Disidratazione grave

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Utente 24852

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Per i sali minerali non penso ci siano tanti problemi, nel senso che se il trasporto dell'acqua può in alcuni casi creare impedimenti di trasportabilità.... quello di qualche bella bustina di sali, piccolissime, leggerissime, non dovrebbe creare disagi. Poi chiaramente subentra un'altra potenziale problematica, se si abitua il proprio corpo in una certa maniera... poi sarà quella a dettar legge su come ci si deve organizzare... e non quello che vorremmo noi.

Ma di principio... qualche bustina non é difficile da portare...così, se lo si desidera e reputa necessario, la si può aggiungere a qualsiasi risorsa idrica si trova sul percorso e che si decide di utilizzare. Che sia una fontana, un ruscello, della neve o del ghiaccio... poco conta ;) Oppure semplicemente quelle da poter assumere senza liquidi... sotto lingua. Ma alla fine abbiamo comunque bisogno di bere acqua, idratarsi é necessario. Reintegrare i sali e le varie sostanze, pure... sono due cose necessarie, ma differenti... che poi lavorano assieme all'interno del nostro corpo.

Per il resto in base a quello che uno decide di fare, come lo vuole fare... ci saranno sempre dei compromessi da accettare e delle condizioni da superare e con cui convivere ;)
 
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Non so se è stato detto...

Parlavo qualche tempo fa con un medico che prepara atleti che fanno attività tipo ultra trail.
Diceva che un buon metodo per verificare se si beve abbastanza durante lo sforzo fisico prolungato è questo: ci si pesa prima e dopo l’attività, se durante la giornata abbiamo perso più di 1,5 Kg. significa che dobbiamo abituarci a bere di più mentre camminiamo.
Anch'io ho letto qualcosa di simile comunque perdite di peso forze anche di due kg attribuiti quasi solamente ad acqua e scorte di glicogeno (pesano anche quelle) come durante una maratona o una mezza, sono accettabili a parte che vengano reintegrate a fine della gara. Tuttavia stiamo parlando di sforzi a livello agonistico dove è verosimile che l'atleta tra endorfine, concentrazione ecc sia preso dalla competizione da non sentire lo stimolo.o il fastidio della sete, che un escursionista con un livello di attività medio basso o basso sente molto prima. Comunque perdite anche consistenti di liquidi e sali minerali nel giro di 8 o 10 ore non credo proprio rappresentino alcun rischio per la salute tanto piu in un soggetto allenato. Basta reintegrarle ....
 
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Utente 24852

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Nelle gare di ultra trail, sky, ecc... insomma quelle belle gare di corsa in montagna/deserto/ghiaccio, molto impegnative, ecc... C'é da dire che i corridori non sono lasciati a se stessi... ci sono punti di ristoro in cui si trovano bevande apposite, frutta, cioccolato, assistenza medica. Oltre ai loro "gellini", ahah

Questo assieme al fatto che nonostante le difficoltà e la lunghezza dei percorsi, la durata dell'evento é di un certo tipo. Quindi hanno tutto il tempo di arrivare alla fine, recuperare con un "Pasta Party", liquidi e un bel massaggio ;)

Chiaramente ci sono quelli che vanno alla sbaraglio e che impiegano molto più tempo... facendo molta più fatica e in quei casi il rischio di problemi, disidratazione, ipotermia, ipertermia, crisi ipoglicemiche, ecc...
 
Chiaramente ci sono quelli che vanno alla sbaraglio e che impiegano molto più tempo...
Il tempo per il quale vai giù con le scorte di liquidi in primis ma anche di sali è determinante ..infatti un conto è stare in riserva per due tre ore un conto per due giorni..nel secondo caso sei devastato, ma ancora vivo ;)
 
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Utente 24852

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Il tempo per il quale vai giù con le scorte di liquidi in primis ma anche di sali è determinante ..infatti un conto è stare in riserva per due tre ore un conto per due giorni..nel secondo caso sei devastato, ma ancora vivo ;)

Esattamente, i primi rimanendo dentro certi limiti arrivano relativamente in salute... perché il nostro organismo può facilmente superare degli scompensi, delle carenze... in alcuni casi e nel breve termine. Nel caso di quelle persone che invece azzardano troppo, il tempo si prolunga troppo... addirittura e solamente tra un punto di rifornimento e l'altro... causando problemi che talvolta porta a doverla recuperare. Ovviamente riferendomi al discorso delle gare e quelle di un certo tipo... 120/160 e passa km, 10'000 mt. dsl. +con tempi limite ridotti...
 
