Due bimbi persi in montagna per una notte: la mamma li lascia «per cercare aiuto»

Non mi sognerei di andare su neve senza ramponi anche pensando che non mi serviranno. Mi é capitato di attraversare nevai imprevisti però senza di essi: il senno é poter, dover e saper valutare se é il caso di farlo.
Quando vado in momtagna a scalare mi porto ovviamente da bere e da mangiare ma so anche, per esperienza, che posso stare anche sei o sette ore senza mangiare e senza bere (c'ho scalato Sindarin all'Intermesoli così). É da incoscenti? Dipende. Anche da chi lo dice.
Penso con convinzione che tutte le menate su kit, zainetti, marsupi, e compagnia bella sia solo la ricerca dell'illusione della sicurezza. In montagna non esiste la sicurezza al 100%, é una chimera che ha inventato la nostra società che ci vuole stupidi e cerca di creare situazioni a "prova di stupidi".
In montagna, ma in generale nella vita, é più importante il grano salis. Allora invece di stare a smanfrinare sull'equipaggiamento (che é ovvio che sia importante ma non é detto essere indispensabile) credo che sia più importante mettersi alla prova, fare esperienza, assumersi la responsabilità dei rischi che certe attività comportano

Quoto tutto !! ... niente è indispensabile , uno valuta il percorso e decide il necessario secondo le sue capacità .
Io esperienza ce l ho nelle montagne lecchesi e bassa valtellina , niente di estremo ... ma penso che per uno che si sente sicuro a fare un giretto tra i boschi con la slitta che porta bussola e altro , c'è qualcun altro che fa l Eiger senza nemmeno il compagno , due friend due chiodi da ghiaccio ...

Ognuno valuta come vuole il necessario ...
 
Da come scrivi Speleoalp sembra che l'imprevsto e imprevedibile non siano contemplati. Quando uno affronta una sfida (io cerco di conoscere me stesso forzando i miei limiti psico-fisici nelle menate che faccio) può far conto solo su preparazione, esperienza e equipaggiamento. Non per questo me lo vado a cercare il guaio. Però so che ci può stare e non lo risolvo se ho tutto il ferro del mondo ma non la testa per usarlo. Quindi sentirmi sicuro perché ho l'ultimo modello di discensore ma non essere pronto a farne a meno perché mi é caduto é un problema
 
S

Speleoalp

Guest
Da come scrivi Speleoalp sembra che l'imprevsto e imprevedibile non siano contemplati. Quando uno affronta una sfida (io cerco di conoscere me stesso forzando i miei limiti psico-fisici nelle menate che faccio) può far conto solo su preparazione, esperienza e equipaggiamento. Non per questo me lo vado a cercare il guaio. Però so che ci può stare e non lo risolvo se ho tutto il ferro del mondo ma non la testa per usarlo. Quindi sentirmi sicuro perché ho l'ultimo modello di discensore ma non essere pronto a farne a meno perché mi é caduto é un problema

Appunto.... sia la sicurezza del materiale che quella data dell'esperienza sono pericolosi.
Bisogna prima di tutto avere buonsenso, interesse, organizzazione e qualche conoscenza.
Però trovo e la maggior parte degli incidenti estivi/invernali, sarebbero prevedibili o almeno evitabili con una buona preparazione. Ovviamente non tutti, ma se si guarda il tipo di soccorso che viene richiesto, questo dimostra che molti sono causati da negligenza.
Come anche un minimo equipaggiamento (io non parlo di esagerazione alla SEAL) ma nella norma in base a ciò che si fa, può aiutare in caso di problemi.
Ovviamente prima viene la testa di una persona ;)) ma pensare di essere talmente esperti da non aver mai bisogno di nulla è esagerato, per me.
 
Alla fine è interessante vedere come i media prendono "un caso" "a caso" e ne facciano "il caso" ... negli stessi giorni si sin persi 5 o 6 persone in quei monti e nemmeno presi in considerazione
E dell ultima ora c'è uno speleologo vicino alle mie zone disperso nelle grotta Tacchi , la piu lunga esistente , ben 9 km ... e su nessun tg si è sentito
 
S

Speleoalp

Guest
Alla fine è interessante vedere come i media prendono "un caso" "a caso" e ne facciano "il caso" ... negli stessi giorni si sin persi 5 o 6 persone in quei monti e nemmeno presi in considerazione
E dell ultima ora c'è uno speleologo vicino alle mie zone disperso nelle grotta Tacchi , la piu lunga esistente , ben 9 km ... e su nessun tg si è sentito

Assurdo ;-/
 
S

Speleoalp

Guest
Brutta faccenda li ... conosco a tratti la zona ... grotte carsiche ... mi han detto che sperano sia riuscito a trovare un posto dove aspettare i soccosi , le grotte son per lo piu allagate questo periodo , è caduto in un torrente ...

