Dati
Data: 18 Agosto 2023
Regione e provincia: VCO - TI
Località di partenza: Valdo - Formazza
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 10h 9min
Chilometri: 16,9km
Grado di difficoltà: EE - F (I° grado sopra i 2400m)
Descrizione delle difficoltà: superati i 2230m il sentiero è molto scarsamente segnato (passato il confine svizzero il problema si risolve), sopra i 2400m ci si muove quasi sempre su grandi massi che rendono necessarie le mani per mantenere l'equilibrio. Pendenza mediamente alta per tutta la tratta
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: già dalla partenza è indicato sui cartelli il Passo Cazzòli con i soliti bolli rossi e bianchi. Dopo l'Alpe Cazzòli si seguono sparuti ometti di pietra inventandosi la via in alcuni punti. Raggiunto il passo inizia la segnaletica Bianco-Blu svizzera con punti blu quasi a ogni passaggio. Ridiscesi dopo il Pizzo Cazzòla (in Svizzera si cambia la -i finale) seguire per la Capanna Grossalp fino al rientro in Italia dalla bocchetta "Hendar Furggu" e seguire per Lago Superiore e Fondovalle
Dislivello in salita: 1869m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2729m
Accesso stradale: fino a Valdo - Formazza
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Un'altra sortita nella vicina Svizzera per un sentiero che avevo già tentato nella sua prima parte a metà maggio, quando la pioggia incessante, la neve sopra i 2000m e le nuvole a terra avevano reso nient'altro che un test di impermeabilità dell'attrezzatura.
Ho deciso di chiamare questa escursione "Giro delle montagne rotte" perché, appena passata l'Alpe Cazzòla (i cartelli italiani indicano Cazzòli, ma le mappe hanno tutte la -a finale, quindi mi atterrò a questa nomenclatura), si inizia a muoversi su grandi massi ed altri esisti di frana su ogni versante e in ogni direzione.
Il sentiero inizia dai prati a est di Valdo - Formazza e inizia a guadagnare quota velocemente nel bosco tra tornanti stretti e erba sempre bagnata per la rugiada mattutina (consigliate le ghette per non inzupparsi!). L'erba è lunga e il sentiero stretto, ma ancora ben visibile. In poco tempo si guadagnano i 500m di quota che portano all'Alpe Bedriola. Proseguendo per l'Alpe Cazzòla, il sentiero viene dichiarato "per soli esperti" dal cartello e, infatti, si presentano alcuni punti leggermente esposti che, con la pioggia, mi avevano fatto parecchia paura, ma che con il sole regalano punti panoramici tra gli alberi fitti.
È un panorama fenomenale per chi, come me, ha sempre frequentato i sentieri più "commerciali" della valle, tutti rivolti verso ovest e i grandi laghi artificiali: è visibile tutta la pista nera che sale al Sagersboden, il vallone del Vannino circondata delle sue cime (Cima della Freghera e Corni di Nefelgiù a Nord, Punta Clogstafel e Monte Giove a Sud), il rifugio Margaroli con la dighetta dello Sruer e, più su, la Punta d'Arbola, regina incontrastata della valle.
Verso Nord si possono sempre vedere tutte le cime della Val Rossa (Rothentalhorn, Corno Brunni e Corni Gries), oltre al Corno Talli che continua a eclissare Punta Elgio, l'Alpe Bettelmatt con la punta dei Camosci e il Corno Rosso (che ieri sera ha ricevuto una spolverata di neve).
Lo sguardo a Sud-Ovest si apre su buona parte della valle Antigorio e, addirittura, sul Monte Rosa!
Superato il bordo dell'altopiano, la pendenza si placa per un po', lasciando spazio a una natura molto più selvaggia: la traccia si fa molto più difficile da seguire, raggiunta l'Alpe Cazzòla a 2228m, si procede a naso nell'erba altissima perdendo quota verso il canalone a sud di lì. È qui che si incontra la prima frana staccatasi per metà dal versante sud del Pizzo Fiorera e, per l'altra, dal versante nord del Pizzo Cazzòla e sulla quale si procede fino all'omonimo passo a 2411m (qui il bivio che permette di andare verso Nord, sopra i laghi d'Antabia, alla Bocchetta della Crosa e al Passo di Tamia) e, poi, fino alla bocchetta pochi metri sotto la cima a 2725m (la cima è a 2756m, ma visto il terreno e la mia mancanza di esperienza su roccia, ho evitato).
Da lassù si ripropone tutto il panorama della vallata, comprendendo anche le cime più nascoste come il Blinnenhorn, ma anche cime svizzere lontane come Pizzo Gallina, Schreckhorn, Mittelhorn e Aletschorn. Arrivando verso mezzogiorno, si vede anche la Cascata del Toce a piena portata. Senza dubbio il panorama migliore della giornata!
