Dolomiti, il grande carosello

Scusate, non ho letto tutti i passaggi, forse è stato già detto (me lo auguro in realtà), ma tutto il mio rimpianto, la mia frustrazione e un pochino di rabbia provengono da una considerazione velenosa per quanto è amara: una volta la montagna era di chi se la guadagnava oggi di chi la paga... ma le due monete sono cose diversissime...
 
se per guadagnarsela intendi scarpinare come un coyote per un intera giornata e poi fare una sola discesa. Bè contento che la musica sia cambiata.
Quando ero piccolo nostra madre ci portava a crissolo due o tre volte l'anno e sembrava lo facesse apposta (segue bestemmia) parcheggiava nell'ultimo parcheggio in fondo al paese,insomma quello più lontano. Poi in seguito capì ch era perchè lei era negata a guidare e sopratutto a fare manovra in spazi stretti (una volta dentro crissolo ci giravi in auto).
Fatto sta che tra lei che faceva apposta ad allungarci la strada ,quella pagliaccia di mia nonna che sebbene avessimo sete diceva a tutte le fontane "non bevete tutta quell'acquaccia..
Di fatto la gita a san chiaffredo o la fiera del paese diventava un supplizio. Quando poi c'era di mezzo zio mario che per andare fino all'odiosissimo lago fiorenza (come se il mondo finisse lì) ci faceva tenere ritmi da marcia forzata ovviamente passando dalle balze di cesare il...perchè di tutto quest'odio.

Adesso per carità non interessa arrivare al parcheggio migliore,salgo per i cavoli miei senza che nessuno mi metta fretta,se ho sete bevo se ho fame mangio e via così.
 
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Però vedi, non è mica solo questo.

Che uno come te, che ha fatto il suo, sia comodo quando si ritaglia il tempo per sciare magari facendo conoscere la montagna ai più giovani è tutto oro che cola. Ma non ci sei solo tu. È l’arroganza della montagna usa e getta che mi ferisce.

Anche d’estate bada bene.

Discoteche a cielo aperto, con chiunque che parcheggia davanti al “rifugio” dove quando ero bambino se non avevi i panini per pranzo semplicemente lo saltavi, cozzano in modo piuttosto brutale con la mia “età dell’oro”.

Assieme a mio papà, se non ci mettevamo gli sci da fondo (in legno, perché li avevo ereditati) e attraversavamo boschi e sentieri che erano lì perché te lo ricordavi e basta, semplicemente non ci arrivavi al rifugio (che era chiuso, ma approfittavi della tettoia per riposarti).

Ma quando eri su era... bello... tutto qui!

Oggi ci sono motoslitte, slitte con i cavalli e gatti che portano maramaglia vestita da dirigenti che vanno ad un congresso e magari ce lo fanno veramente un congresso pittoresco in quota, ma vedo meno marmotte meno tutto...

Me lo dico da solo che sono anacronistico, ma continuo a rimanere triste per questa deriva.

Poi, secondo te, ragionando in maniera pressapochista, chi rispetta di più la montagna, chi ha il mio approccio o chi cerca i “rifugi” dove mangia ostriche?
 
Impariamo quindi dai fallimenti del passato per evitarne altri in futuro

Pian Gelassa, stazione fantasma


Poco importa che il fallimento della stazione abbia rimesso a disposizione degli scialpinisti un bell’itinerario, quello al Monte Pintas, con esposizione Nord (anche se la quota modesta non lo rende sempre fattibile, specie nelle ultime stagioni caratterizzate da precipitazioni anomale). Il punto è che, salvo rarissime eccezioni, le zone montane adatte in modo “naturale” allo sci di pista, sono ormai state sfruttate appieno e ogni nuovo progetto (che sia un singolo impianto o un’intera stazione) è inevitabilmente una forzatura.
 
e attraversavamo boschi e sentieri che erano lì perché te lo ricordavi e basta, semplicemente non ci arrivavi al rifugio (che era chiuso, ma approfittavi della tettoia per riposarti).

Ma quando eri su era... bello... tutto qui!

E' ancora bello, finchè si usa ancora questo tipo di approccio alla montagna (che io prediligo) e facendo itinerari poco noti-battuti dai turisti (e in orari non da turisti).
 
bè ,pian del frais ha riaperto. Almeno per le scuole in zona "l'inutile" ginnastica può essere fatta in modo più divertente. Certo che se sento scuole che hanno bisogno di pulman per portare i bimbi in palestra mi viene l'angoscia.
 
