Trekking Dolomiti friulane

Dati

Data: 14-19/07/2024
Regione e provincia: Friuli, Udine
Località di partenza: Forni di sopra
Località di arrivo: Forni di sopra
Tempo di percorrenza: 6gg
Chilometri: 66km
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: fatica, pietraie verticali, passaggi esposti
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 5.700mt
Dislivello in discesa: 5.700mt
Quota massima: 2.332mt
Accesso stradale: dal paese


Descrizione
E' tanto tempo che non pubblico più sul forum i reportage delle mie uscite, che pure sono proseguite abbondanti. Un po' perchè trovo FB più veloce, un po' perchè mi sento sempre più scemo a presentarle su un forum che parla di "avventure". Ma questa volta faccio eccezione, un po' perchè per me a tratti una avventura la è stata, un po' perchè credo possa essere una meta di interesse per molti.
Si tratta di una variante dell'anello classico delle dolomiti friulane, che ho percorso a metà luglio con The Walking Robin, sotto la guida del buon @det . Ho voluto ripetere, in ambito diverso, la buonissima esperienza fatta sempre con TWR due anni fa sull' appennino tosco-emiliano: perchè ho scoperto che la dimensione del trekking in autonomia di più giorni, cui pure posso dedicare poco tempo, mi dà un senso di pienezza e libertà e ne torno cambiato come i bambini dalle vacanze estive; e con TWR perchè mi è piaciuto il loro modo e perchè penso che su alcuni tratti potrebbe essermi di aiuto un supporto. L'ho fatta con un set up molto simile a quello riportato allora, per cui non mi ripeterò. Basti segnalare che, con poche occasioni di pranzo lungo il percorso ma non di rabbocco vivande, il peso del cibo per 6gg è tanto e lo zaino alla partenza sfiora i 12kg acqua inclusa (che diverranno 9 l'ultimo giorno). Il gruppo era costituito, oltre che da Francesco alla guida, da me (il vecchio), da un ragazzo di Modena e da una ragazza di Padova entrambi poco oltre la trentina.

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Giorno 1: Forni di sopra - Campuros (10km, 1200mt+,210m-)
Il trekking inizia solo con noi tre uomini, con un meteo spettacolare e la prima risulterà alla fine la giornata più leggera: una lunga salita, costante e ripida, prima per sentieri erbosi e poi per alcune pietraie, che tocca attraversare talora lungo traversi sottili, franosi e inclinati: ciò mette alla prova il mio disagio nei passaggi difficili e la mia paura di "sentirmi venire meno la terra sotto i piedi". Tuttavia, con inutile e goffa lentezza, procedo e li supero, fino ad arrivare al termine dell'ascesa: il Passo Lavinal.

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Finita la salita, arriviamo finalmente a Campuros, un altopiano verde circondato da un anfiteatro di vette ripide e rocciose. Spettacolare. E subito cala nel cuore un senso di pace, di serenità, di grazia.
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Come sempre nei trekking con guida arrivi al campo molto presto, quindi abbiamo tanto tempo e tanta luce per inaugurare quella che sarà la routine dei prossimi giorni: scegliere il posto dove piantare la mia Lanshan 1 pro (questa è cambiata dall'anno scorso), preparandoci dentro sacco e materassino (l'ottimo naturhike che avevo scoperto un anno fa e di cui tanto si è parlato nel forum: confermo robusto, leggero, caldo, piccolo), recandoci al punto acqua per riempire la sacca idrica di acqua da filtrare e per concederci un lavaggio minimale; relax; cena liofilizzata (con le buste decathlon che preferisco) con il set da cucina ad alcol; e poi finalmente a letto, stanchi, alle 21.00.
Dormire nel nulla (o nel tutto?) è meraviglioso!

