Gli escursionisti aumentano o diminuiscono?

Da voi gli escursionisti sono in aumento o in diminuzione?

  • Sono in aumento: di anno in anno vedo più persone sui creste e le cime

    Voti: 9 22,0%
  • Sono in aumento solo sui sentieri più facili e frequentati

    Voti: 11 26,8%
  • Sono in aumento quelli che vanno a mangiare in rifugio e chiedono se ci si arriva in automobile

    Voti: 8 19,5%
  • Sono in diminuzione: ora scambio due o tre saluti in un'intera giornata di cammino

    Voti: 2 4,9%
  • Dove vado io non c'era nessuno prima e non c'è nessuno neppure ora

    Voti: 9 22,0%
  • Non lo so, ho appena iniziato ad andare in montagna!

    Voti: 2 4,9%

  • Votatori totali
    41
Per il fatto che sul sito si presentino molti neofiti e chiedano consigli non la vedo come di per se una cosa che ne indica un aumento; è che rispetto al (mio) passato i mezzi sono cambiati e la tecnologia offre cose che prima proprio non esistevano.

Una volta non esisteva internet, ma le vacanze estive o invernali, per chi viveva in città come me, si facevano in campagna (almeno secondo le mie esperienze di bambino) e qui qualche escursione la facevi sempre e, seguendo quelli che erano più esperti, imparavi ad andare in montagna o almeno a muovere i primi passi. Poi frequentando l'ambiente montano finivi per conoscere qualche escursionista/alpinista più "estremo" e, se ti interessava la disciplina, ti aggregavi a lui e imparavi qualcos'altro fino ad andare con le tue gambe..

Poi è successo che la campagna ha perso il suo fascino e le nuove generazioni (non sufficientemente stimolate) hanno perso il "contatto" con quel mondo .. così adesso, chi, già un po grandicello, vuole riavvicinarcisi (non avanzo ipotesi sui motivi ma anch'io non penso che sia solo per il fattore economico: andare a giocare a calcetto è sicuramente meno dispendioso. Mi piace pensare che, in buona parte, sia per una rinnovata sensibilizzazione all'ambiente naturale) deve appoggiarsi ad internet..

Non dico che sia un male, assolutamente (altrimenti non sarei qui), era solo per dire che, secondo me, l'affluenza di neofiti nel forum, è indice di ritorno alla ribalta dell'escursionismo ...
 
Per quello che ho notato qui intorno se da una parte sono aumentate le persone che si vogliono tenere in allenamento o i "rifugisti", dall'altra sono aumentati gli "scienziati della montagna" e gli snob.
...

Purtroppo gli "scienziati" sono aumentati in tutte le categorie, dall'informatica alla fotografia, passando per la montagna fino al calcio.

Piccolo OT filosofico...
Come la metti la metti, di quello che parli non è importante; la filosofia di alcune persone è proprio orientata al fatto che "l'altro" non ha compreso al meglio, che "l'altro" è in errore. Ritengo che questo sia un "fantastico" atteggiamento in quanto se è vero che sono sempre gli "altri" a sbagliare, "io" non debbo mettermi mai in discussione e la colpa dei miei fallimenti sarà sempre la sfortuna, il caso, il fato quella persona o quell'accadimento di cui io non sono mai responsabile. Se al contrario fossi IO il responsabile di quello che mi accade intorno dovrei lavorare su me stesso cercando di migliorarmi, aumentando sostanzialmente i miei problemi nel brave periodo; tutto evidentemente troooooppo complesso.
 
S

Speleoalp

Guest
Penso anche che un fattore importante, del nuovo interessamento alle attività in montagna è che la società negli ultimi anni dà valore e importanza ai traguardi raggiunti e molti la prendono al balzo. Andando in montagna per raggiungere condizioni fisiche "riconosciute" dalla comunità, vedi le varie corse in montagna.... il raggiungimento di mete in determinati tempi. genitori così che chiaramente insegnano questi "obiettivi" a figli e conoscenti.

