escursionisti vs cacciatori

perchè per il piacere (pur legale) di un cacciatore rincoglionito io debbo avere anche solo l'1% di probabilità di rischiare le penne?

non corri quel rischio.. siamo molto al di sotto di un valore che possa essere minimamente allarmante. ripeto, è un falso problema.
 
A me una volta sono arrivati addosso i pallini. Piovevano dall'alto quindi non erano più pericolosi...però un po'di cagozzo m'è venuto (come al cacciatore, quando ho iniziato a urlargli contro).

Non sottovaluterei la cosa, i cacciatori praticano un'attività lecita ma l'errore ci può sempre scappare, e siccome certe cose possono costare la pellaccia, io per precauzione mi vesto bello sgargiante, urlando ogni tanto per far sentire che ci sono anche io!

Poi se qualcuno sparando mi becca...bhe, pagherà i suoi errori, cosa che, del resto, non mi farà rivivere.
 
seppure in modo crudo ho dato elementi per una diversa visione, ma non posso farti vedere se i tuoi occhi sono accecati
Gli unici elementi che le ho visto dare su questo forum sono offensivi. Io ho messo sul piatto dei fatti, lei delle parole. Se per lei delle parole (peraltro criptiche) contano più di fatti espressi molto chiaramente, il problema non è mio, ma suo.
 
mio nonno, quando da un discorso non si riusciva a cavare nulla di costruttivo, e la ragione era ferocemente contesa come in questo caso, diceva: "perchè quì è tutto un magna magna!" e se ne andava a dormì.
 
mio nonno, quando da un discorso non si riusciva a cavare nulla di costruttivo, e la ragione era ferocemente contesa come in questo caso, diceva: "perchè quì è tutto un magna magna!" e se ne andava a dormì.
Non vedo feroci contese... piuttosto vedo sentenze gettate dall'alto scranno della somma sapienza a sovrastare fatti reali, e offese gratuite seminate altrettanto copiosamente.
Non si usa dire dalle tue parti: "Le chiacchiere stanno a zero!" ?
 
dal momento che i cacciatori sparano, per errore o per fatalità il rischio c'è (non menziono nel calcolo i bracconieri che per evitare denunce o altro possono pure spararti addosso volutamente), ma dal momento che tra i 50 morti l'anno la maggior parte sono anziani che si sparano da soli o sono morti per infarto o infortunio da caduta, e soprattutto non vedo menzionati escursionisti, allora di che ci preoccupiamo. è un po come la paura del lupo, molti affermano che se dormi nei boschi dell'abruzzo arrivano i lupi e ti si mangiano (me lo sento ripetere continuamente), ma dal momento che sono 300 /trecento anni che in italia non viene registrato un attacco di lupo ai danni di un essere umano allora di che ci preoccupiamo. pur non negando l'evidenza del rischio, l'ho esplicitamente espresso nel primo punto, su questo do retta a glucamura, se hai paura di ciò che c'è nel bosco (fauna, territorio, cacciatori) o affronti le tue paure oppure te ne stai a casa a guardare bonolis, e sto facendo anche autocritica nei confronti dei miei pensieri passati, anche io avevo paura dei cacciatori e degli animali, ma dopo anni di contatti con lupi e cacciatori (una volta vicino orvinio ne ho anche visto uno spararsi ad un piede da solo mentre inseguiva un cinghiale) sono ancora quì, quindi per me "le chiacchiere stanno a zero", i dati depongono in nostro favore, nei boschi, a parte se stessi, non c'è nessun pericolo.
 
Mi sono fatto due conti molto spannometrici ed indicativi sull'ordine di grandezza della frequenza degli incidenti mortali della caccia rapportandoli con quelli automobilistici.

In Italia ci son 50 miliono di auto (non considero le moto), e 4700 morti in incidenti stradali (dato 2008), considerando che in media un'auto si muove 3 giorni a settimana, moltiplico il numero di auto * il numero di giorni l'anno in cui viene usata e divido per il numero di incidenti.

