Escursione Eremo di Santa Chelidonia, Morra Ferogna e Monte Calvo da Vignola

Parchi del Lazio
  1. Parco Regionale dei Monti Simbruini
Dati

Data: 25/11/2023
Regione e provincia: Lazio - Roma
Località di partenza: Vignola - Contrada Iegli (frazione di Subiaco)
Località di arrivo: Vignola - Contrada Iegli (frazione di Subiaco)
Tempo di percorrenza: 4h 36 minuti soste comprese
Chilometri: 12.20
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, qualche passaggio elementare su roccia per salire alla Morra Ferogna
Periodo consigliato: tutto l'anno
Segnaletica: presente
Dislivello in salita: 1033 m
Dislivello in discesa: 1033 m
Quota massima: 1591 m s.l.m.
Accesso stradale:

https://it.wikiloc.com/percorsi-esc...o-di-santa-chelidonia-e-monte-calvo-154125576

Descrizione

Dopo numerose uscite dedicate quasi eclusivamente al trail running torno finalmente a fare quello che mi piace di più ovvero l'escursionismo puro e la scelta ricade, in una ventosissima giornata di fine Novembre, sui Monti Simbruini.
Si parte da Vignola, a pochi km da Subiaco, e con poco più di 12 km e un migliaio di metri di dislivello si ha l'opportunità di esplorare una zona del Parco meno famosa delle grandi faggete, dei santuari benedettini e delle vette principali ma altrettanto interessante. Nello spazio di poche ore è infatti possibile ammirare i resti di un monastero medievale con annesso eremo scavato nella falesia, un bastione impressionante di roccia a strapiombo sulla valle e una vetta minore del Parco con bellissimi affacci sulle faggete, sui piani di Campaegli e su alcune delle principali vette del Lazio.
L'escursione si svolge su un sentiero perfettamente segnato e sempre facilissimo tecnicamente, percorribile praticamente tutto l'anno e certamente la visita all'eremo e ai resti del Monastero valgono già da soli il prezzo del biglietto ma c'è tanto di più: la Morra Ferogna, dalla cui sommità si dice che l'eremita Chelidonia potesse udire le omelie del Papa da San Pietro, offre viste strampiombanti superbe e qualche passaggetto di primo grado e l'ascesa verso Monte Calvo introduce agli habitat più alti del Parco consentendo di assaggiare i pratoni e le faggete di alta quota. Unico neo è la costante presenza degli odiosi rimboschimenti di conifere che rompono decisamente la magia delle foreste simbruine.
Nota di viaggio: in vetta al Monte Calvo un vento gelido e del nevischio ci hanno quasi congelato le mani e siamo dovuti riscendere di corsa.
 

Allegati

  • IMG_20231125_105838590.jpg
    IMG_20231125_105838590.jpg
    550,5 KB · Visite: 102
  • IMG_20231125_110036650.jpg
    IMG_20231125_110036650.jpg
    664,3 KB · Visite: 105
  • IMG_20231125_110122270.jpg
    IMG_20231125_110122270.jpg
    275,9 KB · Visite: 103
  • IMG_20231125_112755357.jpg
    IMG_20231125_112755357.jpg
    261,5 KB · Visite: 103
  • IMG_20231125_120932316.jpg
    IMG_20231125_120932316.jpg
    772,4 KB · Visite: 96
  • IMG_20231125_124333277.jpg
    IMG_20231125_124333277.jpg
    287,8 KB · Visite: 93
  • IMG_20231125_112654545.jpg
    IMG_20231125_112654545.jpg
    530,5 KB · Visite: 103
  • IMG_20231125_112238251.jpg
    IMG_20231125_112238251.jpg
    597,8 KB · Visite: 101
Ultima modifica:
Assuefatti alla logica degli Obiettivi, a volte si trascura la bellezza del Raro o dell'Autentico, che spesso sono dietro l'angolo.
 
Assuefatti alla logica degli Obiettivi, a volte si trascura la bellezza del Raro o dell'Autentico, che spesso sono dietro l'angolo.
Vero, peraltro la media montagna appenninica è piena di interazioni tra natura intatta e tracce culturali dimenticate. Un mix straordinariamente affascinante.
 
Bello, non sapevo che quello fosse il luogo di eremitaggio della santa (di cui solo ora leggo qualcosa su wikipedia) né della interessante deviazione alla Morra Ferogna.

Non ho molta esperienza delle escursioni a quota intermedia sui Simbruini, non ho fatto questa in particolare, conosco solo quella Jenne-Fondi di Jenne, però ho l'impressione che possano riservare piacevoli sorprese, essendo le quote intermedie meno frequentate di quella sorta di "altipiano con colline" che si estende tra Campaegli, Livata ed il Monte Autore.

Anche qui mi sembra che il viaggio sia più attrattivo della meta, ben conoscendo il monte Calvo (agevolmente rggiunto più di una volta nella classica passeggiata dei tre pianori, con base Livata). Almeno non succede come nella salita a Fondi di Jenne, dove l'escursione termina tra i tavoli da pic-nic adiacenti alla provinciale Jenne-Livata!
 
Di sfuggita mi era sembrata una croce a traliccio ma in effetti sembra proprio un traliccio dismesso, comunque in sostanza poco cambia. Personalmente sono contrario a qualsiasi forma di marcatura delle vette, tollero solo piccoli totem con riportata la quota e detesto tralicci e croci specie se fuori scala.
 
Vero, quando incontro terrazzamenti abbandonati, stazzi non più in uso da decenni o perfino resti di rifugi di pastori ho sempre un pensiero di rispetto per questi lavoratori marginali - immagino i meno fortunati in un' epoca in cui la vita era già molto dura per i meno abbienti - costretti a cercare tra pietre e sassi un pezzetto di terra in cui piantare qualcosa a qualche ora a dorso di mulo (o a piedi con asino al seguito) dalla propria casa.
 
Alto Basso