dormire in sacco a pelo, senza tenda

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Speleoalp

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Quando sono passato io c'era solo il telo perchè era stato appena distrutto il tetto.
E' un fatto abbastanza ricorrente data la posizione critica sotto la parete ...
Allora confermo, é solo personale, che preferirei trascorrere una notte sulla vetta che all'interno di quella struttura (anche se io non uso mai capanne, rifugi, ecc sono selvatico e solitario). Se dovessi farlo ragionando sulla "sicurezza", assolutamente no.
peccato, perché é carino... a cambiargli colore :woot:
 
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Speleoalp

Guest
Il commento sul bivacco di chi ci vive e frequenta quella montagna (ed ha solo vantaggi a parlar male del bivacco)
http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=3838

Ho letto alcune righe a caso, ma mi sono fermato in quanto la "filosofia di ragionamento" sembra esser proprio fuori dalle mie linee".
Frasi come "chi ha bisogno di dormire al rifugio per arrivare in vetta, é meglio che non ci vada".... béh, meglio che non commento, mi rendono solo nervoso. Se non il dire che le visioni sono differenti, diametralmente opposte. Poi giustamente ognuno affronta le proprie attività come preferisce, ma certi "commentini" proprio non li sopporto.

Ma é proprio quello che intendevo, senza levare il discorso alla sicurezza che in ogni caso c'é ed é ovvio. Le persone attaccate ad un luogo, che praticano certe discipline... fanno sempre dei discorsi come se mirano a farli passare per più "importanti, esaltati, difficili e complicati" come per ricercare la "fama, dare più importanza e difficoltà" a quella determinate attività, cima, montagna, ecc

Ma una cosa che si ama, che si ha piacere a fare, vedere non ha bisogno di essere "montata" e la sicurezza non ha nulla a che fare..... con certi discorsi.
 
In realtà volevo solo indicare che i motivi per cui lo si sconsiglia sono principalmente altri (condivisibili o no) che non la caduta massi che pure è avvenuta nel 2004 e nel 2012 con conseguenti ristrutturazioni. Comunque, ammetto, non un posto ideale in cui dormire (io non lo farei), ma, personalmente, lo trovo preferibile al dormire in vetta dal punto di vista della sicurezza, ma ripeto.. avendo invece mezzi ed esperienza preferirei di molto la vetta.
 
.... a rientrare in certi discorsi uno potrebbe dire (non lo penso, ma seguendo certi discorsi ci stà tutto)...
<Se non sai raggiungere la tua meta, qualunque essa sia, con tutto il materiale necessario ad arrangiarti, non dovresti andare, non fa per te>
<Se per un qualche motivo non ti nutri nella maniera ideale, se per un qualche motivo non riesci a fare quello che vuoi con la differenza di qualche kg sulle spalle e per queste piccole cose lo senti subito.... non dovresti fare quello che fai, non fa per te>
RIBADISCO, è un discorso che non m'interessa e soprattutto non lo reputo un metro di giudizio, ma se avessi dovuto seguire certi discorsi...sarebbe in piena linea.

Che poi non è che uno deve portare chissà quanto e quale materiale.... a questo punto, sono il primo a dire "vai in rifugio". Perché se per fare una cosa del genere devi avere X kg che non riesci a portare....inutile.
Ma anche il discorso del peso, non siamo tutti uguali... se c'è gente che per due kg nota la differenza... ci sono quelli a cui 5 kg non cambiano nulla... abitudini, volontà, ecc....
sono stato il primo a incitare questa persona ma poi quando si sentono certi asserzioni sui fulmini (fossero almeno domande le accetterei anche), io comincio a domandarmi se questa persona è in grado di ragionare.
io posso dare consigli ad una persona anche inesperta che però si mette in forse.
allo stesso modo mi sorgono dei dubbi anche quando sento la motivazione, "non lo faccio in un giorno perché non ne sono fisicamente capace", al che mi chiedo, se succede qualcosa di diverso da quanto programmato questa persona è in grado di reagire?
perché puoi dire quello che vuoi ma in montagna non puoi prevedere tutto, c'è sempre qualche variabile che non calcoli.
se hai esperienza riesci a tenere conto di tutto, se non ce l'hai no e quindi devi appoggiarti a qualcun altro, ma in questo caso ci sono molte affermazioni che avrebbero dovuto essere domande, e che appunto mi fanno nutrire dubbi sulla capacità di essere umili e imparare dagli altri.
 
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Speleoalp

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ma in questo caso ci sono molte affermazioni che avrebbero dovuto essere domande, e che appunto mi fanno nutrire dubbi sulla capacità di essere umili e imparare dagli altri.