Senza contare tutti i programmi sulla natura, sopravvivenza, ecc che negli ultimi anni hanno sbancato.
In un mondo dove molto di quello che conta è basato sulla scena fatta agli occhi altrui... ha sicuramente attratto moltissima gente.
Nel senso "a togliere i risultati, la ricerca di performance, ecc" e lasciando solo il "camminare in natura"... secondo me si tornerebbe indietro parecchio ,-) in fatto di "nuovi" arrivi nell'ambiente montano.
 
Non dico che sia un male, assolutamente (altrimenti non sarei qui), era solo per dire che, secondo me, l'affluenza di neofiti nel forum, è indice di ritorno alla ribalta dell'escursionismo ...

Secondo me invece prima non essendoci internet le persone si muovevano da sole, con associazioni o con il cai, chiedevano agli amici e tutto questo, senza internet, avveniva lontano dagli sguardi delle persone. Adesso con internet te ne accorgi di più di queste persone, ma a mia opinione c'erano anche prima ma semplicemente sfuggivano alla tua sfera di percezione.
 
Non so se siano aumentati o diminuiti gli escursionisti, fortunatamente le aree che frequento io sono di accesso difficoltoso e quindi più di cervi, cinghiali, ecc..., non incontro. Certo ho notato come per i sentieri segnati ci siano più maleducati, questo si, lasciamo stare poi i rifugi...però non credo sia solo questione di merenderos, anche su itinerari impegnativi ho incontrato personaggi pessimi, che con l'ethos della montagna e del -passatemi il termine- selvatico, hanno poco a che vedere...urla, cartacce, imballi di super barrette...la questione credo sia culturale. Prima la montagna, il bosco, erano luoghi che venivano vissuti o per necessità, se ci si abitava, o come scelta di libertà nel rispetto dell'ambiente cui si andava ad interagire come elemento simbiotico e non come fruitore. Da tempo però l'idea della vacanza alternativa ha traslato i modus vivendi della società cui un tempo chi decideva di spostarsi per boschi rifiutava, nei boschi stessi...ed ecco che il selvaggio diventa propaggine dell'urbe, con tutti gli annessi e connessi, quindi i rifugi diventano una sorta di alberghi, i sentieri in alcuni casi vengono super attrezzati per essere "alla portata di tutti" e anche gli itinerari più impegnativi vengono frequentati da figuri che ricercano solo la performance sportiva fregandosene in effetti del luogo dove si trovano, delle bellezze e delle storie che ogni pietra raccontano...contano solo dislivelli e tempi, valutazioni di difficoltà e poco altro, insomma mi pare che alcuni, e sottolineo alcuni, dei neo frequentatori di boschi e montagne li vivono portandosi dietro alcune delle patologie della modernità, superficialità, ignoranza, arroganza, scarso rispetto per un ambito nel quale non si sente di far parte ma che è solo uno svago come un altro. Scusate se sono andato OT...
 
S

Speleoalp

Guest
Non so se siano aumentati o diminuiti gli escursionisti, fortunatamente le aree che frequento io sono di accesso difficoltoso e quindi più di cervi, cinghiali, ecc..., non incontro. Certo ho notato come per i sentieri segnati ci siano più maleducati, questo si, lasciamo stare poi i rifugi...però non credo sia solo questione di merenderos, anche su itinerari impegnativi ho incontrato personaggi pessimi, che con l'ethos della montagna e del -passatemi il termine- selvatico, hanno poco a che vedere...urla, cartacce, imballi di super barrette...la questione credo sia culturale. Prima la montagna, il bosco, erano luoghi che venivano vissuti o per necessità, se ci si abitava, o come scelta di libertà nel rispetto dell'ambiente cui si andava ad interagire come elemento simbiotico e non come fruitore. Da tempo però l'idea della vacanza alternativa ha traslato i modus vivendi della società cui un tempo chi decideva di spostarsi per boschi rifiutava, nei boschi stessi...ed ecco che il selvaggio diventa propaggine dell'urbe, con tutti gli annessi e connessi, quindi i rifugi diventano una sorta di alberghi, i sentieri in alcuni casi vengono super attrezzati per essere "alla portata di tutti" e anche gli itinerari più impegnativi vengono frequentati da figuri che ricercano solo la performance sportiva fregandosene in effetti del luogo dove si trovano, delle bellezze e delle storie che ogni pietra raccontano...contano solo dislivelli e tempi, valutazioni di difficoltà e poco altro, insomma mi pare che alcuni, e sottolineo alcuni, dei neo frequentatori di boschi e montagne li vivono portandosi dietro alcune delle patologie della modernità, superficialità, ignoranza, arroganza, scarso rispetto per un ambito nel quale non si sente di far parte ma che è solo uno svago come un altro. Scusate se sono andato OT...

