Anch'io ho letto qualcosa di simile comunque perdite di peso forze anche di due kg attribuiti quasi solamente ad acqua e scorte di glicogeno (pesano anche quelle) come durante una maratona o una mezza, sono accettabili a parte che vengano reintegrate a fine della gara. Tuttavia stiamo parlando di sforzi a livello agonistico dove è verosimile che l'atleta tra endorfine, concentrazione ecc sia preso dalla competizione da non sentire lo stimolo.o il fastidio della sete, che un escursionista con un livello di attività medio basso o basso sente molto prima. Comunque perdite anche consistenti di liquidi e sali minerali nel giro di 8 o 10 ore non credo proprio rappresentino alcun rischio per la salute tanto piu in un soggetto allenato. Basta reintegrarle ....Non so se è stato detto...
Parlavo qualche tempo fa con un medico che prepara atleti che fanno attività tipo ultra trail.
Diceva che un buon metodo per verificare se si beve abbastanza durante lo sforzo fisico prolungato è questo: ci si pesa prima e dopo l’attività, se durante la giornata abbiamo perso più di 1,5 Kg. significa che dobbiamo abituarci a bere di più mentre camminiamo.
Il tempo per il quale vai giù con le scorte di liquidi in primis ma anche di sali è determinante ..infatti un conto è stare in riserva per due tre ore un conto per due giorni..nel secondo caso sei devastato, ma ancora vivoChiaramente ci sono quelli che vanno alla sbaraglio e che impiegano molto più tempo...
In piena estate se vai x 12 ore per monti, direi che è una scorta di backup sostanziosa ma non esagerataX tutti
Senza ad andarsi a fare tante paranoie
Sempre un litro e mezzo d'acqua in più nello zaino
Il tempo per il quale vai giù con le scorte di liquidi in primis ma anche di sali è determinante ..infatti un conto è stare in riserva per due tre ore un conto per due giorni..nel secondo caso sei devastato, ma ancora vivo
Certo sono imprese estreme al limite delle possibilità umane, ma le stesse difficolta a cui vanno uncontro questi atleti possono essere traslate nello scenario dell'escursionismo avanzato...Esattamente, i primi rimanendo dentro certi limiti arrivano relativamente in salute... perché il nostro organismo può facilmente superare degli scompensi, delle carenze... in alcuni casi e nel breve termine. Nel caso di quelle persone che invece azzardano troppo, il tempo si prolunga troppo... addirittura e solamente tra un punto di rifornimento e l'altro... causando problemi che talvolta porta a doverla recuperare. Ovviamente riferendomi al discorso delle gare e quelle di un certo tipo... 100 e passa km, 10'000 mt. dsl. +con tempi limite di 12 ore o simili.... per esempio.
Certo sono imprese estreme al limite delle possibilità umane, ma le stesse difficolta a cui vanno uncontro questi atleti possono essere traslate nello scenario dell'escursionismo avanzato...
Partendo dal fondo non uscire in caso di brutto tempo, è una regola aurea che quando disattesa aumenta i rischi anche in modo esponenziale.Per quanto mi riguarda riassumendo:
Avere SEMPRE una scorta di cibo ed acqua sufficente in caso di emergenza il tutto rapportato all'escursione.
Vestiario adeguato (impermeabile e un maglione il più), un telo e cordini per riparasi dalla pioggia, bivybag (o sacco a pelo d'inverno) bastoncini (utili per camminare, in caso di storte e come sostegno per il telo).
Victorinox e torcia frontale. Cellulare, cellulare di bakup, Gps, cartina e bussola e saperli utilizzare. Piccolo kit di emergenza con cerotti, bende, disinfettante, polase, coperta termica di alluminio, medicine personali.
In caso di emergenza mettersi al riparo e contattare i soccorsi e fornire la posizione GPS, non si sà mai come evolveuna situzione di emergenza.
Non uscire in caso di brutto tempo.
Esatto la certezza non esiste, sarebbe più corretto parlare di probabilità degli eventi, anche se in molti casi calcolarla non è così semplice.Mini Ot
Premetto il mio modo di vedere le cose, ci muoviamo in uno scenario complesso che non contempla la certezza:
nella gita piu facile, come fare un giretto in auto di 10 km a 70 con la cintura tempo buono condizioni psicofisiche buone, sono CERTO che non accadrá nulla poi un drogato o un vecchio non rispettano lo stop e faccio l incidente, bloccato in mezzo alla strada in arrivo un camion di 300 quintali a 80 all ora. Mi travolgerá. Ho 4/5 secondi per lanciarmi fuori dall abitacolo.
Quindi nel mondo reale praticamente NON esiste la certezza, a volte ma non sempre i rischi sono stimabili e riducibili drasticamente con tutte le precauzioni ragionevolmente adottabili, cintura di sicurezza si armatura al titanio no. Quindi il peggio può sempre succedere. Va accettato. Farne una croce, smettere di guidare, avere sempre ansia ecc è una reazione esagerata piu o meno da neuro, che mi impedirebbe di vivere. O traslando il discorso di fare escursioni.
