filosofia estrema

Forse in un forum che si intitola:"AVVENTUROSAMENTE" questa mia riflessione può sembrare un pò come "La fiera delle ovvietà" e dovrei indirizzarla magari a "UNGHIE PERFETTE", ma pazienza.

Guardando un servizio su Messner mi è stata sollevata la questione che gli alpinisti (ma la discussione si può estendere a tutti i praticanti di discipline mortalmente rischiose e apparentemente inutili) altro non siano che persone che, se non hanno proprio in spregio la vita, perlomeno tendono a complicarsela gratuitamente e che le loro imprese andrebbero CENSURATE!!!

Io (benchè non pratichi l'estremo nel senso più comune del termine), al contrario, ritengo che siano esempi, se non altro, di approccio ad un problema (anche se autoimposto) e che, una volta stabilto un traguardo, facciano tutto quanto è in loro potere per renderlo il più semplice possibile.

Esempio: PRIMA SALITA ASSOLUTA DI UNA VETTA.
Di solito si sceglie la via più agevole, i compagni meglio preparati , la stagione migliore e l'attrezzatura più consona (a meno che questa non sia in spregio all'alpinista, vedi chiodi a pressione (spit)).

E', di solito, solo dopo il raggiungimento di questo traguardo che si sposta il limite.

Esempio:RIPETIZIONE IN SOLITARIA.
Restano sottintese la via, la stagione e l'attrezzatura migliori.
Oppure:RIPETIZIONE INVERNALE.
Stessa storia per la via, i compagni e l'attrezzatura.

E', compiute anche la via più impegnativa e la riduzione dei materiali, che usualmente si tentano le SOLITARIE INVERNALI, fino ad arrivare alla NORD IN SOLITARIA INVERNALE "NUDO/A".

Questo è per me il reale progresso: non rimanere anchilosati al passato e non correre affannosamente verso un futuro che poi magari si rivela un binario MORTO.
 
beh, innanzitutto direi che l'argomento è nel sito giusto!

Gli alpinisti come qualsiasi altro tipo di avventuriero (subacquei, astronauti, esploratori di due secoli fa) sono persone assetate di cimentarsi con la vita. Non lo vedo come disprezzo per la vita (ammetto che per me non ha molto senso come concetto di per se) ma anzi come uno spronarsi a migliorare a salire una scala e raggiungere sempre un gradino più alto.

Solo chi è statico è ha paura delle novità disprezza chi si cimenta. Cimentarsi può essere anche in scoperte scientifiche o opere solo che queste sono a rischio zero.

Lo so che è generalizzare però credo che chi denigra gli Alpinisti in quanto incorrono in rischi siano né più né meno come chi denigra chi ha uno stile diverso e si distingue dalla massa: in entrambi i casi il denigratore è qualcuno che non conosce l'argomento da dentro ma si limita a giudicarlo.

Io mi sono cimentato in una ferrata solo perché è a "basso rischio" (dopo che ho imparato a fare bouldering) ed è stato minimo il livello di vertigini da combattere. Posso dare del pazzo o del cretino a chi scala il K2 perché io non ci riuscirei e lo considererei troppo pericoloso, ma questa sarebbe solo l'invdia di qualcuno che non ha le capacità per farlo e quindi lo ammiro. Tutto questo nasce da dove uno piazza l'asticella del "rischio". Più spesso ti porti vicino a quell'asticella, più spesso essa si sposterà magicamente verso l'alto.

Per non diventare logorroico mi fermo qui per ora XD
 
Io (benchè non pratichi l'estremo nel senso più comune del termine), al contrario, ritengo che siano esempi, se non altro, di approccio ad un problema (anche se autoimposto) e che, una volta stabilto un traguardo, facciano tutto quanto è in loro potere per renderlo il più semplice possibile.

A me non sembra avere molto senso tentare di raggiungere una vetta aprendo altre vie... se c'è già una via più semplice che ci arriva, perché complicarsi la vita?
Mio pensiero personale.
 
A me non sembra avere molto senso tentare di raggiungere una vetta aprendo altre vie... se c'è già una via più semplice che ci arriva, perché complicarsi la vita? Mio pensiero personale.

Probabilmente "per la stessa ragione del viaggio: viaggiare" come insegna de Andrè!!

Premetto che, personalmente, la penso, più o meno, come te: tra due sentieri, di solito, scelgo il più comodo, però se il più comodo è una strada asfaltata, lo evito senza rimpianti!!!

L'uomo è notoriamente un animale curioso, e vedere dove lo possono portare i propri mezzi e una cosa che non fatico a comprendere anche se a me incuriosiscono altri settori.
 
io credo che il problema non sia discutere su "strada meno comoda o più comoda" "complicarsi la vita" "rischiare la vita"

Personalmente ritengo che sia semplicemente questione di accettare che non solo non siamo tutti uguali ma che è una fortuna che non li siamo :p

Detto questo, se non metti in pericolo la vita di chi non ha scelto come te di farlo, vai, fai, prova, studia, cerca, effettua, crea, sogna, inventa, ecc ecc ecc

Credo sia questa continua sete di migliorarsi anche prendendo qualche rischio in più che ha permesso alla nostra specie (meno dotata fisicamente di tante altre per la sopravvivenza in natura) di farcela sin troppo bene...
 
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