Esperienze di costruzione , Trevi , Agosto 2012

Buongiorno a tutti quanti!
Ho aperto questa discussione a seguito di quattro chiacchiere con Andrea "OGA", il quale chiedendomi di fare esperienze di "agricoltura naturale & mondo attorno ad essa" si è coraggiosamente offerto di darmi una mano sul mio campo a Trevi (PG).

"Bene!" mi son detto io, gli scambi di esperienze fanno sempre bene, se non altro all'anima.

Ho voluto estendere questa sorta di "semi-invito" anche al resto del forum, la formula sarebbe quella del woofing anche se fuori dal loro circuito (per lo meno per ora) quindi:

vitto e alloggio a carico mio (ma non pensate di dormire sulla suite imperiale), in cambio di aiuto per la parte utile della giornata (d'estate si parla della mattina fino alle 11:00 , poi sosta, si riprende intorno alle 16:00 fino a sera).

le cose da fare sono:

-Doccia solare
-Compost toilet
-trasformazione orto biologico secondo i canoni della Geoponica
-Ricostruzione muretti a secco
-ripristino intonaco in calce su muro di gomme
e per ultimo, se ci si riesce perchè è veramente un'opera faraonica e complessa:
-DEW POND.

Se riesco vi farò conoscere personaggi davvero interessanti che orbitano attorno al mondo dell'agricoltura sostenibile...inoltre c'è un tuffo nel passato andando a Bevagna, con le Gaite (ricostruzioni funzionanti di 15 mestieri di un tempo...dal baco al tessuto, fusione di campane con tecnica del 1200 ecc)

Naturalmente la doccia solare e la compost toilet saranno le prime cose da fare perchè...serviranno soprattutto a voi! :biggrin:

NON posso ospitare più di 3 persone, contando che Andrea s'è già prenotato, rimangono due posti liberi.

presumibilmente stiamo parlando di una settimana (chi vuole può andar via prima eh...se ne parla) o quella prima, o quella dopo ferragosto...si deciderà...

la cioccolata è servita! :)
 
Mi sembra quasi di vederti sullo sfondo a sogghignare: "Vediamo SE quando il gioco si fa duro, i duri...."

E oggettivamente è sfidante anzichè no.

Lo dico anche se i primi tre punti son quasi arabo, ma vado a "naso" e sensazione...(provvederò a erudirmi googolando, comunque...)
 
Lo dico anche se i primi tre punti son quasi arabo, ma vado a "naso" e sensazione...(provvederò a erudirmi googolando, comunque...)

hai ragione :) posto qualche link:

Doccia solare: sarà la versione super-potenziata e in pianta stabile di questo : http://www.sticksite.com/blog-2004/k68.jpg

Compost toilet: wikipedia : Compost toilet - Wikipedia
e weblife.org: Humanure Handbook: Chapter 6: Commercial Composting Toilets

Geoponica: non lo troverai da nessuna parte...quindi : SORPRESA!

tutto il resto è molto semplice, basta googlare 2 secondi.

un'altra cosa da implementare sarà il chicken tractor: Chicken tractor: le galline prepAratrici a servizio del nostro orto | Città in transizione - Terranauta.it
 
Bello , bravi ... a friend in need is a friend in deed

Un casco auto-scurante per saldare arriva presto ?

Cheers ........ Vin :)
 
ecco il risultato finale
Sono tornato ieri sera dal viaggio in bici e leggo adesso con piacere il post sul tuo blog!

Riprendendo la frase di un film... "La possibilità migliore che ci offre la vita è di fare duramente un lavoro utile"... se a questo aggiungiamo l'amicizia e un pizzico di pazzia non vedo cosa si possa desiderare di più dalla vita :D

Come ti dicevo mi ha fatto veramente piacere darti una mano.
A presto!
 
ecco il risultato finale, grazie ad Andrea (OGA) e anche a Henry che anche se "di volata" ha aiutato! un saluto a tutti!

http://noielapermacultura.wordpress.com/2012/08/16/un-amico/


Alcune riflessioni sparse sulla mia visita lampo in quel di Trevi, a distanza di qualche giorno.

Sono state appena 18 ore, non di più, ma intense. D'altro canto la brevità è stata in fondo anche inconsciamente voluta, un po' come quando ci si appresta ad assaggiare un sapore che si sa già essere forte: viene istintivo non ingurgitare ma procedere leggeri, in punta di forchetta, abituarsi.