In italia ci sono settecentomila cacciatori, e circa 50 morti l'anno sparati. Dando una media di 10 battute l'anno per cacciatore ed applicando la formula precedente ottengo un numero di 10 volte inferiore a quello delle auto.

La formula è veramente spannometrica, ma c'è un ordine di grandezza tra i due non il 10%.

La domanda è
Ci si pone continuamente il problema di come rendere più sicure auto e strade.
Perchè quando si pone il problema di come rendere più sicuri i boschi durante il periodo di caccia, viene risposto che è un falso problema e che si è dei liberticidi.

Perchè il cacciatore ama natura e libertà, perchè è più sveglio dell'escursionista e quindi si accorge prima della presenza di un umano?

saluti
 
Cavolo, ci ho messo una vita a leggere tutte e dieci le pagine e visto che me le son lette tutte adesso voglio dire la mia :D.

In primis condivido in pieno ogni parola scritta da Nemeton. Non dobbiamo pensare di avere più libertà degli altri. I cacciatori poi hanno solo pochi giorni durante l'anno per cacciare e le montagne non scappano. Quindi sarebbe giusto pensare il contrario... "St'escursionista proprio oggi doveva venire a rompere!!" Se pensassero così non potrei dargli torto.

In secundis (che brutto "in secundis" :D ) Non è vero che l'escursionista non mette a repentaglio l'incolumità altrui. Anzi, lo fa anche più spesso di quanto si possa immaginare. Vedi i sassi che involontariamente si lanciano in testa ad altri escursionisti che passano sotto! E son tanti.

In ultimo la caccia più pericolosa è quella ai grossi animali, dove si utilizzano cartucce a pallettone o carabine. Quella alla "penna" (mi sembra si chiami così, non sono cacciatore) al massimo ti fa piovere qualche innocuo pallino in testa, nulla di più rispetto ad un po' di corteccia di albero che ti cade quando sei nel bosco.

Casomai su una cosa mi trovate d'accordo. Le carabine per la caccia al cinghiale, ad esempio, sono pericolose data la loro lunga gittata.
 
Perchè il cacciatore ama natura e libertà, perchè è più sveglio dell'escursionista e quindi si accorge prima della presenza di un umano?

saluti

Non e' perche' e' piu' sveglio ma semplicemente perche' sta cacciando.
E' fermo e ascolta tutti i piccoli rumori: ci puo' essere quello che fa la preda.
guarda attentamente intorno per scorgere qulcosa che puo' essere la preda.

Penso che se non sei mai andato a caccia forse non mi capirai.
 
U

Utente 3704

Guest
Mi piace, oltre che avventurarmi a piedi e dormire nei boschi o borghi abbandonati, praticare enduro...
Poche settimane fa un simpatico cacciatore ha impallinato due miei colleghi motociclisti.
Preciso che:
La strada sterrata era pubblica e non privata.
Non eravamo in nessuna riserva.
Le moto erano in regola con il codice della strada e forse viaggiavamo a 40km/h...

Quando andiamo in moto, rispettiamo tutti!!! Animali, contadini, ciclisti e pedoni...facciamo motoescursioni non rally!!!

Ma siamo noi nel torto o loro?
Sparare e NON vedere il bersaglio è pericoloso...
Sparare e VEDERE il bersaglio UMANO è reato!!!

Quindi se vi capita in giro...calma sangue freddo ma sopratutto DENUNCIATE chi vi spara!!!
 
