Dolomiti, il grande carosello

Nonostante fossimo preparati a scenari devastanti mai avremmo previsto quanto abbiamo potuto documentare (FOTO nell’articolo) in un sopralluogo condotto sull’area di svolgimento dei mondiali di sci alpino 2021 a Cortina d’Ampezzo (o 2022? lo sapremo a giorni).

https://www.mountainwilderness.it/e...21-la-distruzione-pianificata-della-montagna/

Ecco perché io rabbrividisco quando si parla di "eventi", "grandi opere" e opere in deroga. L'unica risposta è moltiplicare le aree protette il più possibile ma è chiaro che sono operazioni che vanno contro costruttori, speculatori, industriali e poteri vari. Le Dolomiti ormai si sa, sono un parco giochi e una macchina da soldi.

La cosa divertente è che sarà il "climate change" a fare giustizia. C'è solo da mettersi sulla riva del fiume ad aspettare.
 
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La cosa divertente è che sarà il "climate change" a fare giustizia. C'è solo da mettersi sulla riva del fiume ad aspettare.

E pensa se invece si inverte tutto e tutti con lo snowboard sul monte dei capuccini (montagna bassissima e con poca poca neve!)

Forse quest'anno pian munè inizia i lavori per l'innevamento....salvo virus pagliacci vai di stagionale!"
 
E pensa se invece si inverte tutto e tutti con lo snowboard sul monte dei capuccini (montagna bassissima e con poca poca neve!)

quale, questo? :poke::poke::poke:

209697
 
Può la pandemia accelerare un processo di transizione dell’economia alpina verso un modello di turismo economicamente e ambientalmente più sostenibile?

https://gognablog.sherpa-gate.com/piste-da-sci-chi-paga-se-non-si-apre-a-natale/
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https://www.mountainwilderness.it/e...one-verso-un-modello-di-turismo-invernale-pi/

Il solo fatto che dalle due settimane a cavallo di fine anno dipende gran parte della stagione, in termini di presenze e ricavi, evidenzia la forte debolezza del sistema. È bene, inoltre, ricordare che l’industria dello sci sopravvive perché da decenni è per lo più sostenuta con enormi iniezioni di denaro pubblico. I costi di mantenimento di questa pratica stanno lievitando di anno in anno, sia in conseguenza dell’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, sia per i costi di messa in sicurezza delle piste, sia per le nuove esigenze di una clientela – peraltro numericamente in declino – oramai abituata a piste larghe come autostrade e lisce come tavoli da biliardo. Il solo innevamento delle piste italiane costa 100 milioni di euro a stagione e quasi tutto sostenuto con denaro pubblico.
 
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Penso anch'io che lo sci da discesa classico debba essere sostituito progressivamente con una fruizione della montagna invernale più rispettosa della natura e meno dispendiosa.
Attrezzare una montagna per lo sci da discesa costa molto, e se l'attività finisce - cosa che può capitare a causa del cambiamento climatico- i l paesaggio ne rimane deturpato e diventa difficile da recuperare per un altro tipo di uso.
Più sci di fondo o scialpinismo o ciaspole, piuttosto. Cioè più "sana fatica"
 
Se l'economia montana dovesse vivere solo con gli sciatori, ovvero solo per l'attività dello sci, sarebbe già morta. L'economia è rinata nel momento in cui la fatica, e le comodità, si è sempre più ridotta, la prima, e la seconda aumentata. Fatica e denaro non stanno bene insieme.

A mio avviso, ovviamente.

Ciao :si:, Gianluca
 
Secondo il Cai, tra l'altro: "Non vi sono le condizioni per ulteriori espansioni dei comprensori sciistici verso zone intatte e tantomeno all'interno delle aree protette a livello europeo o nazionale; è invece necessario gestire nel modo più razionale e sostenibile le stazioni sciistiche che presentino ancora buone prospettive, al fine di attirare un pubblico che dispone di molte offerte concorrenziali nell'arco alpino europeo, attraverso la necessaria diversificazione e ammodernamento delle attività, ma rigorosamente all'interno dei limiti degli attuali comprensori e urbanizzazioni; la gestione sostenibile per l'ambiente richiede una revisione della pratica dell'innevamento artificiale; si deve preparare la transizione verso modelli differenti di sviluppo, soprattutto nel caso delle stazioni a quote più basse o in situazione più fragile rispetto alla concorrenza". Per il Club alpino italiano, infine, "si devono mettere in evidenza località montane diverse dalle stazioni sciistiche, attraverso la proposta di forme di turismo differenti rispetto allo sci alpino e forme di ospitalità diffusa su tutto il territorio".

https://www.ansa.it/valledaosta/not...sci_b3f2e798-841d-4bfb-ac6b-7101accbf38f.html
 
C'è qualcosa che non capisco
posto che questa stagione è chiaramente un disastro normalmente non credo che sia così.

