Chiedo scusa se no ho studiato a memoria il thread.
Ho aperto il link e mi spiace, ma non sono rimasto scoinvolto dal vedere le strutture... ci sono migliaia di baite e catapecchie abbandonate, ma di quelle nessuno si lamenta. Poi chi aveva progettato quegli impianti non aveva buon gusto, ma se fossero state progettate meglio non ci vedo chissà quale impatto: se no portando un po' all'estremo questo ragionamento bisognerebbe radere al suolo Machu Pichu perché è artificiale . Anzi, esiste anche l'archeologia industriale che piace a molti.
Poi e aree boschive anche in montagna sono in continuo aumento.
Ci si lamenta tanto dello scioglimento dei ghiacciai e però non si vogliono i teli geotessili perché non sono abbastanza belli.
I gatti emettono CO2... niente in confronto agli aerei con cui migliaia di persone vanno al mare ogni anno o alle navi.
Gli impianti e il loro indotto è stimato in almeno 9,8 miliardi e la grande maggioranza delle stazioni sciistiche in Trentino si regge da sola.
Se volete zone selvagge ce ne sono a volontà.
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Volevo solo aggiungere che mi sembra un po' egoista sperare che si fermino gli impianti di risalita rovinando il divertimento a migliaia di persone e lo sviluppo economico di aree montane per poche persone che sono infastidite per qualche pilone delle funivie. Per non parlaredelle cabinovie che spesso sono usate anche in estate e a volte sostituisocno l'uso delle macchine con un impatto ecologico addirittura negativo.
Ci sono migliaia di posti incontminati se le volete evitare.
Poi può essere che in futuro con materiali tipo quelli usati sul famoso inceneritore di Copenaghen e sci un po' più resistenti sia addirittura possibile lo sci alpino anche in estate senza neve .
Può la pandemia accelerare un processo di transizione dell’economia alpina verso un modello di turismo economicamente e ambientalmente più sostenibile?
https://gognablog.sherpa-gate.com/piste-da-sci-chi-paga-se-non-si-apre-a-natale/
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https://www.mountainwilderness.it/e...one-verso-un-modello-di-turismo-invernale-pi/
Il solo fatto che dalle due settimane a cavallo di fine anno dipende gran parte della stagione, in termini di presenze e ricavi, evidenzia la forte debolezza del sistema. È bene, inoltre, ricordare che l’industria dello sci sopravvive perché da decenni è per lo più sostenuta con enormi iniezioni di denaro pubblico. I costi di mantenimento di questa pratica stanno lievitando di anno in anno, sia in conseguenza dell’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, sia per i costi di messa in sicurezza delle piste, sia per le nuove esigenze di una clientela – peraltro numericamente in declino – oramai abituata a piste larghe come autostrade e lisce come tavoli da biliardo. Il solo innevamento delle piste italiane costa 100 milioni di euro a stagione e quasi tutto sostenuto con denaro pubblico.
. Riqualificassero le schifezze che hanno lasciato in giro invece di aggiungerne di nuove.
beh, prima ci si lamenta per l'impatto ambientale e poi si scrive "Per fortuna ci penserà il Global Warming"!!! Non sei un tipo usuale di ambientalista immagino?Sì beh con la piccola differenza che in un caso si promuove una fruizione della montagna a basso impatto sia ambientale che paesaggistico, nell'altra la si vuole trasformare in un Luna Park. Ovviamente annovero nella categoria "luna park" anche i rifugi a 5 stelle e cubatura diecimila per escursionisti fighetti.
Capisco che ormai per denaro si venderebbe anche la propria madre ma per me se si ama la natura la si ama per come è e non si cerca di mercificarla ed appiattirla verso un turismo di massa, non contando che un manipolo di "appaltologi" si arrogano il diritto di sottrarre alla collettività e alle future generazioni luoghi intatti e che si sono strutturati in millenni di evoluzione per trasformarli in centri commerciali da utilizzare qualche mese l'anno. Ambientalmente, eticamente, urbanisticamente e moralmente inaccettabile.
Chi vuole portare la città in montagna dovrebbe fare pace con il cervello o, ancora meglio, starsene in città magari con delle belle piste costruite dentro i capannoni dell'Ikea.
Credo che di scempi ne siano stati fatti fin troppi dagli anni '60 ad oggi ed occupare anche un solo metro quadrato in più di superficie con tutti i cadaveri che ci sono in giro, e che non sono mai stati rimossi, è un atto semplicemente vergognoso. Riqualificassero le schifezze che hanno lasciato in giro invece di aggiungerne di nuove.
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Non sento mai nessuno lamentarsi per questo sperpero di denaro pubblico, come è tipico dell'Italia tutti imprenditori con i soldi nostri.
Quindi questi signori scempiano il nostro paesaggio, consumano una marea di acqua ed energia, lasciano cadaveri in ogni dove, movimentano terre in zone ad alto pregio ambientale e per di più sovvenzionati dallo Stato. Il tutto per far andare al parco giochi migliaia di persone che non vedono l'ora di trasformare le valli nel centro commerciale sotto casa.
Schifo.
Per fortuna ci penserà il Global Warming.