Mi ero ripromesso di non intervenire più in questo 3d per una serie di
ragioni, in primis il fatto che, come ho detto sin dai primi post, risulta molto
difficile comprendere alcuni argomenti senza le sufficienti basi; altrettanto
difficile è riuscire a dare delle spiegazioni che non risultino “criptiche”.
Sarebbe necessario iniziare l’argomentazione da molto lontano, rispetto al
topic, con certezza di risultare prolisso e sicuramente noioso.
Inoltre, vi sono i grossi limiti del mezzo mediatico che stiamo usando,
formidabile per certi aspetti ma anche in grado di generare gravi
incomprensioni, data la particolarità di certi temi e la mancanza di
supporto del linguaggio visuale.
Sia chiaro solo che non è mia intenzione offendere alcuno, seppure intraveda
in certi atteggiamenti delle oggettive responsabilità; ma è solo un mio
punto di vista, non un giudizio.
Posso ribadire solo quanto ho già detto, consigliandovi di andare quanto più
potete nell’ambiente naturale e di osservare, senza pregiudizi, le dinamiche
agro-silvo pastorali di un territorio cercando di comprendere perché in
quella zona esiste un ambiente (semi)naturale piuttosto che un area residenziale od
agricola; cercando di trovare una spiegazione del tipo di “uso del suolo”
che non sia istintiva e “romantica” ma basata su riflessioni più razionali che
tengano conto del contesto economico e della “sostenibilità” di certe scelte.
La caccia rappresenta, ad un esame più obiettivo, una delle ragioni per cui
tante aree sono tutt’oggi preservate da un diverso destino, che la
motivazione piaccia o meno. Il potere economico/politico gestito dai cacciatori
permette loro di godere di alcuni “privilegi” dei quali beneficia indirettamente anche
l’escursionista, ad esempio la possibilità di entrare in fondi privati (è
ovvio che in teoria potrebbe entrare solo chi intento nell’attività venatoria, ma
in pratica questo permette a tutti un facile accesso in zone che sarebbero
altrimenti chiuse).
Riguardo all’aspetto etico dell’attività venatoria, mi sembra più doveroso
il rispetto della coerenza delle nostre azioni che non ci dovrebbe portare a
giudizi ipocriti. In ogni caso, che piaccia o meno, la caccia è davvero una
forma d’arte e l’attività venatoria non può essere banalizzata al tiro di un
grilletto. Prima di quell’ultima azione c’è un mondo di conoscenze complesse
che vanno esplicate: dalla selezione, allevamento e addestramento degli
ausiliari (i cani), allo studio del territorio, all’applicazione di tante
strategie d’azione tramandate nei secoli e che richiedono tempo, fatica e
costanza per essere conosciute, che fanno parte del patrimonio umano.
Consiglio a tutti la lettura di Mario Rigoni Stern, in particolare,
relativamente a questo tema, il libro: “Il Bosco degli Urogalli”. Sono
sicuro, lo dico con fiducia e stima, rimuoverete molti preconcetti.

Riguardo l’aspetto dei rischi connessi all’attività venatoria è da
sottolineare quanto questi siano in assoluto molto bassi e soprattutto relativi a chi
quest’attività la svolge, con particolare riferimento a specifiche situazioni
(battute agli ungulati) piuttosto che ad un pericolo concreto che possa
correre un escursionista. Il singolo caso, l’incidente, non fa testo (con tutto il
rispetto dovuto alle vittime).
Del resto, qualunque attività noi compiamo, in un modo o nell’altro
coinvolge il prossimo; ragionando obiettivamente, in teoria, un escursionista che con
la sua auto lascia la città per andare a fare un trekking in una zona distante
200 Km, sta determinando la possibilità di un incidente che coinvolga terzi, con
una probabilità più alta di quella in cui incorrerebbe, una volta giunto in
zona, di essere ferito da un cacciatore.
Non per questo si vietano gli spostamenti in auto…
Basta solo un po’ di buon senso e di tolleranza reciproca.

