salvavita". Moschettoni o discensori per intendersi, sono ancora realizzati per durare, per il resto la tendenza è quella di farci rinnovare la nostra attrezzatura molto frequentemente.

Il mio comportamento a riguardo, ma che non applico solamente con l'attrezzatura ma con tutte le mie cose, è quello di seguire molto poco le mode sostituendo qualcosa solo quando ho distrutto il modello precedente. Poi se ho delle nuove esigenze compro, ma prima cerco di capire molto bene ciò di cui ho bisogno altrimenti rischio di fare un ottimo affare ma un pessimo investimento.
 
Dai, mi conforta che non sono l'unica a pensarla così. In effetti io compro quasi solo materiale artigianale o semi-artigianale (per esempio gli scarponi e le maglie Liod), ma per alcune cose è proprio impossibile. Lo zaino, devo dire, l'ho cambiato un po' avventatamente perché con quello mi sembrava di essere una mummia del pleistocene uscita con il disgelo del ghiacciaio dei Forni. Per il resto, mi son sempre attenuta alla regola: cambio quando l'oggetto si rompe.
Io per esempio, se dovessi comprare una nuova giacca (anche se per ora ho fatto riparare la cerniera e spero che duri a lungo) ne vorrei una artigianale, ma nessuno produce più questi oggetti! I miei hanno due piumini di Piumino Orobico (ditta artigianale che ha appena chiuso i battenti) che sono spaziali. Ma non si trovano più. Mello's una volta produceva a Chiuro (So) giacche eccezionali, poi ha cominciato a produrre in Romania, poi in China... La qualità si è abbassata gravemente.
E le operaie, espertissime, a cui faccio fare delicate riparazioni sui capi, ora stanno in negozio a fare le commesse (quelle che non sono state licenziate) :gover:

In generale confermo che chi ha meno esperienza è spesso vittima del marketing.

In parte è vero. Però i miei amici novellini erano tutti contenti di andare in montagna con la giacca del nonno che avevo recuperato in soffitta (anzi, l'hanno già prenotata per la prossima gita :sleep:), mentre in giro c'erano "tutine" (in gergo: sci-alpinisti che gareggiano, o presunti tali) che ci guardavano schifati dall'alto dei loro millemila euro di abbigliamento e attrezzature. E poi scendevano a spazzaneve su un pendio facilissimo. Mentre i miei, lemme lemme, si son fatti un'alpinistica F per la prima volta.:rofl:
 
Ultima modifica:
L'unico campo dove questa cosa non è vera é forse il materiale "salvavita". Moschettoni o discensori per intendersi, sono ancora realizzati per durare, per il resto la tendenza è quella di farci rinnovare la nostra attrezzatura molto frequentemente.

Questo, fortunatamente, è vero. Però è anche vero che l'attrezzatura alpinistica va obbligatoriamente cambiata dopo un po. Tutti i materiali sintetici non sono più garantiti dopo 5 anni di utilizzo medio.
Su questa pratica, che è corretta e che seguo, le aziende fanno già discreti profitti. Mentre se mettessero a repentaglio la vita dei clienti non andrebbero molto lontano.
 
Trovo molto vero cio' che dice @Anfisbena,
per es. il mio zaino di prima mi servi' per 20 anni mentre quello di adesso, dopo due anni, gia' si son scuciti gli spallacci
 
Uhm. Da ultra cinquantenne cresciuto in casa di un geologo (vero, cioè che negli anni 50 ha girato mezzo arco alpino per cercare l'uranio per Mattei, poi è stato mesi in Amazzonia, ecc. ) ed appassionato di escursioni in montagna in proprio sono passato dalle giacche in cotone con il vello di pecora dentro ( del babbo)al capo tecnico attuale. Dato che vesto da montagna anche in città (spesso sono in cantiere a sorvegliare) i capi mi durano meno di quanto resistano a chi li usa solo per escursioni.
E trovo che i capi tecnici moderni siano formidabili! Sia per durata che per leggerezza, impermeabilità, comprimibilità e perché no? Rapporto prezzo prestazioni.
Mi piacerebbe avere a poco prezzo una giacca in gore tex doppia in piumino o prima loft che si riduca ad un pugno e duri una vita. Disgraziatamente i miracoli non li fa nessuno.
Insomma non sono d'accordo.
Ma tendo sempre a girare molto e valutare infinite alternative prima di spendere i miei pochi euro. Vi dico solo che ho 4 giacche in gore tex:rofl:. La più vecchia la vedo ancora indosso ad Alberto Angela in vecchi documentari: marrone chiara di Patagonia, forse vi viene in mente. È ancora come nuova. Ma occupa mezzo zaino! Così ne ho presa una blu di Columbia (credo da donna) perché più facilmente comprimibile. Poi una Columbia carabineer 2 perché caldissima (si invecchia....).
Lo storico zaino Ferrino è finito in discarica perché la plastica si stava disfando. Ma dopo 40 anni aveva anche ragione lui! Ora ne ho uno Salewa. Pesa la metà e ha anche il telo impermeabile. Lo spazio per la sacca idrica. Il porta piccozza. Il porta ciaspole. Manca solo lo spazio per la macchinetta espresso:D
Boh.
Certo: i ruzzoloni che ho fatto da ragazzo con la canadese in pelo di pecora di papà avrebbero mandato in briciole la carabineer. Però la volta che in febbraio sono caduto in un torrente gelato con la canadese ho preso un raffreddore coi fiocchi! Ed è asciugata solo alcuni giorni dopo. A casa!
 
