Equipaggiamento per estreme in moto, tajike o khirghise

ciao raga, sto preparando un "giretto" in Tajikistan e Krgjkistan in moto; ad agosto e moto a nolo.
Mi servono consigli su cosa portare visto che avrò poco spazio.
Considerate che viaggeremo sulle montagne del Pamir arrivando fino a 4650mt e, anche se sarà agosto, non credo che la notte sia.....calda.
Sarà necessario portare:
- tenda di piccole dimensioni ma decente.
- sacco a pelo, che tipo e quanto grande una volta chiuso considerando le temperature.
- kit pronto soccorso, che roba portare.
- kit sopravvivenza, che cosa essenziale.
- indumenti intimi, di che tipo considerando che laveremo poco e dovrà esser altrettanto.
- fornellino, piccolo ma efficace.
- carica batterie solare, piccolo ma efficace, quali marche?
- mini tablet per e-book, con buona capacità di batterie.

Tutto quanto non descritto dovrei averlo anche se, mi farà piacere avere info su guanti, occhiali cross, mappe gps ecc.....
 
Il caricabatteria solare è in funzione a ciò che vuoi ricaricare ..... se è solo per il GPS ed il telefonino è una cosa ma se è per GPS, telefonino, macchina fotografica, trapano tassellatore, ect. ect. è un altra cosa.
Inoltre stavo pensando che se hai una moto non puoi sfruttare in qualche modo la batteria della stessa (a moto in movimento ovviamente) per ricaricare un pacco di batterie ausiliare e poi a sua volta, con questo, ricaricare ciò che ti serve alla sera o alla notte ? ..... dubito che ci sia una presa accendisigari ma magari potresti attaccarti direttamente alla batteria se è a 12V se invece è a 6V bisogna fare un accrocchio per elevare a +12V ma potrebbe non essere necessario se posso ricaricare, ad esempio, a +5V (USB).

Il kit P.S., tolto le cose più comuni, è in relazione alla tue capacità "mediche", intese come di primo soccorso, in altre parole è inutile portarsi ago e filo (da sutura) se non sai usarli o una stecca benda se non hai idea di come immobilizzare un arto fratturato ..... il tuo grado di conoscenza lo sai tu ;)

Giusto due cose che mi vengono in mente :D

Ciao :), Gianluca
 
No, se mi spezzo una gamba....smonto uno stelo forcella e la lego all'arto con il filo dell'acceleratore e della frizione....quindi non mi porto la stecca e per la sutura....nell'area i sono un sacco di Yak con peli alquanto lunghi con cui poter cucire oltre la ferita anche i pantaloni rotti durante una caduta....al massimo porto l'ago (per quanto nel carburatore esiste uno spillo).
;)

Scherzi a parte, no, non mi porterò più di un completo "classico" di P.S. magari....aumentando i disinfettanti.

Per il carica batterie, la moto a nolo che prendiamo ha l'innesto 12V quindi avrò la possibilità di caricare strada facendo il gps e qualcosa altro.
Ma, il punto è proprio quì, caricare una batteria di una reflex andando in moto per sei otto ore, equivale caricarla il minimo....e pensavo che, mettendo un inverter collegato alla presa, forse (non mi intendo di "elettricismi"), riesco ad avere un potere di ricarica più....veloce????
Il solare ha senza dubbio limiti.
Non so, porterei la reflex analogica, non avrei problemi di batteria quanto poi....di rullini.
Purtroppo la moto seppure ha le due borse laterali, presenta evidenti carenze di spazio....quindi non so prorpio come fare visto che nell'area del Pamir, la corrente alla sera è normalmente assente quindi, impossibile utilizzare le notti per le ricariche.
 
sacco a pelo come dimensioni e leggerezza consiglio ferrino lightech 600/750 duvet. io mi ci troverei benissimo se non fossi oversize e non facessi a cazzotti con la mezza cerniera. per il resto leggerissimo, caldo e da chiuso moolto piccolo.
come sezione informatica ho un tablet samsung che, con l'opportuno sw di gestione batteria, ed un uso oculato sfora i 3gg (navigazione e gps occasionale inclusi), altrimenti ho un notebook acer la cui batteria (molto rispettata come cicli di uso) dura veramente tanto: oltre 4 ore continuative tra sessioni di office e navigazione wifi in contemporanea.
riguardo la reflex, come memoria di massa uno il tablet che ha una microSD aggiuntiva da 32G, buttata là per film ed altre minchiate. considerando che ho anche 2 chiavette USB una da 16 ed una da 32 ed una SD da 32G inutilizzata, collegabili tramite adattatore al tablet, ecco 112G di memoria più i 12 delle schede. insomma hai voglia...
inoltre con il tablet posso riguardare le foto quasi al volo. perchè tutta questa immondizia? perchè a mio avviso è più affidabile di un HD che non sia a stato solido.
kit sopravvivenza, roba essenziale: fratello foco e sorella lama. ovvia... mettici anche una coperta d'emergenza, il tutto stà in un pugno.
 