@ BlackShoot: non c’è bisogno che mi dai del “Lei”.. non è usanza nei forum
e personalmente non ci tengo a certe formalità, neanche nel quotidiano. Anche
i doppi sensi e le attribuzioni ironiche te le puoi tenere per te; quanto sto
scrivendo non è basato su un’idea maturata sulla base di qualche “uscitina”
ma su un percorso di conoscenza dell’ambiente molto lungo; iniziato da bambino
sulle orme dei miei genitori, proseguito da ragazzo con gli amici di
“scorribande” , continuato in maggiore età con gli studi nel corso di laurea
in Scienze Forestali ed Ambientali (concluso con lode) , proseguito con il
superamento dell’Esame di Stato ed il conseguimento dell’abilitazione
professionale per l’esercizio della professione di dottore forestale,
applicato in tanti anni di lavoro in boschi e foreste, che tutt’ora svolgo con grande
passione.
Credo siano sufficienti credenziali per predisporti in modo differente, se
vuoi imparare qualcosa dal mio insegnamento, altrimenti resta della tua
idea, per me non è un problema.
Un consiglio però non posso fare a meno di dartelo: cambia nick; con i
timori che tu hai, non andrei in giro per boschi chiamandomi “Sparo Nero”

:)
 
Grazie Glucamura,
Dei pochi che capiscono qualcosa di caccia, senz'altro a mio avviso
ti meriti 10elode.
Poi ho letto la fine del tuo msg e ho capito perche'.

A mezzogiorno ero molto avvilito per le molte inesattezze e madornali falsita' dispensate a piene mani tra l'altro dette come se si parlasse
ex-cattedra.
ora sono un po piu' tranquillo

Non c'e' sordo piu' sordo di chi non vuol sentire; infatti domande e forme
dubitative molto poche.
Saluti!
 
Ultima modifica:
Anche
i doppi sensi e le attribuzioni ironiche te le puoi tenere per te; quanto sto
scrivendo non è basato su un’idea maturata sulla base di qualche “uscitina”
ma su un percorso di conoscenza dell’ambiente molto lungo; iniziato da bambino
sulle orme dei miei genitori, proseguito da ragazzo con gli amici di
“scorribande” , continuato in maggiore età con gli studi nel corso di laurea
in Scienze Forestali ed Ambientali (concluso con lode) , proseguito con il
superamento dell’Esame di Stato ed il conseguimento dell’abilitazione
professionale per l’esercizio della professione di dottore forestale,
applicato in tanti anni di lavoro in boschi e foreste, che tutt’ora svolgo con grande
passione.
Credo siano sufficienti credenziali per predisporti in modo differente, se
vuoi imparare qualcosa dal mio insegnamento, altrimenti resta della tua
idea, per me non è un problema.
Un consiglio però non posso fare a meno di dartelo: cambia nick; con i
timori che tu hai, non andrei in giro per boschi chiamandomi “Sparo Nero”

:)

Gli atteggiamenti non condivisi dall'altro ci sono in entrambi i casi, ho già cercato di farti notare i tuoi.
Il tuo insegnamento sarebbe "leggi quel libro e capirai...", "vai nella natura e capirai..." Beh, questi non mi sembrano insegnamenti. E anche il tuo modo di predisporti non stimola certo ad ascoltarti.
Ti posso assicurare che in zone di caccia ci sono cresciuto, mio nonno era cacciatore, ho degli amici cacciatori, quindi io non sono contro la caccia, sono contro chi "prima spara poi chiede" (per semplificare il concetto).
La tua traduzione ha mancato la vera origine del mio nickname (oltre alla grafia, ove hai aggiunto una 'o'), vale a dire il colore predominante nel mio abbigliamento unito alla passione per la fotografia (dal momento che in lingua inglese 'shot' indica anche lo scatto fotografico). Purtuttavia, nel maneggio delle armi da fuoco sono un discreto tiratore.
Per quanto riguarda i miei timori, hai mancato clamorosamente, visto che in realtà ho un unico vero timore, il resto è noia.



Al buon Piervi assicuro che quando mi muovo nella natura con l'intento di fare fotografie, sono molto più silenzioso e attento di un cacciatore. In questo, la differenza tra il fotografo e il cacciatore è che i bersagli del primo rimangono in vita. Poi, non c'è dubbio che ci siano escursionisti che nella natura fanno più baccano di certe auto che trovi per strada, ma come non si dovrebbe generalizzare sui cacciatori, così non si dovrebbe farlo sugli escursionisti. Avrei un aneddoto da raccontare in merito a 'escursionisti' rumorosi, ma al momento non ho voglia di scriverlo. Magari un altro giorno.
 