Esattamente, i primi rimanendo dentro certi limiti arrivano relativamente in salute... perché il nostro organismo può facilmente superare degli scompensi, delle carenze... in alcuni casi e nel breve termine. Nel caso di quelle persone che invece azzardano troppo, il tempo si prolunga troppo... addirittura e solamente tra un punto di rifornimento e l'altro... causando problemi che talvolta porta a doverla recuperare. Ovviamente riferendomi al discorso delle gare e quelle di un certo tipo... 100 e passa km, 10'000 mt. dsl. +con tempi limite di 12 ore o simili.... per esempio.
Certo sono imprese estreme al limite delle possibilità umane, ma le stesse difficolta a cui vanno uncontro questi atleti possono essere traslate nello scenario dell'escursionismo avanzato...
 
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Utente 24852

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Certo sono imprese estreme al limite delle possibilità umane, ma le stesse difficolta a cui vanno uncontro questi atleti possono essere traslate nello scenario dell'escursionismo avanzato...

Si,si, certamente... non intendevo altro ;)
Lo ricollegavo solo al discorso di qualcuno su quel genere di contesto ;)

Di fatto certe condizioni si possono creare indifferentemente dalle attività svolte, contesti ambientali, ecc...

Ci sono persone che hanno problemi di disidratazione, per restare in tema, in centro città, facendo delle passeggiate di qualche km. Addirittura bevendo.

Perché primo dettaglio, fattore scatenante, arriva dalla persona coinvolta.
Stato di salute, caratteristiche e abitudini fisiche, ecc...

Senza limitarsi basandosi solo su:
"... ammettiamo che uno sia super sano, allenato, ecc...", che per me é discriminatorio.
Perché di fatto anche quì non tutti sono uguali, e non per scelta, ma anche di nascita, avendo comunque passioni di un certo tipo (che sia corsa, montagna, passeggiata, ecc) quindi trovo normale un discorso più ampio.
 
Per quanto mi riguarda riassumendo:
Avere SEMPRE una scorta di cibo ed acqua sufficente in caso di emergenza il tutto rapportato all'escursione.
Vestiario adeguato (impermeabile e un maglione il più), un telo e cordini per riparasi dalla pioggia, bivybag (o sacco a pelo d'inverno) bastoncini (utili per camminare, in caso di storte e come sostegno per il telo).
Victorinox e torcia frontale. Cellulare, cellulare di bakup, Gps, cartina e bussola e saperli utilizzare. Piccolo kit di emergenza con cerotti, bende, disinfettante, polase, coperta termica di alluminio, medicine personali.
In caso di emergenza mettersi al riparo e contattare i soccorsi e fornire la posizione GPS, non si sà mai come evolveuna situzione di emergenza.

Non uscire in caso di brutto tempo.
 
Ultima modifica:
Per quanto mi riguarda riassumendo:
Avere SEMPRE una scorta di cibo ed acqua sufficente in caso di emergenza il tutto rapportato all'escursione.
Vestiario adeguato (impermeabile e un maglione il più), un telo e cordini per riparasi dalla pioggia, bivybag (o sacco a pelo d'inverno) bastoncini (utili per camminare, in caso di storte e come sostegno per il telo).
Victorinox e torcia frontale. Cellulare, cellulare di bakup, Gps, cartina e bussola e saperli utilizzare. Piccolo kit di emergenza con cerotti, bende, disinfettante, polase, coperta termica di alluminio, medicine personali.
In caso di emergenza mettersi al riparo e contattare i soccorsi e fornire la posizione GPS, non si sà mai come evolveuna situzione di emergenza.

Non uscire in caso di brutto tempo.
Partendo dal fondo non uscire in caso di brutto tempo, è una regola aurea che quando disattesa aumenta i rischi anche in modo esponenziale.
Poi bisogna intendersi cosa si intenda per brutto tempo se sono previste quattro gocce e per mal che vada invece diluvia x un ora passi si va lo stesso. Ma se hanno messo pioggia forte e vento tutto il giorno se ci vai lo stesso te la cerchi. Anche perché in temporale in pianura non è come un temporale a 1500 metri ..probabilmente è peggio. E in più se sei vicino alla vetta hai il problema dei fulmini che in pianura è quasi inesistente.. cioè si scaricano sull antenna di qualche condominio o su un alto albero solitario e finita lì..