Per il carica batterie, la moto a nolo che prendiamo ha l'innesto 12V quindi avrò la possibilità di caricare strada facendo il gps e qualcosa altro.
Ma, il punto è proprio quì, caricare una batteria di una reflex andando in moto per sei otto ore, equivale caricarla il minimo....e pensavo che, mettendo un inverter collegato alla presa, forse (non mi intendo di "elettricismi"), riesco ad avere un potere di ricarica più....veloce????
Il solare ha senza dubbio limiti.
Non ho idea se la moto ha qualche limitazione elettrica, sull'innesto 12V, estremamente diversa da quella che potrebbe esserci su analogo innesto ma in un auto. In auto questa limitazione è data sostanzialmente dal solo fusibile montato a monte della presa, questo dipende dall'auto, ma nelle auto che ho avuto sino ad ora variava da un 15A ad un 20A e serviva a protezione della presa accendisigari e qualche altra cosa per cui, in realtà, dalla presa non potevo ciuccare tutti i 15 o 20A ma sinceramente non mi è mai capitato di bruciare tale fusibile per sovracarico; ora se immagino di assorbire solo 10A mi ritrovo con una potenza teorica pari a 120W.

Immaginiamo di avere TANTA roba da caricare come 2 (o 4) batterie AA per il GPS, batteria per la fotocamera, uno smartphone ed un tablet. Per tanto abbiamo:

Una coppia di batterie AA NiMH da 1.2V e 2800mAh equivalgono a 2x1.2x2.8 = 6.72W
La batteria per la Nikon D300S è da 7.4V e 1500mAh equivale a 7.4x1.5=11.1W
La batteria per un Samsung SIII è da 3.7V e 2100mAh equivale a 3.7x2.1=7.77W
La batteria di un tablet è indicativamente da 3.7V e 7000mAh ed equivale a 3.7x7=26W

Se io sommo tutte queste batterie ottengo una potenza finale di circa 52W che è ben inferiore agli eventuali 120W disponibili alla presa, per tanto, se io gli attaccassi tutti i vari caricabatterie e questi in una ora ricaricassero tutto io non avrei problemi, e dopo un ora avrei tutte le batterie cariche pronte per essere usate.

In realtà i tempi di ricarica non sono così rapidi e dipendono dai relativi caricabatterie, INDICATIVAMENTE .......
Un caricabatteria per pile AA mediamente le ricarica a 400/500 mAh se ve ne sono 4, un pò di più anche 800mAh se ne ricarico solo 2. Morale se io devo ricaricare 4 batterie da 1.2V / 2.800 mAh INDICATIVAMENTE in 8 ore le ricarico, se ne ricarico solo 2, pari capacità, ci vorrà +/- metà tempo ovvero 4 ore. Se anzichè parlare di batterie da 2.800 parlassimo di batterie da 2.100 mAh gli stessi tempi diventerebbero 6 e 3 ore
La batteria per la Nikon io la ricarico, a memoria, in circa 2 o 3 ore quando è completamente scarica.
La batteria per lo Smartphone dipende se uso un alimentatore USB standard ci vogliono sulle 3-4 ore, con un alimentatore più pompato sull'ordine del amper in uscita siamo sulle 2 ore
Per il tablet, visto la capacità della betteria, se usi un alimentatore USB standard da 500mA ci vorrebbe almeno mezza giornata tant'è che l'alimentatore dato in dotazione è più generoso e butta fuori, a naso, sui 2 amper il che vuol dire che in 3 ore si dovrebbe poter ricaricare un tablet da 7/10"

Ora, IN SINTESI :D, se nella moto tu hai una presa per i 12V dalla quale puoi ciuccare quei 4/5 Amper per tutto il periodo in cui la moto è accesa, hai un caricabatteria 12V->USB da almeno 1A per lo smartphone, un caricabatteria 12V->USB da almeno 2A per il tablet, un caricabatteria 12V per la batteria della fotocamera ed un caricabatteria 12V->stilo AA da 400mAh/4xAA o 800mAh/2xAA, nell'arco di 4 ore ti ritrovi INDICATIVAMENTE con tutto carico (un pò di per le sole batterie AA in relazione alla loro capacità e numero).