Intendi anche da parte mia ? Se é così mi dispiace e chiedo scusa, non volevo assolutamente risultare "gradasso, presuntuoso".... in quanto mi ritengo una persona molto umile, semplice, pacata e via dicendo....

Per il resto, nella mia diffidenza esagerata nella vita reale, devo ammettere che cerco di vedere sempre un atteggiamento in "buonafede" nel mondo virtuale e quindi dò per scontato che le cose siano scritte in una certa maniera, anche se appaiono diverse (chiaramente se non si é già in "battaglia", ahah). Per esempio alcune "affermazioni" le prendo come se fossero "convinzioni innocenti personali" o se fossero come "domande, richiesta di consigli e aiuto" ;) Soprattutto se non conosco già, virtualmente parlando, un'utente... in caso si sa se "leggerlo" in una maniera o in un'altra :woot:

Per il resto del discorso, condivido alcune parti e non altre. La condizione fisica é importante ma non ritengo che l'esempio specifico sia "essenziale". Nel senso, ritengo che ci voglia di tutto un po'. La condizione fisica, ma anche la certezza psicologica di saper affrontare imprevisti e conoscere come farlo... altrimenti anche ad essere un' ultra-man non farebbe differenza -)
 
l Monviso è ancora, seppur molti lo considerino diversamente, una delle punte più pericolose: con un morto ogni meno di 5000 persone (e 2000 salite all'anno), supera di gran lunga il Monte Bianco, che peraltro ha molti più accessi e che vince il primato negativo solo in termini assoluti, ma non in percentuale.
 
l Monviso è ancora, seppur molti lo considerino diversamente, una delle punte più pericolose: con un morto ogni meno di 5000 persone (e 2000 salite all'anno), supera di gran lunga il Monte Bianco, che peraltro ha molti più accessi e che vince il primato negativo solo in termini assoluti, ma non in percentuale.

Ma le vie del Viso che fanno i morti sono altre, raramente la normale.
 
La mia idea è di essere attrezzato per affrontare qualunque sosta, compresa la notte. Per cui posso fermarmi anche a metà se sono stanco,dormire e scenderekil giorno dopo. Il normale approccio invece è diverso. Già se uno ritarda un po' va in crisi. non può permetterselo.
 
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Speleoalp

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Io faccio le mie uscite in montagna con la tua stessa filosofia, preferisco andare piano... bivaccando anche in cima e poi scendere. Senza perdermi comodità, sicurezza e "l'uso della testa per ragionare".
Altri preferiscono salire e scendere in un colpo solo.
Altri faranno in altre maniere....

Ma il discorso sicurezza, prudenza, preparazione, competenza, buonsenso e capacità di reagire nella maniera giusta, sono valori indipendenti dal tipo di approccio che si sceglie.
Il fatto che uno và per gradi é logico e viene naturale, a meno che uno non é consapevole e accetta senza riserve di voler fare chissà cosa, senza alcuna altra esperienza.

In questo caso Johanluko, che esperienze hai ? Ne hai? Indifferente da dove vuoi andare, il come e il perché... solo per poterti dare consigli più mirati e consapevoli.

Ma comunque sia, secondo me si é virato dalla competenza realmente importante.... che é quella del sapersi muovere su quel terreno. Fare alpinismo. Invece di concentrarsi troppo sul dormire in X luogo, che in se non rappresenta un pericolo. Proprio perché si é evitato questo discorso ho dato per scontato che l'esperienza ci sia, su altre montagne. Perché se é così "ostica" vuol dire che alcune competenze ed esperienze solo per muoversi, ci vogliono.... e quindi sarebbe il primo punto. Non parlo di resistenza, velocità, capacità di salire e scendere in X ore.... ma la capacità di "camminare in quegli ambienti".
 
Ultima modifica di un moderatore:
Intendi anche da parte mia ? Se é così mi dispiace e chiedo scusa, non volevo assolutamente risultare "gradasso, presuntuoso".... in quanto mi ritengo una persona molto umile, semplice, pacata e via dicendo....

