- Parchi del Lazio
-
- Parco Regionale dei Monti Simbruini
Data: 18.03.2012
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Camerata Nuova
Località di arrivo: Valle del Tagliacozzano
Tempo di percorrenza: 5h
Chilometri: 18
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: segnavia bianco-rossi rari
Dislivello in salita: 305 m
Quota massima: 1125 mslm
Accesso stradale: col fuoristrada lungo tutto il percorso
Noi ci abbiamo provato ad essere seri, proprio per seguire la richiesta di Piervi. Io mi ero anche chiuso le tasche laterali dei pantaloni e con Anna ci davamo del lei…quindi questa volta non è colpa nostra, ma di tutto il resto intorno a noi.
Partiamo dal fontanile della paese per perlustrare la zona di Fosso Fioio ultimamente al centro di molte polemiche per un prossimo intervento di “battimento” del tracciato. Camminiamo agevolmente su ampia sterrata immergendoci pian piano nel fondo del fosso tra due alte dorsali che ci fanno sentire minuscoli e soli. Dopo poco iniziamo a sentire dei boscaioli e le loro motoseghe.
Passiamo vicino e salutiamo uno dei due, che ci risponde. Fin qui tutto normale, capita! Ma quest’uomo cambierà la nostra escursione.
Sicuramente gentile e disponibile, probabilmente segreto sceneggiatore di vari thriller, ci ferma e scandisce testuali frasi, che nella profonda gola del fosso riecheggiano come un canto di morte: “Eh ma almeno un bastone però dovevate portarvelo!”
Io, sorridendo esclamo: “Eh per i cinghiali? Ne abbiamo viste di impronte anche quando siamo stati a Camposecco!”
Boscaiolo, lapidario: “No! I cinghiali quanno vedono l’omo se ne scappano!”
Io, meno sorridente: “Ah allora dice che me lo dovevo portare per gli uomini?”
Boscaiolo, cruento: “Voi non vi immaginate la quantità di lupi che abbiamo quì. Hanno sterminato cinghiali, caprioli, recinti. Più giù ho trovato anche una carcassa!”
Secondo Boscaiolo: “Eh sì la carcassa…”
Anna: “Eh ce ne sono, vedemmo anche qualche impronta su”
Boscaiolo, serio: “Sì su, ma quì ce ne sono”
Il discorso poi vira sulla logistica del sentiero e altro e poi salutiamo ringraziando il buon uomo. Ringraziando sì…Un’escursione con questa ansia non l’avevamo mai fatta.
Da quel momento in poi ogni passo rappresentava una minaccia. Dopo poche curve non sentivamo più il rumore delle motoseghe, ma solo il nostro passo. Quanto abbiamo desiderato che i lavori di battimento della strada potessero iniziare proprio in quel momento. O magari un raduno di pellegrini. Un rave party. Un circo itinerante…un raduno di alieni o anche di maniaci squartatori…tutto ma soli nooo! E invece, soli!
Dopo qualche km iniziamo a trovare i resti di un cavallo fino a scorgere la carcassa, più avanti quelli di alcuni cinghiali. Poco oltre però sentiamo arrivare una batteria di fuori strada ed io e Anna festeggiamo come fosse l’ingresso degli americani il 4 giugno 1944.
Salutiamo la colonna e ci re-incamminiamo, dopo altri 5 km raggiungiamo la diramazione per il Vallone del Tagliacozzano. E’ tardi, iniziamo comunque a salire e notiamo che da non molto ci ha preceduto un gruppo di lupi di cui uno abbastanza pesante. Così tante orme insieme non le avevamo mai viste. Tutto il sentiero era battuto con una direzione non definibile. Pochi metri più su sentiamo spostarsi dei rami e vediamo una macchia muoversi. Pochi minuti dopo sulla sinistra vedo correre qualcosa che si nasconde dietro dei rami. Quadrupede scuro non marrone e non alto. Escludo quindi capriolo e cinghiale. Anche perché i cinghiali incontrati finora sono sempre scappati. Qualsiasi animale fosse quello, non è scappato è dietro dei rami a 15-20 metri osserva e si muove. Indietreggiamo poco alla volta, è tardi e i km da fare al ritorno sono tanti, vabbè torniamo va.
Sempre armati di bastoni, ma che dico bastoni, tronchi, ma che dico tronchi, conifere intere…camminiamo lungo il fosso con la neve alta anche mezzo metro. Spesso si affonda. Spezzo un ramo e il rumore mi fa sobbalzare, che idiota…!
Il ritorno è tutto in allerta. Non siamo impauriti, non c’è storia di un lupo che attacca l’uomo, però siamo tesi con i sensi a mille, immersi in questo canale affascinante e misterioso, fino a tornare a Camerata Nuova a conclusione di 18 km davvero particolari.
