Data: 10-7-2011
Regione e provincia: Lazio - Rieti
Località di partenza: Preta
Località di arrivo: Preta
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: sentiero esposto - tratti di arrampicata - discesa su terreno impervio senza sentiero
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: nella prima e ultima parte poi inesistente
Dislivello in salita: 1000 metri
Dislivello in discesa: 1000 metri
Quota massima: 2125 metri
Accesso stradale: da Amatrice seguire per Preta, subito dopo il ponte sul Tronto si lascia l'auto sulla destra dove parte la sterrata.
Descrizione
Si segue la sterrata per circa un km fino ad uno spiazzo dove parte il sentiero per Ortanza e Preta( indicazioni su un albero), ci si inoltra nella pineta salendo gradualmente e dopo un pò si vedono già le cascate di Ortanza in alto. Si attraversa il fosso e si arriva al colle Innamorato circa 1512 m. Qui si lascia il sentiero principale che scende a Preta e si svolta a destra salendo più ripidamente seguendo i segnavia, bisogna fare attenzione circa a quota 1600 metri dopo più o meno un quarto d'ora di salita dal Colle Innamorato, ad un bivio a seguire una traccia a destra ( in un punto dove ci sono delle grosse pietre) che raggiunge il bordo di un canalone e si fa più impegnativo con passaggi un pò esposti su un pendio erboso molto ripido. Si punta ad una selletta erbosa e quindi si arriva al minuscolo stazzo di Colle d'Asino posto in un posto veramente incredibile sul ciglio di uno strapiombo che arriva direttamente sulle cascate. Da qui si scende comodamente nel fosso d'Ortanza e da qui inizia la parte più spettacolare ma anche più impegnativa del percorso. Bisogna risalire il fosso superando i salti o direttamente arrampicandosi per la cascata o a destra o sinistra individuando il percorso migliore e più sicuro. Il primo salto si può superare a destra per rocce verticale di una decina di metri e la guida dove ho tratto questo itinerario parla di 3+. in effetti il tratto è abbastanza impegnativo e su roccia friabile, io ho preferito risalire direttamente la cascata bagnandomi un pò ma su appigli più solidi. Il secondo salto è anch'esso impegnativo e lo si supera sulla destra per rocce friabili c'è anche una corda ma è meglio non usarla.
E così via, l'ambiente è davvero spettacolare, con il torrente che forma giochi d'acqua davvero belli. Si alternano salti più bassi a salti un pò più ostici alcuni passaggi sono un pò delicati per via del terreno friabile, altri più divertenti, ma comunque le difficoltà man mano che si sale diminuiscono. Si arriva così in un luogo più ampio dove a destra converge un altro fosso minore e si intercetta un sentiero che taglia il fosso proveniente dalla cresta ovest del Gorzano. Siamo circa a quota 1950 metri si prende il sentiero a destra lasciando il fosso e si risale su una rampa erbosa fino in cima alla Cipollara una elevazione della cresta che scende dalla cima della Laghetta 2125 m. Qui il panorama è davvero stupendo sembra di tuffarsi sulla piana di Amatrice. Si vede il lago di Campotosto e la cresta ovest del Gorzano che è quasi sopra di noi con diversi escursionisti mentre qui non c'è nessuno. Per scendere ho seguito in discesa la ripida cresta fino verso quota 2000 dove ci sono degli spuntoni rocciosi e poi ho deviato a sinistra scendendo su cengie detritiche e erbose senza sentiero fino al fosso del Malopasso a quota 1800 m , ho trovato solo qualche ometto ma non ci si deve contare troppo, bisogna puntare a vista verso il fosso cercando il percorso migliore. Si attraversa il fosso, si risale dall'altra parte puntando alla evidente sella con un erba più scura dove c'è lo stazzo del fucile. Si attraversa la sella infestata da erba alta e ortiche (io ero in pantaloncini corti...) tanto che lo stazzo non l'ho neanche visto, e poi si scende dall'altra parte cercando l'inizio del sentiero nel bosco. Io ho puntato, non sapendo dove iniziava il sentiero e non è facile capirlo, al margine superiore del bosco e poi scendendo a destra cercando il percorso migliore ho intercettato il sentiero segnato che molto comodamente riporta sulla stradina un pò più a destra da dove si era partiti dove c'è lo spiazzo. Si scende per la sterrata e si arriva al ponte sul Tronto e all'auto.
Escursione davvero grandiosa in uno dei luoghi più selvaggi e spettacolari della Laga. Nel fosso d'Ortanza si è in un ambiente unico il senso di isolamento è totale. Non bisogna però sottovalutarla ed è consigliabile solo a persone con piede sicuro che se la cavano su sentieri esposti e sappiano arrampicare su terreno friabile e impervio, Bisogna sapere anche muoversi in ambiente senza sentiero e avere intuito nel cercare il percorso migliore e più sicuro. Anche la discesa dalla Cipollara non è da sottovalutare se non la si conosce perchè non c'è sentiero fino allo stazzo del fucile. Questo percorso non è da fare assolutamente dopo abbondanti piogge o con terreno bagnato.