Per cui con un adeguato tipo/numero di caricabatterie NON hai nessun problema a ricaricare tutto quello che vuoi :biggrin: (entro certi limiti ovviamente ;))

Ovviamente tutte queste considerazioni sono fatte immaginando che i vari accrocchi SIANO SPENTI, se tu li usi e li ricarichi contemporaneamente i tempi si dilatano in relazione all'effettivo utilizzo e non è possibile determinare "così" di quanto si dilata, per cui se tu ne hai bisogno quando sei in moto devi prevedere un cambio batterie (una la ricarichi e l'altra la utilizzi) sempre se questo è possibile.

Per me, se hai tanta roba da ricaricare, non è il massimo perchè ti ritrovi con tanti cavi cavetti in giro per la moto però se devi ricaricare solo uno o due cose è probabilmente la soluzione più veloce ed economica.

Un'altra soluzione forse più facile da realizzare in particolar modo per la sua praticità POTREBBE essere quella di prendersi una batteria ausiliaria / batteria esterna / energy bank / battery pack ..... chiamala come vuoi :p ..... che in pratica non è che una batteria ricaricabile di generosa capacità con varie uscite, generalmente USB.
Di giorno attacchi questa batteria alla presa 12V e la ricarichi completamente (in 4/6 ore la ricarichi).
Di giorno utilizzi tutti i vari acrocchi che ti servono (GPS, Smartphone ect. ect.), ovviamente devi partire con le batterie cariche.
Di sera, quando sei in tenda, attacchi alla batteria ausiliaria tutti i vari caricabatterie e ricarichi GPS, Smartphone, ect. ect.

Il vantaggio di questa soluzione è che hai a bordo moto poca elettronica (di fatto solo il caricabatteria per la batteria ausiliaria e la batteria stessa) e puoi usare contemporaneamente i vari accrocchi senza dover avere doppia batteria, al limite uno può prendere uno sdoppiatore per l'innesto 12V e con uno ricaricarci la batteria ausiliaria e con il secondo tenere sotto carica, ad esempio, il telefonino (come faresti se fossi in auto).

Lo svantaggio è che devi comprare la batteria ausiliaria, per cui spendere sui 50 euri (ne trovi ad anche meno) e dotarti dei vari caricabatterie che prevedano la porta USB come alimentazione (per smartphone, tablet, navigatori sono quasi la normalità per le pile AA anche, un pò di meno per le batterie delle fotocamere) ed un caricabatteria 12V->USB di generosa capacità per caricare la batteria ausiliaria (se non è previsto nella dotazione della batteria).

PERSONALMENTE io prenderei una batteria ausiliaria tipo questa (ma è solo un esempio) che è da 10.000mAh con due porte USB (uscita) una da 1A ed una seconda da 2A ambedue 5V

97_G_1352312035726.jpg


un alimentatore 12V->USB da 2Amper per ricaricare la batteria ausiliaria e relativo cavetto

41fpeQgVJIL._SL500_AA300_.jpg


e al limite uno sdoppiatore per l'innesto da 12V per tenere sotto carica il cellulare o il navigatore/gps (con relativo caricabatteria)

Alla sera attacco alla batteria ausiliaria, mediante le porte USB da 5V, i vari accrocchi che devo ricaricare; al mattino li stacco e riattacco la batteria ausiliaria alla moto e ...... via :biggrin:

Ciao :), Gianluca
 
....e pensavo che, mettendo un inverter collegato alla presa, forse (non mi intendo di "elettricismi"), riesco ad avere un potere di ricarica più....veloce????
Con un inverter tu trasformi i 12V c.c. in 220V c.a.

Una volta che hai i 220V ci puoi attaccare i normali caricabatterie da rete (quelli che usi a casa) per ricaricare i vari accrocchi nei tempi che normalmente hai quando sei a casa, in altre parole, se a casa ci vogliono 3 ore con un inverter ci vorrà lo stesso tempo PURCHE' si abbia la stessa potenza.

Se tu a casa hai un alimentatore (da rete) per ricaricare una batteria e consuma, ad esempio, 100W all'ora tu devi avere l'inverter che sia in grado di tirare fuori la stessa potenza (e normalmente non è un problema) e, e quì sono i problemi o quanto meno il possibile problema, devi avere la batteria della moto che sia in grado di darti gli stessi watt (per cui 100) più un "quit" che deriva dal fatto che l'inverter non converte al 100% quanto riceve per cui per avere 100 gli devi fornire, indicativamente, 120 (ma anche 105 ..... dipende dall'inverter).

L'inverter, normalmente, viene utilizzato in auto, o in camper, quando non è possibile utilizzare una elettronica a basso voltaggio (12 o 24V), per esempio, voglio/devo usare il ferro da stiro di casa (per cui 220V) allora mi prendo un inverter ..... tengo il motore acceso ..... tengo sotto carica la batteria ...... attacco l'inverter e stiro.