L'ultima parte è proprio come la vedo pure io ,-))
 
mah, a me queste analisi lasciano il tempo che trova...
si scrive di come è adesso, ma qualcuno ha vissuto come era prima?
non c'era competizione?
la gente non sporcava?
non si andava in rifugio a mangiare la polenta?
quello che è cambiato rispetto ad una volta è la possibilità di spesa e l'accesso alla montagna sia fisico sia virtuale.
 
S

Speleoalp

Guest
Esatto, io la vedo in tutte e due i modi.
Da sempre ci sono persone che vanno in natura senza filosofie legate all' ambiente, ma con le stesse della vita in società, performance, mete, mangiare e bere.
Poi chiaramente ognuno può fare il paragone con la propria esperienza di vita, età. Più si è "vecchi" è più tempo si ha per fare un paragone.

- Sporcavano molto, ma molto, ma molto meno di adesso. Lo si vede dai brodi strade, dal sottobosco , dalle cime, ecc...
- Competizione, certo... ma adesso quasi ogni persona che s'incontra fa quello che fa solo perché può raggiungere degli obiettivi, delle performance, ecc...
- Non c'erano così tanti rifugi e la mania di doverci andare come meta....

Chiaramente nella regione in cui vivo e negli anni della mai vita...

Per come la vedo io, la differenza di adesso è che si crescono le nuove generazioni, da parecchie generazioni, con insegnamenti del tipo "devi emergere", "devi essere competitivo", "devi mostrare dei risultati"...

Sinceramente quando ero piccolo iniziava ad essere una fissa del genere, ma non era ancora così radicata.


Io ritengo che ci sia stato un aumento, di quel genere.... ma con quelle ricerche amplificate.
 
caro giangi nel post si fa una domanda e ognuno nel suo piccolo da la sua lettura dei fatti, su una cosa siamo d'accordo, le analisi lasciano il tempo che trovano, soprattutto perché vuol dire che se si sta a digitare non siamo a fare cose più soddisfacenti. Detto ciò ti dico, ho 36 anni evado in montagna da sempre, da un po' ci vivo. Quando ero piccolo mi ricordo bene quanta gente si incontrava nei boschi e soprattutto come ci rapportavamo, e la complicità data dalla riconoscibilità che c'era fra noi oggi non la vedo, capita sempre più spesso di incontrare persone, salutarle e non sentirsi rispondere, e se frequenti la montagna da un po' saprai che la consuetudine è differente. Anche riguardo lo sporco...c'è n'era, ricordo le borse della spesa piene di monnezza abbandonate tra i castagni, ma meno di ora è soprattutto erano limitate ai luoghi da "merenderos", non certo nelle zone più impervie, ora invece...indubbiamente poi la questione economica non è trascurabile ma si inserisce pari pari nel discorso che facevo poco sopra. Ultima cosa...il tuo post mi ha provocato un certo fastidio, si può ovviamente non essere d'accordo, ma è frustrante che ogni volta che si tenta di approfondire un minimo le tematiche ci sia sempre qualcuno che con una certa arroganza liquida le questioni come "chiacchiere". La finisco qui perché non mi preme far polemica e spero anzi che ci siano altri contributi che diano spunti di riflessione interessanti.
 
