- Parchi del Lazio
-
- Parco Regionale dei Castelli Romani
Data: 26/03/2014
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Rocca di Papa, via di San Sebastiano
Località di arrivo: Fosso di Pentima Stalla
Tempo di percorrenza: 1h20m
Grado di difficoltà: EE (andata), E (ritorno)
Descrizione delle difficoltà: percorso senza sentiero su terreno spesso disagevole e ripido, ostacolato da vegetazione invasiva e pungente (rovi e tanto tanto pungitopo), 2-3 tratti da guadare, rocce scivolose e bagnate ricoperte da muschio su cui mettere le mani per progredire in brevi tratti, rami marci su cui non fare affidamento per issarsi o aiutarsi
Periodo consigliato: autunno, inverno (quando c'e' meno vegetazione possibile e il torrente scorre pieno d'acqua)
Segnaletica: seeeee ciaoooo
Accesso stradale: da Via di Frascati si imbocca via di S.Sebastiano in direzione del cimitero e del teatro. Si lascia l'auto (beh, io ci sono andato a piedi ovviamente) all'altezza della curva a gomito, dove vi e' uno slargo
Ho il piacere di presentarvi davvero il percorso piu' selvaggio e bastardo di tutto il Parco dei Castelli Romani, per di piu' a poche centinaia di metri dal centro di Rocca di Papa..in confronto, l'escursione da me postata a suo tempo sul sentiero 511a (fra l'altro, ora interrotto da una frana importante) e' roba da suore orsoline
E' da tempo che mi ero incaponito con questo fosso, immerso nella piu' completa ed intricata vegetazione. Lo si vede bene salendo verso il centro del paese lungo Via di Frascati all'altezza dell'ultimo tornante, da dove sale la via che porta al cimitero e al teatro..oppure lo si puo' ammirare in tutta la sua bellezza da Via della Molara, con i suoi salti di roccia finali, sopra i quali si intravedono le villette di Via di Rocca Priora
Il modo piu' semplice per scendervi e' quello di oltrepassare una recinzione di plastica arancione, all'altezza della curva a gomito di Via S.Sebastiano, e scendere di quota tra alberi, rovi, rami secchi e tantissime piante di pungitopo
Il terreno e' franoso e ripido, di sentiero manco a parlarne, ma dopo una decina di minuti di tribolata discesa si raggiunge un pianoro con un evidentissimo sentiero (non del CAI, ovviamente) che quasi sicuramente proviene dalla Valle Molara. Si segue questo sentiero in direzione destra per 5 metri fino a raggiungere un albero, dove vi e' un bivio: si prende la traccia di sinistra (dopo menzionero' quella di destra).
Il sentiero per pochi metri risulta comodo, fino ad intersecare il torrente che scorre impetuoso con le sue numerose rapide e cascatelle, alcune delle quali di un paio di metri). Si guada abbastanza agevolmente il torrente e una volta trovatisi dalla parte opposta della sponda, si sale ripidamente per qualche metro in direzione del costone che conduce (non molto, ma comunque lontano) alle Grotte Cave. Invece di proseguire dritti per la traccia (porta ad un canyon molto impervio pieno di rifiuti vecchi di decenni), si gira a destra affiancando sempre il torrente e salendo su lievissime tracce di sentiero.
In diversi punti e' necessario progredire sulle rocce bagnate e ricoperte di muschio, scivolosissime, per guadagnare terreno. Sulla destra, sporgendosi un po', si vedono i salti delle cascate e le pozze formatesi dall'acqua.
Dopo un passaggio un po' delicato e molto scivoloso si guada nuovamente il torrente, questa volte molto piu' a monte, fino a raggiungere l'anfiteatro da dove si intravede in lontananza una cascata di non meno 20-30 metri di altezza, preceduta da una un po' piu' bassa.
Quello e' il punto dove mi sono fermato, in quanto per andare avanti avrei dovuto mettere i piedi nel torrente dato che le pareti laterali non prevedevano alcun tipo di passaggio e/o parvenze di sentieri.
Per tornare indietro ho sfruttato un sentiero che costeggiava il torrente e le cascate dalla parte opposta da dove ero salito, e, ironia della sorte, risultava di essere semplicissimo rispetto alla salita (beh, almeno mi sono divertito a salire!) e portava al bivio menzionato all'inizio del testo. Da li' ho ripercorso i passi dell'andata, salendo ripidamente attraverso pungitopo, rami secchi e rovi.
Insomma, un canyon in miniatura a due passi da Roma e veramente a poche centinaia di metri da Rocca di Papa, che vale davvero un'escursione, se non altro per il tipo di percorso, molto avventuroso e tutt'altro che noioso
Per persone motivate che amano questo tipo di posti, ovviamente.
Una sola considerazione...ho fatto di tutto, nelle foto, per non riprendere il mondezzaio presente quasi ovunque. Si trattava di robaccia vecchia di decenni, che ha reso la mia ennesima avventura forse un po' meno allegra.
