farina dalla corteccia di pino

ho trovato su un manuale di bushcraft che dalla parte più profonda della corteccia del pino si può ricavare una sostanza che, lasciata essiccare, è commestibile e pure calorica. Una specie di farina insomma. Il libro purtroppo non ha immagini per mostrare con precisione quale strato sia della corteccia per cui chiedo lumi a chi eventualmente ne è a conoscenza.... grazie !
 
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Anche se viene tradizionalmente definita “farina di corteccia” o “farina di pino”, questo alimento può essere ottenuto da diverse specie di alberi (come olmo, frassino e betulla) e non viene estratto dalla corteccia esterna ma dal floema (corteccia interna), un gruppo di tessuti presente nelle piante vascolari che si occupa del trasporto di prodotti organici in ogni parte dell’albero.

Il floema è generalmente l’unica parte commestibile del tronco degli alberi, dato che il resto del materiale ligneo è costituito da cellulosa e non è digeribile dagli animali, esseri umani inclusi.

Dipendentemente dalla specie di albero, la corteccia interna può presentarsi di colore verde, rossastro o giallognolo; oltre ad essere fibrosa, è dotata di una consistenza più morbida rispetto alla corteccia esterna e al legno sottostante.

Dopo averla separata dalla corteccia esterna o dal tronco, la corteccia interna veniva fatta seccare al sole per uno o più giorni, in base al clima e allo spessore delle strisce di floema estratte dalla pianta.

Si procedeva quindi con la macinatura tramite mortaio o direttamente nelle macine tradizionali, ottenendo una farina sottile utilizzabile allo stesso modo di quella ottenuta dai cereali.
La farina di corteccia ha generalmente un sapore amaro e tende a colorare il pane bianco con tinte grigio-verdi poco invitanti, ma è totalmente commestibile. I lieviti solitamente impiegati per far lievitare il pane non riescono a scomporre la corteccia tritata, per cu il pane di farina di corteccia non lievita correttamente e tende ad essere duro.
Caratteristiche nutrizionali della farina di corteccia
La farina di corteccia è una risorsa ecosostenibile e virtualmente inesauribile: il floema può essere prelevato da quasi ogni specie di pino presente nell’emisfero settentrionale, anche da rami caduti e dal diametro ridotto.
Ha un elevato contenuto di fibre (circa 55% del peso a secco, contro il 12% del frumento), un basso apporto energetico (140-200 kcal ogni 100 grammi), è ricca di minerali e non contiene glutine.
Date le sue caratteristiche nutrizionali, la farina di corteccia viene considerato un alimento “per riempire lo stomaco”: non fornisce molte energie e nutrienti in una dieta già povera e durante le carestie del XVIII secolo fu ritenuta parzialmente responsabile dell’elevata mortalità causata dalla malnutrizione.
Tra i Sami, tuttavia, il pane di corteccia (di pino o di betulla) costituisce un’importante fonte di vitamina C, difficilmente ottenibile da altre sorgenti alimentari.
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VITAANTICA.NET
 
grazie per l'esauriente spiegazione ! peccato che questo alimento sia ritenuto utile sostanzialmente " a riempire lo stomaco " . Facendo un grossolano bilancio energetico, forse è più il lavoro per ricavarlo che i benefici che si hanno a mangiarlo...bisognerebbe fare una prova , in fondo 140/200 kcal x 100 gr non sono proprio da buttar via...
 
ma l'approfondimento dice che vanno bene anche i rami caduti, qui dalle mie parti la galaverna fa delle stragi, io potrei avere la coscienza a posto :)
 
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