domanda uso bussola

Salve a tutti leggendo o vari post del forum e altro in rete mi sorge una domanda sulla marcia a azimut!si parla sempre di azimut fisso ma con lo stesso sistema (ovviamente prendendo appunti)non è anche possibile fare navigazione libera con azimut variabile??in modo da poter comunque tornare al punto di partenza ripercorrendo il tragitto
 
Sì ok riformulo la domanda :) nella marcia ad azimut posso fare navigazione libera segnandomi i vari angoli e poi calcolando il contro azimut di ognuno??? Ovviamente con dovuti riferimenti ad esempio macchina- sasso 30 azimut ,200 passi;sasso-albero bruciato 70 di azimut,100 passi;ecc.ricalcolando i vari contro azimut tornerei al punto di partenza?oppure sono costretto a seguire un azimut fisso?
 
Certo che puoi farlo. L'azimut non é nient'altro che un angolo. Se come dici ti segni gli angoli, e le distanze per tornare indietro potrai semplicemente aggiungere 180° a tutti gli angoli che hai segnato (ottenendo come giustamente diceva mdsjack l'azimut reciproco ) ed il gioco è fatto.
 
E ti dirò di più, i riferimenti (sasso, macchina, albero ) non ti servono assolutamente. Ti basta avere semplicemente solo un punto di riferimento, quello iniziale da cui partire. I riferimenti intermedi non ti serviranno se tu prenderai a calcolare bene le distanze.
 
Io pensavo anche di portarmi strisce di tessuto rosso da legare agli alberi ovviamente da togliere poi al ritorno ; -)
 
Certo che puoi farlo. L'azimut non é nient'altro che un angolo. Se come dici ti segni gli angoli, e le distanze per tornare indietro potrai semplicemente aggiungere 180° a tutti gli angoli che hai segnato (ottenendo come giustamente diceva mdsjack l'azimut reciproco ) ed il gioco è fatto.

ATTENZIONE: Per trovare il controazimut, o reciproco, si aggiunge 180 se l'azimut iniziale è minore di 180°. Se invece l'azimut inziale ha un valore maggiore di 180°, per trovare il reciproco devi sottrarre 180.
 
Scusa lupoma io non capisco, se tisegni tutti i singoli punti di variazione di direzione, e ci metti anche un segnale, a che ti serve poi conoscere le distanze intermedie?
Preticamente tu al primo fazzoletto rosso girerai per l'azimut X, al secondo girerai per l'azimut Y, ed al terzo per l'azimut Z. Sarai quindi legato alla permanenza dei tuoi segnali affinché il tuo percorso sia valido.

Partendo invece da un punto noto (albero, pietra ecc) e seguendo l'azimut X per tot metri, poi si segue l'azimut Y per tot metri, poi si segue l'azimut Z per tot metri. In questo modo hai un tracciato che non dipende dalla permanenza dei vari segnali intermedi, a patto però di essere precisi con le distanze.
 
Personalmente credo che sia più facile sbagliare le distanze (ad esempio perdere il conto dei passi non ho il conta passi)quindi istintivamente tendo a prendere punti di riferimento!generalmente con ho senza bussola mi oriento così è finora è andata sempre bene
 
Un'altra accortezza di orienteering, che può essere utile a chi legge la discussione: siccome un azimut di 30gradi è sempre lo stesso sia che parti da dove sei, sia che ti sposti lateralmente, e visto che viaggiando si può perdere di vista la meta, occorre navigare punto-punto anche in linea retta, prendendo sempre a traguardi dei punti che rimangono sempre visibili per quel segmento di rotta, per poi individuare il successivo ogni volta raggiunto il precedente traguardo. Così si è sicuri di arrivare alla meta senza sfasamenti.
 
Concordo la linea retta in un bosco si può perdere facilmente!per come la vedo io la cosa migliore da fare è prendere continui riferimenti visivi!!e poi avere Buona memoria ; -)
 
...oppure se si è in due uno cammina e conta i passi mentre l'altro gli corregge la direzione dicendogli di andare a dx o a sx.

...oppure basta segnare lultimo punto di partenza, e mentre ci si muove verso il traguardo successivo verificare la direzione con l'angolo reciproco, cioe traguardando la bussola all'indietro.

