- Parchi del Lazio
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- Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Dati
Data: 06/04/2013
Regione e provincia: Lazio - Frosinone
Località di partenza: Prati di mezzo (1440 m)
Località di arrivo: Monte Forcellone (2030 m)
Tempo di percorrenza: 5h A/R (con numerose pause)
Grado di difficoltà: AD - (la via), probabilmente a stagione inoltrata, con i salti in uscita più levigati, può ritenersi PD
Descrizione delle difficoltà: pendenze sui 40-50°, tratto a 60°, passo delicato in uscita di 70°
Periodo consigliato: inverno, primavera (in condizioni mediamente fino ad aprile inoltrato)
Segnaletica: assente con neve
Dislivello in salita: 600 m ca
Descrizione
Spesso le cose più desiderate e ambite si pianificano con molto tempo in anticipo.
Nel mio caso, per tanti motivi, come ad esempio uno degli inverni più “precipitosi” degli ultimi anni (nel senso di precipitazioni, chiaro!) e conseguentemente con costante rischio valanghe sopra il 3, continue trasferte di lavoro settimanali in tutta Italia con quei pochi weekend di tempo decente inchiodati ad onorare impegni di rappresentanza familiare, e ancora svariati altri piccoli impedimenti di ogni tipo, una delle uscite più desiderate dal sottoscritto, quella al “centrale del Terminillo”, non riusciva proprio a venir fuori…
La scoperta della strada non spazzata già da Campoforogna (primo anno dopo molti se non ho capito male!) è stata solo la ciliegina sulla torta…
Se infatti prima, almeno in linea teorica, si sarebbe potuto ipotizzare un “mordi e fuggi” dal Sebastiani alla vetta in non più di un paio di ore andata/ritorno, quel lungo previsto ciaspolare in piano da tre chilometri più a valle fin su la cima mi aveva dato il definitivo colpo di grazia…
Ma non tutti i mali vengono per nuocere…
E’ stato allora che mi chiesi: ma perché, con così tante belle montagne in appennino, la prima prova, il battesimo “alpinistico” deve essere per forza ‘sto benedetto Terminillo??????
Forse perché la maggior parte delle recensioni sono di romani, e il Terminillo non a cavolo è nota come “la montagna di Roma”.
Nulla togliendo alla bellezza della cima in questione (che, ribadisco, spero di salire in livrea invernale un giorno o l’altro), un altro nome mi è balzato qualche giorno fa alla mente. Una cima dall’avvicinamento facile, di grande soddisfazione a detta della guida di Iurisci, un’ottima alternativa “ciociara” alla montagna di Roma…il Forcellone!
Ultimo baluardo delle Mainarde (tra Lazio, Abruzzo e Molise), il triangolo del forcellone domina la valle di Atina, nel basso Lazio, con le sue forme eleganti ed i suoi canali e canalini (!!!) decisamente intriganti…
Una buona alternativa al Terminillo, con avvicinamento più decente? Mmm…..decisamente si…
Coinvolti Nicola e un suo amico, Fabio, fissiamo la partenza di mattina alle 5 da Colleferro (poverini, da Aprilia la loro partenza è stata alle 4.15!!!!) e alle 7 in punto siamo al parcheggio ai prati di mezzo.
La temperatura è fredda, ma già si percepisce un sole che, da un cielo azzurro e limpido, di lì a poco avrebbe scaldato tutto. Un tratto nel bosco, poi la fuoriuscita sul magnifico pianoro innevato e solcato da sinuosi ruscelli che in questo periodo di inizio disgelo raggiungono il massimo delle loro portate: davvero spettacolari!
La parete NW del Forcellone presenta notevoli opportunità: un canale diretto, detto “obliquo”, che sale diretto in vetta, un canale sulla sua destra, più ripido, che invece sbuca sulla cresta a SW della vetta e altri canalini di misto più tecnici e difficili ancora verso destra…
L’idea originale era quella di fare il canalone obliquo (dato PD dalla guida), molto simile appunto al centrale del Terminillo, ma le buone condizioni di innevamento, la presenza di Fabio (istruttore del soccorso alpino), le sue valutazioni dettate da anni ed anni di esperienza sul campo, ci fanno scegliere il secondo canale (Via Crescenzi, AD-), più vario ed in buone condizioni.
