Ognuno è libero di pensarla come vuole fintanto che le sue scelte riguardano lui stesso e non la libertà e il diritto di vivere degli altri esseri viventi e questo non è animalismo o veganismo, ma saper stare al mondo Sile. E' amore e rispetto per tutto ciò che ci circonda.
Peccato che su questo pianeta, come diceva quella canzone "uno su mille ce la fa".
[grassetto nell'originale]
Eh, Cico28, ci siamo.
Ti rendi che stai dicendo e "grassettando" che nessuno è libero di essere onnivoro, o, che è lo stesso, che nessuno ha il diritto di essere onnivoro, e che tu sai stare al mondo e gli altri no.
Alla fine tu stai contestando la libertà stessa del carnivoro di essere tale, perché la sua scelta riguarda il "diritto di vivere" di altri esseri viventi.
Ad essere onnivoro, quindi, si finisce per essere una persona "crudele" e da lì a dire "assassino" il passo è molto ma molto breve.
Il "vegano" invece è (sarebbe) naturalmente persona non solo di etica superiore (non è crudele, non sfrutta le api ecc.) - perché sull'etica si potrebbero accettare standard diversi - ma persona sul cui modello etico dovrebbero tutti modellarsi, essendo il comportamento degli altri, dei non-vegani violento, crudele, violatore di diritti altrui.
La scelta tra vegano e non vegano dal terreno "etico" passa così, ovviamente, nel terreno giuridico, nell'ambito di quei comportamenti che la società può regolamentare o vietare in difesa di diritti dei deboli.
Quello che dà
veramente fastidio, della retorica vegana, non è la scelta individuale, che è rispettabilissima e per certi versi ammirevole ("ho scelto di nutrirmi senza uccidere altri esseri senzienti") e frutto talvolta di una spiccata sensibilità (e talaltra di uno spiccato narcisismo e desiderio di sentirsi moralmente superiori), ma la pretesa di ergersi a paladini di DIRITTI altrui e quindi - nel LUNGO periodo - di voler vietare agli altri il consumo di carne, in quanto pratica che viola DIRITTI altrui.
E' come se un mussulmano osservante venisse a dirmi che lui non beve alcolici perché la SUA religione glielo vieta, ma poi SOTTO SOTTO venisse fuori che, in realtà, lui si ripropone di vietare ANCHE A ME di bere alcolici, nel lungo periodo, perché nessuno ha il diritto di violare precetti divini.
Da un lato la maschera della scelta etica individuale, dall'altro il tentativo di imporre un DOMANI per legge agli altri la propria "scelta etica" sotto il pretesto del diritto altrui violato, della crudeltà.
Ecco perché i vegani e gli animalisti - come categoria e atteggiamenti, esclusi i presenti, ovviamente - mi stanno tremendamente sulle palle. Perché alla fine, nel momento in cui pongono la questione sul piano dei DIRITTI, è ovvio che stanno lavorando per limitare in futuro la mia e altrui libertà di SCELTA su queste questioni, e lo fanno pure salendo su un autocostruito pulpito.
Non sono diversi dai preti, che parlano di morale, di scelta individuale, ma poi vogliono imporre e riescono a imporre PER LEGGE i comportamenti che non riescono a imporre con la loro predicazione morale.
Un'ottima ragione per continuare a mangiare carne (di tanto in tanto), a vestire capi in pelle ecc. è proprio quella di difendere la propria libertà di scelta etica dagli attentati dei moralizzatori di costumi, degli autonominatisi portatori di un'etica superiore!