L’arco alpino è costellato di resort, carcasse di funivie e skilift abbandonati: 40 in Val d’Aosta, altrettante in Piemonte, 35 in Veneto, 25 in Friuli, senza contare tutte quelle lasciate marcire sugli Appennini, dalla Liguria alla Calabria. Scheletri arrugginiti, tralicci che sono come la testimonianza di una guerra persa dall’uomo per inseguire un sogno impossibile: sciare a mille metri di quota al tempo del cambiamento climatico. A mettere insieme tutti i censimenti degli impianti di risalita abbandonati, realizzati in questi anni da Mountain Wilderness, Lega Ambiente e Cipra, Commissione internazionale per la tutela delle Alpi, si arriva quasi a contarne 200.

https://www.corriere.it/foto-galler...pi-966f493c-24c8-11ea-9531-c9ac2e82635a.shtml
 
Si ma questa frase da ecokey falliti potevano anche risparmiarsela. Quasi sembra uscita dalla bocca storta della tundberg. Negli anni 60 e 70 la neve c'era e c'è n'era veramente tanta. Altro che adesso. Ma quando li hanno costruiti sapevano già cosa sarebbe successo? Non credo. Con il metro di oggi è facile giocare.

"Duecento cimiteri di montagna che sono un monumento della miopia degli amministratori locali, nell’illusione di rilanciare delle zone depresse puntando sullo sci da discesa "

Ok,allora è meglio illudersi e magari imbroccarla o vendere paesi interi al prezzo di un suv perchè la gente "deve" andare in città a vivere (o morire) diversamente?

Modalità "non politicamente corretto" attiva:

ma se già allora in caso di mancata nevicata e mancata apertura si spianava chi diceva" preghiamo che non nevichi perchè alle 7 dobbiamo andare a messa" perchè sembrava quasi fosse un peccato mortale divertirsi sarebbe cambiato qualcosa? :) :) perchè un pò un pò ma poi stufa
 
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Due anni fa, un pool di ricercatori ha analizzato le prospettive climatiche degli impianti sciistici che fino ad oggi hanno ospitato una o più edizioni delle Olimpiadi invernali. In uno scenario ottimistico soltanto 13 dei 21 impianti osservati sarebbero in grado di ripetere l’esperienza nel 2050 mentre gli altri 8 dovrebbero chiudere per mancanza di neve. Nello scenario peggiore, proseguono i ricercatori, gli impianti disponibili entro la metà del secolo si ridurrebbero a dieci per scendere a otto, ovvero poco più di un terzo del totale originale, nel 2080.

https://valori.it/alpi-senza-neve-clima-turismo/
 
Anche questa NON è la soluzione ottimale,oltretutto è anche molto meno scorrevole della neve vera e se cadi ti fai più male.
Si trovasse la maniera di farli a rimini o riccione si risparmierebbe anche sui costi di trasporto ma non ci sono temperature sufficentemente basse per lungo tempo e pendenze sufficienti. Ma con il giusto impiego di scavatrici magari si potrebbe anche fare e magari abbattendo il turchino (il materiale bisogna pur prenderlo da qualche parte) potremo finalmente spazzare dalla pianura padana la nebbia e le polveri (qualcuno si ricorda portobello?) e girare tutti con un bel suv 3000 cc diesel ovviamente.

Sono un goccio polemico,ah no ho dimenticato una cosa,finalmente certe montagne saranno lasciate così in pace che metà delle attività stagionali chiuderanno,avverrà lo spopolamento e la gente continuerà a trasferirsi in città. Da me ci sono molte case vuote perchè gli impianti di risalita non "tirano" più come una volta e perchè la gente preferisce cambiare telefonino (buttando via quello che avevano che ancora andava) piuttosto che farsi lo stagionale o qualche uscita libera in più.

A quel punto (perdonate la cattiveria) al cammellaro di turno per fare una strage basterà un petardo! Perchè tanto oramai siamo in tema di psicosi,facciamole fino in fondo.
 
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Mi chiedo se l'impatto del coronavirus sull'industria degli impianti sciistici porterà alla soppressione di questi propositi... il 2026 forse è ancora troppo distante? Come si sa... non tutto il male vien per nuocere...
 
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se la gente è come me il prossimo anno ci andrà il doppio e ci andrò pure io ,i coyote girano a 13000 giri per sta chiusura del piffero
 
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Mi chiedo se l'impatto del coronavirus sull'industria degli impianti sciistici porterà alla soppressione di questi propositi... il 2026 forse è ancora troppo distante? Come si sa... non tutto il male vien per nuocere...

Magari fosse. Ma quella sciistica è una delle industrie più insulse, impattanti e ignoranti che esistano quindi ne dubito.
 