Volete l esempio traslato in natura? Escursione facile facile, sono CERTO
che andrà tutto bene, invece dei ragazzini o dei balordi lungo il sentiero in pendenza lanciano un sasso 100 metri più in su nel vuoto, il sasso centra la mia testa oppure uno si lascia scappare da casa il rottweiler mai addestrato, lo incrocio e mi aggredisce.
È molto improbabile non impossibile.
non posso fare un escursione armato e con un elmo in testa come un soldato in guerra.
Anche qui la cosa va accetata.
Non farlo sarebbe da smettere di fare escursioni, smettere di vivere praticamente roba da neuro.
Da nevrosi.
Tutto il pippone x dire: non viviamo nella certezza
Questo senza dubbio. Direi che piuttosto che polemica siamo sulla stessa lineaChi ha paura di morire, muore tante volte; chi non ha paura di morire, muore una volta sola.
Sono pienamente d'accordo, sono spesso le persone più esperte che si fanno male, proprio perché dall'alto della loro esperienza/competenza sottovalutano le cose.Azz... quanti discorsi con quelli che mi rispondono "...ma non capita, sò dove mettere i piedi, son capace, io sò, io quà, io là. Snobbando qualsiasi potenziale rischio o pericolo..."... e questo nonostante gli si raccontino situazioni gravi, vissute in maniera molto diretta, in cui persone molto più "...capaci/esperte..." si son fatte male per delle stupidaggini. Una buona "filosofia", senza cadere negli estremismi ma semplicemente di maturità, buonsenso e umiltà, sono i semplici "...la natura non sà quanto sei preparato, capace... anzi, se gli và se ne sbatte..." e stessi discorsi nei vari contesti "...la valanga non lo sà....", ecc...
Il metodo migliore per farsi male é pensare di sapere tutto, che a noi non capita nulla perché NOI sappiamo cosa fare, cosa non fare... poi di fatto, si recuperano più persone di questo genere che i Merenderos di cui tanti parlano in maniera critica... proprio perché la troppa sicurezza in se stessi é un grosso problema.
La paura é essenziale per la maturità, buonsenso, razionalità, ecc... ed é adirittura nobile.
Bisogna semplicemente avere il carattere di affrontare le proprie paure in maniera logica, realistica.
Sono pienamente d'accordo, sono spesso le persone più esperte che si fanno male, proprio perché dall'alto della loro esperienza/competenza sottovalutano le cose.
Ma io non mi stavo riferendo a questo genere di rischi, piuttosto volevo dire che quando si va in montagna di rischi e pericoli ce ne sono in abbondanza non andiamo ad aggiungerne altri, tutto qua.
La paura è l'emozione primordiale, quella più forte, che è alla base di molti dei nostri comportamenti, e soprattutto quella che ci aiuta a rimanere in vita. Il fatto di dire non avere paura della morte, non significa che non abbia paura di nulla, anzi, vuol dire accettare la morte come una componente della nostra vita, un fatto ineluttabile che prima o poi accadrà, ovviamente meglio poi che prima .
PS sono critico dei merenderos e su questo non torno indietro, mi dispiace
PPS se mai mi succederà qualcosa, potrai dire ecco l'avevo detto, criticava i merenderos e poi guarda cosa gli è successo.
Sono sempre fanciulli ma con esperienza Il fanciullo si culla nell' illusione della certezza.Azz... quanti discorsi con quelli che mi rispondono "...ma non capita, sò dove mettere i piedi, son capace, io sò, io quà, io là. Snobbando qualsiasi potenziale rischio o pericolo..."... e questo nonostante gli si raccontino situazioni gravi, vissute in maniera molto diretta, in cui persone molto più "...capaci/esperte..." si son fatte male per delle stupidaggini. Una buona "filosofia", senza cadere negli estremismi ma semplicemente di maturità, buonsenso e umiltà, sono i semplici "...la natura non sà quanto sei preparato, capace... anzi, se gli và se ne sbatte..." e stessi discorsi nei vari contesti "...la valanga non lo sà....", ecc...
Il metodo migliore per farsi male é pensare di sapere tutto, che a noi non capita nulla perché NOI sappiamo cosa fare, cosa non fare... poi di fatto, si recuperano più persone di questo genere che i Merenderos di cui tanti parlano in maniera critica... proprio perché la troppa sicurezza in se stessi é un grosso problema.
La paura é essenziale per la maturità, buonsenso, razionalità, ecc... ed é adirittura nobile.
Bisogna semplicemente avere il carattere di affrontare le proprie paure in maniera logica, realistica.
Se vai su un sentiero ben battuto difficoltà massima E, bella stagione, cielo terso, 500 max 800 m dislivello mangi in rifugio e torni in macchina per le 17, 30 .. semplicemente rischi menoMerenderos di cui tanti parlano in maniera critica.