Per cui l'inverter NON ti aumenta la velocità di ricarica, di per sè, ma ti rende disponibile solo i 220V c.a. come se tu fossi a casa tua.

Personalmente, visto la batteria piccola di una moto (ma parlo da profano per cui magari sbaglio) e visto che non devi usare il ferro da stiro o guardare la televisione al plasma, non mi sembra una buona soluzione.

Giusto per darti una idea di un inverter da 300W usabile sia attaccando direttamente la batteria che l'innesto 12V (accendisigari)

HQ-INV300WU-12_PACKAGING.JPG


INVERTER 12V - 230V 300W + PRESA USB INVERTER 12V - 230V 300W + PRESA USB [HQ-INV300WU-12] - 59.00EUR : Elettronicalatini, Elettronica a Roma

...... è solo un esempio del primo che ho trovato ..... nulla di più

Considera che se tu lo volessi usare in moto avresti l'inverter, una normale ciabatta multi presa e poi tutti i vari caricabatteria (da rete) per il telefonino, gps, ect. ect. ..... non mi sembra una soluzione molto pratica ..... AMMP. ..... probabilmente è quella più economica avendo già i vari caricabatteria, e la vedrei bene in un camper, ma in una moto no ..... poi se piace a te ..... piace a tutti :biggrin:

Ciao :), Gianluca
 
sempre a proposito di pannelli solari, ricordavo di aver letto anni fa un articolo che parlava di un servizio fotografico eseguito in totale autonomia.
ecco il link
composite.jpg

l'idea di Gianluca non è male, ma ti ritrovi con una batteria ed un inverter extra (peso e spazio).
personalmente considererei l'ottimizzazione della presa alimentazione sulla moto. non so, per esempio, un pannellino con più uscite sotto fusibile, con uno strumentino digitale (voltmetro ed amperometro) per il loro monitoraggio, non sembra ma un'occhiata ogni tanto a tensione e corrente (erogata o assorbita) è illuminante. eventualmente una seconda batteria come riserva calda inseribile al volo e ricaricabile o dall'alternatore della moto o da un pannellino solare chiuderebbe la storia. in pratica un bel lavoretto di elettronica/elettrotecnica :)
 
occhio a quello che si collega all'inverter, fin che sono normali lampadine e apparecchio come ricaricatori et simili, se l'inverter è a anda modificata o quadra va bene per le piccole cianfrusaglie, ma se si collegano apparecchi che richiedono una corrente "pulità" necessitano di inverter ad onda pura..i costi aumentano ma ne vale la pena, sempre in base alle proprie esigenze ovvio!!! ond amodificata è solo una via di mezzo non vale la pena...
 
ammazza ragazzi....con tutta 'sta corrente mi sta fumando il cervello.

Capisco per quanto riguarda l'inverter (che uso normalmente anche per lavoro) in effetti credo sia poco pratico per la moto e non mi aiuta affatto in prestazioni.
Mentre mi piace molto l'idea della batteria supplementare che di notte lavora per le ricariche. Dovrei capire quanto riesce a ricaricare/immagazzinare. I cinquanta euro non sono un problema....non mi posso permettere di fare un viaggio così senza fare tante tante foto e non avere neanche un gps....si, mi piace.
Grazie Gian.
Spyro...il pannellino per la reflex non è male....devo solamente capire la praticità e l'effettiva possibilità di fare piste polverose e in luoghi remoti, anche rischiosi con apparecchi "appesi" alla schiena o portapacchi.
Continuate a consigliare, ho un pò di tempo per prepararmi, valuto con attenzione.
Emanuele....la Tua tendina l'ho già vista ma, non mi pare adatta allo scopo; se dovrò esser costretto a montare tenda, vorrebbe dire trovarmi in condizioni un pò....estreme climaticamente e, non mi pare una tenda per prendere pioggia o neve a 4600mt.
Il sacco ferrino lo avevo notato....devo trovare però una cover sempre per il discorso "emergenza".
Grazie ancora a todos.
 
La mia tenda non è adatta a certe quote. Orientati su qualcosa di più serio, o meglio evita di farti i passi con condizioni climatiche avverse in moto...li non ci son servizi "scopa".
 
Continuate a consigliare, ho un pò di tempo per prepararmi, valuto con attenzione.
Bhè un altra soluzione potrebbe essere quella di far montare sulla moto una batteria più capiente (direi per una batteria da 12V almeno 7 o 8 A/h in più). Durante la marcia viene ricaricata, alla sera, semplicemente, ti attacchi all'innesto da 12V e ci ricarichi tutto quello che ti serve; ovviamente quando la moto è ferma avrà semplicemente acceso il quadro senza nessun altro tipo di assorbimento (luci spente) ....... ma non ho esperienza sulle moto per cui non ho idea se è pericoloso lasciare il quadro acceso per troppo tempo con il motore spento ..... sulla macchina non è consigliato (ricordo qualcosa legato alle punterie/puntine ..... ma sono ricordi di macchine ancora a carburatore, oggi non ho idea) ma teoricamente se uno stacca tutto ciò che assorbe corrente la batteria si dovrebbe scaricare molto lentamente e comunque avere tutta la carica necessaria per riaccendere l'auto al mattino.