E’ calato il sipario, senza applausi, sul triste teatro del nostro turismo invernale alpino e appenninico. L’incapacità di imprenditori e amministratori di realizzare che i tempi erano cambiati e che era il momento di provvedere a una diversa gestione dell’attrattiva turistica è improvvisamente diventata lettera morta con la chiusura forzata degli impianti e con la proibizione di qualunque spostamento fisico per diporto.

https://www.gognablog.com/stazioni-moribonde-sotto-i-1500-m/
 
Per quanto mi riguarda, e so che potrebbe sembrare un'eresia, vieterei lo sci. O per meglio dire : fosse per vieterei tutti i cosiddetti "sport" che comportano necessariamente strutture architettoniche impattanti oltre un certo limite.
In primis l'automobilismo, che peraltro già intrinsecamente è uno sport per modo di dire.
Ma poi appunto anche lo sci, e persino il calcio coi suoi mastodontici stadi.
In realtà non sarebbe un vero e proprio divieto", ma un semplice riportarli sullo stesso piano di tutti gli altri, che rispettano l'ambiente in cui si svolgono e sono loro ad adeguarsi ad esso, non viceversa. Vuoi farti la discesa con gli sci ? Nessuno te lo vieta, ma la risalita te la fai a piedi : e così scremiamo tutti quelli che passano direttamente dell'ascensore e le scale mobili in città all'impianto di risalita in montagna.
Trovo inconcepibile che per soddisfare i pruriti degli sciatori si cambino letteralmente i connotati a interi comprensori, sbancandoli e deturpandoli in modo irrimediabile. Per giunta, questo nonostante un'estrema vulnerabilità degli sport invernali alle condizioni meteorologiche che non trova pari in alcuna altra disciplina, e tantopiù con le prospettive climatiche che sappiamo : come dire una miopia elevata al cubo.

Trovo persino incredibile che si debbano fare discorsi del genere laddove lo sport è qualcosa che intrinsecamente cala l'uomo in un ambiente, così come questo è. In questo senso, ad esempio, proprio la differenza tra sci e sci di fondo è esemplare.
E beh, bella perla, e lo dice uno che esce quasi esclusivamente con le pelli. Sarà eco compatibile l’esercito di cialtroni che da Giugno a Settembre in massa invade letteralmente le montagne per avere la propria fetta di verde.. e che mentre dice ai compagni di merenda “guarda che natura” finisce la sigaretta e la butta nel prato o sul sentiero. Non serve vivere in montagna come me per sapere in che stato siano i sentieri, dopo l’invasione degli amici della natura. Tappeti di mozziconi, fazzolettini, custodie di fazzolettini, fino ad arrivare ad assorbenti e pannolini. Sinceramente, dovendo scegliere, 100 volte meglio una seggiovia che occupa un ben determinato spazio piuttosto che spazzatura ovunque. E pontendo parlare con gli autori di questi capolavori di sensibilità ecologica si assisterebbe quasi certamente ad invettive contro la maleducazione degli ALTRI e lo sfregio portato sui monti dal business (a volte per davvero).
 
Magari fosse. Ma quella sciistica è una delle industrie più insulse,

Non condivido manco una parola di quanto detto,i maggiori contagi avvengono probabilmente nelle discoteche.

C'è gente che dietro a quelle strutture impattanti ed ignoranti ci vive. Ma del resto meglio la montagna abbandonata e in mano a quelle poche unità che dicono con estrema arroganza "solo con il sudore della fronte". Da adesso in avanti NON INTENDO PIU' SENTIRE CRITICHE da chi non ha mai messo uno snowboard ai piedi. Perchè è da quando avevo 8 anni che ho dovuto subire le stupidaggini galattiche di genitori "da montagna" che ti portavano nei posti più insulsi per qualche rifugio o un laghetto stupido facendoti sudare,disidratato (e in qualche caso sentivo le dita gonfie) con ritmi da marcia forzata.

Difatti lo sci prima e lo snowboard dopo hanno rappresentato per me il ritorno alla montagna (d'inverno) . E quando gli impianti sono chiusi spesso vado su piedi prendendomi i MIEI ritmi.

Data la loro età media di quelli che berciano mi viene da chiedere aiuto dal nostro comune amico microscopico e con le punte. Anche perchè se questa insulsa industria chiude ci saranno molti più ragazzini che si TOSSICANO in altre attività.

Dal mio piccolo in questa stagione che è stata rovinata in questa chiusura ingiudicabile ogni sabato salivamo in sei -sette che ovviamente alla sera NON andavano in discoteca. Io conto,non spero di fare altrettanto la prossima stagione.
Che poi si dovrà andare tutti a muso coperto bè lo stile talebano presenta bene...

Di sicuro il giorno che avrò cambiato la big hit la prossima spesa sarà una F2 eliminator non di sicuro un bonfico al CAI,FAI o alla FAO
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E’ calato il sipario, senza applausi, sul triste teatro del nostro turismo invernale alpino e appenninico.
Sembra che ne sei contento.:no: pensa che se vedessi prendere a catenate uno dei tanti che all'epoca facevano il tifo per il contagio in coda agli impianti faccio un applauso.

A proposito io al lavoro ci vado in bici e ho cambiato casa anche per quel motivo,quanti dei "super ambientalisti" lo fanno ?

Ho un mezzo che consuma tantissimo (pulmino vw) e con 2 quintali di carburante giro tutto l'anno.
 
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