Bike Francia: Eurovélo 6 e Borgogna

Data: agosto 2014
Regione e provincia: Francia, dall'Alsazia alla Borgogna
Località di partenza: Basilea
Località di arrivo: Nevers
Tempo di percorrenza: due settimane
Chilometri: 1100 km
Grado di difficoltà: cicloturistica
Descrizione delle difficoltà: se si segue la ciclabile, nessuna: stradelle chiuse al traffico, solo pochissimi passaggi su strade poco trafficate. Asfaltata al 90%, ma si consiglia comunque un battistrada abbastanza largo.
Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno
Segnaletica: buona, con anche molte indicazione per le deviazioni possibili
Libri di riferimento: Grands itinéraires à vélo: EuroVélo 6 e Le Tour de Bourgogne à vélo

Descrizione

D'estate non ci facciamo mai mancare almeno un tour di qualche tappa con le biciclette. Volgarmente chiamato cicloturismo, preferisco definirlo un cicloviaggio alla scoperta di terre “altre”. Viaggiamo in autonomia, con tutto il necessario in due sacche sul portapacchi, tenda e sacchi a pelo al seguito. Si viaggia e si dorme con il bello e il cattivo tempo: si è veramente a contatto con la terra, seguendo i suoi cicli e i suoi sbalzi d'umore.

Quest'anno decidiamo di esplorare la Francia dell'est: da Basilea alla Borgogna. Seguiremo prevalentemente il tragitto dell'Eurovelo 6, che sfrutta le strade pedonali sulle alzaie dei canali e la ciclabile della Borgogna, che segue anch'essa i corsi d'acqua. Pur non essendo molto frequentate, queste ciclabili sono davvero ben tenute e i tratti su strada sono pochi. Inoltre la Francia è molto ben servita dai campeggi, che sono puliti ed economici. In realtà, grazie allo scarso traffico e alle numerose stradelle che attraversano la campagna, abbiamo fatto anche numerose deviazioni e saliscendi sulle bellissime colline di queste regioni.

I Tappa: Bale – Mulhouse
Arriviamo con il treno a Basilea. E' una città divisa in tre, tra Svizzera, Germania e Francia. Piccola ma cosmopolita, è pensata a misura di ciclista. Inoltre offre al visitatore un'interessantissima panoramica di musei.
Da Basilea raggiungiamo Mulhouse, cittadina alsaziana dal tipico gusto mitteleuropeo, seguendo le Rhin e i suoi canali.

II Tappa: Mulhouse – L'Isle-sur-le-Doubs
Dopo pochi chilometri di pedalata, entriamo subito nel vivo della Francia rurale: siamo nel Dubs, una regione rurale, boschiva e ricca di acque. Si susseguono paesini minuscoli e antichi castelli. Noi pedaliamo sul canale, staccandoci di tanto in tanto per evitare i centri maggiori: esploriamo piccole alture boschive disseminate di laghetti.
Arriviamo a L'Isle-sur-le-Doubs che è quasi buio. E' un piccolo porto fluviale e, come molti paesi di questa zona, ha un lontano passato artigianale e industriale, ora quasi dimenticato.

III Tappa: L'Isle-sur-le-Doubs – Besançon
Il canale de le Dubs ci porta in zone sempre più boscose e selvagge. Sulle alture si aprono falesie di arenaria chiara e di calcare. Dalle alture ci osservano i castelli e, quando abbiamo l'occasione, deviamo per vederli da vicino. Arriviamo verso sera a Besançon, appena in tempo per ripararci da un forte acquazzone. La città, dominata dalla Citadelle, ha un centro storico interessante, in cui si sovrappongono monumenti di epoca romana, medioevale, rinascimentale e moderna.

IV Tappa: Besançon – Osselle
Tappa breve, rosicchiata da visite d'arte e deviazioni nei dintorni. La valle scavata da le Dubs si apre e ci fermiamo a dormire accanto ad un placido laghetto d'acqua sorgiva (può essere bevuta senza bisogno di potabilizzazione!)

V Tappa: Osselle – St-Jean-de-Losne
Da qui attraversiamo la fitta foresta demaniale di Chaux e passiamo sotto l'imponente Notre Dame de Dole. Ora dobbiamo raggiungere la Saône, un po' seguendo il canale, un po' deviando per non passare vicino alla mastodontica Solvay che ci sbarra il passaggio e ci fa attraversare Tavaux, paese da lei forgiato con tre quartieri di casette a schiera, di foggia differente a seconda dei tre livelli principale di professionalità dei dipendenti.
Arriviamo a St-Jean-de-Losne, porto turistico per i naviganti della Saône.