Anche secondo me ci sono stati dei cambiamenti importanti nel vivere la montagna. Non può essere liquidato tutto riducendo la questione alle capacità di spesa e alla possibilità di accesso fisico e virtuale alla montagna.
Io condivido molto quello che hanno detto @Speleoalp e @Maduva. E' cambiata la tipologia di persone che vanno in montagna, che prendono il cammino più come un esercizio di palestra che come un'esperienza nella natura. Il che si riflette, è altrettanto vero, anche sui rapporti umani che si hanno in montagna. Per esempio mi è capitato più volte di vedere la scena di una persona caduta nella neve e di altri che passano a fianco senza neppure chiedere se ha bisogno di una mano (questo sia sulle piste da fondo che sui sentieri battuti dai famigerati merenderos). E' altrettanto vero poi che è aumentata la sporcizia.

L'idea che la montagna si riduca a una "meta" a me disturba molto. Come mi disturba vedere chi in montagna ci va solo per fare sport, esattamente come andrebbe al parco o in palestra. Resta tutto da vedere come il mondo della montagna accoglierà questa trasformazione. Da una parte ci saranno sicuramente le richieste di patentini, bolli, autorizzazioni ecc..., dall'altra ci sarà sicuramente una "normalizzazione" della montagna, una riduzione allo stato di ambiente controllato.

In compenso io sui percorsi che frequento abitualmente, non tracciati e non noti (introvabili su internet, ad esempio), non osservo cambiamenti di sorta. D'inverno poi, quando dal manto nevoso posso contare i passaggi di persone, mi accorgo che il più delle volte sono anche la prima a tracciare. Magari dopo giorni e giorni dall'ultima nevicata.
 
mi dispiace di aver creato fastidio, non era mia intenzione.
ciò che ho scritto non ha sensi nascosti, è proprio una domanda: siamo sicuri che gli escursionisti di oggi siano peggiori di quelli di una volta? e su quali basi?
perché questo autunno sono stato sulla cima di una montagna e ho raccolto i rifiuti, la maggior parte dei quali aveva come minimo 20-30 anni.
poi sono sceso a valle e ho raccolto altri rifiuti, anche questi non certo nuovissimi.
se rifletto sulla coscienza ecologica, sulle motivazioni di andare in montagna, sulle persone che andavano in montagna, trovo che oggi sia meglio di ieri, o forse ricordo male, non lo so.
quello che trovo diverso semmai è il valore economico della montagna, aumentato nel tempo, che porta ad un utilizzo più turistico della montagna da parte di chi ci vive con la montagna.
logico che una serie di persone che una volta non sarebbero mai andate in montagna, oggi sono attirate dalle offerte turistiche.
il rischio è l'urbanizzazione della montagna, come già accade in tanti posti.
poi non capisco, se qualcuno non saluta significa che è maleducato?
boh, penso che i problemi in montagna siano altri...
 
ciò che ho scritto non ha sensi nascosti, è proprio una domanda: siamo sicuri che gli escursionisti di oggi siano peggiori di quelli di una volta? e su quali basi?

Non so se siano peggiori. Io personalmente ho notato che sui sentieri frequentati sporcano di più, salutano di meno e sono in generale meno attenti all'ambiente e al prossimo.
Un giorno di molti anni fa stavo riparando una stringa dello scarpone di mia madre. Un escursionista che mi ha visto da lontano si è fatto una deviazione di mezz'ora perché mi ha visto armeggiare e pensava ci fosse bisogno di portare un ferito a valle. Oggi ti stampi nella neve e nessuno ti chede nulla, passandoti a fianco.
Anch'io poi ho fatto campi di pulizia. Il primo l'ho fatto che avevo 8 anni e da allora quasi tutti gli anni ho tenuto fede all'appuntamento. Ci son state delle variazioni di quantità e situazioni (anche dovute alle acque e ai trasporti di sporcizia), però in generale mi pare che in quota oggi ci siano più rifiuti che un tempo.

Secondo me c'è meno cultura della montagna, ecco.
 
S

Speleoalp

Guest
poi non capisco, se qualcuno non saluta significa che è maleducato?
boh, penso che i problemi in montagna siano altri...

io ho risposto al tuo intervento in maniera "tranquilla ed amichevole", nel senso che rispetto ogni punto di vista... anche se opposto.
Nell'ultimo tuo intervento anche, potrei condividere le stesse cose sotto una luce diversa ;))

Ma questa tua ultima frase mi sembra strana... almeno per come sono cresciuto io.
Rispondendo alla tua domanda, "se qualcuno non saluta significa che è maleducato?" con tuta l'onestà che ho...
"si, è maleducato".