Su Decathlon in parte è vero che bisogna fare dei distinguo. Io ho un sacco a pelo e un materassino autogonfiante che usavo per gite al mare/viaggi/concerti et similia (ora li uso per gli ospiti) che comunque non vanno male e non hanno segni di rottura. Non sono però stati usati intensamente.
Un mio amico guida usa solo zaini Decathlon e si trova bene.
Per il resto, sulla fascia economica ho raccolto svariate schifezze, vedendo il materiale mio e dei miei amici/parenti: bastoncini che si rompono subito, pantaloni impermeabili con la cerniera non impermeabile (sic), scarponcini la cui tomaia si sfalda dopo un mese, patelle dei pantaloncini da corsa che si sfaldano dopo due mesi...

Probabilmente è vero: va un po' a fortuna e bisogna scegliere bene quello che si compra. Però quello che ho notato è che il materiale Deca che ho sottoposto ad un utilizzo intenso, si è rotto in tempi decisamente brevi.
In più un ingegnere tessile mi ha messo in testa un po' di dubbi sui prodotti utilizzati per il filato in Cina (oli di tessitura, trattamenti dei tessuti e simili) che in Europa sono vietati (ma poi ce li ritroviamo nei prodotti di importazione). Per cui incomincio a stare attenta anche a questo.
 
cioè che negli anni 50 ha girato mezzo arco alpino per cercare l'uranio per Mattei

Beh, allora conosci la val Vedello!

E trovo che i capi tecnici moderni siano formidabili! Sia per durata che per leggerezza, impermeabilità, comprimibilità e perché no? Rapporto prezzo prestazioni.

Secondo me bisogna fare dei distinguo. Anch'io ho una giacca storica in pelo che è francamente inutilizzabile. Idem per altre cose degli anni '60. Però alcuni capi e oggetti fatti già con una concezione tecnica (tipo in gore-tex) negli anni '90 sono sostanziamente paragonabili a quelli di oggi ma ben più durevoli.
Poi sul fatto che sia tutto legger, compatto, superaccessoriato, colorato, luccicante, ti do ragione. Ma preferivo che fosse durevole.
 
Il discorso, secondo me, di base non lo condivido.
Ci sono prodotti di qualità anche oggi e tecnicamente moderni come anche sul genere di vecchia concezione.
Ovvio che costano ed, in Italia, poco o per niente distribuiti.
Non vedo niente di miracoloso come robustezza e durata nel tempo in uno zaino di canvas di cotone da quasi 2mm di spessore (un paio di esempi..Filson e Duluth li ha continuati a fare)

Piuttosto il discordo qualità/prezzo è decisamente cambiato perché cambiati di molto i ricarichi che le aziende produttrici e poi la catena dustributiva operano.

Ho giacca Patagonia 1992 che ha perso dopo 20 anni la membrana per stress chimico/fisico, ma era un capo test.
Arctheryx 1996 ancora nuova
Pile patagonia 1993 ancora nuovi.

Se si cerca durevolezza, la si trova oggi come allora...bastava pagarla allora, occorre pagarla oggi
 
Lo storico zaino Ferrino è finito in discarica perché la plastica si stava disfando. Ma dopo 40 anni aveva anche ragione lui! Ora ne ho uno Salewa. Pesa la metà e ha anche il telo impermeabile. Lo spazio per la sacca idrica. Il porta piccozza. Il porta ciaspole.

