Feticista

per salire al quintino sella in una bella giornata di luglio con le nike alte non mi sembra di aver fatto nessuna incoscienza

Dipende dalle situazioni. Ho un po' semplificato. Dalle mie parti c'è un monte che a quota 1500 circa ha una targa commemorativa e qualche fiore.
Un giorno due ragazzi sulla trentina salivano in scarpe da ginnastica (a detta del gestore). C'era neve, uno è scivolato e si è fermato contro un albero gamba fratturata.
L'altro ha tentato di soccorrerlo ed è direttamente finito giu. Scarpe da ginnastica entrambi. Non so se suola vibram e tenuta dello scarpone avrebbe cambiato qualcosa ma può essere. Soprattutto gli scarponi sono ramponabili..
Fintanto che non hai bisogno di chissà quale grip, immagino che scarpe alte tipo da basket funzionino
 
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Oltretutto,giusto per estrapolare dei discorsi che sento per le moto non credo che degli scarponi da montagna che hanno visto la guerra mondiale come durezza della gomma siano ancora in grado di dare chissà che tenuta.
Certi "motociclisti" per non spiattellarsi tutti i momenti sui colli,cosa che peraltro sanno fare molto bene oltre ai sermoni sulla sicurezza a chi non veste da clown come loro sono sempre mentre che cambiano gomme. Chissà dopo quanti anni una scarpa da montagna comincia a non tenere più.
E forse le sopra citate nike alte gli possono anche stare davanti se più nuove.

poi ovvio che se si parla di quelle "con i molloni" di gomma. Bè....anche per decenza anche cinghiali e caprioli vogliono rispetto.
 
Non so in che posto mi colloco in questa discussione, io ho la pulsione per l'oggetto con cui entrare in sintonia, la conseguenza è che se lo trovo mi fermo e sono economo, ma finché non lo trovo la pulsione è l'acquisto; conseguenza zaini, marsupi, coltellini, borracce ecc. che potrei equipaggiare dieci persone. Comunque ora mi sono quasi fermato, riesco a tenere a freno la mia dipendenza o quasi :help:
 
che potrei equipaggiare dieci persone
Solo con la roba del tutto ridondante, o taglia ormai non più congrua, non mi piaceva più, tutto ciò che veramente non avrei mai più messo se non per sbaglio, ho equipaggiato 2 persone.
A me la smania è passata ormai sono redento, ma ni rifiuto di entrare in negozi da montagna sotto saldi non accompagnato !
I coltelli hanno attecchito meno. Mi piaciono molto sia ben inteso, ma veramente non potendoli neanche potenzialmente usare fuori di casa senza possibili smeni, non mi sono mai ammalato.
 
Non credevo che avrei ricevuto oltre 20 commenti qui e solo due nella mia discussione sugli zaini per il cammino.
Comunque, a scanso equivoci, non intendevo dire che chiunque acquista molti oggetti simili è un feticista, esiste chi lo fa per collezionismo, per investimento, per cultura, per gusto estetico, per la ricerca di prestazioni migliori o specifiche, e per molti altri motivi.
Io mi riconosco feticista - e non lo considero dispregiativo - in una 'sottoforma' specifica: attribuisco istintivamente ad alcuni oggetti il potere forte e 'magico' (simbolico, evocativo) di ricollegarmi, di farmi sentire parte, all'epoca, alla cultura, alle attività, ai personaggi associati alla progettazione, produzione, destinazione di quell'oggetto.
Se uso un pennato (o roncola, o maraza) mi sento un po' contadino; se uso una doppietta a cani esterni, mi sento un po' piccolo proprietario terriero del primo '900; se uso uno zaino estremamente robusto mi sento protagonista di avventure più intense.
Ovviamente la funzionalità dell'oggetto è indispensabile per attivare questo meccanismo, ma è rilevante anche lo stile di quella prestazione, ad esempio non mi piacciono i machete (in alcuni casi e modelli più funzionali della roncola) perché non mi piace sentirmi sudamericano (nessuna discriminazione, solo gusto soggettivo). Preferisco la motosega Usqvarna alla Stihl perchè preferisco sentirmi svedese anziché tedesco (anche qui nulla di raziale, solo stile). Preferisco sentirmi dentro la natura con uno zaino verde che più rintracciabile, in caso di bisogno, con uno zaino azzurro o rosso.
Ovviamente c'è anche una componente rappresentata dal sentirmi più potente, più capace di affrontare situazioni difficili (spesso in modo sovradimensionato rispetto alla mia vita reale).
Per questo è fondamentale che l'oggetto sia mio, mai usato nulla di prestato e presto malvolentieri e raramente.
Sottolineo che esistono categorie di prodotti, sono certo che non valga per gli scarponi, dove quelli di cento anni fa hanno le stesse prestazioni di quelli moderni, se non migliori.
Diciamo che per me l'oggetto deve assecondare una mia certa tendenza ad essere zelig (mi riferisco al film di Woody Allen), ad avere molte vite, ad essere molte persone.
L'oggetto deve diventare parte integrante di me (qualcuno parlava di sintonia) perché io partecipi a quello che l'oggetto rappresenta, evoca, esprime.