Era ormai parecchio tempo, ormai più di un anno, che gli dicevo come "prima o poi" sarei andato a trovarlo, con vera curiosità. Curiosità che non si è mai affievolita ma soltanto scontrata con la classica sindrome del rimando: e sopraggiunto il classico momento in cui capisci che se non ci dai un taglio non lo farai più (ovvero il suo invito pubblico combinato con le ferie agostane), ecco che la congiunzione astrale si è realizzata.

La mia curiosità per Federico e il suo mondo è efficacemente riassunta nella colonna a destra dell'homepage del suo blog.
Nella parte superiore della colonna, c'è tutto il Federico "passato", diciamo quello della "vita precedente" (forumisticamente parlando :D): survival, escursionismo-trekking, kayak; poi dopo, nelle'elenco "Argomenti", c'è tutto il Federico presente/recente. Quello stanziale che quasi non si muove più da lì, la piccola montagna che costringe chi vuole trovarlo (se lo vuole) a farsi il Maometto di turno.
C'è il "visibile" di questo mondo: la sua casa, il suo campo (che è come la seconda casa, anche se in realtà scalza la prima), la sua terra.
Poi c'è tutto che vi è collegato e ne deriva, ma che è invisibile: la scansione della vita, dei tempi, i pensieri, i problemi, le preoccupazioni, i progetti, le soddisfazioni, le fantasie, i sogni, i ritorni alla realtà, l'incessante ramificazione di "aggiornamenti professionali", ricerca di informazioni, condivisioni che spaziano dalla forma più tech (il web) a quella più antica della viva voce davanti a un tavolo in piena campagna.

Poche volte mi è sembrato di percepire qualcosa di così complesso dietro un'apparenza così semplice: perchè la terra è semplicissima quando è mero terreno da calpestare, laddove non importa che sia fango, umido o secco, duro o molle, fertile o arido, e così via. Diventa complicatissima quando invece è da coltivare, perchè deve darti qualcosa con cui sostentarti: e questo non per qualche tempo, come nel "gioco" del survival, ma per sempre.

Il Federico escursionista ha riempito di post questo forum e basta rileggerli per scoprire davvero un'altra realtà, quella dell'epoca, e scoprirlo antesisgnano in tutto e per tutto delle stesse domande, degli stessi argomenti, delle stesse questioni che poi sarebbero ricorse, sempiterne, per altri anni. Ho capito fino in fondo perchè da tempo non interviene più nelle tematiche escursionistiche: ha già scritto tutto, ha già letto tutto, ha già avuto tutti i confronti "forumistici" e virtuali possibili. Addirittura si può rintracciare la sua nitida primogenitura dell'idea del logo del forum (con tanto di thread e scambi di idee e bozzetti iniziali), un argomento su ci siamo tanto appassionati e divertiti...a 4 anni di distanza !
Ora, a un certo punto Federico ha smesso i panni dell'escursionista.
Questi panni -inutile nascondercelo - sono quelli dell'infatuazione per la montagna o per il territorio in generale, che assomiglia tanto al trasporto che si può provare per un'amante: scintilla che non soggiace a regole, che può scoccare come svanire, e come tutte le amanti o tutte le cose che si fanno per puro diletto il giorno che "non ci va" si può piantare in asso.
Invece Federico, dicevo, a un certo punto ha fatto il grande passo: al posto dell'amante sinuosa e sculettante ha fissato gli occhi di quella vecchia megera, arcigna, scorbutica e severa che è la terra.
E ha deciso di sposarsela.

(il seguito alla prossima!)
 
Alcune riflessioni sparse sulla mia visita lampo in quel di Trevi, a distanza di qualche giorno.

Sono state appena 18 ore, non di più, ma intense. D'altro canto la brevità è stata in fondo anche inconsciamente voluta, un po' come quando ci si appresta ad assaggiare un sapore che si sa già essere forte: viene istintivo non ingurgitare ma procedere leggeri, in punta di forchetta, abituarsi.

Era ormai parecchio tempo, ormai più di un anno, che gli dicevo come "prima o poi" sarei andato a trovarlo, con vera curiosità. Curiosità che non si è mai affievolita ma soltanto scontrata con la classica sindrome del rimando: e sopraggiunto il classico momento in cui capisci che se non ci dai un taglio non lo farai più (ovvero il suo invito pubblico combinato con le ferie agostane), ecco che la congiunzione astrale si è realizzata.