Io in passato sono andato in pista spesso anche con snowboarders e si annoiavano anche loro in posti piccoli.Beh su questo sono assolutamente d'accordo
e sul modo di fruire la montagna anche solo da discesisti ho da dire qualcosa sulle differenze che ci sono pure li.... differenze che mi sembrano soprattutto esserci tra sciatori e snowboarder.
Io da Snowboarder vedo che in generale non abbiamo bisogno di tante piste, trovata la pista giusta possiamo farla e rifarla mille volte continuando a divertirci.... ho conosciuto un paio di realtà
(una in svizzera e una in italia) dove ci sono pochissimi impianti e piste ...ma col vantaggio enorme che nel paesino non arrivano le auto. piccole realtà godibili al massimo staccate da tutto.
Ma in genere vedo che agli sciatori questo non piace .... pare che per loro fare 2 volte la stessa pista sia un delitto ....ed ecco che così i comprensori si allargano e si uniscono in enormi ragnatele
ma alla stessa misura cresce il costo dello skipass ....
ti dicono che costa si ma ti mette a disposizione 1000 Km di piste .... sarà ma io di 'sti 1000 Km posso fruirne pochissimi in realtà in una giornata.
tutto dipende dalla gente ....Io in passato sono andato in pista spesso anche con snowboarders e si annoiavano anche loro in posti piccoli.
Loskipass costa percHé la gente vuole piste tirate sempre più perfettamente.
Dove si trovano sti dati?Poi lo volete capire che la superfice boschiva sta aumentando da anni in tutto il Paese comprese le zone montane...
L'aumento delle superfici boschive è effettivamente un dato abbastanza accertato, io ne ho una visione diretta ma limitata al mio territorioDove si trovano sti dati?
Su questo ho qualche dubbio ..., la situazione del mercato quanto a offerta e domanda sciistica (la prima eccedente rispetto la seconda).
See vabbé, sembra chissà quale organo istituzionale, ma è una commisisone del cai! Costituita da sette componenti rappresentativi (e quindi non credo siano esperti di tematiche ambientali). é un organo che rappresenta solo i soci del cai (tra l'altro molti soci trentini usano regolarmente gli impianti e a volte qualche sezioni organiizza uscite di sci alpino). La visione del cai la vedo abbastanza chiusa e molti s'iscrivono solo per fare corsi a basso prezzo ed avere sconti nei rifugi.Il futuro della montagna passa dal superamento della monocultura dello sci alpino
Intitolato “Cambiamenti climatici, neve, industria dello sci. Analisi del contesto, prospettive, proposte”, il testo elaborato dalla Commissione centrale tutela ambiento montano è stato approvato all’unanimità dal Comitato Centrale di indirizzo e controllo diventando così la posizione ufficiale del Club alpino italiano su queste importanti tematiche. Dopo un’attenta analisi della condizione degli impianti e stazioni esistenti, è presente la valutazione dei benefici e dei costi che essi producono per le comunità locali e il paesaggio montano, gli effetti dei cambiamenti climatici sulla durata dell’innevamento, la situazione del mercato quanto a offerta e domanda sciistica (la prima eccedente rispetto la seconda).
L'aumento delle superfici boschive è effettivamente un dato abbastanza accertato, io ne ho una visione diretta ma limitata al mio territorio
i carabinieri della forestale nel terzo censimento sebbene ancora da verificare stimano un notevole aumento
https://www.sian.it/inventarioforestale/jsp/risultati2015.jsp?menu=2
rispetto al primo inventario del 1985 l'aumento è di circa 2 milioni di ettari.
Il dato è però contemporaneamente positivo e negativo.
positivo per l'aumento in termini assoluti
ma è negativo perché questo è dovuto all'abbandono dei territori che non vengono più curati, quindi anche la qualità dei boschi ne risente ...certo sono in uno stato più naturale ma che risulta essere veramente solo più incolto.
I boschi non curati vanno in sofferenza e sono a maggior rischio di incendio.
Anch'io faccio un misto di sci alpino ed alpinismo (poco per ora). Un conto è fare una città in montagna e non lasciare nenache un fazzoletto di bosco e un conto è fare qualche impianto.
Riqualificare dove c'era già qualche struttura è sicurmaente preferibile a partire da 0, però a volte può voler dire fare nuovi impianti.
E poi qualche pista a quote alte in più non mi dispiacerebbe visto che in alta montagna non ci sono neanche impianti da abbattere.
Turismo alternativo, turismo lento, ecc sono parole che si sentono dire e ridire in questi giorni, ma purtroppo con le chiusure forzate pare che ci sia rischio d'infiltrazione mafiosa in posti dove prima era totalmente assente o quasi.
Il futuro della montagna passa dal superamento della monocultura dello sci alpino
Intitolato “Cambiamenti climatici, neve, industria dello sci. Analisi del contesto, prospettive, proposte”, il testo elaborato dalla Commissione centrale tutela ambiento montano è stato approvato all’unanimità dal Comitato Centrale di indirizzo e controllo diventando così la posizione ufficiale del Club alpino italiano su queste importanti tematiche. Dopo un’attenta analisi della condizione degli impianti e stazioni esistenti, è presente la valutazione dei benefici e dei costi che essi producono per le comunità locali e il paesaggio montano, gli effetti dei cambiamenti climatici sulla durata dell’innevamento, la situazione del mercato quanto a offerta e domanda sciistica (la prima eccedente rispetto la seconda).