Se fuori bisogna prestare attenzione... dentro è tutto amplificato, soprattutto quando si tratta di acqua ;-(
 
La discussione sta scivolando sull'ovvio.
Quando si parla di panino, acqua, cartina non e' quello che si intende quando si parla di attrezzature fuori dal normale.
Basta leggere i vari post dedicati e si vede che c'e' gente che va a farsi la passeggiata con atrezzatura degna dell'Himalaya....
 
S

Speleoalp

Guest
La discussione sta scivolando sull'ovvio.
Quando si parla di panino, acqua, cartina non e' quello che si intende quando si parla di attrezzature fuori dal normale.
Basta leggere i vari post dedicati e si vede che c'e' gente che va a farsi la passeggiata con atrezzatura degna dell'Himalaya....

Certo, ma quelle sono scelte o possibilità economiche, ma sicuro non è corretto criticarle in maniera negativa. Uno potrebbe avere l'attrezzatura come dici te e per quelle occasioni per pura vanità, ma senza ritenere che siano quelle importanti. Quindi non ci vedo nulla di male.

Mentre con altri ragionamenti allora ok....
 
Alla fine è interessante vedere come i media prendono "un caso" "a caso" e ne facciano "il caso" ... negli stessi giorni si sin persi 5 o 6 persone in quei monti e nemmeno presi in considerazione
E dell ultima ora c'è uno speleologo vicino alle mie zone disperso nelle grotta Tacchi , la piu lunga esistente , ben 9 km ... e su nessun tg si è sentito
Al TG hanno dato la notizia che purtroppo non ce l'ha fatta...:(

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lombardia/2014/01/06/Trovato-morto-speleologo-disperso_9856296.html
 
Non si sta criticando chi si porta il super-equipaggiamento (anche se ritengo che portare avere sei coltelli, tre bussole, gps, kit per cucire un vestito da sposa, ecc. sia un comportamento che va analizzato, normalmento foriero di incompetenza o inesperienza) o chi si montura per andare a passeggiare nel parco dietro casa: come dici tu, Speleoalp, sono scelte o economie.
Si sta discutendo con chi critica a priori una scelta di condotta (quella di lasciare i bambini da soli) e di equipaggiamento perchè non coincide con lo stile da loro adotatto.
E' vero, c'è gente che si cimenta in maniera improvvida in prove che non sa o non può valutare (anche la passeggiata nel bosco), però da lì a dire che uscire senza coperte termiche, panini, acqua, ricambi asciutti, cartina, bussola (che devi anche saper usare), coltellini e quanto altro è da incoscienti mi sembra decisamente eccessivo.
Sottovalutare i rischi è sbagliato, è garanzia quasi certa di guaio, più o meno grande.
Però, enfatizzare dei rischi (che ci sono e sono oggettivi) perchè io li percepisco maggiori di quanto siano e mi sento di affrontarli solo con la ferramenta nello zaino, va nella direzione della diseducazione all'assunzione di responsabilità.
Mi spiego meglio con un esempio. In montagna, per le mie capacità tecniche e psichiche, non mi verrebbe in mente di fare slegato un tiro di IV. Ho visto persone che scalano slegati sul V. E' incoscenza? Vanno condannati? Penso proprio di no. Hanno valutato e si sono assunti la responsabilità del rischio. Certo se la loro valutazione fosse errata avrebbero un bel problema ma allora potremmo estendere questo principio ad ogni attività umana: siccome non sono sicuro di quello che potrebbe accadere allora non mi assumo rischi.
Va da sè che tale ragionamento non sta in piedi, dovremmo smettere di fare qualunque cosa.
Concludo dicendo che, ovviamente, ognuno può esprimere la propria idea e delle tante discussioni che si fanno nel forum mi pare che molte siano chiacchiere da lavandaia isterica. Come ho scritto in altri post, come molti di voi sanno bene, l'avventura in natura non è esente da rischi e pericoli e non è garantita da niente e nessuno: pesare o voler far pensare che, con un certo stile o un certo equipaggiamento, il rischio possa essere pensato assente è pericoloso.
 
Al di là delle chiacchiere, sui vari stili che ognuno di noi adotta nell'andare in montagna, la discussione iniziale verteva sul commentare la scelta della mamma di lasciare i bimbi, e da quì sono nati i vari partiti dei:

- sì, secondo me ha fatto bene, in tal modo ha aumentato la possibilità di farsi trovare e chiedere aiuto;

- no, ha fatto male perchè ha messo ulteriormente a rischio l'incolumità di due bimbi di 4 e 5 anni lasciandoli da soli nel bosco di notte a +-0°C.

poi ognuno di noi la vede in modo diverso, chi adotta più prudenza, che non vuol dire essere maniaci di attrezzature, ma a volte può significare avere una maggiore tranquillità;
chi, in base a proprie esperienze di montagna, e di vita, preferisce vivere la natura in modo più "naturale".
Ma è sempre stato così.
Poi l'inconveniente in montagna può accadere in qualsiasi momento, ai più sprovveduti, magari alla seconda passeggiata, come ai più esperti e navigati, alla millesima scalata.
Anche la storia che "occhio che la montagna può riservare pericoli!" è discutibile, puoi farti molto male anche attraversando la strada, o dentro casa.
 