Tempo fa avevo stimato che una stazione sciistica del tipo Kronplatz facesse minimo 5000 persone al giorno, con un prezzo medio di 50 euro fa 250.000 euro al giorno.

Vero è che la stagione può contare solo su una 60ina di giornate ... fanno comunque 15 milioni a stagione... solo come introito diretto.
L'indiretto come baite ristoranti alberghi è anche superiore ...faccio fatica a credere che sia una industria in difficoltà (in condizioni normali intendo)
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Penso anch'io che lo sci da discesa classico debba essere sostituito progressivamente con una fruizione della montagna invernale più rispettosa della natura e meno dispendiosa.
Attrezzare una montagna per lo sci da discesa costa molto, e se l'attività finisce - cosa che può capitare a causa del cambiamento climatico- i l paesaggio ne rimane deturpato e diventa difficile da recuperare per un altro tipo di uso.
Più sci di fondo o scialpinismo o ciaspole, piuttosto. Cioè più "sana fatica"
Piacerebbe molto a chi è disposto alla fatica e ama i paesaggi intonsi
ma sarebbe fatale all'economia montana come si intende oggi.... le 5000 persone al giorno che dicevo sopra
si ridurrebbero a qualche decina ... moltissime attività chiuderebbero , la montagna sarebbe più selvaggia ma meno curata e potrebbe risultare meno fruibile anche per i faticatori.
 
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Non riesco proprio a capire questo accanimento contro le strutture in montagna e lo sci alpino.
Ci sono tantissime attività inquinanti e ultimamente sembra che lo sci sia causa di chissà quali mali...

Esistono molti comprensori alimentati solo da energie rinnovabili.
Spesso gli impianti di risalita sono usati anche in estate e si stadiffondendo anche il loro uso per le biciclette.
Esistono molti luoghi incontaminati e selvaggi e inoltre in Italia (per fortuna) stanno aumentando molto e da diversi anni.

Dal punto di vista economico lo sci alpino ed il suo indotto creano molto più valore delle altre attività in montagna.
Soprattutto la maggior parte delle stazioni sciistiche in Trentino di solito hanno i bilanci pienamente in attivo.
 
è accanimento contro qualunque cosa sia divertimento ,mica solo lo sci...
Questo fine settimana probabilmente ci toccherà (ma lo faremo volentieri per polemica) surfare con la tuta NBC e maschera a due filtri. Quasi stiamo usando gli snowboard sull'amianto!

Del resto divertirsi non è un crimine
 
Non riesco proprio a capire questo accanimento contro le strutture in montagna e lo sci alpino.
Ci sono tantissime attività inquinanti e ultimamente sembra che lo sci sia causa di chissà quali mali...

Esistono molti comprensori alimentati solo da energie rinnovabili.
Spesso gli impianti di risalita sono usati anche in estate e si stadiffondendo anche il loro uso per le biciclette.
Esistono molti luoghi incontaminati e selvaggi e inoltre in Italia (per fortuna) stanno aumentando molto e da diversi anni.

Dal punto di vista economico lo sci alpino ed il suo indotto creano molto più valore delle altre attività in montagna.
Soprattutto la maggior parte delle stazioni sciistiche in Trentino di solito hanno i bilanci pienamente in attivo.

Adesso molta dell'economia turistica della montagna è legata allo sci alpino da discesa, impianti di risalita, rifugi, etc.
Con il cambiamento climatico in corso questa attività si sposterà a quote sempre più elevate, e nel paesaggio rimarranno i ruderi delle attrezzature fisse (già ora ci sono in qualche posto nelle Dolomiti tra i 700 e i 1200 mt).
Se vogliamo che la gente che lavora con l'economia turistica (molti, direi) rimanga a vivere tra le montagne e non emigri altrove bisogna diversificare l'offerta, quindi non solo sci alpino ma ad esempio anche buoni percorsi per trekking, ciaspole, sci alpinismo, sci di fondo, slittino: attività che tra l'altro non lasciano troppi ruderi e sono più rispettose del territorio.
 
"Abolire" lo sci alpino in nome dell'integralismo ambientalista significa distruggere l'economia di determinate località e privare le zone montane di notevoli risorse... A quel punto, in montagna ci continuerebbero ad andare 4 gatti (presumo godendo, egoisticamente, di essere in pochi) ma poi non troverebbero più neppure un rifugio...
E' un atteggiamento da "talebani" che non condivido assolutamente.
 