VI Tappa: St-Jean-de-Losne – Dijon
Ci sarebbe un canale, dritto come un fuso, con alzaia ciclabile che porta dritto a Dijon. Ma noi vogliamo complicarci la vita e soprattutto attraversare i famosi vigneti della Côte d'Or. Attraverseremo la foresta demaniale in condizioni metereologiche terrificanti, con pioggia battente e un vento atlantico che soffia a 60 km/h. Gli alberi ululano e si piegano, ma per fortuna i francesi tengono al loro patrimonio boschivo e i pochi schianti non ci colpiscono. Ci rifocilliamo a Nuit-St-Georges e scopriamo lo splendore dei vigneti di Borgogna (e anche dei vini).

VII Tappa: Dijon – Montbard – Pouilly-en-Auxois
Dijon è una città molto piacevole e ricca di testimonianze artistiche e non necessita di altre presentazioni. Ha anche un nuovissimo museo cittadino, ad ingresso gratuito come tutti gli altri musei della città.
Da qui ripartiamo seguendo il canale e la valle dell'Ouche. Il meteo nel frattempo ha deciso di non tormentarci più, e così sarà per il resto del viaggio. Se nel resto del viaggio eravamo tra i pochissimi viaggiatori, qui si affaccia qualche turista in più, ma nel complesso l'enormità di questa regione permette di pedalare nella solitudine e tra i rumori della natura, rotti solo da qualche battello sul canale. Attraversiamo paesini che mostrano una storia più antica e castelli opulenti occhieggiano dalle colline, qui sempre più dolci.

VIII Tappa: Montbard – Lézinne
E' una tappa ricca di storia: Abbaye di Fontenay, la Grand Forge... opere e fabbriche del passato che vivevano sull'acqua e il ferro, che in questa regione abbondano. Entriamo anche nella zona dei castelli più interessanti della Borgogna, che si richiamano sovente al rinascimento italiano.

IX Tappa: Ancy-le-Franc – Migennes
E' una zona agricola della Borgogna, ma ha anche diverse cittadine industriali. Migenne è una di queste: il più grande snodo ferroviario della Francia rurale. La campagna si riempe di laghetti e di fitte foreste demaniali.

X Tappa: Migennes – Clamency
Si cambia canale: seguiamo le chiuse che passano accanto alla Yonne. Si susseguono cittadine ricche di storia come Auxerre e rocce tagliate da questo fiume tenace. Il bosco si fa sempre più fitto: ci avviviniamo al grande parco naturale du Morvan.

XI Tappa: Clamency – Bazolles
Impossibile non deviare per il bellissimo parc du Morvan, costellato di laghi e di boschi. Offre peraltro moltissime strade sterrate, ideali per le biciclette. Raggiungiamo il Canal di Nivernais e ci fermiamo prima dell'ultima tappa.

XII Tappa: Bazoilles – Nevers
Il tempo stringe e per raggiungere Nevers dobbiamo tagliare per le strade a traffico regolare, riusciamo però ad evitare i grandi flussi automobilistici. La scarsa densità abitativa di queste regioni rende le strade più facilmente frequentabili anche dalle biciclette. Ritorniamo sulla Loira e a visitare la bella Nevers, con la sua cattedrale e i suoi palazzi storici.

Bilancio finale: è una un viaggio molto piacevole in territori rurali, dove l'uomo e la natura si integrano ancora in un delicato equilibrio. Trovare delle regioni così nel cuore dell'Europa dà ancora speranza. Le persone vivono di agricoltura e di artigianato in paesi minuscoli, dove si fa la spesa al mercato settimanale e non esistono quasi negozi. Parlando con queste persone cordiali, che spesso si incontrano sui canali a pescare o nel bosco a fare legna, ho avuto la percezione di uno scorrere della vita tranquillo e, allo stesso tempo, denso di esperienze di valore.
Ciclisticamente parlando, la Francia ha un'ottima rete ciclabile, per cui ogni cicloviaggio si può sviluppare su percorsi differenti, seguendo canali o colline diverse. Inoltre è piuttosto facile abbreviare i tragitti grazie ai treni regionali, che trasportano comodamente e gratuitamente le biciclette. E' veramente un mondo che merita di essere esplorato, anche perché lontano dal turismo di massa.
Se avete bisogno di informazioni, chiedete pure!