Almeno per come la vedo io e mi hanno cresciuto, se qualcuno mi rivolge la parola in maniera educata, mi saluta... che lo conosca oppure no gli dò una risposta cordiale ed educata.
Nel privato, se mi succedeva di non farlo e mia madre mi vedeva era "fisicamente" uno "sberlone dritto e rovescio".
A militare ci davano "2 secondi" dopo un qualsiasi tipo di saluto per dare una risposta adeguata, anche nelle libere uscite con i saluti dei civili. Altrimenti erano guai ;))

Ma ripeto, ognuno ha le sue filosofie, idee e modi di essere e vedere ;))
 
Rispondendo alla tua domanda, "se qualcuno non saluta significa che è maleducato?" con tuta l'onestà che ho...
"si, è maleducato".

Sì, è maleducato, ma non solo. Se io vado in montagna, saluto tutti anche perché con quelle persone ho una connessione non verbale: stiamo facendo la stessa esperienza, stiamo vivendo la stessa passione, la stessa attività. Dobbiamo fidarci l'uno dell'altro perché potremmo avere bisogno d'aiuto. Siamo in qualche modo affratellati dall'essere in montagna insieme.
Per questo (una volta soprattutto) in montagna si iniziava a parlare liberamente anche non conoscendosi. Infatti, se si chiede qualcosa alle persone che in montagna ci vivono, il più delle volte le si troverà super-disponibili: perché sanno che in montagna anche il più piccolo inconveniente può essere un rischio e ci si deve aiutare a vicenda.
Quindi per me se uno non saluta in montagna mi sta comunicando questo: "io per te non esisto, non contare su di me".
 
anch'io saluto sempre in montagna, ma se qualcuno non mi saluta mi chiedo sempre il perché e la risposta non può essere univoca.
perché a non salutare può essere un inesperto che semplicemente non sa così come invece quello esperto ma un pò burbero, ma da questo devo desumere che se ne avessi bisogno non mi aiuterebbe? non so, non mi piace giudicare la gente da queste cose, per esperienza spesso ti stupisce.
sulla maggiore sporcizia non sono d'accordo, tanta di quella che trovo è vecchia, tanta altra è di gente che lavora in montagna, boscaioli e allevatori.
l'immondizia che posso riferire agli escursionisti normali ritengo sia accidentale la maggior parte delle volte.
il problema è che rispetto ad una volta tanto di quello che portiamo in montagna è poco biodegradabile, e quindi è più facile sporcare senza volere.
ma avendo qualche anno più di voi, io ricordo perfettamente che una volta la cosiddetta coscienza ecologica non c'era.
se si sporcava di meno era per altri fattori, non certo perché si pensava all'ecologia o perché si era più educati.
in molte risposte trovo quelle considerazioni che sanno da falsi miti, da questo la mia domanda.
ps: si, sono provocatorio, perché mi sembra che si cada sulla solita idea: 'una volta si stava meglio'.
ma nel passato i nostri genitori hanno inquinato a più non posso nelle zone industrializzate, anche perché non c'era la coscienza, non si riciclava, e allora mi domando, possibile che queste stesse persone quando andavano in montagna diventavano angeli? per me la risposta è no
 