Sì sì. E che ti durerà due anni a dir tanto, altro che 40...
 
Bel thread, grazie Anfisbena.

Tendo ad essere d'accordo con UB

Il mercato offre quello che il consumatore vuole comprare, anche per quelli che vogliono comprare la qualita'.

forse e' un fatto di distribuzione, ma le cose si trovano.

Interessante il paradosso, evidentemente non nel campo dell' escursionismo: I negozi di alta moda Italiani sono sempre pieni di persone che vengono da paesi dove si costruiscono prodotti di massa scadenti...
 
Secondo me c'è anche un altro fattore da considerare; alcuni nuovi materiali che noi abbiamo sostituito, e che per certi versi sono molto migliori dei vecchi, se utilizzati in contesti diversi dal previsto -o semplicemente come eravamo abituati ad usare i vecchi- non forniscono lo stesso risultato.
Faccio un esempio pratico; oggi nessuno di noi penserebbe mai di andare in montagna con un vecchio parca militare in quanto molto più pesante e meno caldo di un moderno guscio. Ora provate a stare alla sera davanti al fuoco mentre cucinate o vi fate due chiacchiere con un vostro amico. Alla prima favilla il vostro guscio, piuttosto che il vostro pile, si rovinerà irrimediabilmente mentre con il parca questa cosa non sarebbe mai successa.
E' così anche per tante altre cose che noi utilizziamo quindi in maniera "diversa" da come sarebbe proprio pensata e quindi ecco li che si danneggia irreparabilmente mentre con materiale più vecchio questo non succedeva.
 
Ciao ub!
Se ti riferisci a questo:
http://www.valvedello.com/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=69
ti posso dire che papà appena laureato (università di Milano con Ardito Desio relatore di laurea nel 56) venne assunto dalla Somiren, società del gruppo Eni. Iniziò dal col di Tenda. A Cuneo nel 58 si portò la moglie. Io sono stato probabilmente concepito nel 60 in val d'Aosta a le Verogne. Papà era in Valtellina quando l'aereo di Mattei cadde a Bascapè. Il giorno dopo le sue ricerche ebbero termine. Richiamato a san donato. Ufficialmente promosso. In pratica se ne andò perché non gli piaceva state in ufficio. A me ha sempre detto che di uranio lui non ne ha mai trovato.

Chiudo il lungo ot per chiarire che il senso del mio intervento, in sintesi, è: la qualità costa. Ed oggi si possono trovare capi di tutti i tipi e possibili compromessi. Chiaro che se uno vuole il massimo deve pagare. Ma con internet e le vendite online la scelta è meravigliosamente ampia!
 
@Cordy : sì sì, proprio a quello mi riferivo! Penso che tuo padre di uranio non ne abbia trovato semplicemente perché non ce n'è (o perlomeno non ce n'è in quantità significative e raggiungibili). E pare non sia mai stato estratto.


Ritornando in topic: io compro pochissimi oggetti tecnici, non sono un'appassionata di queste cose. Su quelle poche cose che compro, non guardo al prezzo, perché appunto cerco di privilegiare la durata. Sono anche attenta ai materiali. Tanto per fare un esempio, i guanti che si son scuciti sono degli arc'teryx che costano, di listino, una cifra immorale.
Ritorno alla ditta Samas/Mello's, perché sono una loro cliente di lunga data. I loro prezzi, al netto delle oscillazioni monetarie, sono rimasti più o meno uguali. Fanno materiale tecnico di fascia medio-alta, con prezzi assestati di conseguenza. Già dai primi anni '90 producevano gusci in Gore-tex . I miei ne hanno un paio ancora adesso, perfetti. In quel periodo hanno incominciato a delocalizzare nell'est Europa.
La produzione è leggermente calata di qualità, ma senza precipitare. Già verso il 2006/2008 continuavano ad avere la licenza Gore, ma la durata dei prodotti non era più trentennale (gore-tex paclite di quel periodo: già andato). Subito dopo hanno cominciato a trasferire in Cina e a proporre prodotti con membrane proprie, valide a tutti gli effetti, ma veramente poco durevoli: dopo 3 anni di intenso utilizzo perdono decisamente efficacia.
Io peraltro continuo a consigliare Mello's in termini di rapporto qualità-prezzo e se devo comprare una giacca vado al loro spaccio, per il semplice motivo che questa parabola l'ho notata pari pari anche per altre marche, per cui non avrei un'alternativa da proporre.
 
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