È mezzogiorno e il sole scotta parecchio. Approfitto di un riparo all'ombra per mangiare qualcosa e inizio la prima discesa...sulla seconda frana. Il Pizzo Cazzòla si è sbriciolato anche verso Sud-Est e ha fatto altrettanto anche il Pizzo Bìela. Passando sugli sfasciumi di entrambe le montagne si vedono più giù i laghi di Formazzöö e si incrocia (2453m) il sentiero che scende a Cròsa, ma proseguo in direzione di Capanna Grossalp alla bocchetta di Formazzöö (2673m) dove due alpinisti veri hanno abbandonato gli zaini per risalire una formazione rocciosa particolare della cresta di Strahlbann.
Da quassù vedo, finalmente il valico che mi riporterà in Italia: la Bocchetta Foglia o Hendar Furggu, orrendamente più in basso e comunque più in alto del laghetto vicino al quale passa il sentiero che devo percorrere. Dopo 1700m di D+, vedere che il sentiero scende sull'ennesima frana per poi risalire è un colpo al cuore, ma almeno il rientro in Italia sarà su terreno morbido, circondato dall'erba.
Mi armo di santa pazienza e chiedo quest'ultimo sforzo alle gambe, sapendo che di là sarà tutta discesa (già fatta, lo so per certo) e arrivo su, trovandomi di fronte all'ennesima frana scesa dal Pizzo Bìela verso il Lago Superiore. Ormai non ci faccio nemmeno più caso, qui i sassi sono anche di taglia più piccola e procedo tranquillo con i bastoncini fino ad arrivare in vista del lago.
Mi affascina particolarmente questo specchio d'acqua che ho scoperto da poco perché sembra non ricevere acqua da nessun torrente, né scaricarne a valle da nessuna parte. Che sia un lago di fusione? Che sia formato da una sorgente sotterranea? Di certo c'è solo che è uno dei pochi laghi naturali della valle (probabilmente anche il più grande) e che sorge su una balconata che guarda tutta la valle da Sud.
Da qui a valle è tutto un sentiero caldissimo e assolato di un paio d'ore, seguito da 3km di falso piano asfaltato che da Fondovalle mi riporta a casa.
Data: 18 Agosto 2023
Regione e provincia: VCO - TI
Località di partenza: Valdo - Formazza
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 10h 9min
Chilometri: 16,9km
Grado di difficoltà: EE - F (I° grado sopra i 2400m)
Descrizione delle difficoltà: superati i 2230m il sentiero è molto scarsamente segnato (passato il confine svizzero il problema si risolve), sopra i 2400m ci si muove quasi sempre su grandi massi che rendono necessarie le mani per mantenere l'equilibrio. Pendenza mediamente alta per tutta la tratta
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: già dalla partenza è indicato sui cartelli il Passo Cazzòli con i soliti bolli rossi e bianchi. Dopo l'Alpe Cazzòli si seguono sparuti ometti di pietra inventandosi la via in alcuni punti. Raggiunto il passo inizia la segnaletica Bianco-Blu svizzera con punti blu quasi a ogni passaggio. Ridiscesi dopo il Pizzo Cazzòla (in Svizzera si cambia la -i finale) seguire per la Capanna Grossalp fino al rientro in Italia dalla bocchetta "Hendar Furggu" e seguire per Lago Superiore e Fondovalle
Dislivello in salita: 1869m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2729m
Accesso stradale: fino a Valdo - Formazza
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Un'altra sortita nella vicina Svizzera per un sentiero che avevo già tentato nella sua prima parte a metà maggio, quando la pioggia incessante, la neve sopra i 2000m e le nuvole a terra avevano reso nient'altro che un test di impermeabilità dell'attrezzatura.
Ho deciso di chiamare questa escursione "Giro delle montagne rotte" perché, appena passata l'Alpe Cazzòla (i cartelli italiani indicano Cazzòli, ma le mappe hanno tutte la -a finale, quindi mi atterrò a questa nomenclatura), si inizia a muoversi su grandi massi ed altri esisti di frana su ogni versante e in ogni direzione.
Il sentiero inizia dai prati a est di Valdo - Formazza e inizia a guadagnare quota velocemente nel bosco tra tornanti stretti e erba sempre bagnata per la rugiada mattutina (consigliate le ghette per non inzupparsi!). L'erba è lunga e il sentiero stretto, ma ancora ben visibile. In poco tempo si guadagnano i 500m di quota che portano all'Alpe Bedriola. Proseguendo per l'Alpe Cazzòla, il sentiero viene dichiarato "per soli esperti" dal cartello e, infatti, si presentano alcuni punti leggermente esposti che, con la pioggia, mi avevano fatto parecchia paura, ma che con il sole regalano punti panoramici tra gli alberi fitti.