Il primo tratto (35-40°) scorre via veloce: per prudenza si opta per una progressione in conserva a “V”, con Fabio al vertice della stessa.
Dopo un centinaio di metri la pendenza si fa più sostenuta (45°), ma la neve di pari passo diviene ancor più portante: si conviene di togliere la corda e godersi la salita sciolti. Ci tengo a precisare che una decisione di questo tipo, su itinerari anche molto semplici, è sempre assolutamente soggettiva e da prendersi col massimo senso di responsabilità.
Fantastico il panorama, col canale (uno scivolo liscio e bianco) orlato da pinnacoli rocciosi e speroni.
Qualche sosta ogni tanto, per rifiatare ma soprattutto per fotografare, e via su…
Più si sale, più la neve si rende fantastica e dalla texture davvero estetica (aghetti di ghiaccio conglomerati su una superficie cedevole al punto giusto ma sempre molto compatta). La pendenza aumenta ancora (circa 50°), ma la presa di picche e ramponi e pressoché perfetta. A poche decine di metri dall’uscita optiamo per un canalino incassato tra due speroni ammantati di galaverna: qui le difficoltà aumentano (pendenza sui 60° e uscita con passo delicato a circa 70°) ed è quel giusto “brio” ad una salita davvero fantastica!
L’uscita in cresta e nella improvvisa neve papposa del versante Sud ci riporta alla realtà degli inizi di Aprile. La vetta con la sua croce è li a pochi metri, fantastica come tutte le altre vette salite!
Foto di rito e discesa per la gobba a Nord (comunque da non sottovalutare in caso di ghiaccio vivo) da cui ci immettiamo in un canale secondario (35°-40) sulla sinistra dell’obliquo che in breve ci riconduce al pianoro e da lì alla macchina…
Concludendo: cercavo e sognavo il centrale del Terminillo e probabilmente, grazie anche alla fiducia infusa da Fabio, ho trovato una mia prima salita “alpinistica” un pochino più ingaggiante. Sia chiaro, non cerco la difficoltà e non mi interesserà mai fare classifiche, ma la soddisfazione di una salita meno nota in ambiente eccezionale c’è davvero tutta!!!! E chiaramente il Terminillo può attendere…
Saluti a tutti…
Data: 06/04/2013
Regione e provincia: Lazio - Frosinone
Località di partenza: Prati di mezzo (1440 m)
Località di arrivo: Monte Forcellone (2030 m)
Tempo di percorrenza: 5h A/R (con numerose pause)
Grado di difficoltà: AD - (la via), probabilmente a stagione inoltrata, con i salti in uscita più levigati, può ritenersi PD
Descrizione delle difficoltà: pendenze sui 40-50°, tratto a 60°, passo delicato in uscita di 70°
Periodo consigliato: inverno, primavera (in condizioni mediamente fino ad aprile inoltrato)
Segnaletica: assente con neve
Dislivello in salita: 600 m ca
Descrizione
Spesso le cose più desiderate e ambite si pianificano con molto tempo in anticipo.
Nel mio caso, per tanti motivi, come ad esempio uno degli inverni più “precipitosi” degli ultimi anni (nel senso di precipitazioni, chiaro!) e conseguentemente con costante rischio valanghe sopra il 3, continue trasferte di lavoro settimanali in tutta Italia con quei pochi weekend di tempo decente inchiodati ad onorare impegni di rappresentanza familiare, e ancora svariati altri piccoli impedimenti di ogni tipo, una delle uscite più desiderate dal sottoscritto, quella al “centrale del Terminillo”, non riusciva proprio a venir fuori…
La scoperta della strada non spazzata già da Campoforogna (primo anno dopo molti se non ho capito male!) è stata solo la ciliegina sulla torta…
Se infatti prima, almeno in linea teorica, si sarebbe potuto ipotizzare un “mordi e fuggi” dal Sebastiani alla vetta in non più di un paio di ore andata/ritorno, quel lungo previsto ciaspolare in piano da tre chilometri più a valle fin su la cima mi aveva dato il definitivo colpo di grazia…
Ma non tutti i mali vengono per nuocere…
E’ stato allora che mi chiesi: ma perché, con così tante belle montagne in appennino, la prima prova, il battesimo “alpinistico” deve essere per forza ‘sto benedetto Terminillo??????
Forse perché la maggior parte delle recensioni sono di romani, e il Terminillo non a cavolo è nota come “la montagna di Roma”.