Visto che questa è la mia presentazione, sempre a scanso equivoci, quanto ho descritto accade in una misura ragionevole, sono una persona normale, sono stato e sono un manager e un consulente di onesto livello, ho moglie e due figlie all'università, non sono ricco, ma l'economia della mia famiglia è sostenibile.

Purché 1)non ledano i diritti fondamentali degli altri, 2)consumino risorse naturali in maniera sostenibile, 3) non contravvengano a principi di equità sociale, ho molta simpatia per tutte le passioni umane e rispetto anche quelle che non mi appartengono e anche quelle che mi disturbano o urtano la mia sensibilità personale.

Forse quest'ultima cosa che scritto è quella più importate di me e per me.
 
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Non credevo che avrei ricevuto oltre 20 commenti qui e solo due nella mia discussione sugli zaini per il cammino.
Comunque, a scanso equivoci, non intendevo dire che chiunque acquista molti oggetti simili è un feticista, esiste chi lo fa per collezionismo, per investimento, per cultura, per gusto estetico, per la ricerca di prestazioni migliori o specifiche, e per molti altri motivi.
Io mi riconosco feticista - e non lo considero dispregiativo - in una 'sottoforma' specifica: attribuisco istintivamente ad alcuni oggetti il potere forte e 'magico' (simbolico, evocativo) di ricollegarmi, di farmi sentire parte, all'epoca, alla cultura, alle attività, ai personaggi associati alla progettazione, produzione, destinazione di quell'oggetto.
Se uso un pennato (o roncola, o maraza) mi sento un po' contadino; se uso una doppietta a cani esterni, mi sento un po' piccolo proprietario terriero del primo '900; se uso uno zaino estremamente robusto mi sento protagonista di avventure più intense.
Ovviamente la funzionalità dell'oggetto è indispensabile per attivare questo meccanismo, ma è rilevante anche lo stile di quella prestazione, ad esempio non mi piacciono i machete (in alcuni casi e modelli più funzionali della roncola) perché non mi piace sentirmi sudamericano (nessuna discriminazione, solo gusto soggettivo). Preferisco la motosega Usqvarna alla Stihl perchè preferisco sentirmi svedese anziché tedesco (anche qui nulla di raziale, solo stile). Preferisco sentirmi dentro la natura con uno zaino verde che più rintracciabile, in caso di bisogno, con uno zaino azzurro o rosso.
Ovviamente c'è anche una componente rappresentata dal sentirmi più potente, più capace di affrontare situazioni difficili (spesso in modo sovradimensionato rispetto alla mia vita reale).
Per questo è fondamentale che l'oggetto sia mio, mai usato nulla di prestato e presto malvolentieri e raramente.
Sottolineo che esistono categorie di prodotti, sono certo che non valga per gli scarponi, dove quelli di cento anni fa hanno le stesse prestazioni di quelli moderni, se non migliori.
Diciamo che per me l'oggetto deve assecondare una mia certa tendenza ad essere zelig (mi riferisco al film di Woody Allen), ad avere molte vite, ad essere molte persone.
L'oggetto deve diventare parte integrante di me (qualcuno parlava di sintonia) perché io partecipi a quello che l'oggetto rappresenta, evoca, esprime.

Visto che questa è la mia presentazione, sempre a scanso equivoci, quanto ho descritto accade in una misura ragionevole, sono una persona normale, sono stato e sono un manager e un consulente di onesto livello, ho moglie e due figlie all'università, non sono ricco, ma l'economia della mia famiglia è sostenibile.

Purché 1)non ledano i diritti degli altri, 2)consumino risorse naturali in maniera sostenibile, 3) non contravvengano a principi di equità sociale, ho molta simpatia per tutte le passioni umane e rispetto anche quelle che non mi appartengono e anche quelle che mi disturbano o urtano la mia sensibilità personale.

Forse quest'ultima cosa che scritto è quella più importate di me e per me.

Mah io passerei a parlare più di avventure che di oggetti...
Poi il rapporto con gli oggetti è individuale, si spazia dalla funzionalità (e conoscenza) pura all apparenza pura, in mezzo ci stanno anche preferenze, culti e sensazioni come ad esempio le tue. Se piace a te così piace a tutti voglio dire.. bello ciò che piace
Poi a un certo punto sono sfizi che alcuni possono permettersi (beati loro non è una colpa eh ...) altri no.
 
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