Per il resto se non torni giù la sera e hai avvisato qualcuno dove andavi a che ora circa tornavi ecc è presumibile che al mattino dopo l elisoccorso parta. Loro non possono sapere se sei mezzo morto in fondo a un burrone o hai solo calcolato male i tempi magari hai preso una storta e dopo il bivacco di fortuna te ne scenderai con le tue gambe.

Comunque anche ammesso che hai un GPS e quindi conosci le coordinate della tua posizione non implica che riesci a comunicarlo perché sicuramente in alta montagna e ben fuori dal mondo il cellulare non prende.

A questo punto munirsi di un dispositivo GPS in grado di lanciare un SOS satellitare come quello di @andreapaiola penso che sia una scelta personale comunque precauzione non necessaria secondo me per escursionismo non invernale. Amenoche non sei solo.
Perché se ti muovi in gruppo minimo 2 pianifichi bene tutto hai strumenti e risorse per cavarsela difficile che sei messo veramente male.

Piuttosto continuo a battere sul rischio freddo fuori stagione .. di notte facile che scenda 0 o qualcosa in meno, e sempre ma specie in estate il rischio acqua ... Se le cose vanno per le lunghe sapere in partenza dove trovare un ruscello/torrente vicino al tuo percorso e avere dietro un po' di pastiglie potabilizzanti ti salva il sederino..


Se ti pari da freddo e sete, per scendere hai giorni di tempo. Dormire puoi anche dormire qualche ora di giorno quando fa più caldo..
 
Mini Ot

Premetto il mio modo di vedere le cose, ci muoviamo in uno scenario complesso che non contempla la certezza:
nella gita piu facile, come fare un giretto in auto di 10 km a 70 con la cintura tempo buono condizioni psicofisiche buone, sono CERTO che non accadrá nulla poi un drogato o un vecchio non rispettano lo stop e faccio l incidente, bloccato in mezzo alla strada in arrivo un camion di 300 quintali a 80 all ora. Mi travolgerá. Ho 4/5 secondi per lanciarmi fuori dall abitacolo.
Quindi nel mondo reale praticamente NON esiste la certezza, a volte ma non sempre i rischi sono stimabili e riducibili drasticamente con tutte le precauzioni ragionevolmente adottabili, cintura di sicurezza si armatura al titanio no. Quindi il peggio può sempre succedere. Va accettato. Farne una croce, smettere di guidare, avere sempre ansia ecc è una reazione esagerata piu o meno da neuro, che mi impedirebbe di vivere. O traslando il discorso di fare escursioni.
Volete l esempio traslato in natura? Escursione facile facile, sono CERTO
che andrà tutto bene, invece dei ragazzini o dei balordi lungo il sentiero in pendenza lanciano un sasso 100 metri più in su nel vuoto, il sasso centra la mia testa oppure uno si lascia scappare da casa il rottweiler mai addestrato, lo incrocio e mi aggredisce.
È molto improbabile non impossibile.
non posso fare un escursione armato e con un elmo in testa come un soldato in guerra.
Anche qui la cosa va accetata.
Non farlo sarebbe da smettere di fare escursioni, smettere di vivere praticamente roba da neuro.
Da nevrosi.

Tutto il pippone x dire: non viviamo nella certezza
Esatto la certezza non esiste, sarebbe più corretto parlare di probabilità degli eventi, anche se in molti casi calcolarla non è così semplice.
Però sinceramente, se un evento è molto improbabile, o comunque lo reputo tale, non me ne preoccuperò.
Per essere chiaro, esiste la probabilità di venire colpiti da un asteroide, ma essendo molto remota non lascio che mi condizioni la vita, e vivo come non potesse accadere mai, poi se capiterà, sarò stato molto sfigato, punto! Ma avrò vissuto la vita senza lasciarmi condizionare da eventi improbabili.

Chi ha paura di morire, muore tante volte; chi non ha paura di morire, muore una volta sola.

Il tutto ovviamente IMHO e senza polemica.
 