Scusate la qualità delle foto ma le ho fatte con un cellulare
Regione e provincia: Lazio - Rieti
Località di partenza: Preta
Località di arrivo: Preta
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: sentiero esposto - tratti di arrampicata - discesa su terreno impervio senza sentiero
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: nella prima e ultima parte poi inesistente
Dislivello in salita: 1000 metri
Dislivello in discesa: 1000 metri
Quota massima: 2125 metri
Accesso stradale: da Amatrice seguire per Preta, subito dopo il ponte sul Tronto si lascia l'auto sulla destra dove parte la sterrata.
Descrizione
Si segue la sterrata per circa un km fino ad uno spiazzo dove parte il sentiero per Ortanza e Preta( indicazioni su un albero), ci si inoltra nella pineta salendo gradualmente e dopo un pò si vedono già le cascate di Ortanza in alto. Si attraversa il fosso e si arriva al colle Innamorato circa 1512 m. Qui si lascia il sentiero principale che scende a Preta e si svolta a destra salendo più ripidamente seguendo i segnavia, bisogna fare attenzione circa a quota 1600 metri dopo più o meno un quarto d'ora di salita dal Colle Innamorato, ad un bivio a seguire una traccia a destra ( in un punto dove ci sono delle grosse pietre) che raggiunge il bordo di un canalone e si fa più impegnativo con passaggi un pò esposti su un pendio erboso molto ripido. Si punta ad una selletta erbosa e quindi si arriva al minuscolo stazzo di Colle d'Asino posto in un posto veramente incredibile sul ciglio di uno strapiombo che arriva direttamente sulle cascate. Da qui si scende comodamente nel fosso d'Ortanza e da qui inizia la parte più spettacolare ma anche più impegnativa del percorso. Bisogna risalire il fosso superando i salti o direttamente arrampicandosi per la cascata o a destra o sinistra individuando il percorso migliore e più sicuro. Il primo salto si può superare a destra per rocce verticale di una decina di metri e la guida dove ho tratto questo itinerario parla di 3+. in effetti il tratto è abbastanza impegnativo e su roccia friabile, io ho preferito risalire direttamente la cascata bagnandomi un pò ma su appigli più solidi. Il secondo salto è anch'esso impegnativo e lo si supera sulla destra per rocce friabili c'è anche una corda ma è meglio non usarla.
E così via, l'ambiente è davvero spettacolare, con il torrente che forma giochi d'acqua davvero belli. Si alternano salti più bassi a salti un pò più ostici alcuni passaggi sono un pò delicati per via del terreno friabile, altri più divertenti, ma comunque le difficoltà man mano che si sale diminuiscono. Si arriva così in un luogo più ampio dove a destra converge un altro fosso minore e si intercetta un sentiero che taglia il fosso proveniente dalla cresta ovest del Gorzano. Siamo circa a quota 1950 metri si prende il sentiero a destra lasciando il fosso e si risale su una rampa erbosa fino in cima alla Cipollara una elevazione della cresta che scende dalla cima della Laghetta 2125 m. Qui il panorama è davvero stupendo sembra di tuffarsi sulla piana di Amatrice. Si vede il lago di Campotosto e la cresta ovest del Gorzano che è quasi sopra di noi con diversi escursionisti mentre qui non c'è nessuno. Per scendere ho seguito in discesa la ripida cresta fino verso quota 2000 dove ci sono degli spuntoni rocciosi e poi ho deviato a sinistra scendendo su cengie detritiche e erbose senza sentiero fino al fosso del Malopasso a quota 1800 m , ho trovato solo qualche ometto ma non ci si deve contare troppo, bisogna puntare a vista verso il fosso cercando il percorso migliore. Si attraversa il fosso, si risale dall'altra parte puntando alla evidente sella con un erba più scura dove c'è lo stazzo del fucile. Si attraversa la sella infestata da erba alta e ortiche (io ero in pantaloncini corti...) tanto che lo stazzo non l'ho neanche visto, e poi si scende dall'altra parte cercando l'inizio del sentiero nel bosco. Io ho puntato, non sapendo dove iniziava il sentiero e non è facile capirlo, al margine superiore del bosco e poi scendendo a destra cercando il percorso migliore ho intercettato il sentiero segnato che molto comodamente riporta sulla stradina un pò più a destra da dove si era partiti dove c'è lo spiazzo. Si scende per la sterrata e si arriva al ponte sul Tronto e all'auto.
Escursione davvero grandiosa in uno dei luoghi più selvaggi e spettacolari della Laga. Nel fosso d'Ortanza si è in un ambiente unico il senso di isolamento è totale. Non bisogna però sottovalutarla ed è consigliabile solo a persone con piede sicuro che se la cavano su sentieri esposti e sappiano arrampicare su terreno friabile e impervio, Bisogna sapere anche muoversi in ambiente senza sentiero e avere intuito nel cercare il percorso migliore e più sicuro. Anche la discesa dalla Cipollara non è da sottovalutare se non la si conosce perchè non c'è sentiero fino allo stazzo del fucile. Questo percorso non è da fare assolutamente dopo abbondanti piogge o con terreno bagnato.
Scusate la qualità delle foto ma le ho fatte con un cellulare
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