Per il resto, nella mia diffidenza esagerata nella vita reale, devo ammettere che cerco di vedere sempre un atteggiamento in "buonafede" nel mondo virtuale e quindi dò per scontato che le cose siano scritte in una certa maniera, anche se appaiono diverse (chiaramente se non si é già in "battaglia", ahah). Per esempio alcune "affermazioni" le prendo come se fossero "convinzioni innocenti personali" o se fossero come "domande, richiesta di consigli e aiuto" ;) Soprattutto se non conosco già, virtualmente parlando, un'utente... in caso si sa se "leggerlo" in una maniera o in un'altra :woot:

Per il resto del discorso, condivido alcune parti e non altre. La condizione fisica é importante ma non ritengo che l'esempio specifico sia "essenziale". Nel senso, ritengo che ci voglia di tutto un po'. La condizione fisica, ma anche la certezza psicologica di saper affrontare imprevisti e conoscere come farlo... altrimenti anche ad essere un' ultra-man non farebbe differenza -)
è chiaro che sto parlando della persona che ha aperto il topic.
ma come si fa ad affermare che la probabilità di fulmini è la stessa di chi sale e scende in un giorno?
quando il cosiddetto stile alpino, fatto di salite e discese il più rapide possibili, si è affermato proprio per la sicurezza.
quando uno che se lo fa in giornata sta in cima magari un paio d'ore e tu che ci dormi ci stai almeno otto ma è più probabile almeno dieci? a 3800 metri non serve chissà che tempaccio per trasformare una montagna in un parafulmine e tu ci stai proprio in cima!
e sulla capacità di scendere in giornata io la considero fondamentale proprio perché non puoi calcolare tutto, ci potrebbe essere una situazione quando sei in cima (ad esempio l'arrivo di nuvole che non ti aspettavi) per la quale sarebbe meglio scendere ma se non ne hai le forze dove vai?
ma qui questa persona continua a pensare di risolvere tutti i problemi con l'equipaggiamento... a me fa pensare ad una persona che non sa neanche di cosa sta parlando.
comunque ognuno ha la propria idea, se la tua filosofia coincide con la sua, perché non lo accompagni?
sei una persona esperta, dagli una mano direttamente.
 
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Speleoalp

Guest
Non so se la mia filosofia, approccio coincide al 100% con la sua.... io parlo dei principi, poi sotto ci sono una serie di questioni legate alla persona in sé, quelle cose che uno conosce di se stesso e se non gli dà retta... tutto il resto cade.

Perché se fà brutto non c'é nessuna uscita :si: Che tu stia a dormire o meno in cima, se vedi che é brutto e continui, comunque é un' "andare a cercarsela".
Se stò su per dormire e vedo che viene "brutto", posso scendere uguale... non é che poi sono relegato in cima.

Se non sono capace a scendere con la lampada frontale...da dove sono salito... é paragonabile al dire che non ho le giuste esperienze e conoscenze. In quanto anche doversi muovere di notte, può essere un qualcosa che può capitare. Alla stregua del tutto può succedere.

Per la questione della condizione fisica é ovvio che ci svoglia quel minimo di preparazione, io parlavo delle esagerazioni.
Ma se uno non é in grado, raramente arriva in cima ;) a una montagna così importante. In situazioni d'emergenza il corpo riesce comunque a far fronte alla fatica. Il problema principale sarebbe quello" psicologico", che non dipende dalla condizione fisica. Infatti in montagna non vengono recuperati solo "novelli", "fuori forma", ecc... ma tutte le categorie.

Proprio perché tutto può accadere...l'importante é fare quello che si vuole fare, organizzandosi in base a quello.

Poi l'ho detto pure io, che non tutto mi torna da come vengono esposte le cose e dalle risposte a quello che si vuole.... ma intendo dire che una cosa non é pericolosa punto basta, ad ogni attività-situazione c'é un approccio idoneo per far rientrare quei pericoli, almeno quel poco che si può.

Accompagnare qualcuno ? No... assolutamente no. L'ho fatto per qualche anno, poi ho fatto scadere il "brevettino".... ahahah
 
Johanculo, faccio una linea di massima sull' equipaggiamento che dovremmo portare e saper utilizzare prima dell' ascensione al monviso: Attrezzatura da roccia: Casco, imbragtura, corda, discensore...ecc
Abbigliamento per trekking di alta quota: scarponi e pantaloni da trekking, pile o maglione di lana, intimo tecnico, sottoguanti, guanti pesanti, cappello di lana o passamontagna, giubbotto in piumino pesante e impermeabile, occhiali da sole per alta montagna (categoria di leti 3 o meglio 4), lampada frontale.
Aggiungerei secondo paio di: guanti, calzamaglia, pile o maglione. Materassino, sacco a pelo e bivy bag.
Cosa finora non citata da nessuno ma per me di fondamentale importanza farei un acclimatamento in quota facendo pernotti all' aperto a quote varie e utilizzando i rifugi solo in caso di mltempo o emergenze.
Siamo stanchi? Mettiamo su il campo e dormiamo?