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Rocca di Papa, via di San Sebastiano
Località di arrivo: Fosso di Pentima Stalla
Tempo di percorrenza: 1h20m
Grado di difficoltà: EE (andata), E (ritorno)
Descrizione delle difficoltà: percorso senza sentiero su terreno spesso disagevole e ripido, ostacolato da vegetazione invasiva e pungente (rovi e tanto tanto pungitopo), 2-3 tratti da guadare, rocce scivolose e bagnate ricoperte da muschio su cui mettere le mani per progredire in brevi tratti, rami marci su cui non fare affidamento per issarsi o aiutarsi
Periodo consigliato: autunno, inverno (quando c'e' meno vegetazione possibile e il torrente scorre pieno d'acqua)
Segnaletica: seeeee ciaoooo
Accesso stradale: da Via di Frascati si imbocca via di S.Sebastiano in direzione del cimitero e del teatro. Si lascia l'auto (beh, io ci sono andato a piedi ovviamente) all'altezza della curva a gomito, dove vi e' uno slargo
Ho il piacere di presentarvi davvero il percorso piu' selvaggio e bastardo di tutto il Parco dei Castelli Romani, per di piu' a poche centinaia di metri dal centro di Rocca di Papa..in confronto, l'escursione da me postata a suo tempo sul sentiero 511a (fra l'altro, ora interrotto da una frana importante) e' roba da suore orsoline
E' da tempo che mi ero incaponito con questo fosso, immerso nella piu' completa ed intricata vegetazione. Lo si vede bene salendo verso il centro del paese lungo Via di Frascati all'altezza dell'ultimo tornante, da dove sale la via che porta al cimitero e al teatro..oppure lo si puo' ammirare in tutta la sua bellezza da Via della Molara, con i suoi salti di roccia finali, sopra i quali si intravedono le villette di Via di Rocca Priora
Il modo piu' semplice per scendervi e' quello di oltrepassare una recinzione di plastica arancione, all'altezza della curva a gomito di Via S.Sebastiano, e scendere di quota tra alberi, rovi, rami secchi e tantissime piante di pungitopo
Il terreno e' franoso e ripido, di sentiero manco a parlarne, ma dopo una decina di minuti di tribolata discesa si raggiunge un pianoro con un evidentissimo sentiero (non del CAI, ovviamente) che quasi sicuramente proviene dalla Valle Molara. Si segue questo sentiero in direzione destra per 5 metri fino a raggiungere un albero, dove vi e' un bivio: si prende la traccia di sinistra (dopo menzionero' quella di destra).
Il sentiero per pochi metri risulta comodo, fino ad intersecare il torrente che scorre impetuoso con le sue numerose rapide e cascatelle, alcune delle quali di un paio di metri). Si guada abbastanza agevolmente il torrente e una volta trovatisi dalla parte opposta della sponda, si sale ripidamente per qualche metro in direzione del costone che conduce (non molto, ma comunque lontano) alle Grotte Cave. Invece di proseguire dritti per la traccia (porta ad un canyon molto impervio pieno di rifiuti vecchi di decenni), si gira a destra affiancando sempre il torrente e salendo su lievissime tracce di sentiero.
In diversi punti e' necessario progredire sulle rocce bagnate e ricoperte di muschio, scivolosissime, per guadagnare terreno. Sulla destra, sporgendosi un po', si vedono i salti delle cascate e le pozze formatesi dall'acqua.
Dopo un passaggio un po' delicato e molto scivoloso si guada nuovamente il torrente, questa volte molto piu' a monte, fino a raggiungere l'anfiteatro da dove si intravede in lontananza una cascata di non meno 20-30 metri di altezza, preceduta da una un po' piu' bassa.
Quello e' il punto dove mi sono fermato, in quanto per andare avanti avrei dovuto mettere i piedi nel torrente dato che le pareti laterali non prevedevano alcun tipo di passaggio e/o parvenze di sentieri.
Per tornare indietro ho sfruttato un sentiero che costeggiava il torrente e le cascate dalla parte opposta da dove ero salito, e, ironia della sorte, risultava di essere semplicissimo rispetto alla salita (beh, almeno mi sono divertito a salire!) e portava al bivio menzionato all'inizio del testo. Da li' ho ripercorso i passi dell'andata, salendo ripidamente attraverso pungitopo, rami secchi e rovi.
Insomma, un canyon in miniatura a due passi da Roma e veramente a poche centinaia di metri da Rocca di Papa, che vale davvero un'escursione, se non altro per il tipo di percorso, molto avventuroso e tutt'altro che noioso
Per persone motivate che amano questo tipo di posti, ovviamente.
Una sola considerazione...ho fatto di tutto, nelle foto, per non riprendere il mondezzaio presente quasi ovunque. Si trattava di robaccia vecchia di decenni, che ha reso la mia ennesima avventura forse un po' meno allegra.
Allegati
-
Photo0666.jpg185,6 KB · Visite: 444
-
Photo0677.jpg185,1 KB · Visite: 392
-
Photo0676.jpg172,8 KB · Visite: 433
-
Photo0675.jpg117,2 KB · Visite: 437
-
Photo0674.jpg184,3 KB · Visite: 413
-
Photo0673.jpg160 KB · Visite: 408
-
Photo0672.jpg184,6 KB · Visite: 489
-
Photo0671.jpg185,6 KB · Visite: 375
-
Photo0670.jpg167,4 KB · Visite: 401
-
Photo0668.jpg186 KB · Visite: 407
-
Photo0684.jpg118,8 KB · Visite: 400
-
Photo0683.jpg172,1 KB · Visite: 446
-
Photo0682.jpg162,6 KB · Visite: 405
-
Photo0681.jpg144 KB · Visite: 427
-
Photo0679.jpg178,1 KB · Visite: 408
-
Photo0678.jpg184,6 KB · Visite: 418
Ultima modifica di un moderatore: