- Parchi del Lazio
-
- Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Dati
Data: 21/04/2013
Regione e provincia: Lazio - FR
Località di partenza: Prati di Mezzo (Picinisco)
Località di arrivo: Prati di Mezzo (Picinisco)
Tempo di percorrenza: h 10 1/2
Chilometri: 18
Dettagli di percorso: vedere la Scheda tecnica
Album fotografico: Giro delle Mainarde
Descrizione
Era questa una delle tante idee di gite in montagna che avevo da ragazzino e ancora inappagata: quando andavo sul M. Cavallo pensavo di raggiungere un giorno il M. Mare scendendo direttamente giù in picchiata nella Valle Venafrana. Dato che le condizioni meteorologiche erano migliori nel basso Lazio, il 21 Aprile decisi finalmente di onorare questa idea covata da anni.
Rimanendo con l'obiettivo principale di raggiungere il Mare dal Cavallo, ho guarnito la gita con le tappe al Forcellone, al Ferruccia e sui crinali che dal Mare arrivano sulle Coste dell'Altare. Al ritorno non ho voluto seguire il solito itinerario da Fonte Fredda a Prati di Mezzo, ma ad intuito, con decisione spontanea e non programmata, mi sono infilato in una valletta che in minor tempo e dolcemente mi ha riportato alla macchina.
Il camminare da solo in quei posti così selvaggi, il cielo prevalentemente nuvoloso con brevi schiarite ogni tanto, l'incontro con un camoscio solitario, il ritorno in quei luoghi che hanno cresciuto la mia passione montanara, hanno contribuito a soddisfare nel migliore dei modi la mia voglia di montagna. La mia carica di passione è stata ben sfogata e a fine giornata, come mi accade generalmente in queste situazioni, si è trasformata in quel senso di gioia dovuto a una grande soddisfazione e pienezza che ti fa sentire forte e contento di vivere.
Il cielo era prevalentemente grigio ma non faceva granchè freddo; però avvertivo l'umidità dell'aria, soprattutto nell'attraversare il boschetto che mi portava nella Venafrana. C'era un vento debole sul Forcellone, leggermente più forte sul Cavallo. Vento decisamente più forte l'ho incontrato sul M. Ferruccia e alla sella fra il M. Mare e il Cappello del Prete. Invece sul M. Mare, che è praticamente attaccato al Ferruccia, il vento era più calmo.
Pur avendo visitato più volte il M. Mare nel corso degli anni, il M. Ferruccia è sempre stato un compagno di cui non mi sono mai accorto della sua esistenza. Ci si arriva facilmente proseguendo in direzione verso S. Biagio Saracinisco in meno di un paio di minuti. Il panorama dal M. Ferruccia completa quello visto dal M. Mare verso la zona molisana.
In condizioni di cielo limpido e assenza di foschia, sia dal Forcellone che dal M. Mare si può vedere il mare in lontananza, ma non sono state queste le condizioni che ho incontrato io.
Ho fatto pochi e brevissimi incontri. C'era mamma e figlio che facevano una piccola gita sul Forcellone, un gruppetto di scialpinisti autoctoni sul Forcellone e un gruppo più numeroso di escursionisti della domenica sul M. Mare provenienti da S. Biagio Saracinisco.
Ma l'incontro più suggestivo è stato quello con un camoscio solitario. I nostri sguardi si sono incrociati vicino al punto in cui avrei abbandonato il Cavallo alla volta del M. Mare. Ci siamo poi reincontrati sulle Coste dell'Altare da dove ho salutato le Mainarde. Certo non posso dire che era proprio lo stesso camoscio di prima ma io penso di si e così mi piace credere.
Per tutto l'itinerario non ci si può avvalere molto della segnaletica che è quasi assente, ma si deve guardare attentamente in lontananza le zone che si vogliono attraversare e seguire quelle linee immaginarie così create, cosa che è permessa dalla conformazione di quel territorio. Il rischio più alto è quello di percorrere degli inutili sali-scendi.
Da sempre sapevo che scendere dal Cavallo direttamente nella Venafrana non sarebbe stato facile perchè i due luoghi sono separati da netti salti di roccia e pendenze elevate. Così ho cercato bene nelle mappe di Google Heart il punto migliore per scendere, se mai ce ne fosse, e lo individuai. Quindi l'ho memorizzato nel programma del mio cellulare con GPS e con grande soddisfazione ho scoperto, all'atto pratico, che effettivamente quello era il punto ottimale di discesa. La pendenza qui, pur se affrontabile, era comunque elevata ma non c'è pericolo di sorta e proprio questo ha reso la discesa molto avvincente e divertente. La presenza della neve poi ha accelerato la progressione, rendendo più agevole e meno faticoso lo spostamento.
La neve era abbastanza compatta ma morbida per cui non sono stati necessari i ramponi. Da Forestelle fino alla sella sotto il M. Mare, dove la neve era quasi sempre presente, mi sono avvalso solo della piccozza come vincolo di sicurezza. Infatti ho attraversato qualche traverso che però non aveva salti di roccia e la piccozza si infilava bene nella neve composta. Ho evitato poi la direttissima al Forcellone, aggirandolo sulla sinistra.
Sulla base delle previsioni meteo nel pomeriggio c'erano maggiori probabilità di pioggia, e io una volta arrivato sulle Coste dell'Altare la stavo aspettando, quasi desiderandola come la ciliegina sulla torta, con la mantellina pronta nello zaino. Invece il cielo si è schiarito e lo splendore del sole mi ha riempito del suo calore.
Alle 18,00 ero in macchina pronto per rimettermi i vestiti borghesi. Mi sono gustato la mia lattina di coca-cola, ho fatto una fascina di legna secca per accendere la brace a casa e sono ripartito nella pace dei sensi e dello spirito.