Ah cosa importante cosi alla cima ci si puo anche rinunciare pur avendo vissuto una bellissima avventura.
Al posto dei bivy si potrebbe valutare di portare una tenda da due posti
 
Ultima modifica:
è chiaro che sto parlando della persona che ha aperto il topic.
ma come si fa ad affermare che la probabilità di fulmini è la stessa di chi sale e scende in un giorno?
quando il cosiddetto stile alpino, fatto di salite e discese il più rapide possibili, si è affermato proprio per la sicurezza.
quando uno che se lo fa in giornata sta in cima magari un paio d'ore e tu che ci dormi ci stai almeno otto ma è più probabile almeno dieci? a 3800 metri non serve chissà che tempaccio per trasformare una montagna in un parafulmine e tu ci stai proprio in cima!
e sulla capacità di scendere in giornata io la considero fondamentale proprio perché non puoi calcolare tutto, ci potrebbe essere una situazione quando sei in cima (ad esempio l'arrivo di nuvole che non ti aspettavi) per la quale sarebbe meglio scendere ma se non ne hai le forze dove vai?
ma qui questa persona continua a pensare di risolvere tutti i problemi con l'equipaggiamento... a me fa pensare ad una persona che non sa neanche di cosa sta parlando.
comunque ognuno ha la propria idea, se la tua filosofia coincide con la sua, perché non lo accompagni?
sei una persona esperta, dagli una mano direttamente.
Ma sei un alpinista, che esperienze hai fatto per poter parlare di stile alpino?
 
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Speleoalp

Guest
A me una cosa sorge spontanea, non vedo perché dobbiamo tirar fuori discorsi e farci venire il sangue amaro tra di noi.

Johanculo, cosa hai fatto? quali sono le tue esperienze? Che condizione fisica ritieni di avere? Ecc...
 
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Speleoalp

Guest
Cosa finora non citata da nessuno ma per me di fondamentale importanza farei un acclimatamento in quota facendo pernotti all' aperto a quote varie e utilizzando i rifugi solo in caso di mltempo o emergenze.

Uhe, furbo, AHAHAHAH io lo avevo menzionato il fattore "acclimatamento", ahahahah SCHERZO

Però visto che é una questione molto personale... quello é il materiale che ti porteresti tu... ma non é una regola. Un potrebbe ragionare diversamente e la questione non dovrebbe finire col dire "come fai tu é più pericoloso e rischioso". A meno che non si é convinti che il proprio modo di vedere sia quello in assoluto che garantisce più sicurezza, allora chiaro.

Io ritengo che quello che dico non sia migliore, ma nemmeno peggiore degli altri... semplicemente che il resto del discorso riguarda la consapevolezza e la competenza per fare qualcosa. Adattando il tutto, al tipo di uscita, approccio e questo significa anche l'atteggiamento e non materiali e balle varie. Il peggior nemico é la fretta e il voler fare e finire.
 
Comunque, rientranto nel merito della faccenda. Io ho bivaccato con tenda ad agosto a quota 2800 poco sopra il Giacoletti (rifugio del Monviso). Mi sono preso (avendolo calcolato) la neve ed ho avuto il problema che il materassino non isolava quanto desideravo (i coefficenti di isolamento termico non sono banali da gestire, fatti indicare da esperti). Mille metri più in alto, con windchill considererei almeno un -10° di comfort, poi se sei fuori tenda, se comincia a piovere non resterei nel sacco sotto le intemperie e qui sarebbe richiesto un buon margine di resistenza. Ammetto che non conosco le, sicuramente esistenti, alternative per restare sotto la pioggia. @Zingarellasport ha indicato un armamentario che mi sembra condivisibile. Occhio che lui sa come gestire certe situazioni e non credo che faccia le notti in sacco a pelo per l'esigenza di riposarsi, ma solo per il gusto di farlo.
 
A scanso di equivoci, neanche io accompagno nessuno, non ho mai fatto scalate, ne vette superiori ai 3 mila metri.
 
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Speleoalp

Guest
A scanso di equivoci, neanche io accompagno nessuno, non ho mai fatto scalate, ne vette superiori ai 3 mila metri.
Anche ad averlo fatto, ahah Lo dico avendolo fatto, come pure aver usato l'approccio senza tenda e notti in cima (io amo e prediligo questo modo di vivere le montagne), per una gran quantità di 3000 e 4000 di casa mia....ma nonostante questo non vuol dire avere la risposta a tutto e non vuol dire conoscere tutto. Semplicemente é un supportare un qualcosa che si sà poter fare in tutta sicurezza, per esperienze, paragonata ad altri approcci. L'importante é la testa con cui si organizza il tutto.... e questo non cambia con niente al mondo. La sì ha, o non la si ha. Anche solo nel camminare lungo un fiume a due passi da casa.
 
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