Chi ha paura di morire, muore tante volte; chi non ha paura di morire, muore una volta sola.
Questo senza dubbio. Direi che piuttosto che polemica siamo sulla stessa linea
d onda. Direi che senza volermi improvvisare psichiatra (dio ce ne scampi loro e gli psicocazzologhi :D se no ci chiudono il forum x coltellite!)
Chi sovrastima certi fattori (che possono essere 3esemplari orso che forse girano dalle mie parti nelle zone tra il confine Italo sloveno) è nevrotico, chi si fa influire da fattori scientificamente inesistenti (vedi CICAP) come l' uomo delle nevi o in chiave moderna la strega di Blair è psicotico (non ha più contatto con la realtà neanche probabilistico) c'è poi la patologia più diffusa l irrazionale o IL fanciullo eterno come vuoi chiamarlo quello che crede che tutto andrà bene sempre .. tipica dei giovanissimi e non solo .. per inciso un ventenne che ha i soldi ma non compra il CBR con cui lanciarsi a 200 sulla statale non è vecchio è già saggio.
I fanciulli sono diffusi a che tra gli adulti quelli che.vanno allo sbaraglio nella natura pensando che tutto andrà bene poi metti una storta una svolta sbagliata nel sentiero si ritrovano col buio in quota o nei boschi e non hanno alba di come sopravvivere oppure attraversano un pezzo di nevaio praticamente in scarpe da ginnastica e pensano di no scivolare che tutto va sempre. Bene. Questa è la patologia più diffusa meno riconosciuta e quella che fa girare più le pale dell' elisoccorso
 
U

Utente 24852

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Azz... quanti discorsi con quelli che mi rispondono "...ma non capita, sò dove mettere i piedi, son capace, io sò, io quà, io là. Snobbando qualsiasi potenziale rischio o pericolo..."... e questo nonostante gli si raccontino situazioni gravi, vissute in maniera molto diretta, in cui persone molto più "...capaci/esperte..." si son fatte male per delle stupidaggini. Una buona "filosofia", senza cadere negli estremismi ma semplicemente di maturità, buonsenso e umiltà, sono i semplici "...la natura non sà quanto sei preparato, capace... anzi, se gli và se ne sbatte..." e stessi discorsi nei vari contesti "...la valanga non lo sà....", ecc...

Il metodo migliore per farsi male é pensare di sapere tutto, che a noi non capita nulla perché NOI sappiamo cosa fare, cosa non fare... poi di fatto, si recuperano più persone di questo genere che i Merenderos di cui tanti parlano in maniera critica... proprio perché la troppa sicurezza in se stessi é un grosso problema.

La paura é essenziale per la maturità, buonsenso, razionalità, ecc... ed é adirittura nobile.
Bisogna semplicemente avere il carattere di affrontare le proprie paure in maniera logica, realistica.
 
Azz... quanti discorsi con quelli che mi rispondono "...ma non capita, sò dove mettere i piedi, son capace, io sò, io quà, io là. Snobbando qualsiasi potenziale rischio o pericolo..."... e questo nonostante gli si raccontino situazioni gravi, vissute in maniera molto diretta, in cui persone molto più "...capaci/esperte..." si son fatte male per delle stupidaggini. Una buona "filosofia", senza cadere negli estremismi ma semplicemente di maturità, buonsenso e umiltà, sono i semplici "...la natura non sà quanto sei preparato, capace... anzi, se gli và se ne sbatte..." e stessi discorsi nei vari contesti "...la valanga non lo sà....", ecc...

Il metodo migliore per farsi male é pensare di sapere tutto, che a noi non capita nulla perché NOI sappiamo cosa fare, cosa non fare... poi di fatto, si recuperano più persone di questo genere che i Merenderos di cui tanti parlano in maniera critica... proprio perché la troppa sicurezza in se stessi é un grosso problema.

La paura é essenziale per la maturità, buonsenso, razionalità, ecc... ed é adirittura nobile.
Bisogna semplicemente avere il carattere di affrontare le proprie paure in maniera logica, realistica.
Sono pienamente d'accordo, sono spesso le persone più esperte che si fanno male, proprio perché dall'alto della loro esperienza/competenza sottovalutano le cose.

Ma io non mi stavo riferendo a questo genere di rischi, piuttosto volevo dire che quando si va in montagna di rischi e pericoli ce ne sono in abbondanza non andiamo ad aggiungerne altri, tutto qua.