Qui trovate il link all'album di foto del viaggio, buona visione e buone pedalate
 
Ultima modifica di un moderatore:
Complimenti per il "cicloviaggio"!
1100 km in 12 gg non sono pochi, ottimo!
Avrei gradito un racconto con foto più personalizzate con accenni di vita vissuta, ma va bene lo stesso.
:)
 
Grazie! Sono un po' timida e non amo i racconti troppo in soggettiva. Sono dell'idea che le esperienze vadano vissute e rielaborate, più che raccontate in quanto tali.

Comunque è stata un'esperienza per me molto intensa, anche perché amo molto la Francia e la lingua francese, per cui ho avuto modo di parlare a lungo con le persone che abitano quelle terre. I loro paesi sono ben più piccoli dei nostri e le persone vivono una vita ben più ritirata, più improntata alla dimensione agricola e territoriale rispetto alla nostra. Soprattutto nelle zone della Franca-Contea e della Borgogna, le persone passano volentieri i pomeriggi estivi a pescare, sulla riva o sulle barche, in bicicletta, a cavallo, a piedi. A ben vedere hanno un rapporto più forte del nostro con la natura e, parlando, ho scoperto che molti conoscono bene le Alpi, anche se non sono così a portata di mano. Ora mi spiego meglio la passione per la montagna di molti francesi di pianura che ho conosciuto negli anni passati!
Non a caso in queste regioni quasi tutti i paesi hanno un campeggio comunale, senza inutili orpelli, a disposizione a prezzi popolarissimi, che viene frequentato anche per il solo piacere di stare all'aria aperta.

Tra i viaggiatori invece ho incontrato moltissimi navigatori: persone che, con la loro imbarcazione, vivono girando il mondo. Parigini che d'inverno attraccano in città sulla Senna e d'estate girano per i canali, inglesi che visitano così l'Europa, australiani che compiono la traversata del globo in barca a vela e con questa esplorano il vecchio continente... E' un mondo a sé stante. Si viaggia con grande lentezza perché ogni 3 o 4 km si incontra una chiusa e si deve aspettare mezz'ora o più per passarla (ammesso che non ci sia coda!). L'aspetto più volgare di turismo ricco respinge, ma ho incontrato anche dei sinceri esploratori che, con pochi mezzi, navigavano senza meta trasportati da uno spirito flaneur e da una chiatta un po' scassata.

Un altro aspetto importante è quello culinario, a cui tengo molto (perché ok il pentolino, però anche il palato vuole la sua parte...)! L'Alsazia e la Borgogna soprattutto, ma anche la Loira, la Franca contea e la Francia in generale, hanno una cultura della diversità e della tipicità dei prodotti che dovremmo apprendere. Ogni paese e ogni tramandano i suoi formaggi, con metodi di produzione antichi di secoli. Il risultato è una varietà incredibile, che qui non abbiamo perché dobbiamo inseguire le mode. Anche sui vini a mio parere hanno avuto un approccio più rispettoso del gusto e delle tradizioni, anche se non sempre sono stati conseguenti. Comunque, le tecniche di degustazione moderne di quasi tutti i prodotti sono state elaborate da francesi... e visitando la Francia rurale il motivo diviene chiaro.

Ultimo accenno, che in realtà per me è il più importante (per motivi di studio e professionali), è quello storico. L'Alsazia e la Lorena sono state regioni chiave nello sviluppo europeo, la Borgogna è paradigmatica per studiare molti aspetti della storia religiosa, civile e industriale della Francia. Dalle abazie cluniacensi alle fabbriche dell'età moderna si condensa tutto il percorso produttivo che l'uomo ha sviluppato grazie all'acqua e alla natura che lo circonda. Viaggiando in bici, il rapporto tra industria e territorio (passato e attuale) scorre sotto gli occhi, ed è come viaggiare in un libro di storia.

Spero che qualcuno ripercorra queste traccie. Purtroppo non abbiamo incontrato nessun italiano in bicicletta e i pochi conterranei che abbiamo visto erano in camper a Dijon, con molta fretta di scappare a Disneyland. Ma piano piano, la cultura del cicloviaggio si fa strada anche tra noi!
 
Grazie per le info.
Non avevo mai pensato a questo viaggio tra quelli che ho in mente di fare in bici. Per ora lo metto dentro al 'cassetto'.:D
Ciao
 
Dalla mia esperienza è uno dei viaggi lunghi più a contatto con la natura che tu possa fare nell'Europa centrale. Considera anche una deviazione nell'Ardeche, se non la conosci!
 
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