Infine, credo che una batteria da 10.000 mA/h 5V la ricarichi tranquillamente in 5/6 ore se hai un alimentatore USB da almeno 2A/h (occhio che dev'esserci scritto che è da 2A/h, o più, perchè se non c'è scritto niente è da, al 99.999999%, da 500mA/h).

Però tu la moto c'è l'hai (se non sbaglio) ....... accattati la batteria e relativo alimentatore USB e prova la prima volta che vai a farti un giro che prevede almeno 5/6 ore di "moto" ...... così ti rendi conto "prima" ;) ...... e se non ti piace come soluzione (dicendomi prima quale vuoi prendere e non spendi uno stipendio) al limite te la posso anche ricomprare io (ad un prezzo onesto :D) ..... questo ovviamente ha senso se la tua moto, e quella che noleggerai, ha analogo modo di comportarsi a livello elettrico (l'ho già detto che valgo una pippa come esperto di moto ?).

Ciao :), Gianluca
 
Gianluca, mi mandi qualche link delle batterie che conosci?
di quelle che indichi come accumulatore....la cosa mi interessa molto.
Solo che mi pare che non costa né cinquanta né cento....ma ben oltre....o sbaglio?
 
ok, grazie mille.
a dire il vero sulla baya, ci sono ma costano molto di più....ricerca fatta con varie nominazioni.
Questi che dici tu non è così facile trovarli su e-bay.

Vabbè, mo faccio vedere al tecnologico (socio) 'sti prodotti per capire aut/inp e se hanno caratteristiche da moto cross....non vorrei si fonda la batterie moto o mi si smonti il pack alla prima buca.
 
In effetti a livello di sollecitazioni (vibrazioni) meccaniche non ho idea ma, credo, che se trovi il modo di renderla, la batteria, solidale, o il più solidale possibile, al telaio non dovresti avere grossi problemi ma, obbiettivamente, è MOLTO MEGLIO verificarlo PRIMA.

Se possibile cerca di prendere batterie che permettono di essere ricaricate ad almeno 1.5/2A diversamente ci vorrà troppo tempo per ricaricarle a pieno anche se dubito che tu ogni volta la scarichi completamente (ma non si può dire a priori).

Ciao :), Gianluca
 
Tagjikistan, Kirgjikistan e Afghanistan


All’inizio era il Pakistan il nostro obiettivo, andare sullo Shandur Pass a vedere la più famosa gara di Polo a tremila e trecento metri di quota e scendere dentro il Chitral, patria del Polo e regione molto remota a confine tra Pakistan e l’Afghanistan. Terra di Pashtun e tecnologia.

Sette mesi fa però la notizia che in quel Paese a primavera ci sarebbero state le elezioni e probabili disordini (oggi so che non sarebbe avvenuto nulla di grave), ci ha convinti a desistere ed optare per altri lidi.
Troviamo la possibilità di noleggiare a buon prezzo due moto da enduro così, l’Avventura per raggiungere dopo il Pamir, l’Afghanistan; può iniziare.

L’Avventura in verità inizia prima del viaggio in se; una settimana prima perdo la patente e la carta di credito ma non mi scoraggio, prendo la carta prepagata e alla fine la patente (pronta una fasulla), torna a galla da una sacca da mare della mia compagna.
Meglio così.

Ma le sorprese non sono che all’inizio; al mio compare Tal (così si farà chiamare per il resto del Viaggio), viene perduto il bagaglio contenente casco, stivali e tuta antipioggia. Lo ritroveremo intonso al rietro.

Le moto di Krzysztof Samborski http://en.advfactory.com/ ci stanno aspettando a casa di Memo, un vicentino trapiantato a Biskek sposato a Chinara e nella sua casa ci sono tutte le cose che servono per organizzare un viaggio in moto in quelle zone, dal noleggio al supporto logistico. Per info dolonsky78@mail.ru.
Tal non si era spiegato bene con Krzy e così il polacco ci aspettava all’aeroporto il giorno prima; oggi si fa con il taxi.
Le moto sono due Suzuki DR 650, muli da battaglia che vanno sempre ma, forse un poco trascurate nella manutenzione. Ci dobbiamo subito arrabattare per sistemare la presa corrente su una e installarne una nuova sull’altra sprovvista; le borse in dotazione sono robuste ma a forma di banana e stivarci la nostra roba non è stato facile. Molte cose sono rimaste alla casa e, sia io che Tal abbiamo dovuto installare uno zaino all’esterno. Tutto questo fare, non ci ha consentito di accorgerci che mancava la chiave per smontare le ruote e la chiave candela.

