Bushcraft Due giorni nei boschi: bivacco, intaglio, nodi...

Data: 23/24 febbraio 2019
Regione e provincia: Provincia di Torino

L’inverno 2019 sarà ricordato come uno dei più anomali degli ultimi anni con temperature ampiamente sopra la media, poca neve, poca pioggia e tanto vento, una stagione insomma da incubo se in prospettiva pensiamo a quello che vorrà dire affrontare una stagione calda con poca acqua e tanti insetti sopravvissuti al freddo che di fatto non c’è stato.

Febbraio 2019.

Siamo passati dalle uniche giornate di neve seria dell’inverno a temperature già primaverili, non male per il mese più corto e generalmente più freddo dell’anno.
Da un po di tempo stavo accarezzando l’idea di organizzare un campo dove poter passare le giornate d’ozio e magari ogni tanto tenere dei momenti e d’approfondimento su vari temi legati al bosco, si trattasse di rudimenti d’intaglio, riconoscimento e trattamento di erbe spontanee, nodi o quant’altro.
Una serie d’eventi concomitanti come la visita di mio fratello, la richiesta di alcuni nuovi amici di organizzare una giornata d’approfondimento sulle tecniche di bosco e non ultima la voglia di recuperare il tempo perso a causa dell’infortunio hanno fatto si che abbia deciso di organizzare una due giorni nei boschi vicino casa (ancora l’autonomia del piede non mi permette grossi spostamenti con carichi importanti sulla schiena) incentrata sull’intaglio e sui nodi.
Le date individuate incrociando le necessità di tutti i partecipanti hanno fatto cadere l’evento nell’ultimo fine settimana di febbraio, il 23 ed il 24.
La giornata del 23 si è svolta praticamente in famiglia infatti eravamo io, mio fratello e la mia compagna V. Partiti con calma in mattinata ci siamo appropinquati all’area individuata per il bivacco e che frequento ormai dalle prime uscite boschive post incidente; dopo aver montato tarp (noi)

e tenda (mio fratello)
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Son fotogenico come un calcio nei denti, pazienza

ci siamo diretti alla vana ricerca di un piccolo rivo d’acqua che di solito in questo periodo solca il fianco del versante nel quale ci troviamo, ci avviamo quindi nel bosco seguendo un’evidente pista di cinghiale facendoci strada fra cespugli di rosa canina e crespino fin dove l’orografia ci permette ovvero un salto roccioso che sancisce definitivamente e senza possibilità d’errore l’assenza del piccolo corso d’acqua, non ha nevicato a sufficienza...pazienza, riserve ne abbiamo, il paese non è distante e comunque ci siamo fatti una bella sgambata, torniamo quindi al campo, c’è da lavorare.

Betulle..
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...fra boschi e rocce...
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Paesaggi
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Allestiamo l’area fuoco nei pressi di un muretto a secco che delimita un antico vigneto ormai abbandonato, facciamo legna e comincio a costruire un piccolo tavolo. Sbaglio legno o meglio sbaglio la sua stagionatura, decido infatti di sfruttarne di particolarmente secco e di utilizzare per la costruzione la tecnica froissage con il risultato che un paio di incastri a coda di rondine saltano quasi subito, uno totalmente e rimedio con una legatura a croce utilizzando come cordame della radice d’ortica, l’altro parzialmente e pare possa tenere, pranziamo e raccogliamo legna, comincio a realizzare il piano del tavolo ed a preparare qualche scampolo di betulla da utilizzare il giorno successivo per la “lezione” d’intaglio; comincia ad imbrunire ed accendiamo quindi il fuoco, il tepore della fiamma ci ristora, la giornata è stata molto calda ma al calar del sole la temperatura è scesa discretamente ma fortunatamente il vento paventato non si è fatto sentire.
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si prepara cena
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La notte passa in maniera approssimativa almeno per me, con V. ci siamo scambiati il sacco a pelo perché a detta sua quello che aveva non isolava abbastanza...ed aveva ragione...con una temperatura intorno allo 0 o forse qualcosa di meno ho patito, se non freddo visto che mi ero comunque vestito bene, almeno fresco per poi scoprire la mattina mettendo casualmente il sacco controluce che l’imbottitura era ormai praticamente assente...ma insomma la notte è passata, c’è ora da pensare alla giornata.
Mi alzo verso le 7,30 e non nego la voluttà del trovare il fuoco già crepitante grazie a mio fratello alzatosi poco prima, dopo una veloce colazione siamo tutti e tre operativi e ci mettiamo subito al lavoro aspettando che il sole faccia capolino sul campo. Ne approfitto per terminare il tavolo.
Arrivato il sole ci concediamo un po di relax in attesa che arrivi il resto della truppa atteso per le 10 circa.
Una volta giunti tutti e fatte le dovute presentazioni (una partecipante la conoscevo già di persona, un altro tramite la mia pagina di tecniche boschive, le altre tre erano fino a quel momento perfetti/e sconosciuti/e) e durante le quattro chiacchiere di rito veniamo piacevolmente distratti prima da una coppia d’Aquile in cielo,
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poi da alcuni camosci che in alto sulle rocce davano dimostrazione delle loro ottime doti d’equilibristi.
Cominciamo a lavorare e dopo qualche breve spiegazione riguardo alle essenze,
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i materiali, gli strumenti e le tecniche d’intaglio qualcuno si mette all’opera: un lavoretto semplice, il classico cucchiaio.
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Mentre alcuni lavorano di coltello con A. chiacchieriamo di una serie d’argomenti inerenti all’ambito boschivo e ci scappa pure la dimostrazione della realizzazione di un imbrago d’emergenza (sarà la prossima legatura aggiunta all’album dedicato...) e di un freno di calata improvvisato con dei moschettoni.
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La giornata è tiepida e vola via velocemente, chiacchieriamo e pranziamo, l’atmosfera è piacevole e anche se il programma stilato sulla carta è rispettato solo in parte va bene così.
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Verso le 16 i nuovi venuti si avviano verso il paese, io V e mio fratello rimaniamo ancora qualche tempo prima di decidere per lo smontaggio del campo.
In questi due giorni il piede si è comportato a dovere ma proprio nel momento in cui mi metto a rifare lo zaino decide che...basta così, la benzina è finita...l’articolazione si irrigidisce e comincia a dolere tanto che il breve ritorno verso casa sarà più impegnativo del previsto ma è mal di poco, un po di dolore vale bene una due giorni estremamente piacevole...Un grazie a tutti i partecipanti ed in particolare a Simone Tonarelli per le foto.
 
Si davvero, spero di replicare a breve, giusto il tempo di passare un paio di visite.Tra qualche mese spero di riuscire anche a scalare decentemente, non vedo l'ora
 
....ma bada chi rintraccio per caso su questo sito...salve Marco, quando scendi in Toscana fatti vivo che andiamo al bivacco sanfrancesco, magari anche con tuo fratello...
Ciao! Volentieri! Purtroppo sono ancora messo malino con un piede che mi sono fracassato scalando(nel dettaglio vedi qui https://www.avventurosamente.it/xf/threads/la-degenza-di-un-avventuroso.48938/), ora dopo un anno e passa e 3 operazioni fra ricostruzione e metti e togli i ferri sto migliorando, ma camminando lento lento vado ovunque quindi perché no!
 
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