Scusa per l'errore di grafia, ma la mia indulgenza propendeva più per shoot che per shot. Comunque non è questo il punto.
Stammi bene.
 
Ultima modifica:
.. il resto del tuo messaggio, scusa se te lo dico, mi sembra vuoto di contenuti concreti o che abbiano replicato alle questioni da me sopra esplicate.
 
sono contro chi "prima spara poi chiede" (per semplificare il concetto).

Io ho smesso di scrivere in questo 3d perchè tanto, qualche pagina fa, ho esplicato per benino come la vedo. Qualcosa l'ho imparata (da Nemeton) e qualcosa spero di averla detta, anche se sono sicuro che non è stata capita da tutti, visti gli ultimi post.

In ogni caso, dopo la tua affermazione (che condivido) mi sento di citare questo fantastico spezzone di uno dei film più belli della storia italiana, tanto per sdrammatizzare un attimo.

YouTube - Chi sète? Semo l'anima de li mortacci tua!
 
In messaggi precedenti ho riportato dei fatti, che mi sembrano contenuti concreti. Non ricordo se li hai considerati. Bisogna poi vedere cosa tu intenda per "contenuti concreti".

Le "questioni da te sopra esplicate":

Mi ero ripromesso di non intervenire più in questo 3d per una serie di
ragioni, in primis il fatto che, come ho detto sin dai primi post, risulta molto
difficile comprendere alcuni argomenti senza le sufficienti basi; altrettanto
difficile è riuscire a dare delle spiegazioni che non risultino “criptiche”.
Sarebbe necessario iniziare l’argomentazione da molto lontano, rispetto al
topic, con certezza di risultare prolisso e sicuramente noioso.
Inoltre, vi sono i grossi limiti del mezzo mediatico che stiamo usando,
formidabile per certi aspetti ma anche in grado di generare gravi
incomprensioni, data la particolarità di certi temi e la mancanza di
supporto del linguaggio visuale.

Ribadisci che non riesci a spiegarti e/o gli altri non riescono a capirti. Una cosa alquanto controproducente quando si vuole partecipare ad una discussione

Sia chiaro solo che non è mia intenzione offendere alcuno, seppure intraveda
in certi atteggiamenti delle oggettive responsabilità; ma è solo un mio
punto di vista, non un giudizio.

Magari non arriverà al punto di essere 'offensivo', ma quando dici "andate nella natura e capirete", questo sottintende "voi non andate nella natura".


Posso ribadire solo quanto ho già detto, consigliandovi di andare quanto più
potete nell’ambiente naturale e di osservare, senza pregiudizi, le dinamiche
agro-silvo pastorali di un territorio cercando di comprendere perché in
quella zona esiste un ambiente (semi)naturale piuttosto che un area residenziale od
agricola; cercando di trovare una spiegazione del tipo di “uso del suolo”
che non sia istintiva e “romantica” ma basata su riflessioni più razionali che
tengano conto del contesto economico e della “sostenibilità” di certe scelte.
La caccia rappresenta, ad un esame più obiettivo, una delle ragioni per cui
tante aree sono tutt’oggi preservate da un diverso destino, che la
motivazione piaccia o meno.

La caccia proteggerebbe l'ambiente naturale? Mah... ti assicuro che dalle mie parti non è così.

Il potere economico/politico gestito dai cacciatori
permette loro di godere di alcuni “privilegi” dei quali beneficia indirettamente anche
l’escursionista, ad esempio la possibilità di entrare in fondi privati (è
ovvio che in teoria potrebbe entrare solo chi intento nell’attività venatoria, ma
in pratica questo permette a tutti un facile accesso in zone che sarebbero
altrimenti chiuse).

Se legalmente non posso entrare in un terreno come escursionista, non lo faccio. E trovo seccante che il cacciatore possa farlo in barba alla proprietà privata.