Facciamo un giro al bazar dell’autoricambio e troviamo un casco per Tal.
Decidiamo in breve di partire la sera stessa. La voglia è tanta e anche un po’ di rabbia per la condizione delle moto.
Riusciamo a salire fino a Suusamyr (180km) in una simpatica e tergiversa guest house dove facciamo un buon bagno di acqua calda usando il mestolino all’interno di una “sauna” in versione “miseria”. In compenso si dorme divinamente.
Il giorno successivo becchiamo l’acqua e due belle forature.
Abbiamo le camere di scorta (buche), il compressore per gonfiare, le leve per stallonare, le pezze per otturare ma…, ma non abbiamo la chiave per smontare la ruota.
Dopo tre/quattro ore riusciamo a ripartire con la ruota riparata ma che si sgonfierà di nuovo la sera stessa a causa di una riparazione fatta male e di un altro chiodo.
Troviamo da dormire in un orripilante gastinitza con cesso maleodorante, senza chiave alla porta, senza ristorante e con tutta un’avventura per poter acquistare un paio di cose da mettere sotto i denti. (442km).

Terzo giorno inizia con la dissenteria galoppante e c’è da passare il confine Tagjiko, salire a quattromilatrecento metri di quota e arrivare a Karakul, la porta del Pamir. Solamente novantatre chilometri ma la spossatezza dovuta alla dissenteria e forse alla salita in quota veloce con la moto, mi hanno distrutto e l’unico desiserio è fermarmi e riposare. Stiamo fermi poi due notti in quel posto, entrambi abbiamo dissenteria, spossatezza e vediamo appannato come avessimo delle cateratte. Purtroppo a causa di questo malessere non riesco che a malapena accorgermi di quanto sia bello il posto.

Alla ripartenza sembrerebbe che le cose vadano meglio ma, la dissenteria me la porterò dietro fino alla fine del viaggio anzi, anche ora che sono nella mia casa, a distanza di una settimana ancora ne soffro.

Il Pamir, un altipiano di centomila chilometri quadrati alti tra i tremila e i quattromila metri e contornato di montagne alte anche settemila metri.
Pazzesco! È questa l’espressione di meraviglia che m’è venuta in mente mentre percorro quella strada.
Dalle mie parti c’è una piana famosa per la spettacolarità e l’ampiezza, Castelluccio di Norcia, 15km/q; con la moto ci si metteno dieci minuti per percorrerla. Un piccolo fiore in confronto.
L’M41 del Pamir ha bisogno di giorni interi e condizioni meteo buone per percorrerla; al rientro abbiamo preso un po’ di neve e freddo intenso, in pieno agosto.

Langar è la nostra meta prossima, un villaggio Tagjko a ridosso del fiume Pamir e vicino alla confluenza con il fiume Wakhan, oltre il fiume la terra Afghana, la méta.
Nella guest house finalmente troviamo una doccia calda corroborante e del buon cibo.
Da notare che ogni volta ti propinano il Chay, thé nero o verde che lo si usa al posto dell’acqua. L’acqua, se la si vuole, si deve acquistare rigorosamente al market e verificare che il sigillo del tappo sia integro; meglio se sia gassata perché a volte sembra che il tappo venga via senza rompersi quindi se è acqua gassata è sicuramente una bottiglia integra. L’uso di amuchina è consigliato a volte anche nel chay ma, cambia il sapore.

Poco più avanti di Lagar, il giorno seguente, si raggiungono le terme di Bibi Fatima, vicino ad una antica fortezza. Non è sulla strada ma bisogna salire una quindicina di minuti una polverosa strada sulla montagna.
Fare il bagno nella vasca a quaranta gradi però è una cosa da non perdere; ci voleva proprio.
Raggiungiamo Iskashim, primo valico utile per l’Afghanistan. Purtroppo la dogana è chiusa a causa del ramadan che però mi risulta sia terminato il 7 agosto. Aleggia la notizia che ci sia una epidemia di tifo e la dogana sarà chiusa per altri quattro giorni.
Passiamo la notte nella guest house più ricercata con docce calde e una buona cena a base di riso, verdure, carne e birra.
Facciamo una bella chiacchierata con le guardie della dogana che ci offrono un nome di un ufficiale che forse riesce a farci aprire….tutto il mondo è paese. Ovviamente una volta entrati non è detto che si possa uscire dall’Afghanistan a meno di trovare un altro graduato corrompibile.
Lasciamo perdere a il giorno seguente andiamo a Khorug, lì c’è un'altra dogana, magari siamo più fortunati.

