Non credevo che avrei ricevuto oltre 20 commenti qui e solo due nella mia discussione sugli zaini per il cammino.
Comunque, a scanso equivoci, non intendevo dire che chiunque acquista molti oggetti simili è un feticista, esiste chi lo fa per collezionismo, per investimento, per cultura, per gusto estetico, per la ricerca di prestazioni migliori o specifiche, e per molti altri motivi.
Io mi riconosco feticista - e non lo considero dispregiativo - in una 'sottoforma' specifica: attribuisco istintivamente ad alcuni oggetti il potere forte e 'magico' (simbolico, evocativo) di ricollegarmi, di farmi sentire parte, all'epoca, alla cultura, alle attività, ai personaggi associati alla progettazione, produzione, destinazione di quell'oggetto.
Se uso un pennato (o roncola, o maraza) mi sento un po' contadino; se uso una doppietta a cani esterni, mi sento un po' piccolo proprietario terriero del primo '900; se uso uno zaino estremamente robusto mi sento protagonista di avventure più intense.
Ovviamente la funzionalità dell'oggetto è indispensabile per attivare questo meccanismo, ma è rilevante anche lo stile di quella prestazione, ad esempio non mi piacciono i machete (in alcuni casi e modelli più funzionali della roncola) perché non mi piace sentirmi sudamericano (nessuna discriminazione, solo gusto soggettivo). Preferisco la motosega Usqvarna alla Stihl perchè preferisco sentirmi svedese anziché tedesco (anche qui nulla di raziale, solo stile). Preferisco sentirmi dentro la natura con uno zaino verde che più rintracciabile, in caso di bisogno, con uno zaino azzurro o rosso.
Ovviamente c'è anche una componente rappresentata dal sentirmi più potente, più capace di affrontare situazioni difficili (spesso in modo sovradimensionato rispetto alla mia vita reale).
Per questo è fondamentale che l'oggetto sia mio, mai usato nulla di prestato e presto malvolentieri e raramente.
Sottolineo che esistono categorie di prodotti, sono certo che non valga per gli scarponi, dove quelli di cento anni fa hanno le stesse prestazioni di quelli moderni, se non migliori.
Diciamo che per me l'oggetto deve assecondare una mia certa tendenza ad essere zelig (mi riferisco al film di Woody Allen), ad avere molte vite, ad essere molte persone.
L'oggetto deve diventare parte integrante di me (qualcuno parlava di sintonia) perché io partecipi a quello che l'oggetto rappresenta, evoca, esprime.
Visto che questa è la mia presentazione, sempre a scanso equivoci, quanto ho descritto accade in una misura ragionevole, sono una persona normale, sono stato e sono un manager e un consulente di onesto livello, ho moglie e due figlie all'università, non sono ricco, ma l'economia della mia famiglia è sostenibile.
Purché 1)non ledano i diritti fondamentali degli altri, 2)consumino risorse naturali in maniera sostenibile, 3) non contravvengano a principi di equità sociale, ho molta simpatia per tutte le passioni umane e rispetto anche quelle che non mi appartengono e anche quelle che mi disturbano o urtano la mia sensibilità personale.
Forse quest'ultima cosa che scritto è quella più importate di me e per me.