Data: 21/04/2013
Regione e provincia: Lazio - FR
Località di partenza: Prati di Mezzo (Picinisco)
Località di arrivo: Prati di Mezzo (Picinisco)
Tempo di percorrenza: h 10 1/2
Chilometri: 18
Dettagli di percorso: vedere la Scheda tecnica
Album fotografico: Giro delle Mainarde
Descrizione
Era questa una delle tante idee di gite in montagna che avevo da ragazzino e ancora inappagata: quando andavo sul M. Cavallo pensavo di raggiungere un giorno il M. Mare scendendo direttamente giù in picchiata nella Valle Venafrana. Dato che le condizioni meteorologiche erano migliori nel basso Lazio, il 21 Aprile decisi finalmente di onorare questa idea covata da anni.
Rimanendo con l'obiettivo principale di raggiungere il Mare dal Cavallo, ho guarnito la gita con le tappe al Forcellone, al Ferruccia e sui crinali che dal Mare arrivano sulle Coste dell'Altare. Al ritorno non ho voluto seguire il solito itinerario da Fonte Fredda a Prati di Mezzo, ma ad intuito, con decisione spontanea e non programmata, mi sono infilato in una valletta che in minor tempo e dolcemente mi ha riportato alla macchina.
Il camminare da solo in quei posti così selvaggi, il cielo prevalentemente nuvoloso con brevi schiarite ogni tanto, l'incontro con un camoscio solitario, il ritorno in quei luoghi che hanno cresciuto la mia passione montanara, hanno contribuito a soddisfare nel migliore dei modi la mia voglia di montagna. La mia carica di passione è stata ben sfogata e a fine giornata, come mi accade generalmente in queste situazioni, si è trasformata in quel senso di gioia dovuto a una grande soddisfazione e pienezza che ti fa sentire forte e contento di vivere.
Il cielo era prevalentemente grigio ma non faceva granchè freddo; però avvertivo l'umidità dell'aria, soprattutto nell'attraversare il boschetto che mi portava nella Venafrana. C'era un vento debole sul Forcellone, leggermente più forte sul Cavallo. Vento decisamente più forte l'ho incontrato sul M. Ferruccia e alla sella fra il M. Mare e il Cappello del Prete. Invece sul M. Mare, che è praticamente attaccato al Ferruccia, il vento era più calmo.
Pur avendo visitato più volte il M. Mare nel corso degli anni, il M. Ferruccia è sempre stato un compagno di cui non mi sono mai accorto della sua esistenza. Ci si arriva facilmente proseguendo in direzione verso S. Biagio Saracinisco in meno di un paio di minuti. Il panorama dal M. Ferruccia completa quello visto dal M. Mare verso la zona molisana.
In condizioni di cielo limpido e assenza di foschia, sia dal Forcellone che dal M. Mare si può vedere il mare in lontananza, ma non sono state queste le condizioni che ho incontrato io.
Ho fatto pochi e brevissimi incontri. C'era mamma e figlio che facevano una piccola gita sul Forcellone, un gruppetto di scialpinisti autoctoni sul Forcellone e un gruppo più numeroso di escursionisti della domenica sul M. Mare provenienti da S. Biagio Saracinisco.
Ma l'incontro più suggestivo è stato quello con un camoscio solitario. I nostri sguardi si sono incrociati vicino al punto in cui avrei abbandonato il Cavallo alla volta del M. Mare. Ci siamo poi reincontrati sulle Coste dell'Altare da dove ho salutato le Mainarde. Certo non posso dire che era proprio lo stesso camoscio di prima ma io penso di si e così mi piace credere.
Per tutto l'itinerario non ci si può avvalere molto della segnaletica che è quasi assente, ma si deve guardare attentamente in lontananza le zone che si vogliono attraversare e seguire quelle linee immaginarie così create, cosa che è permessa dalla conformazione di quel territorio. Il rischio più alto è quello di percorrere degli inutili sali-scendi.
Da sempre sapevo che scendere dal Cavallo direttamente nella Venafrana non sarebbe stato facile perchè i due luoghi sono separati da netti salti di roccia e pendenze elevate. Così ho cercato bene nelle mappe di Google Heart il punto migliore per scendere, se mai ce ne fosse, e lo individuai. Quindi l'ho memorizzato nel programma del mio cellulare con GPS e con grande soddisfazione ho scoperto, all'atto pratico, che effettivamente quello era il punto ottimale di discesa. La pendenza qui, pur se affrontabile, era comunque elevata ma non c'è pericolo di sorta e proprio questo ha reso la discesa molto avvincente e divertente. La presenza della neve poi ha accelerato la progressione, rendendo più agevole e meno faticoso lo spostamento.
La neve era abbastanza compatta ma morbida per cui non sono stati necessari i ramponi. Da Forestelle fino alla sella sotto il M. Mare, dove la neve era quasi sempre presente, mi sono avvalso solo della piccozza come vincolo di sicurezza. Infatti ho attraversato qualche traverso che però non aveva salti di roccia e la piccozza si infilava bene nella neve composta. Ho evitato poi la direttissima al Forcellone, aggirandolo sulla sinistra.
Sulla base delle previsioni meteo nel pomeriggio c'erano maggiori probabilità di pioggia, e io una volta arrivato sulle Coste dell'Altare la stavo aspettando, quasi desiderandola come la ciliegina sulla torta, con la mantellina pronta nello zaino. Invece il cielo si è schiarito e lo splendore del sole mi ha riempito del suo calore.
Alle 18,00 ero in macchina pronto per rimettermi i vestiti borghesi. Mi sono gustato la mia lattina di coca-cola, ho fatto una fascina di legna secca per accendere la brace a casa e sono ripartito nella pace dei sensi e dello spirito.
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