La mia curiosità per Federico e il suo mondo è efficacemente riassunta nella colonna a destra dell'homepage del suo blog.
Nella parte superiore della colonna, c'è tutto il Federico "passato", diciamo quello della "vita precedente" (forumisticamente parlando :D): survival, escursionismo-trekking, kayak; poi dopo, nelle'elenco "Argomenti", c'è tutto il Federico presente/recente. Quello stanziale che quasi non si muove più da lì, la piccola montagna che costringe chi vuole trovarlo (se lo vuole) a farsi il Maometto di turno.
C'è il "visibile" di questo mondo: la sua casa, il suo campo (che è come la seconda casa, anche se in realtà scalza la prima), la sua terra.
Poi c'è tutto che vi è collegato e ne deriva, ma che è invisibile: la scansione della vita, dei tempi, i pensieri, i problemi, le preoccupazioni, i progetti, le soddisfazioni, le fantasie, i sogni, i ritorni alla realtà, l'incessante ramificazione di "aggiornamenti professionali", ricerca di informazioni, condivisioni che spaziano dalla forma più tech (il web) a quella più antica della viva voce davanti a un tavolo in piena campagna.

Poche volte mi è sembrato di percepire qualcosa di così complesso dietro un'apparenza così semplice: perchè la terra è semplicissima quando è mero terreno da calpestare, laddove non importa che sia fango, umido o secco, duro o molle, fertile o arido, e così via. Diventa complicatissima quando invece è da coltivare, perchè deve darti qualcosa con cui sostentarti: e questo non per qualche tempo, come nel "gioco" del survival, ma per sempre.

Il Federico escursionista ha riempito di post questo forum e basta rileggerli per scoprire davvero un'altra realtà, quella dell'epoca, e scoprirlo antesisgnano in tutto e per tutto delle stesse domande, degli stessi argomenti, delle stesse questioni che poi sarebbero ricorse, sempiterne, per altri anni. Ho capito fino in fondo perchè da tempo non interviene più nelle tematiche escursionistiche: ha già scritto tutto, ha già letto tutto, ha già avuto tutti i confronti "forumistici" e virtuali possibili. Addirittura si può rintracciare la sua nitida primogenitura dell'idea del logo del forum (con tanto di thread e scambi di idee e bozzetti iniziali), un argomento su ci siamo tanto appassionati e divertiti...a 4 anni di distanza !
Ora, a un certo punto Federico ha smesso i panni dell'escursionista.
Questi panni -inutile nascondercelo - sono quelli dell'infatuazione per la montagna o per il territorio in generale, che assomiglia tanto al trasporto che si può provare per un'amante: scintilla che non soggiace a regole, che può scoccare come svanire, e come tutte le amanti o tutte le cose che si fanno per puro diletto il giorno che "non ci va" si può piantare in asso.
Invece Federico, dicevo, a un certo punto ha fatto il grande passo: al posto dell'amante sinuosa e sculettante ha fissato gli occhi di quella vecchia megera, arcigna, scorbutica e severa che è la terra.
E ha deciso di sposarsela.

(il seguito alla prossima!)


Dicevo: Federico ha finito per "sposarsi" la terra, o almeno questa è la personalissima mia impressione :D
E' stato il matrimonio d'interesse o d'amore ?
Secondo me la cosa originale è che stato allo stesso tempo entrambe le cose. Di sicuro si è strizzato e lambiccato abbastanza il cervello per cercare di calcolarne la "dote", visto che tale consorte avrebbe dovuto mantenerlo per il resto della sua vita: sì, la scommessa era su una vita da mantenuto :biggrin::biggrin: E così i calcoli e la miriade di approfondimenti (anche su questo forum) su rese dei suoli, materia edibile, calorie, costi-ricavi, sono il riflesso del tentativo di calcolare a tavolino questa dote. Una dote tutta prospettica, diciamo pure un po' alealtoria: ma Federico è un illuminato futurista :biggrin: Però a un certo punto credo sia diventato così evidente che nessun calcolo a tavolino avrebbe potuto essere plausibile e non stucchevole, da convincerlo al grande salto: sposare la terra comunque, senza finire di fare i calcoli, semplicemente gettando il cuore oltre l'ostacolo e ripromettendosi di dare tutto se stesso. E allora, sotto questo profilo, sicuramente il matrimonio è stato anche un atto d'amore.

Federico e la sua terra, il suo campo, rappresentano dunque il connubio, la simbiosi tra l'estrema concretezza e l'estremo (o forse semplicemente il "giusto") idealismo. La sintesi la troverei nella parola "consapevolezza": l'idea che più mi ha impresso nel conoscerlo è stata quella di una persona "consapevole", nel senso più pieno e profondo dell'aggettivo.

