Escursionista o campeggiatore?

Anche se negli ultimi tempi prima l'attività sportiva e poi problematiche famigliari mi hanno tenuto ahimè lontano dalla montagna, io nonostante la mia non tenera età mi ritengo prevalentemente un escursionista. Il vedere cosa c'è aldilà di una collina o dietro la curva di un sentiero esercita su di me un fascino irresistibile per cui cammina, cammina... e quando giunge l'ora riprendo la via del ritorno vincendo non poche resistenze. Solo ultimamente mi è presa la passione per equipaggiamenti e tecniche grazie anche al mio "maestro" Stefanobi e quindi prossimamente penso di vivere la natura anche in un modo più statico... da campeggiatore
 
Mi reputo prevalentemente un campeggiatore, anche se per cause esterne sono "costretto" ad agire da escursionista, attività che comunque sia non disdegno. Il "brutto", secondo me, dell'avere un obiettivo fisso da raggiungere (la conquista di una cima, o un itinerario da seguire) è che concentra su di sè tutta o quasi l'attenzione, facedomi perdere il bello dei dettagli, dei particolari. E la cosa è evidente quando torno a casa e scarico le foto: se "inseguivo" un obiettivo fisso, le foto riguardano solo questo e poco altro, mentre se era un giro senza meta (come l'andare a funghi) riporto decine e decine di foto di fiori, alberi, insetti, sassi...
L'aspetto che apprezzo del "campeggio" è la totale assenza di "vincoli" legati alla quotidianità, soprattutto all'orario: mangio quando ho fame, dormo quando ho sonno, mi alzo quando sono riposato e via dicendo. Oltre al fatto che sistemare il "campo", accendere il fuoco, cenare al chiarore delle fiamme, rimanere in loro compagnia fino a che il sonno non prende il sopravvento, per poi alzarsi la mattina presto, e fare quattro passi respirando la fresca aria mattutina, con i primi raggi di sole che filtrano dagli alberi... per me è qualcosa di impagabile. :cool:
 
riesumo questo thread.
mi ritengo una via di mezzo tra escursionista e campeggiatore.
sia il camminare che organizzare il campo sono i punti chiave sui quali si basano le mie uscite. talvolta prevale uno talvoltra l'altro.
l'importante è avere un bel ricordo :)
 
Come detto in altri 3d, mi piace camminare preferibilmente dove altri non hanno messo piede. Seguo il sentieto, sì, ma m faccio tentare dal "f*tt*to nulla" e comincio a seguire la bussola, diretto verso una meta che può essere la cima o solo una zona a caso trovata con Google Earth; ed è una sensazione magnifica quando tra le fratte trovo una zona dove accamparmi per un'oretta a riposare.
E se è quasi buio pianto la tenda.

Fifty fifty.
 
Riesumo questa vecchia discussione perchè proprio ieri nel bosco pensavo a questa distinzione.
Premesso che rispetto qualsiasi forma di attività outdoor, mi sono reso conto che sono un.......passeggiatore :D
Mi spiego meglio, che forse è il caso.:biggrin:
Tra le due categorie citate dovrei essere un campeggiatore, ma per molteplici fattori mi sono sempre limitato a uscite giornaliere e quindi a "passeggiate".

Quello che ho notato è che quando vado nel bosco non ho più alcun interesse a fare un sentiero piuttosto che un'altro o la necessità di arrivare alla tal cima o a camminate per tot chilometri.
Quello che mi piace è stare nella natura e, soprattutto, osservarla.
Mi è capitato di camminare per molte ore, come di fermarmi dopo un chilometro di sentiero perchè ho trovato cose interessanti da osservare.
Mi piace camminare guardandomi intorno attentamente e spesso mi fermo a osservare una pianta particolare, un fungo che non avevo mai visto, un albero particolarmente maestoso. Non parliamo poi quando capita di incontrare animali.
Insomma, il senso di appagamento di un'escursione me lo da ciò che ho potuto osservare ed è indipendente da quanta strada ho percorso o da quanto tempo ho impiegato per percorrere il tal sentiero.
 
Io oggi posso finalmente affermare di essere escursionista.

Quando ho visto questa discussione la prima volta ero indeciso: "cammino per potermi accampare oppure mi accampo per poter continuare a camminare?????"

L'altro ieri sono partito la mia ultima "amacata" dell'anno intenzionato a fare vita da campo e allenarmi bene ad affrontare le giornate di pioggia (mi sono già capitati diversi temporali, ma di dovermi proprio accampare sotto una fitta pioggia autunnale mai.).

Cammino circa 20 minuti, trovo un posto adatto e mi accampo, preparo il fuoco, cucino un pò di riso, lavo la gamella nel fiume, ma quando devo montare l'amaca alle 15:30 la frenesia da esplorazione e smonto tutto e cammino un'altra ora dovendo poi rimontare tutto.

Il giorno dopo mi faccio un bel giro finchè trovo un bel posto per passare la seconda notte come da programma ma, dopo che ho preparato tutto, mi viene da pensare: "adesso aspetto la sera, passo 11 ore di buio e all'alba smonto tutto, mi rimetto i panni umidi e velocemente e torno alla civiltà".

Lì per lì mi è sembrato poco sensato e ho capito che per me il bivacco è una gradevole impellenza per poter recuperare le forze e poter passare un periodo di tempo in cui non posso muovermi per aver la possibilità di muovermi ancora.
 
mi sono avvicinato da poco a questo mondo, ma credo di essere decisamente un campeggiatore: non amo le mete, amo il percorso, fermarmi piuttosto che camminare :)
Comunque, l'importante è stare isolato dal mondo :D
 
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