Dati
Data:
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: casa
Località di arrivo: casa
Tempo di percorrenza: circa 10 ore comprese le pause
Chilometri: 32
Grado di difficoltà: EE (F su qualche nevaietto infame)
Descrizione delle difficoltà: pietrai, nevai, nebbia
Periodo consigliato: estate, autunno
Segnaletica: tacche biancorosse, paline
Dislivello in salita: 1.750 m
Dislivello in discesa: 1.750 m
Quota massima: 2.119
Accesso stradale: a piedi
Descrizione
Questa gita l'avevo in testa da un po', l'ho definita ignorante perché di solito questo anello lo si fa partendo da Serre Marchetto (1.100 metri) ed è già sufficientemente impegnativo (https://www.avventurosamente.it/xf/...retto-gianna-cugno-meina-merla-cucetto.46726/).
Invece visto le limitazioni parto da casa a 500 metri slm. L'ho percorso nel senso opposto di quello tradizionale.
Parto intorno alle 9:00 la giornata è soleggiata e calda ma non sarà sempre così .
I primi 4-5 chilometri sono di avvicinamento al sentiero su strada asfaltata, non il massimo, ma questo passa il convento
Arrivo a Dubbione dove finalmente metto piede su sentiero, ecco l'imbocco del sentiero.
Il sentiero è comodo ma sale abbastanza ripido nel bosco, sudo parecchio
Dopo poco raggiungo la borgata di giustetti (800 metri)
Due tornanti su asfalto e riprendo il sentiero, mi attende un lungo traverso in falsopiano di oltre un km, dopodiché sbuco a Serre Marchetto (1.100 metri),
qui un altro tratto su asfalto e poi raggiungo l'imbocco del sentiero che porta alla Merla, la classica partenza dell'anello.
mi sono già fatto un bel po' di chilometri, e 700 metri di dislivello, ma non sono neanche a metà della salita.
Il sentiero è comodo e sale in mezzo al bosco.
Ma la sfiga mi perseguita, all'orizzonte iniziano ad apparire cupi nuvoloni grigi .
Finalmente arrivo in vista della Merla, la prima cima di giornata, ma non si vede è coperta dalle nuvole.
La temperatura si abbassa sensibilmente ed inizia a tirare anche un po' di vento, fastidioso e freddo, ma non eccessivo.
Finalmente raggiungo la cresta, che non lascerò più per un bel po' di tempo.
La Merla da qua si vede , ma tutte le altre cime sono sperse nella nebbia.
Mi aspettano gli ultimi 200 metri e raggiungo la prima cima della giornata, Punta della Merla (1.907)
Qui durante la sosta cambio la maglietta maniche corte bagnata e ne metto una maniche lunghe asciutta, metto anche guantini e berretto, per fortuna ero preparato.
mi guardo un attimo indietro
E poi guardo avanti, due brutte notizie, la nebbia è fitta, sulla cresta ci sono più nevai del previsto.
È doveroso sottolineare che sono con le scarpe basse da approach in mesh .
Visto l'alto numero di chilometri da percorrere, non volevo cuocermi i piedi con gli scarponi.
Questo tratto di sentiero è poco segnalato, in più tra nevai e nebbia, seguire il sentiero è impossibile, per cui vado dritto per dritto in prossimità del filo di cresta.
Ogni tanto recupero il sentiero, ma ovviamente in queste condizioni i tempi si dilatano, inoltre non essendoci il sole la neve non molla più tanto, quindi bisogna prestare attenzione, ci sono anche chiazze di neve di fresca.
Dopo un chilometro di cresta brancolando nel buio raggiungo punta la Meina 2.101, in vetta un omettone di pietre e nulla più, c'era un sentiero che tagliava, ma nella nebbia non l'ho visto e ho preferito tenere la cresta più sicura.
Qui inizia il tratto più tecnico, con pietroni circondati da neve, inutile ricordare il rischio di mettere un piede sulla neve intorno ai pietroni, puoi sprofondare e non sai cosa puoi trovare sotto, per cui nei limiti del possibile cerco di mantenermi sui pietroni.
Dalle foto potete apprezzare la visibilità.
Mi attende la salita all'Aquila, l'ultimo ostacolo tecnico, poi solo fatica.
Ah, a proposito di fatica le gambe direi che sono abbastanza cotte, per non dire peggio.
Si alternano tratti di pietraia senza neve.
A nevai infami di neve dura., occhio alle cornici.
Comunque un po' a rilento ma finalmente raggiungo la vetta dell'Aquila, punto più alto di giornata con i suoi 2.119 metri.