Riguardo all’aspetto etico dell’attività venatoria, mi sembra più doveroso
il rispetto della coerenza delle nostre azioni che non ci dovrebbe portare a
giudizi ipocriti. In ogni caso, che piaccia o meno, la caccia è davvero una
forma d’arte e l’attività venatoria non può essere banalizzata al tiro di un
grilletto. Prima di quell’ultima azione c’è un mondo di conoscenze complesse
che vanno esplicate: dalla selezione, allevamento e addestramento degli
ausiliari (i cani), allo studio del territorio, all’applicazione di tante
strategie d’azione tramandate nei secoli e che richiedono tempo, fatica e
costanza per essere conosciute, che fanno parte del patrimonio umano.

Lasciamo da parte l'aspetto etico, che meriterebbe una discussione a parte.


Consiglio a tutti la lettura di Mario Rigoni Stern, in particolare,
relativamente a questo tema, il libro: “Il Bosco degli Urogalli”. Sono
sicuro, lo dico con fiducia e stima, rimuoverete molti preconcetti.
...

Riguardo l’aspetto dei rischi connessi all’attività venatoria è da
sottolineare quanto questi siano in assoluto molto bassi e soprattutto relativi a chi
quest’attività la svolge, con particolare riferimento a specifiche situazioni
(battute agli ungulati) piuttosto che ad un pericolo concreto che possa
correre un escursionista. Il singolo caso, l’incidente, non fa testo (con tutto il
rispetto dovuto alle vittime).

Credo che a chi sia stato oggetto di uno di questi incidenti le statistiche appaiano sotto un'altra luce.


Del resto, qualunque attività noi compiamo, in un modo o nell’altro
coinvolge il prossimo; ragionando obiettivamente, in teoria, un escursionista che con
la sua auto lascia la città per andare a fare un trekking in una zona distante
200 Km, sta determinando la possibilità di un incidente che coinvolga terzi, con
una probabilità più alta di quella in cui incorrerebbe, una volta giunto in
zona, di essere ferito da un cacciatore.
Non per questo si vietano gli spostamenti in auto…
Basta solo un po’ di buon senso e di tolleranza reciproca.

Il buonsenso dovrebbero averlo anche i "Carabina Quigley" (secondo la simpatica definizione già usata in questa discussione) nel muoversi con l'arma in sicurezza. Gli 'incidenti' di quando inciampano, in questo modo non si verificherebbero. Se tutti i cacciatori mirassero bene e con consapevolezza del bersaglio, non ci sarebbero certi incidenti.

quanto sto
scrivendo non è basato su un’idea maturata sulla base di qualche “uscitina”
ma su un percorso di conoscenza dell’ambiente molto lungo; iniziato da bambino
sulle orme dei miei genitori, proseguito da ragazzo con gli amici di
“scorribande” , continuato in maggiore età con gli studi nel corso di laurea
in Scienze Forestali ed Ambientali (concluso con lode) , proseguito con il
superamento dell’Esame di Stato ed il conseguimento dell’abilitazione
professionale per l’esercizio della professione di dottore forestale,
applicato in tanti anni di lavoro in boschi e foreste, che tutt’ora svolgo con grande
passione.
Credo siano sufficienti credenziali per predisporti in modo differente, se
vuoi imparare qualcosa dal mio insegnamento, altrimenti resta della tua
idea, per me non è un problema.

Per qualche oscuro motivo mi sovviene il Marchese del Grillo...

Un consiglio però non posso fare a meno di dartelo: cambia nick; con i
timori che tu hai, non andrei in giro per boschi chiamandomi “Sparo Nero”
Un consiglio basato su supposizioni errate.


Continuo a non trovare una fondata ragione per cui la caccia sia benefica all'ambiente (semplifico per comodità, non amo essere criptico).


Ora vi saluto, devo finire di preparare lo zaino per l'uscita in montagna di domani. In zone dove la caccia è vietata.
 
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