L’idea era di entrare ad Iskashim e visitare il grande bazar che si crea una volta a settimana nella terra di nessuno, tra la frontiera Tagjika e quella Afghana. A Khorug invece, c’è un altro bazar ma è ad un’ora di auto dalla frontiera, in pieno territorio Afghano. Puntiamo a questo.

C’è da attendere almeno un giorno e dopo aver preso i contatti tramite la ragazza dell’ufficio informazioni turistiche, facciamo un paio di scorribande al nord per vedere un paio di posti montani.
Khorug è una città universitaria creata durante la gestione russa e qui, quasi tutti parlano l’inglese, la cittadina è molto vivace e benissimo servita, c’è anche un aeroporto. Si dorme al Pamir Lodge che è confortevole salvo non sia strapieno di turisti.

Quindi saliamo prima alla ricerca di uno smeraldino laghetto in quota, Koffh ma, è troppo alto per i nostri gusti e ci limitiamo a raggiungere uno stazzo a tremiladuecento metri compreso l’attraversamento di un impetuoso guado che ci costringe alla sosta forzata per far asciugare scarpe ed indumenti.
Ciò serve per fare conoscenza con nonno e nipotino simpaticissimi con i quali scambiamo qualche parola e gesto. Gli occhi del bimbo che riceve in regalo una pila di quelle a bobina mi rimarranno impressi per un bel po’ di tempo.

Prossima puntata la valle di Bartang.
Questa valle sarebbe stata ottima per creare un percorso ad anello per il ritorno infatti, la sua strada tornerebbe a Karakul ma, ci dicono che molto in quota ci sia un guado molto difficile da fare in moto e per questo motivo torneremo poi per la Higway classica M41 del Pamir. L’ingresso della valle di Bartang è abbastanza scialbo ma, dopo soli quattro cinque chilometri, lo spettacolo inizia; il fiume lambisce la strada in più punti e sopra le teste ci sono strapiombanti e instabili montagne. La valle è larga circa duecento metri e continua così per decine di chilometri.
Questo è l’unico giorno in cui abbiamo dei problemi tra noi due dovuti alla stanchezza e alla frustrazione dei giorni di attesa nell’entrare in Afghanistan.
Dormiremo in zone diverse, Tal sotto una pianta di mele ospitato da una famiglia della valle di Bartang ed io di nuovo al Lodge a Khorog.
Nessun problema; il giorno dopo ci ricongiungiamo e, Amici come sempre.

Finalmente siamo al giorno dell’ingresso nella terra of Islam.
Da qualche giorno guardiamo dall’altra parte del fiume una conturbante stradina che ci fa l’occhiolino e adesso siamo lì che attraversiamo il ponte di ferro.
Ci attende la guida con un taxi ma, prima bisogna registrarsi all’ufficio doganale.
Ci sono all’esterno tre hummer ex americane e una schiera di quad militarizzati; ma il personale è tranquillo, cordiale e poco.
Foto di rito sotto il cartello di benvenuto ma della guida e del taxi neanche l’ombra.
Ovvio che siamo consapevoli che in questi posti l’appuntamento in perfetto orario non è uno stile di vita ma, dopo mezz’ora decidiamo di andare a piedi e da soli; la guida se è scaltra ci troverà.

Seguiamo un po’ il fiume in mezzo ai campi, la sensazione è strana, stiamo camminando in Afghanistan, terra dei Talebani cattivissimi e che hanno fatto un sacco di casino negli USA e che prima ai Russi ora all’UN Force, sta tenendo scacco come niente fosse anzi, dalle ultime notizie sembra che il settanta per cento dell’Afghanistan sia ora in mano ai Talebani.
Una musica si ode avvicinarsi, pian piano sempre più e si scorgono genti sotto degli alberi, sembrerebbe una festa.
Giunti lì, qualcuno ci presenta al capo famiglia, è una festa di matrimonio, una delle due che si svolgono; questa è quella per le donne. Siamo invitati ed accettati come ospiti d’onore e possiamo rimanere per un intero mese l’importante, che non facciamo fotografie.
Le donne stanno tutte accovacciate, sedute all’ombra di grandiose betulle fronzose, sopra tappeti e manto erboso. I loro vestiti sono di colori sgargianti, dal rosso fuoco al viola, dal verde acqua al blu cobalto, dall’arancio al giallo limone; uno spettacolo di colori e lì in mezzo, due danzatrici alla volta che sfilano la loro danza davanti la coppia degli sposi. Davanti nodi due, seduti ai margini su un tappeto, un uomo che ci tiene piena la tazza di chay ogni volta che si svuota.
C’è un ragazzo che parla bene inglese ed è il “fotografo” ufficiale dell’evento. Ci spiega che in questa regione i Taliban non sono mai stati e che qui non si usano i burqa; qui sono Ismaeliti e quindi molto meno integralisti visto che non hanno neanche i minareti.
Ci congediamo a malincuore ma lascio alla sposa un barattolo di crema Nivea per mantenersi così bella come è adesso.
La nostra guida è arrivata e ci attende il bazar.