Adesso molta dell'economia turistica della montagna è legata allo sci alpino da discesa, impianti di risalita, rifugi, etc.
Con il cambiamento climatico in corso questa attività si sposterà a quote sempre più elevate, e nel paesaggio rimarranno i ruderi delle attrezzature fisse (già ora ci sono in qualche posto nelle Dolomiti tra i 700 e i 1200 mt).
Se vogliamo che la gente che lavora con l'economia turistica (molti, direi) rimanga a vivere tra le montagne e non emigri altrove bisogna diversificare l'offerta, quindi non solo sci alpino ma ad esempio anche buoni percorsi per trekking, ciaspole, sci alpinismo, sci di fondo, slittino: attività che tra l'altro non lasciano troppi ruderi e sono più rispettose del territorio.
I piloni delle seggiovie saranno molto facili e veloci da smontare e le stazioni a monte e a valle degli impianti saranno nella stragrande maggioranza dei casi meno impattanti di un rifugio gestito dal cai. Per quanto riguarda le cabinovie spesso sono usate anche in estate da ciclisti e trekker quindi non scommprarirebbero.
E poi ribadisco che da anni c'è un trend consilidato di aumento delle zone booschive in Italia.
Dalle mie parti non conosco molti ruderi di stazioni sciistiche in disuso. Se ce ne fossero basterebbe solo un po' di buona volontà per rimuoverle.

Spero di no, ma se dovesse ridursi drasticamente la neve la vedo un po' duretta anche per lo sci alpinismo e soprattutto sci di fondo :poke::poke::poke::poke::poke::poke::poke:...mentre invece per lo sci alpino basterebbe sparare un po' di neve con i cannoni e si accorcerebbe la stagione.

Poi quest'anno che sono chiuse le piste gli incidenti sulla neve si sono moltiplicati.

Anzi... l'enorme aumento di voi trekker e sci-alpinisti amanti della natura richiederebbe un enorme aumento di parcheggi, che erano più che sufficienti prima che arrivaste voi appassionati di wilderness.

State solo infastidendo gente che vuole fare uno sport sano e divertente con i vostri discorsi rdical chic. Allora se si vuol'essere ecologisti bisognerebbe prima eliminare del tutto i viaggi in crociera ed in aereo.
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Il solo fatto che dalle due settimane a cavallo di fine anno dipende gran parte della stagione, in termini di presenze e ricavi, evidenzia la forte debolezza del sistema. È bene, inoltre, ricordare che l’industria dello sci sopravvive perché da decenni è per lo più sostenuta con enormi iniezioni di denaro pubblico. I costi di mantenimento di questa pratica stanno lievitando di anno in anno, sia in conseguenza dell’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, sia per i costi di messa in sicurezza delle piste, sia per le nuove esigenze di una clientela – peraltro numericamente in declino – oramai abituata a piste larghe come autostrade e lisce come tavoli da biliardo. Il solo innevamento delle piste italiane costa 100 milioni di euro a stagione e quasi tutto sostenuto con denaro pubblico.

D'altra parte
in quel periodo è più facile prendere ferie per chi ha bambini. Poi la vedo dura fare una settimana bianca di solo sci alpinismo con qualche ciaspolata.
... a meno che non esistano permessi da lavoro per scialpinisti... in questo caso ne prenderei volentieri anch'io :)

D'altra parte,
la vedo dura andare a prendere il sole in spiaggia nelle due settimane a cavallo di fine anno e quindi ci sono ben poche alternative turistiche alla montagna
--> pochissimi prodotti sostituitivi+ neve perfetta --> maggiori ricavi.

Poi ci sono ampi ricavi anche nel periodo di carnevale e Pasqua e inoltre fino a fine marzo le piste sono sempre piene.
 
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Beh, in base a questo vecchio articolo del corriere sulle Alpi ci sono circa 200 impianti-resort ormai dismessi, ma non smontati (di cui 35 in Veneto, dove mi trovo), e un paio (non censiti in questo articolo perche di piccole dimensioni) sono pure vicino a dove abito:

http://www.corriere.it/cronache/19_...d7ac8a76-2438-11ea-8330-496805e4bde5_amp.html

Comunque quest'anno è caduta molta neve, almeno nella mia zona, e spesso non facile da gestire, da cui i molti incidenti.
Io non faccio sci e con la neve in generale esco pochissimo.
Preferisco di gran lunga le stagioni senza neve.
 
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