Però vedi, non è mica solo questo.
Che uno come te, che ha fatto il suo, sia comodo quando si ritaglia il tempo per sciare magari facendo conoscere la montagna ai più giovani è tutto oro che cola. Ma non ci sei solo tu. È l’arroganza della montagna usa e getta che mi ferisce.
Anche d’estate bada bene.
Discoteche a cielo aperto, con chiunque che parcheggia davanti al “rifugio” dove quando ero bambino se non avevi i panini per pranzo semplicemente lo saltavi, cozzano in modo piuttosto brutale con la mia “età dell’oro”.
Assieme a mio papà, se non ci mettevamo gli sci da fondo (in legno, perché li avevo ereditati) e attraversavamo boschi e sentieri che erano lì perché te lo ricordavi e basta, semplicemente non ci arrivavi al rifugio (che era chiuso, ma approfittavi della tettoia per riposarti).
Ma quando eri su era... bello... tutto qui!
Oggi ci sono motoslitte, slitte con i cavalli e gatti che portano maramaglia vestita da dirigenti che vanno ad un congresso e magari ce lo fanno veramente un congresso pittoresco in quota, ma vedo meno marmotte meno tutto...
Me lo dico da solo che sono anacronistico, ma continuo a rimanere triste per questa deriva.
Poi, secondo te, ragionando in maniera pressapochista, chi rispetta di più la montagna, chi ha il mio approccio o chi cerca i “rifugi” dove mangia ostriche?