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Giorno 2: Campuros-Bivacco Marchi Granzotto (12km, 1000mt+,900m-)
Avendo dormito nel prato, ci risvegliamo dentro tende zuppe di condensa per la bruma notturna, immersi in una vallata lattiginosa vagamente spettrale. Ci diamo subito la carica con una ricca colazione (caffè liofilizzato e mezzo tubo di Ringo), una onorevole cerimonia di deposito fecale in recessi cespugliosi (!), quindi si fa su il tutto e si parte. Scavallata la forcella 200mt più sopra, si apre tutto intorno un panorama vastissimo e imponente, dentro il quale iniziamo una lunghissima discesa franosa di oltre 800mt che ci porta al Rifugio Giaf, dove arrivo personalmente distrutto dal caldo e dalla fatica e dove, contro ogni logica, ci regaliamo un pasto caldo: riguardandola a ritroso, la discesa appena compiuta mi sembra folle, eppure da dentro era solo faticosa!
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Dopo questo riposo, si parte per una salita tostissima di 800mt fino alla Forcella del Cason, spezzata in due tranche da 400. La seconda in particolare mi mette davvero alla prova, perchè è un'erta ripidissima, prima lungo un canalone franoso dove mi fermo esausto ogni pochi minuti a rifiatare per mantenere un po' di lucidità, quindi lungo tratti di "facile arrampicata su roccette un po' esposte": non difficile in assoluto, ma per me del tutto nuovo, inatteso e spaventoso, soprattutto con la stanchezza addosso e il peso dello zaino che ti tira in fuori. La mia angoscia galoppa per vaste praterie... ma curiosamente traversi analoghi a quelli che ieri mi avevano fatto titubare e penare in zone ben più semplici, oggi li supero con passo deciso: c'ho altri caxxi di cui occuparmi oggi!
Alla fine, scavallata la forcella, l'arrivo è trionfante: per l'esperienza fatta, che mi fa sentire bene; e per il panorama grandioso del bivacco in metallo che si staglia in mezzo ad una nuova e più spettacolare corona di montagne (al Giaf ce lo avevano descritto come "il posto più bello del mondo"!). E finalmente ci raggiunge la quarta del gruppo, che arriva per conto proprio. Abbiamo tempo di vedere atterrare un elicottero in cerca di turisti dispersi, dividerci tra chi dorme in tenda e chi come me sceglie di provare il bivacco (per me la prima volta), poi si cena come la sera prima e a nanna.

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Giorno 3: Bivacco Marchi Granzotto-Bivacco Perugino (6km, 600m+)
Nonostante il sonno, non voglio perdermi l'opportunità di vedere l'alba in un luogo così, per cui mi sveglio alle 5.00. Spettacolo.
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Durante la colazione un po' ammaccata, Francesco ci descrive la giornata in arrivo come una giornata di recupero dalle sfacchinate dei due giorni precedenti. In effetti le metriche sono le più miti di tutto il trekking. Ma, aldilà della stanchezza dei primi due giorni, la nuova giornata si rivela identica alla salita terminale del giorno prima: una breve discesa ripida e friabile, seguita da una lunga, insistita e insidiosa salita, su roccia ripida friabile e con nuovi tratti in "facile arrampicata". Tu lo sai Francesco quanto ho desiderato ucciderti!
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Come già il primo e il secondo giorno, guardando il muro che mi sta di fronte penso che non ce la farò mai: sono ancora ai suoi piedi e già sono morto.... e poi è troppo difficile per me. E invece si parte, un passo alla volta, una pausa quando serve, un aiuto da Francesco nei passaggi per me più ansiogeni, e alla fine arriviamo in cima. E se il giorno prima il premio della vista all'arrivo aveva più che ripagato ogni fatica, oggi la vista del "Campanile" lascia veramente a bocca aperta., grati di poter essere in un luogo per me inimmaginabile, fuori dello spazio, del tempo, a mille miglia da me stesso. Montiamo le tende e dormiamo come bimbi.
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Giorno 4: Bivacco Perugino-Casera Bregolina Grande, 11km, 800m+, 1000m-
La giornata tecnicamente più facile di tutto il trekking sarà anche la più faticosa, con una iniziale lunghissima discesa dal Campanile fino a fondo valle, attraversamenti di lunghi ghiaioni assolati e cocenti, seguite da salite per boschi freschi ma ripidissime e lunghissime. La maggior facilità del passo lascia spazio a contemplare la bellezza dei boschi, ma soprattutto a tante chiacchiere tra di noi: ormai siamo insieme da più di tre giorni, ci conosciamo bene ed è un gruppo ben affiatato.
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Il premio e la chicca di giornata è la Casera: una casa di montagna recentemente ristrutturata, molto bella, non solo sita in una vallata meravigliosa con un affaccio incredibile, ma con acqua corrente, water e doccia fredda, un tavolo con le sedie per la cena e letti comodi in cui dormire al caldo. Rinfrancati da tutto ciò, ci ritroviamo ad un certo punto l'uno a fianco all'altra a contemplare in silenzio la meraviglia della vallata: sembra quasi che sia la valle a contemplare noi, dal fondo del suo silenzio.
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Giorno 5: Casera Bregolina Grande-Casera Pramaggiore, 13km, 1100m+/-
Quinto giorno, e fu sera e fu mattina! Ristorati dalla splendida serata e da una generosa colazione, iniziamo una giornata lunga e impegnativa ma godibile. Mi riporta ai miei esordi questo tracciato prevalentemente boschivo, addolcito dalla terra morbida, l'ombra fresca, il profumo dei pini mughi e le meravigliose creature vegetali che incontriamo.