I punti prima e dopo la croce ci sono brevi tratti su creste non molto larghe e tutte in neve, la difficoltà maggiore di giornata, se non siete esperti meglio avere con voi i ramponi, o essere sicuri di trovare neve che ha mollato.
Ecco il tratto dopo la croce visto da dietro
Non c'è spazio, non mi fermo qua ma raggiungo rapidamente il bivacco 3° alpini, dove consumo il pasto.
Neve e nebbia mi hanno attardato sulla tabella di marcia, per cui riprendo il percorso, sempre in cresta.
Passo dal Cugno dell'Alpe (2.072 metri) e punta Gianna, anche se nella nebbia non capisco bene quale sia il punto della vetta.
Le risalite tra una cima e l'altra sono mortali, inoltre tra nebbia e neve tenere il sentiero è sempre una utopia.
Un paio di volte sbaglio dorsale, ma per fortuna me ne accorgo in fretta e con brevi traversi recupero la retta via.
Arrivato al colle prima del monte Muretto, decido che per oggi basta cresta, e con un lungo traverso, mi salto i monti Muretto e Paletto.
Ed arrivo in prossimità del Colle del Besso (1.450 m).
Lo raggiungo facilmente e da qui inizia il tratto in sterrata, niente più difficoltà tecniche solo tanto cammino.
Giro intorno al monte Cristetto, raggiungo il colle Ceresera (1923 m)
Arrivo poi al colle Prà l'Abba (1.298 m), da cui mi attende una breve ma infame risalita su neve marcia fino al colle Colletto (1.333 m).
Da qui si scende rapidamente fino al Crò, dove faccio un altra pausa.
Qui al Crò anche la natura cerca di sbarrarmi la strada, ma dopo tutta la fatica fatta non mi lascio certo intimorire adesso.
Arrivo al Colle Lubè
Ormai il sentiero è una comoda strada sterrata, passo nei pressi del rifugio Fraita (1090 m),
e scendendo nei boschi raggiungo casa.
Che dire, come da titolo una gita ignorante, impegnativa, faticosa, con ampi tratti tutt'altro che appaganti, ma anche una bella cresta, peccato per il meteo infame.
PS questa è la gita più lunga che abbia mai fatto come sviluppo, non credo la ripeterò.
Data:
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: casa
Località di arrivo: casa
Tempo di percorrenza: circa 10 ore comprese le pause
Chilometri: 32
Grado di difficoltà: EE (F su qualche nevaietto infame)
Descrizione delle difficoltà: pietrai, nevai, nebbia
Periodo consigliato: estate, autunno
Segnaletica: tacche biancorosse, paline
Dislivello in salita: 1.750 m
Dislivello in discesa: 1.750 m
Quota massima: 2.119
Accesso stradale: a piedi
Descrizione
Questa gita l'avevo in testa da un po', l'ho definita ignorante perché di solito questo anello lo si fa partendo da Serre Marchetto (1.100 metri) ed è già sufficientemente impegnativo (https://www.avventurosamente.it/xf/...retto-gianna-cugno-meina-merla-cucetto.46726/).
Invece visto le limitazioni parto da casa a 500 metri slm. L'ho percorso nel senso opposto di quello tradizionale.
Parto intorno alle 9:00 la giornata è soleggiata e calda ma non sarà sempre così .
I primi 4-5 chilometri sono di avvicinamento al sentiero su strada asfaltata, non il massimo, ma questo passa il convento
Arrivo a Dubbione dove finalmente metto piede su sentiero, ecco l'imbocco del sentiero.
Il sentiero è comodo ma sale abbastanza ripido nel bosco, sudo parecchio
Dopo poco raggiungo la borgata di giustetti (800 metri)
Due tornanti su asfalto e riprendo il sentiero, mi attende un lungo traverso in falsopiano di oltre un km, dopodiché sbuco a Serre Marchetto (1.100 metri),
qui un altro tratto su asfalto e poi raggiungo l'imbocco del sentiero che porta alla Merla, la classica partenza dell'anello.
mi sono già fatto un bel po' di chilometri, e 700 metri di dislivello, ma non sono neanche a metà della salita.
Il sentiero è comodo e sale in mezzo al bosco.
Ma la sfiga mi perseguita, all'orizzonte iniziano ad apparire cupi nuvoloni grigi .
Finalmente arrivo in vista della Merla, la prima cima di giornata, ma non si vede è coperta dalle nuvole.
La temperatura si abbassa sensibilmente ed inizia a tirare anche un po' di vento, fastidioso e freddo, ma non eccessivo.