La priorità è acquistare qualche cosa di tipicamente Afghano e, cosa di meglio che non il tipico cappello, il Pakul che troneggia anche in tutte le fotografie dell’eroe Massud, il Leone del Pamir. (direi una sorta di Ché Asiatico).
Il bazar è grande e si snoda lungo un paio di vie principali del villaggio di Bosor. Strada in terra battuta, polvere e chioschi in legno e terra. Tutti i chioschi danno direttamente sulla via e gli oggetti in vendita sono lì sulla strada. C’è un po’ di tutto, dalle spezie alle theiere, dalle pentole a pressione alle scope di cannucciaie, dal fornetto a microonde alla tele ad LCD; in un posto dove la corrente è altalenante.
Dopo vari tentativi troviamo però il nostro amato Pakul e ne prendiamo uno a testa; meritato trofeo per una meta difficile anche solamente da immaginare.

A volte mi soffermo sulle notizie che ci bombardano e descrivono in mille colori diversi luoghi lontani; come in questo caso, ben pochi sono quelli che pensano all’Afghanistan come meta di un viaggio.
Anche noi non facciamo differenza, i timori c’èrano e ci sono tutt’ora perché non tutte le aree sono miti e tranquille ma, bisogna saper filtrare un poco le notizie. E’ risaputo che le tivvù ti propinano la propaganda del momento e quindi bisogna cercarsi le notizie anche altrove. Internet in questo ci da una grande mano.
Se non avessimo dovuto attendere l’apertura della frontiera forse avremmo preso anche il permesso di entrare con le moto e starci tre o quattro giorni; quella stradina del fiume ed altre che si inerpicavano sui monti erano un richiamo irresistibile. Peccato.

Giunge così il tempo di rientrare verso Biskek; saliamo a Bulunkul dove avremmo dovuto sostare e ammirare lo splendido lago ma le condizioni meteo sono pessime ed è tanto freddo; un po’ di fiocchi di neve fanno il resto… via diretti a Murgab per macinare più chilometri possibili e tentare di uscire dalle nubi.
A quella quota se c’è sole, è talmente caldo e secco che ti viene il sangue al naso tanto vengono carteggiate dalla polvere le narici ma, se il sole scompare dietro una coltre nuvolosa, la temperatura scende immediatamente verso lo zero.

Di nuovo scorgiamo tutti quei colori della roccia poi il valico di confine poi la discesa verso Osh. Ormai il più è fatto, oltre i ricordi ci rimane la dissenteria sempre presente in maniera più o meno evidente ma…sempre lì.

Dormiamo ancora una volta a Suusamyr e lì scopriamo evidentemente il “senso del Krgjiso per lo Yogurt” e tutto quello che ci ruota attorno…
Lasciamo velocemente la piana di Fergana e raggiungiamo Biskek trovandoci una locanda confortevole con la doccia. Biskek è grande convulsa e offre mercati enormi; giusto quello cui abbiamo bisogno prima del rientro.
Bighelloniamo in attesa del giorno dell’aereo.
Per la cronaca, questa volta i bagagli persi dall’Aeroflot sono addirittura due. Battuti dei record.



https://picasaweb.google.com/quotea...authkey=Gv1sRgCNShx5qJn9KQvwE&feat=directlink
 
Complimenti per il viaggio e grazie per il racconto! Soprattutto per le foto, veramente spettacolari!! Quanti Km avete percorso in totale ed in quanti giorni? e se si può sapere, quanto costa organizzare un viaggio del genere?
 
costo totale 2500€ + o -.
L'aereo va dai 280 ai 750 (Roma Mosca Biskek).
moto a noleggio 100$ al giorno per almeno 14 gg oppure meno se si trovano agenzie in zona; ad Osh per esempio pagano 70$, a Biskek dall'italiano (del quale c'è la mail sul racconto), costa un pò di più ma sono ottime moto e volendo con assistenza.
I km percorsi sono stati circa tremilaseicento.
Ovviamente ci sono da richiedere i visti per i vari Paesi.

Per le foto devo dire che non sono soddisfatto ma, la preoccupazione era altra.
 
Alto Basso