Ho parlato di estrema concretezza c'è perchè non devo certo io a descrivere per filo e per segno il "mazzo" che bisogna farsi dall'alba al tramonto, con la faccai che spesso guarda appunto per terra anzichè disperdersi in sguardi sognanti su bucolici panorami. Fatica non solo corporale, ma anche mentale: un ruminìo incessante e vorticoso di decisioni piccole e grandi da prendere, scelte da fare, preoccupazioni da sedare solo risolvendole alla radice (è il caso di dire).
Come fertilizzare il terreno senza fertilizzanti, quanto tempo ci può volere, come disporre e mescolare filari, orto, alberi da frutto, progettare e realizzare l'impianto di irrgazione, e il troppo caldo, e la gelata, e la pioggia che non c'è, e l'invasione di lumache dal vicino, ecc. ecc.
Ma ho parlato anche di idealismo perchè in fondo tutto questo progetto a lungo termine lui lo ha impostato da completo autodidatta, partendo da zero, senza un'assoluta "certezza" su tempi e risultati, tant'è che io ed Andrea ci dicevamo che - secondo noi - stava lavorando più per i figli e i nipoti che per lui stesso. E idealismo anche perchè questa sorta di matrimonio con la terra, con reciproca promessa di fedeltà, si inserisce in un approccio molto più ampio che è quello della fedeltà e del rispetto per la Terra con la T maiuscola, da cui ha derivato tutti i principi e le regole a cui si ispira nel dettaglio della sua quotidianità. Difficlmente ho visto un tale riscontro del famoso motto ecologista (quello vero) "pensare globalmente, agire localmente". Difficilmente si è visto ad esempio un contadino ragionare e interessarsi anche di petrolio come un minatore.

Insomma, alla fine mi sono trovato ad aver conosciuto una persona profonda come me l'attendevo, senza aureole, coi suoi momenti di socramento ed entusiasmo e anche quelli in cui si carezzano aspirazioni fin troppo umane volando basso, come appunto quella di poter un giorno ritrovare la terra così genialmente e faticosamente impostata simile a una macchina che a furia di spinte si è messa in moto e procede da sola, regalandoti una vita da mantenuto ma senza dover avere alcuno scrupolo visto che è tutto merito....

Dal suo post dedicato (sul blog) si evince anche come alla lunga la terra renda alzi l'asticella della sensibilità - o abbassi quella della felicità - rendendo in grado di apprezzare anche le cose semplicissime come l'acqua del pozzo che zampilla per la prima volta dal tubo appena posato, l'amico che viene in soccorso da Roma (il nostro admin), un pomeriggio passato col "mitico Aldo", ovvero un personaggio già un po' avanti sullo stesso percorso, in avanscoperta, e che quindi rappresenta un po' il faro ispiratore di fiducia; e così via.

Tornando via, la sensazione è proprio quella di non poter non adottare (sia pure mentalmente o a distanza) il progetto che si è visto con i propri occhi e le proprie mani, diventarne complici, tifare per il suo futuro: che sia fertile e che fruttifichi, con senso reale e metaforico un tutt'uno; anche per dimostrare come di fronte a ciò che sembra già scritto e codificato, si possa concepire, immaginare e realizzare un'alternativa.

Mi è venuto in mente un aforisma del grande filosofo Schopenauer anche perchè attinente a tematiche più volte ricorrenti su questo forum.
La vita e i sogni sono come pagine di uno stesso libro; leggerle in ordine è vivere; sfogliarle a caso è sognare.
D'istinto verrebbe spontaneo considerarle l'apologia del sogno, e invece Federico è un esempio che è riuscito a farmene invertire il senso: ha smesso di sfogliare a caso, cominciando a leggere le pagine in ordine, tutte, anche le più noiose, le più faticose, quelle che verrebbe voglia di saltare a pie' pari per planare direttamente su quelle più elettrizzanti. Perchè dedicarsi alla terra è nient'altro che questo, una lettura ordinata, anche pedante, senza voli pindarici: e leggere in ordine equivale, appunto, a vivere.

Ma vivere non esclude che a ogni tanto, a un certo punto, in quel libro, si trovino infilate anche le pagine dei sogni. Mi piace pensare che quel triplice "bello, bello, bello!" esclamato sul suo blog stia lì a dimostrare che in quest'occasione Federico si sia conquistato in tutto e per tutto il diritto a leggerne una.
 
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