Finalmente raggiungo la cresta, che non lascerò più per un bel po' di tempo.
La Merla da qua si vede , ma tutte le altre cime sono sperse nella nebbia.
Mi aspettano gli ultimi 200 metri e raggiungo la prima cima della giornata, Punta della Merla (1.907)
Qui durante la sosta cambio la maglietta maniche corte bagnata e ne metto una maniche lunghe asciutta, metto anche guantini e berretto, per fortuna ero preparato.
mi guardo un attimo indietro
E poi guardo avanti, due brutte notizie, la nebbia è fitta, sulla cresta ci sono più nevai del previsto.
È doveroso sottolineare che sono con le scarpe basse da approach in mesh .
Visto l'alto numero di chilometri da percorrere, non volevo cuocermi i piedi con gli scarponi.
Questo tratto di sentiero è poco segnalato, in più tra nevai e nebbia, seguire il sentiero è impossibile, per cui vado dritto per dritto in prossimità del filo di cresta.
Ogni tanto recupero il sentiero, ma ovviamente in queste condizioni i tempi si dilatano, inoltre non essendoci il sole la neve non molla più tanto, quindi bisogna prestare attenzione, ci sono anche chiazze di neve di fresca.
Dopo un chilometro di cresta brancolando nel buio raggiungo punta la Meina 2.101, in vetta un omettone di pietre e nulla più, c'era un sentiero che tagliava, ma nella nebbia non l'ho visto e ho preferito tenere la cresta più sicura.
Qui inizia il tratto più tecnico, con pietroni circondati da neve, inutile ricordare il rischio di mettere un piede sulla neve intorno ai pietroni, puoi sprofondare e non sai cosa puoi trovare sotto, per cui nei limiti del possibile cerco di mantenermi sui pietroni.
Dalle foto potete apprezzare la visibilità.
Mi attende la salita all'Aquila, l'ultimo ostacolo tecnico, poi solo fatica.
Ah, a proposito di fatica le gambe direi che sono abbastanza cotte, per non dire peggio.
Si alternano tratti di pietraia senza neve.
A nevai infami di neve dura., occhio alle cornici.
Comunque un po' a rilento ma finalmente raggiungo la vetta dell'Aquila, punto più alto di giornata con i suoi 2.119 metri.
I punti prima e dopo la croce ci sono brevi tratti su creste non molto larghe e tutte in neve, la difficoltà maggiore di giornata, se non siete esperti meglio avere con voi i ramponi, o essere sicuri di trovare neve che ha mollato.
Ecco il tratto dopo la croce visto da dietro
Non c'è spazio, non mi fermo qua ma raggiungo rapidamente il bivacco 3° alpini, dove consumo il pasto.
Neve e nebbia mi hanno attardato sulla tabella di marcia, per cui riprendo il percorso, sempre in cresta.
Passo dal Cugno dell'Alpe (2.072 metri) e punta Gianna, anche se nella nebbia non capisco bene quale sia il punto della vetta.
Le risalite tra una cima e l'altra sono mortali, inoltre tra nebbia e neve tenere il sentiero è sempre una utopia.
Un paio di volte sbaglio dorsale, ma per fortuna me ne accorgo in fretta e con brevi traversi recupero la retta via.
Arrivato al colle prima del monte Muretto, decido che per oggi basta cresta, e con un lungo traverso, mi salto i monti Muretto e Paletto.
Ed arrivo in prossimità del Colle del Besso (1.450 m).
Lo raggiungo facilmente e da qui inizia il tratto in sterrata, niente più difficoltà tecniche solo tanto cammino.
Giro intorno al monte Cristetto, raggiungo il colle Ceresera (1923 m)
Arrivo poi al colle Prà l'Abba (1.298 m), da cui mi attende una breve ma infame risalita su neve marcia fino al colle Colletto (1.333 m).
Da qui si scende rapidamente fino al Crò, dove faccio un altra pausa.
Qui al Crò anche la natura cerca di sbarrarmi la strada, ma dopo tutta la fatica fatta non mi lascio certo intimorire adesso.
Arrivo al Colle Lubè
Ormai il sentiero è una comoda strada sterrata, passo nei pressi del rifugio Fraita (1090 m),
e scendendo nei boschi raggiungo casa.
Che dire, come da titolo una gita ignorante, impegnativa, faticosa, con ampi tratti tutt'altro che appaganti, ma anche una bella cresta, peccato per il meteo infame.
PS questa è la gita più lunga che abbia mai fatto come sviluppo, non credo la ripeterò.
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