Hai ragione @lupo, è più facile sbagliare il conteggio dei passi/metri che non trovare più un determinato punto, però questo ragionamento è concettualmente errato; se tu ti trovassi in uma pianura molto grande senza punti di riferimento se non quello di partenza saresti nei guai. È bene che tu impari subito a tenere bene da conto delle distanze. Ci si può aiutare con un cordino facendoci un nodo ogni tot passi oppure mettendosi in tasca un sassolino sempre ogni tot.

Poi è chiaro che se tu stai facendo una gara di orientamento allora la velocità diventa qualcosa di fondamentale, ma altrimenti ti invito a concentrarti per capire e risolvere in maniera diversa i problemi di base.
 
S

Speleoalp

Guest
C'è comunque un fattore importante... "viaggiare" con questo tipo di "orientamento" è comunque impegnativo e ci può sempre stare l'errore e raramente si ha la perfezione.
Per come la vedo è giusto imparare a valutare le distanze, ma anche abituarsi ad utilizzare dei punti di riferimento e inventarseli pure e anche altri sistemi. Un mix che potrà essere utile in ogni occasione. Ovviamente concentrandosi maggiormente sul tipo di terreno e regione che uno vuole affrontare.

Io quando faccio "esplorazione", chiamiamola così... o voglio raggiungere una meta passando dove cavolo mi pare... vado solo di linee rette e annessi e connessi. Linea retta intesa, più o meno... con la bindella ;))

Bellissima questa discussione... amo questo discorso ;))

Nella foto si vede poco, ma praticamente con due rette ho programmato un tragitto che avrei potuto seguire anche senza carta. Segnandomi in fase preparatoria, distanze da percorrere, direzione, quota da raggiungere e se il terreno rapportato sulla cartina lo permette, segnandomi una caratteristica reale... una radura, l'unica in quella zona... un rudere, ecc......
 

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Personalmente uso spesso i punti di riferimento, sia che mi sia segnato i punti intermedi sia che ad un certo punto durante un'escursione abbia bisogno di raggiungere un determinato obiettivo. Ad esempio se da un poggio individuo che so, una costruzione o comunque un riferimento in lontananza che per x motivi diventa il mio punto di arrivo, prendo le coordinate con la bussola e poi parto in linea retta. Ovviamente nel bosco non vedrò l'obiettivo ma con la bussola saprò la direzione indicativa, ogni poco prendo un punto di riferimento, lo punto e lo raggiungo, una volta li prendo nuovamente la bussola, cerco un'altro obiettivo e via così fino al traguardo. Così facendo riesco a tenere una linea retta e, se non incontro "inciampi" (burroni troppo profondi o pareti inarrampicabili) arrivo al mio punto dato. Per ora come metodo ha sempre funzionato...e spero di essermi spiegato decentemente...
 
S

Speleoalp

Guest
Io ho capito e nel limite del fattibile, come dici per via del terreno e del poter procedere bene o mane diritto... è funzionale e pratico.

Comunque penso che l'uso principale di questo sistema, prendersi ogni "x" metri un riferimento, segnale i dati, ecc... sia più per garantirsi (+ o -) il tragitto di ritorno sicuro... che per realizzare una vera "mappa" per raggiungere qualcosa. Soprattutto se si parla di farlo senza carte, aiuti, ecc... ma solo bussola.

Almeno, credo e mi viene da vederla così,...
 
Comunque tali "giochi" sono spesso utilizzati sia dagli scout che da partecipanti alle gare di Orientamento. In tali percorsi non è solo importante arrivare a destinazione, ma anche passare per determinati percorsi al fine di trovare componenti di una caccia al tesoro (vedi gli scout) piuttosto che una timbratrice per una gara di orienteering.
 
Quello che intendevo io è prendere punti di traguardo visivi, anche senza segnarli sulla mappa.

Se si è su una landa desolata, ma si è in due, bisognerebbe procedere uno alla volta: chi sta fermo indica il punto di partenza, chi cammina va fino a un certo punto in quella direzione, poi si volta e l'altro gli dice se spostarsi più a dx o sx, quindi lo raggiunge.

Ovviamente questo presuppone distanze immense perchè in una landa desolata anche se c'è un errore di "traslazione", è anche vero che una meta la si riesce prima o poi a vedere,anche in lontananza, salvo errori madornali...

Cmq credo sia il metodo giusto di progressione.

PS: questo metodo è valido anche in caso di nebbia, per distanze più brevi.
 
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