La paura è l'emozione primordiale, quella più forte, che è alla base di molti dei nostri comportamenti, e soprattutto quella che ci aiuta a rimanere in vita. Il fatto di dire non avere paura della morte, non significa che non abbia paura di nulla, anzi, vuol dire accettare la morte come una componente della nostra vita, un fatto ineluttabile che prima o poi accadrà, ovviamente meglio poi che prima :p.

PS sono critico dei merenderos e su questo non torno indietro, mi dispiace :biggrin:
PPS se mai mi succederà qualcosa, potrai dire ecco l'avevo detto, criticava i merenderos e poi guarda cosa gli è successo. :rofl::lol::rofl:
 
U

Utente 24852

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Sono pienamente d'accordo, sono spesso le persone più esperte che si fanno male, proprio perché dall'alto della loro esperienza/competenza sottovalutano le cose.

Ma io non mi stavo riferendo a questo genere di rischi, piuttosto volevo dire che quando si va in montagna di rischi e pericoli ce ne sono in abbondanza non andiamo ad aggiungerne altri, tutto qua.

La paura è l'emozione primordiale, quella più forte, che è alla base di molti dei nostri comportamenti, e soprattutto quella che ci aiuta a rimanere in vita. Il fatto di dire non avere paura della morte, non significa che non abbia paura di nulla, anzi, vuol dire accettare la morte come una componente della nostra vita, un fatto ineluttabile che prima o poi accadrà, ovviamente meglio poi che prima :p.

PS sono critico dei merenderos e su questo non torno indietro, mi dispiace :biggrin:
PPS se mai mi succederà qualcosa, potrai dire ecco l'avevo detto, criticava i merenderos e poi guarda cosa gli è successo. :rofl::lol::rofl:

ahah... figurati ;)
Anche perché siamo lontani... penso che ci sarà un altro soccorritore (altri soccorritori) in caso succeda.
Spero e ti auguro che non capiterà mai ;)
 
Azz... quanti discorsi con quelli che mi rispondono "...ma non capita, sò dove mettere i piedi, son capace, io sò, io quà, io là. Snobbando qualsiasi potenziale rischio o pericolo..."... e questo nonostante gli si raccontino situazioni gravi, vissute in maniera molto diretta, in cui persone molto più "...capaci/esperte..." si son fatte male per delle stupidaggini. Una buona "filosofia", senza cadere negli estremismi ma semplicemente di maturità, buonsenso e umiltà, sono i semplici "...la natura non sà quanto sei preparato, capace... anzi, se gli và se ne sbatte..." e stessi discorsi nei vari contesti "...la valanga non lo sà....", ecc...

Il metodo migliore per farsi male é pensare di sapere tutto, che a noi non capita nulla perché NOI sappiamo cosa fare, cosa non fare... poi di fatto, si recuperano più persone di questo genere che i Merenderos di cui tanti parlano in maniera critica... proprio perché la troppa sicurezza in se stessi é un grosso problema.

La paura é essenziale per la maturità, buonsenso, razionalità, ecc... ed é adirittura nobile.
Bisogna semplicemente avere il carattere di affrontare le proprie paure in maniera logica, realistica.
Sono sempre fanciulli ma con esperienza Il fanciullo si culla nell' illusione della certezza.
Quella che criticavo. Essere esperti è un PRO ma non ti mette al riparo da tutto specialmente se sovrastimj tale esperienza.
E siamo in un contesto escursionistico no non invernale con rischi oggettivi bassi ma non nulli. Figurati d inverno o se arrampichi.
 
U

Utente 24852

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Personalmente, per esperienza, tendo a vederla differentemente.... ma chiaramente non é "oro colato" ;)
 
Mi è capitato di chiamare i soccorsi passando da un punto dove prende il cellulare e segnalare che stavo rientrando causa condizioni meteo avverse oppure problemi fisici senza chiedere il loro intervento.

L'unica volta che ho fatto intervenire i soccorsi è stato per un errore di valutazione sulle condizioni meteo/ambientali e il cercare di rientrare il più presto possibile quando avrei dovuto passare la notte in un posto sicuro ;)

Sapere quando rinunciare e tornare indietro oppure fermarsi in un luogo sicuro quando le condizioni non lo permettono ecco questo è già un punto di partenza.
E sapere gestire le condizioni di emergenza in attesa dei soccorsi.
 
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