Che i boschi vadano "curati" è una cavolata pazzesca, il ruolo ecologico della necromassa è decisivo per qualsiasi ecosistema boschivo. Un bosco "curato" è un bosco artificializzato, con tassi di biodiversità nettamente inferiori.
Un bosco di "qualità" è un bosco lasciato evolvere da sé, come d'altronde hanno fatto le foreste per milioni di anni prima dell'intervento umano. Per il discorso incendi la soluzione è prevenirli aumentando pene e controlli, non certo artificializzando il patrimonio boschivo.
Scusa se riutilizzo le tue parole ma a me cavolata pazzesca sembra quello che dici tu. Il danno deriva dall'abbandonare improvvisamente un bosco gestito frequentemente. Ne derivano problemi di stabilità, di rischio incendio, di compromessa protezione idrogeologica, di equilibrio fitosanitario.
Puoi diciamo ritornare ad avere una foresta "vergine" che funziona benissimo da sè ma solo DOPO averla accompagnata attivamente fuori dal ritmo di utilizzazione umano. E questo è un processo che dura almeno decenni.
Non si può abbandonare un bosco dall'oggi al domani sperando che dopodomani sia già in equilibrio. In equilibrio non ci sarà quantomeno per il prossimo secolo e va accompagnato in questa trasformazione se non si vogliono i problemi di cui sopra.
si si ... tutto vero ...Che i boschi vadano "curati" è una cavolata pazzesca, il ruolo ecologico della necromassa è decisivo per qualsiasi ecosistema boschivo. Un bosco "curato" è un bosco artificializzato, con tassi di biodiversità nettamente inferiori.
Un bosco di "qualità" è un bosco lasciato evolvere da sé, come d'altronde hanno fatto le foreste per milioni di anni prima dell'intervento umano. Per il discorso incendi la soluzione è prevenirli aumentando pene e controlli, non certo artificializzando il patrimonio boschivo.
diciamo pure centinaia di anni..Puoi diciamo ritornare ad avere una foresta "vergine" che funziona benissimo da sè ma solo DOPO averla accompagnata attivamente fuori dal ritmo di utilizzazione umano. E questo è un processo che dura almeno decenni.
si si ... tutto vero ...
in termini teorici e se parliamo di scale temporali di migliaia di anni e di estensioni paragonabili a regioni.
Il parco dello Yellowstone che è lasciato evolvere in modo in modo autonomo è soggetto per cause naturali a periodici incendi, parliamo ogni 100 o 200 anni, l'ultimo dell'88 ne ha distrutto più di un terzo. Però per l'ecosistema dello Yellowstone tali incendi risultano alla lunga , benefici proprio perché effettuano una pulizia generale permettendo alla vegetazione di rinnovarsi.
Come dicevo enormi estensioni e scale temporali di migliaia di anni.
Nei piccoli boschi e nei tempi umani non fa bene ciò, e non offre la migliore efficacia dal punto di vista del ciclo dell'anidride carbonica.
La biodiversità nei nostri boschi non giova dell'abbandono, perché le specie invasive tipo l'acacia fino a 600 metri di quota lasciate a sé stese prevalgono soffocando le altre essenze.
Viceversa dove una corretta gestione controllata umana preserva le specie protette si ottiene un migliore risultato.
Sono d'accordo con te che un bosco "sfruttato" secondo le tecniche standard risulta artificializzato e anche piuttosto orrendo a vedersi,
però quello che io vedo personalmente frequentando boschi a quote comprese tra i 200 e i 700 metri slm, ci sono enormi opportunità di "sfruttamento limitato" solo diradando e ripulendo, e comunque rispettando le piante secolari più sane .
Da cio il benessere della vegetazione ne giova permettendo un migliore e più rapido rinnovamento e di conseguenza ne giova anche la vita animale.
Per gli incendi pensare di gestirli con i controlli è pura utopia, nelle stagioni siccitose ho visto scaturire incendi involontari da minimi residui di brace di sigaretta ( cioè ne ho visto uno fortunatamente vicino a casa che ho potuto spegnere sul nascere) da allora sono terrorizzato per la parte del mio bosco che non sono ancora riuscito a pulire dove molte piante cadute sono rimaste un po' sospese e ora dopo qualche anno il legno è estremamente secco ..se prendesse fuoco non lo si ferma più.
In ogni caso come ho già detto una foresta vergine funziona solo se dispone di estensioni molto grandi e aggiungo terreni diversificati in modo da favorire la biodiversità.
Nella realtà dei nostri territori frazionati risulta di fatto controproducente.
intanto ti suggerirei di trovare metodi espressivi più concilianti e meno supponenti,Ma quando mai! I pochi lembi di foreste planizali o le faggete vetuste rimaste sono serbatoi incredibili di biodiversità ed hanno un valore semplicemente inestimabile.