Ho letto qua e là qualche messaggio del topic e sono giunto alla conclusione che io ho 3 figli tra cui uno di 4 e uno di 5 anni, e l'idea di lasciarli, anche per poco tempo, di notte (perchè alle 5 è già buio pesto), in un bosco mi terrorizza e terrorizzerebbe anche loro (non amano il buio neanche a casa).

Ma questo, forse, è dettato dal fatto che conosco il bosco e, se io non ho problemi a trascorrervi le notti da solo (lo faccio abitualmente), so che se non si è preparati potrebbe sconvolgere anche solo psicologicamente e questo potrebbe portare a fare cose pericolose fisicamente (anche in estate dove potrebbe non esserci il problema del freddo).

Poi c'è da considerare il fatto che, in inverno, anche con la presenza e l'aiuto della donna palesemente impreparata, è lecito pensare che non sarebbero riusciti a passare la notte senza subire gravi danni fisici.

Quindi, in fin dei conti e alla luce dei fatti (e dell'immensa fortuna che hanno avuto), direi che la donna ha fatto bene.

Il problema è (come sempre) a monte: la donna non sarebbe dovuta partire impreparata con dei bambini in un bosco in inverno sul far della sera.

Ma questo comporta che, essendo impreparata, non poteva sapere i pericoli che stava correndo (anche se non ci vuole molto a immaginarli), non poteva sapere quanto è facile perdersi in un bosco, non avrebbe saputo leggere una cartina e una bussola, non conosceva il buio totale che offre un bosco...queste cose diventano lampanti a chi fa anche solo poche escursioni all'anno ma a chi è abituato alle città potrebbero essere come fulmini a ciel sereno.

Questo discorso però porta al già affrontato discorso del "patentino per escursionisti" che obbligherebbe, chi voglia andare in montagna o in un bosco, a frequentare un mini-corso su rischi e pericoli dell'ambiente selvaggio ... poi uno può andare con l'attrezzatura che ritiene opportuna, ma poi non potrebbe nascondersi dietro il "ma io non lo sapevo che faceva buio e freddo"

La cosa (che, a me che ho alle spalle una vita parzialmente dedicata a boschi e monti, fa rabbrividire), alla luce dei fatti, avrebbe un senso (non dimentichiamo che c'è gente che vede la Natura solo in TV o in foto)... ma ho il timore che, essendo in Italia, potrebbe essere solo un altro modo inutile per guadagnarci dei soldi :( .
 
Questo discorso però porta al già affrontato discorso del "patentino per escursionisti" che obbligherebbe, chi voglia andare in montagna o in un bosco, a frequentare un mini-corso su rischi e pericoli dell'ambiente selvaggio ... poi uno può andare con l'attrezzatura che ritiene opportuna, ma poi non potrebbe nascondersi dietro il "ma io non lo sapevo che faceva buio e freddo"

[MOD POLEMIC/IRONIC ON]
Facciamo anche il "Patentino di abilitazione alla vita", così evitiamo che idioti di ogni schiatta e genere si caccino o caccino altri in incidenti, problemi o peggio.
[MOD POLEMIC/IRONIC OFF]
Credo fermamente che non è con le leggi che si formi l'uomo ma con l'educazione. Tanto fatta la legge sul patentino ci sarebbe qualche cretino che si ammazza in qualche banale dirupo e allora daje con la polemica che i patentini per escursionisti non sono rilasciati correttamente. Pensiamo a quante patenti vengono rilasciate ogni anno e poi ci stupiamo se la strada fa più morti di una guerra.
 
Credo fermamente che non è con le leggi che si formi l'uomo ma con l'educazione.

Non voglio andare OFF TOPIC ma, come ho detto, anche a me la cosa fa rabbrividire.

Però mi rendo conto che, mentre ai miei tempi era normale frequentare boschi e monti (almeno nella mia familgia) e non ho MAI sentito il bisogno di frequentare un corso (e fino ad adesso sono andato e continuo ad andare da solo anche di notte senza incidenti nè problemi degni di nota), adesso si è creato un "buco" nel tramandarsi le conoscenze e le esperienze e ad alcune persone i boschi possono sembrare solo erbetta fine e caprioli (per altri, paradossalmente, sono invece solo orsi e lupi famelici).

La mia idea sarebbe non un patentino (che in Italia sappiamo cosa significa) ma più un riavvicinamento a livello scolastico teorico e magari pratico gratuito (anche se sappiamo anche cosa significa "gratutito" :D) perchè se hai qualcuno che ti porta puoi imparare ma altrimenti rischi seriamente di pagare troppo cara l'inesperienza che si è creata negli ultimi anni (ai miei tempi era normale fare le vacanze in campagna dove comunque impraravi anche solo a camminare su un terreno accidentato ..... adesso vedo bambini che non giocano con la terra perchè "ha i germi" ....).
 
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