S

Speleoalp

Guest
Sempre per come la vivo io, la questione non sono le persone che sono migliori oppure peggiori... (un po' sì,ah)... ma semplicemente una volta dalle Valli cercavano quasi tutti di scendere in città, perché la ricerca dei soldi è da sempre nell'essere umano, mah... quindi essendoci anche meno persone e un altro tipo di stress quotidiano la gente voleva andare dove c'era più "società". Adesso, non che sia cambiato qualcosa... ma tutta quella gente a procreato, magari ha fatto soldi e lo ha tramandato hai figli, che a loro volta lo hanno fatto hai loro figli, ecc...
Cosa succede? le città sono piene, lo stress è "maniacale" e tanti cercano la casetta in campagna... cercano la casetta in montagna, ma vicina alle comodità cittadine, perché i desideri, la mantalità on è più quella semplice delle piccole cose e della vita umile. Ma è la ricerca della carriera, fama, rispetto, ecc e questo genere di comportamento "volenti o dolenti" di ripercuote sul carattere e l'agire delle persone. Tanti vanno in montagna e quando gli parli la risposta è "perché almeno ogni tanto devo fuggire dal casino che ho tutti i giorni"...
Adesso è tutto basato su "certificati", "qualifiche", "risultati" e "riconoscimenti da parte della società" e tanti vanno in montagna per poi dire "ho fatto questa cime, questa attraversata, questa..." e negli ultimi tempi con tutte queste gare di corsa in montagna la cosa è aumentata. Quindi la mentalità non è più, come vedevo io una volta "vado in montagna per stare in natura, vado per vedere dei meravigliosi luoghi in tutta tranquillità, ci vado perché ho le bestie, ecc...".... pure i pastori portano le bestie di tutta fretta e poi le piantano su per scendere.... assurdo.

Stessa cosa per la pulizia e i comportamenti, almeno da me quando ero piccolo era quasi impossibile incontrare rifiuti per le strade, soprattutto in montagna... ma in generale era tutto tenuto super bene.
Adesso sia sui lati delle strade, che sui sentieri, cime, ecc si trova sempre qualcosa e questo secondo me è legato alla mentalità di determinate generazioni, con cui affrontano determinate attività.

È vero che non c'era la "differenziata", "riciclo", ecc imposti e ufficiali, ma la gente faceva molte di queste cose già di suo e spontaneamente.

Questo sempre per come e dove ho vissuto io.
 
non posso parlare per la svizzera, ma questa mentalità di 'una volta era meglio' per l'italia è falsa.
il boom della montagna è del dopoguerra, quando le persone che lavoravano in città nelle fabbriche scappavano in montagna in cerca di un riscatto.
stiamo parlando degli ultimi 50 anni, non di ieri.
E Non c'era coscienza ecologica, semplicemente non c'erano soldi quindi non si lasciavano rifiuti perché sostanzialmente non si producevano ma non perché non si voleva sporcare.
sono degli anni 60-70 le cementificazioni selvagge, e degli stessi anni l'inquinamento industriale.
per quanto mi riguarda non trovo grandi differenze nelle persone che frequentano oggi la montagna, ognuno lo fa per un motivo proprio, oggi come ieri: c'e lo sportivo, il naturalista, il turista e così via.
l'unica cosa che trovo cambiata è che siamo più ricchi e abbiamo più tempo e possibilità di andare in montagna, e questo può creare una turisticizzazione ma dire che una volta si viveva meglio la montagna per quanto mi riguarda è un falso.
c'era un modo diverso ma non migliore, e ciò che abbiamo adesso è figlio di allora
 
E ripeto, i rifiuti che ho trovato sulla cima della montagna erano in massima parte scatolette, probabilmente di alpinisti, che avevano mangiato dopo una scalata e poi lasciato li la latta.
perché una volta la mentalità non era portare a casa i rifiuti ma nasconderli.
 
S

Speleoalp

Guest
Ok ;)
Effettivamente nemmeno io posso parlare per l'Italia ;))
Ma presumo che la mentalità e anche molte tradizioni siano uguali, almeno tra il Nord Italia e il Sud della Svizzera ;))

Chiaramente condivido completamente il discorso che ognuno ha le sue filosofie e ovviamente anche il proprio modo di vivere e vedere le cose ;))
 
Aumentano solo sui posti più frequentati. Ho sotto gli occhi l'esempio della scalata al monte Vettore da Forca di Presta, ogni anno sembra di essere a Piccadilly Circus, per non parlare del Lago di Pilato, meta molto ambita per la sua bellezza. Nulla in contrario, ma molti trattano queste montagne come la piazza del paesello, gettando a terra rifiuti e non avendo nessun rispetto per questi luoghi magici.
 
Alto Basso