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grrr
Guest
Una volta lasciavano libere le capre per la montagna con un campanaccio al collo per poterle in ogni momento localizzare. Stavano in giro sui monti tutta l'estate e quando si avvicinavano i primi freddi, di solito a metà settembre, il padrone saliva in loro ricerca con un pugno di sale: le attirava verso valle riportandole alle stalle.
Ma le stagioni sono sempre un poco capricciose e un anno, molti anni fa, a settembre nevicò e poi venne freddo e la montagna si ghiacciò. Un capraio che ancora aveva gli armenti sulla montagna decise, dopo molti tentennamenti, di partire alla ricerca delle sue capre; conosceva il pericolo, ma d'altra parte non poteva perdere gli animali.
Salendo chiamava a gran voce le sue bestie e in particolare la Fiamma che da sempre era quella che gli dimostrava una certa attenzione e rispondeva più delle altre ai richiami; si fermava spesso ad ascoltare e percepire uno scampanio o un belato. La neve scricchiolava sotto le sue scarpe, dura in superficie non permetteva al passo di affondare.
Uscito dal bosco nei pendii sotto le rocce tese l'orecchio: gli parve di udir belare; chiamò Fiamma: un belato di risposta gli aprì il cuore.
Il pendio diventava sempre più ripido e l'uomo doveva calcare forte sulla neve per crearsi una tacca per un appoggio sicuro del piede. Arrivò sull'orlo di un canalone e lanciò il richiamo: vicina rispose Fiamma, lì sulla destra, forse sotto l'anfratto creato dalla sporgenza della parete del canalone. Il capraio scese cautamente nel canalone obliquando verso l'anfratto: si, Fiamma era lì con le altre sotto il riparo dove la neve non aveva attecchito.
Forse per la contentezza di aver trovato le sue bestie, o forse chi lo sa, l'uomo perse per un attimo la concentrazione e un piede scivolò sulla neve ghiacciata: si attaccò disperatamente con le mani a dei fuscelli che uscivano dalla coltre che lo trattennero per poco spezzandosi inesorabilmente; l'uomo si sentì perso, avrebbe preso velocità e sarebbe precipitato schiantandosi nel canalone; annaspava disperato con mani e piedi; improvvisamente riuscì a fermarsi, un piede aveva fatto presa; si girò per vedere cosa la provvidenza aveva messo sotto la sua scarpa e con grande sorpresa si vide appoggiato su Fiamma che vedendolo in difficoltà era corsa, aveva puntato nella neve i suoi quattro zoccoli e offriva la schiena quale sostegno al padrone.
Da quella volta il capraio, dimostrò un bene dell'anima alla sua Fiamma, tanto che, si dice, la facesse addirittura dormire nel suo letto.
Ma le stagioni sono sempre un poco capricciose e un anno, molti anni fa, a settembre nevicò e poi venne freddo e la montagna si ghiacciò. Un capraio che ancora aveva gli armenti sulla montagna decise, dopo molti tentennamenti, di partire alla ricerca delle sue capre; conosceva il pericolo, ma d'altra parte non poteva perdere gli animali.
Salendo chiamava a gran voce le sue bestie e in particolare la Fiamma che da sempre era quella che gli dimostrava una certa attenzione e rispondeva più delle altre ai richiami; si fermava spesso ad ascoltare e percepire uno scampanio o un belato. La neve scricchiolava sotto le sue scarpe, dura in superficie non permetteva al passo di affondare.
Uscito dal bosco nei pendii sotto le rocce tese l'orecchio: gli parve di udir belare; chiamò Fiamma: un belato di risposta gli aprì il cuore.
Il pendio diventava sempre più ripido e l'uomo doveva calcare forte sulla neve per crearsi una tacca per un appoggio sicuro del piede. Arrivò sull'orlo di un canalone e lanciò il richiamo: vicina rispose Fiamma, lì sulla destra, forse sotto l'anfratto creato dalla sporgenza della parete del canalone. Il capraio scese cautamente nel canalone obliquando verso l'anfratto: si, Fiamma era lì con le altre sotto il riparo dove la neve non aveva attecchito.
Forse per la contentezza di aver trovato le sue bestie, o forse chi lo sa, l'uomo perse per un attimo la concentrazione e un piede scivolò sulla neve ghiacciata: si attaccò disperatamente con le mani a dei fuscelli che uscivano dalla coltre che lo trattennero per poco spezzandosi inesorabilmente; l'uomo si sentì perso, avrebbe preso velocità e sarebbe precipitato schiantandosi nel canalone; annaspava disperato con mani e piedi; improvvisamente riuscì a fermarsi, un piede aveva fatto presa; si girò per vedere cosa la provvidenza aveva messo sotto la sua scarpa e con grande sorpresa si vide appoggiato su Fiamma che vedendolo in difficoltà era corsa, aveva puntato nella neve i suoi quattro zoccoli e offriva la schiena quale sostegno al padrone.
Da quella volta il capraio, dimostrò un bene dell'anima alla sua Fiamma, tanto che, si dice, la facesse addirittura dormire nel suo letto.