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Arriviamo a Casera Pramaggiore, anche questa in ristrutturazione ma di tutt'altro livello. La scelta comune è sfruttare il tavolo e le sedie per la cena, ma di goderci l'ultima notte in tenda, nonostante minacci pioggia. Durante la notte in effetti pioverà, senza creare grandi problemi alle nostre tende.

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Giorno 6: Casera Praggiore-Forni di sopra, 14km, 900m+, 1800m-
E' l'ultimo giorno e prassi vorrebbe fosse leggero e di commiato. Ma una frana ha bloccato la strada prevista, per cui ci tocca una variante che aumenta sensibilmente chilometraggio e dislivello, proprio quando ormai le gambe sono bollite e la testa comincia a staccare. Giusto per non farsi mancare nulla. Così partiamo, dopo un saluto alla bellissima prospettiva offerta dalla Casera. Lungo la strada ancora la giornata regala panorami vasti e grandiosi.

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Ma la realtà è che già alla fine della prima salita io non ne ho più, ma proprio più. Mi rendo conto di aver sbagliato dieta nel corso dei giorni, dando troppo spazio a cereali (taralli e barrette), troppo poco alle proteine (sostanzialmente i cubetti di parmigiano e le zuppe serali) e di aver idratato in maniera insufficiente (meno di 2lt al giorno): più che stanco forse sono scarico!
Eppure bisogna arrivare in fondo. E quindi reggo, con la testa, col cuore, con la tigna. Nè mancano gli ultimi passaggi infidi, che la stanchezza mi fa apparire peggiori di quanto non siano. Scavallato l'ultimo valico, finita l'ultima salita, col cuore che ormai non spinge proprio più, finita l'ultima curva difficile, sento un senso di liberazione, di pace, sciogliersi in un piccolo pianto, un tracimar di lacrime per aver avvicinato davvero quello che - in questi giorni - è stato il mio limite. Il mio K2.
Ora resta solo la discesa finale. Una discesa infinita, che spezziamo a metà pranzando al Rifugio Flaiban-Pacherini ... ma sempre restano 1800 metri di dislivello a scendere. Eppure passano, li facciam passare. A chiacchiere. A raccontarci cose. A scambiare pezzi di vita.

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Dopo una spruzzata di pioggia e un po' di alberi a ripararci, siamo di nuovo a Forni. Scende la sera, è il tempo di una birra, una cena civile, un saluto. Chi parte subito, chi partirà il giorno dopo. La compagnia dell'anello si scioglie qui.
 

Avventurosamente guadagna dagli acquisti idonei dei prodotti linkati.

U

Utente 31342

Guest
Bravo!
Guarda se veramente andavi a due litri al giorno, non andavi per la disidratazione, e probabilmente carenze di sali , le proteine non c'entrano nulla , su così pochi giorni poi ... tra l altro da cereali sei sempre sul 10-15 gr-100 gr hai voglia a catabolizzare.
 