Nulla togliendo alla bellezza della cima in questione (che, ribadisco, spero di salire in livrea invernale un giorno o l’altro), un altro nome mi è balzato qualche giorno fa alla mente. Una cima dall’avvicinamento facile, di grande soddisfazione a detta della guida di Iurisci, un’ottima alternativa “ciociara” alla montagna di Roma…il Forcellone!
Ultimo baluardo delle Mainarde (tra Lazio, Abruzzo e Molise), il triangolo del forcellone domina la valle di Atina, nel basso Lazio, con le sue forme eleganti ed i suoi canali e canalini (!!!) decisamente intriganti…
Una buona alternativa al Terminillo, con avvicinamento più decente? Mmm…..decisamente si…
Coinvolti Nicola e un suo amico, Fabio, fissiamo la partenza di mattina alle 5 da Colleferro (poverini, da Aprilia la loro partenza è stata alle 4.15!!!!) e alle 7 in punto siamo al parcheggio ai prati di mezzo.
La temperatura è fredda, ma già si percepisce un sole che, da un cielo azzurro e limpido, di lì a poco avrebbe scaldato tutto. Un tratto nel bosco, poi la fuoriuscita sul magnifico pianoro innevato e solcato da sinuosi ruscelli che in questo periodo di inizio disgelo raggiungono il massimo delle loro portate: davvero spettacolari!
La parete NW del Forcellone presenta notevoli opportunità: un canale diretto, detto “obliquo”, che sale diretto in vetta, un canale sulla sua destra, più ripido, che invece sbuca sulla cresta a SW della vetta e altri canalini di misto più tecnici e difficili ancora verso destra…
L’idea originale era quella di fare il canalone obliquo (dato PD dalla guida), molto simile appunto al centrale del Terminillo, ma le buone condizioni di innevamento, la presenza di Fabio (istruttore del soccorso alpino), le sue valutazioni dettate da anni ed anni di esperienza sul campo, ci fanno scegliere il secondo canale (Via Crescenzi, AD-), più vario ed in buone condizioni.
Il primo tratto (35-40°) scorre via veloce: per prudenza si opta per una progressione in conserva a “V”, con Fabio al vertice della stessa.
Dopo un centinaio di metri la pendenza si fa più sostenuta (45°), ma la neve di pari passo diviene ancor più portante: si conviene di togliere la corda e godersi la salita sciolti. Ci tengo a precisare che una decisione di questo tipo, su itinerari anche molto semplici, è sempre assolutamente soggettiva e da prendersi col massimo senso di responsabilità.
Fantastico il panorama, col canale (uno scivolo liscio e bianco) orlato da pinnacoli rocciosi e speroni.
Qualche sosta ogni tanto, per rifiatare ma soprattutto per fotografare, e via su…
Più si sale, più la neve si rende fantastica e dalla texture davvero estetica (aghetti di ghiaccio conglomerati su una superficie cedevole al punto giusto ma sempre molto compatta). La pendenza aumenta ancora (circa 50°), ma la presa di picche e ramponi e pressoché perfetta. A poche decine di metri dall’uscita optiamo per un canalino incassato tra due speroni ammantati di galaverna: qui le difficoltà aumentano (pendenza sui 60° e uscita con passo delicato a circa 70°) ed è quel giusto “brio” ad una salita davvero fantastica!
L’uscita in cresta e nella improvvisa neve papposa del versante Sud ci riporta alla realtà degli inizi di Aprile. La vetta con la sua croce è li a pochi metri, fantastica come tutte le altre vette salite!
Foto di rito e discesa per la gobba a Nord (comunque da non sottovalutare in caso di ghiaccio vivo) da cui ci immettiamo in un canale secondario (35°-40) sulla sinistra dell’obliquo che in breve ci riconduce al pianoro e da lì alla macchina…
Concludendo: cercavo e sognavo il centrale del Terminillo e probabilmente, grazie anche alla fiducia infusa da Fabio, ho trovato una mia prima salita “alpinistica” un pochino più ingaggiante. Sia chiaro, non cerco la difficoltà e non mi interesserà mai fare classifiche, ma la soddisfazione di una salita meno nota in ambiente eccezionale c’è davvero tutta!!!! E chiaramente il Terminillo può attendere…
Saluti a tutti…
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