Luca
il fosso fioio
la gola restringe il percorso
la zampa di un cavallo...poco più avanti tutta la carcassa
Vedi l'allegato 18130
un rumore? dove? che è stato?
impronta
ancora impronta
uno sperone lungo il percorso
ritorno nel bosco sotto il paese
Regione e provincia: Lazio (RM)
Località di partenza: Camerata Nuova
Località di arrivo: Valle del Tagliacozzano
Tempo di percorrenza: 5h
Chilometri: 18
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: segnavia bianco-rossi rari
Dislivello in salita: 305 m
Quota massima: 1125 mslm
Accesso stradale: col fuoristrada lungo tutto il percorso
Noi ci abbiamo provato ad essere seri, proprio per seguire la richiesta di Piervi. Io mi ero anche chiuso le tasche laterali dei pantaloni e con Anna ci davamo del lei…quindi questa volta non è colpa nostra, ma di tutto il resto intorno a noi.
Partiamo dal fontanile della paese per perlustrare la zona di Fosso Fioio ultimamente al centro di molte polemiche per un prossimo intervento di “battimento” del tracciato. Camminiamo agevolmente su ampia sterrata immergendoci pian piano nel fondo del fosso tra due alte dorsali che ci fanno sentire minuscoli e soli. Dopo poco iniziamo a sentire dei boscaioli e le loro motoseghe.
Passiamo vicino e salutiamo uno dei due, che ci risponde. Fin qui tutto normale, capita! Ma quest’uomo cambierà la nostra escursione.
Sicuramente gentile e disponibile, probabilmente segreto sceneggiatore di vari thriller, ci ferma e scandisce testuali frasi, che nella profonda gola del fosso riecheggiano come un canto di morte: “Eh ma almeno un bastone però dovevate portarvelo!”
Io, sorridendo esclamo: “Eh per i cinghiali? Ne abbiamo viste di impronte anche quando siamo stati a Camposecco!”
Boscaiolo, lapidario: “No! I cinghiali quanno vedono l’omo se ne scappano!”
Io, meno sorridente: “Ah allora dice che me lo dovevo portare per gli uomini?”
Boscaiolo, cruento: “Voi non vi immaginate la quantità di lupi che abbiamo quì. Hanno sterminato cinghiali, caprioli, recinti. Più giù ho trovato anche una carcassa!”
Secondo Boscaiolo: “Eh sì la carcassa…”
Anna: “Eh ce ne sono, vedemmo anche qualche impronta su”
Boscaiolo, serio: “Sì su, ma quì ce ne sono”
Il discorso poi vira sulla logistica del sentiero e altro e poi salutiamo ringraziando il buon uomo. Ringraziando sì…Un’escursione con questa ansia non l’avevamo mai fatta.
Da quel momento in poi ogni passo rappresentava una minaccia. Dopo poche curve non sentivamo più il rumore delle motoseghe, ma solo il nostro passo. Quanto abbiamo desiderato che i lavori di battimento della strada potessero iniziare proprio in quel momento. O magari un raduno di pellegrini. Un rave party. Un circo itinerante…un raduno di alieni o anche di maniaci squartatori…tutto ma soli nooo! E invece, soli!
Dopo qualche km iniziamo a trovare i resti di un cavallo fino a scorgere la carcassa, più avanti quelli di alcuni cinghiali. Poco oltre però sentiamo arrivare una batteria di fuori strada ed io e Anna festeggiamo come fosse l’ingresso degli americani il 4 giugno 1944.
Salutiamo la colonna e ci re-incamminiamo, dopo altri 5 km raggiungiamo la diramazione per il Vallone del Tagliacozzano. E’ tardi, iniziamo comunque a salire e notiamo che da non molto ci ha preceduto un gruppo di lupi di cui uno abbastanza pesante. Così tante orme insieme non le avevamo mai viste. Tutto il sentiero era battuto con una direzione non definibile. Pochi metri più su sentiamo spostarsi dei rami e vediamo una macchia muoversi. Pochi minuti dopo sulla sinistra vedo correre qualcosa che si nasconde dietro dei rami. Quadrupede scuro non marrone e non alto. Escludo quindi capriolo e cinghiale. Anche perché i cinghiali incontrati finora sono sempre scappati. Qualsiasi animale fosse quello, non è scappato è dietro dei rami a 15-20 metri osserva e si muove. Indietreggiamo poco alla volta, è tardi e i km da fare al ritorno sono tanti, vabbè torniamo va.
Sempre armati di bastoni, ma che dico bastoni, tronchi, ma che dico tronchi, conifere intere…camminiamo lungo il fosso con la neve alta anche mezzo metro. Spesso si affonda. Spezzo un ramo e il rumore mi fa sobbalzare, che idiota…!
Il ritorno è tutto in allerta. Non siamo impauriti, non c’è storia di un lupo che attacca l’uomo, però siamo tesi con i sensi a mille, immersi in questo canale affascinante e misterioso, fino a tornare a Camerata Nuova a conclusione di 18 km davvero particolari.
Luca
il fosso fioio
la gola restringe il percorso
la zampa di un cavallo...poco più avanti tutta la carcassa
Vedi l'allegato 18130
un rumore? dove? che è stato?
impronta
ancora impronta
uno sperone lungo il percorso
ritorno nel bosco sotto il paese
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