Bel giro conosco bene quelle zone se ti piace la natura selvaggia e se avrai intenzione di tornare da quelle parti ti consiglio da Forni di sotto di dirigerti in direzione Ampezzo costeggia il fiume tagliamento, cascata rio grasia,e fai il passo del rest,,cascata malandrai e arrivi aTramonti di sopra.
Mi hai fatto voglia di tornarci
 
Bel giro conosco bene quelle zone se ti piace la natura selvaggia e se avrai intenzione di tornare da quelle parti ti consiglio da Forni di sotto di dirigerti in direzione Ampezzo costeggia il fiume tagliamento, cascata rio grasia,e fai il passo del rest,,cascata malandrai e arrivi aTramonti di sopra.
Mi hai fatto voglia di tornarci
Grazie della dritta. Chi lo sa, vedremo.
 
Tantissima roba.

Il Friuli è così: o lo ami o lo odi... o tutte e due :biggrin:
Concordo. Alla partenza mi chiedevo perchè le Dolomiti fossero identificate con la parte veneta e non con quella friulana. Ora che l'ho visto me ne sono dato una spiegazione: la parte friulana è più selvaggia, più faticosa, piena di montagne addossate l'una alle altre, finita una salita tosta c'è sempre una discesa tosta, i panorami sono segreti, li scopri dal di dentro. Personalmente l'ho trovato meraviglioso.
 
Concordo. Alla partenza mi chiedevo perchè le Dolomiti fossero identificate con la parte veneta e non con quella friulana. Ora che l'ho visto me ne sono dato una spiegazione: la parte friulana è più selvaggia, più faticosa, piena di montagne addossate l'una alle altre, finita una salita tosta c'è sempre una discesa tosta, i panorami sono segreti, li scopri dal di dentro. Personalmente l'ho trovato meraviglioso.

Si è roba per testardi... le valli strette costringono a superare pendenze che scoraggiano.
A chi piace, piace ;)
 
E che devo dire...è stato veramente un piacere @C2C7 !! Grazie del resoconto!

Ricorderemo sempre di aver raggiunto, dopo "dolci pendenze e facili roccette" (cit.) posti spettacolari per dormire!
 
meteo spettacolare e la prima risulterà alla fine la giornata re tra di noi: ormai sera: una casa di montagna recentemente ristrutturata, molto bella, non solo sita in una vallata meravigliosa con un ini mughi e le
Che bella descrizione! Mi par di essere lì....ops, MA SONO LÌ:p sto scrivento da sotto il Cimacuta:) In questi giorni, come 2 anelli simili al vs. fatti anni fa, quello che mi spiazza qui è che spesso l itinerario pianificato, si perde per sentieri scomparsi, magari per frane e i tempi si dillatano. Curiosità, visto che @det ha aggiunto un pò di spicy, c è un motivo per nn aver fatto la cima Pramaggiore?
 
Che bella descrizione! Mi par di essere lì....ops, MA SONO LÌ:p sto scrivento da sotto il Cimacuta:) In questi giorni, come 2 anelli simili al vs. fatti anni fa, quello che mi spiazza qui è che spesso l itinerario pianificato, si perde per sentieri scomparsi, magari per frane e i tempi si dillatano. Curiosità, visto che @det ha aggiunto un pò di spicy, c è un motivo per nn aver fatto la cima Pramaggiore?
Ciao Ghiro!
Si, non l'abbiamo fatta per motivi di tempo, stanchezza dopo 5 giorni di cammino e passaggi tutto sommato esposti.
Ma viste la giornate dei giorni precedenti non abbiamo perso nulla in quanto a panorama!
 
Esperienza sofferta e profonda. Nella mia breve esperienza lungo l'Alpe Adria Trail ho identificato il Friuli come una terra silenziosa e affascinante, povera e aspra, lontana dai clamori mondani del gruppo dolomitico centrale. E con borghi solitari e isolati che ricordano molto quelli del nostro Appennino.

Ippolito NIeve scriveva: "Il Friuli è un piccolo compendio dell'universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì”. E Guido Piovene confermava: "È fantasia dei friulani che la loro terra, con le montagne della Carnia, le colline dell'Udinese, la pianura, i paesaggi lagunari lungo la costa, le diverse razze e i colori vivaci di un tempo più antico del nostro, sia per se stessa un universo nella sua varietà”.
 
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