È un panorama fenomenale per chi, come me, ha sempre frequentato i sentieri più "commerciali" della valle, tutti rivolti verso ovest e i grandi laghi artificiali: è visibile tutta la pista nera che sale al Sagersboden, il vallone del Vannino circondata delle sue cime (Cima della Freghera e Corni di Nefelgiù a Nord, Punta Clogstafel e Monte Giove a Sud), il rifugio Margaroli con la dighetta dello Sruer e, più su, la Punta d'Arbola, regina incontrastata della valle.
Verso Nord si possono sempre vedere tutte le cime della Val Rossa (Rothentalhorn, Corno Brunni e Corni Gries), oltre al Corno Talli che continua a eclissare Punta Elgio, l'Alpe Bettelmatt con la punta dei Camosci e il Corno Rosso (che ieri sera ha ricevuto una spolverata di neve).
Lo sguardo a Sud-Ovest si apre su buona parte della valle Antigorio e, addirittura, sul Monte Rosa!
Superato il bordo dell'altopiano, la pendenza si placa per un po', lasciando spazio a una natura molto più selvaggia: la traccia si fa molto più difficile da seguire, raggiunta l'Alpe Cazzòla a 2228m, si procede a naso nell'erba altissima perdendo quota verso il canalone a sud di lì. È qui che si incontra la prima frana staccatasi per metà dal versante sud del Pizzo Fiorera e, per l'altra, dal versante nord del Pizzo Cazzòla e sulla quale si procede fino all'omonimo passo a 2411m (qui il bivio che permette di andare verso Nord, sopra i laghi d'Antabia, alla Bocchetta della Crosa e al Passo di Tamia) e, poi, fino alla bocchetta pochi metri sotto la cima a 2725m (la cima è a 2756m, ma visto il terreno e la mia mancanza di esperienza su roccia, ho evitato).
Da lassù si ripropone tutto il panorama della vallata, comprendendo anche le cime più nascoste come il Blinnenhorn, ma anche cime svizzere lontane come Pizzo Gallina, Schreckhorn, Mittelhorn e Aletschorn. Arrivando verso mezzogiorno, si vede anche la Cascata del Toce a piena portata. Senza dubbio il panorama migliore della giornata!
È mezzogiorno e il sole scotta parecchio. Approfitto di un riparo all'ombra per mangiare qualcosa e inizio la prima discesa...sulla seconda frana. Il Pizzo Cazzòla si è sbriciolato anche verso Sud-Est e ha fatto altrettanto anche il Pizzo Bìela. Passando sugli sfasciumi di entrambe le montagne si vedono più giù i laghi di Formazzöö e si incrocia (2453m) il sentiero che scende a Cròsa, ma proseguo in direzione di Capanna Grossalp alla bocchetta di Formazzöö (2673m) dove due alpinisti veri hanno abbandonato gli zaini per risalire una formazione rocciosa particolare della cresta di Strahlbann.
Da quassù vedo, finalmente il valico che mi riporterà in Italia: la Bocchetta Foglia o Hendar Furggu, orrendamente più in basso e comunque più in alto del laghetto vicino al quale passa il sentiero che devo percorrere. Dopo 1700m di D+, vedere che il sentiero scende sull'ennesima frana per poi risalire è un colpo al cuore, ma almeno il rientro in Italia sarà su terreno morbido, circondato dall'erba.
Mi armo di santa pazienza e chiedo quest'ultimo sforzo alle gambe, sapendo che di là sarà tutta discesa (già fatta, lo so per certo) e arrivo su, trovandomi di fronte all'ennesima frana scesa dal Pizzo Bìela verso il Lago Superiore. Ormai non ci faccio nemmeno più caso, qui i sassi sono anche di taglia più piccola e procedo tranquillo con i bastoncini fino ad arrivare in vista del lago.
Mi affascina particolarmente questo specchio d'acqua che ho scoperto da poco perché sembra non ricevere acqua da nessun torrente, né scaricarne a valle da nessuna parte. Che sia un lago di fusione? Che sia formato da una sorgente sotterranea? Di certo c'è solo che è uno dei pochi laghi naturali della valle (probabilmente anche il più grande) e che sorge su una balconata che guarda tutta la valle da Sud.
Da qui a valle è tutto un sentiero caldissimo e assolato di un paio d'ore, seguito da 3km di falso piano asfaltato che da Fondovalle mi riporta a casa.