Anch'io, anch'io!
Anch'io sono stato scout, in quello che era considerato in modo un po' snob il "reparto fantasma della zona NO di Milano", dal fazzoletto di un magnifico azzurro intenso che ancora oggi è il mio colore preferito.
Il nostro era un gruppo ASCI, niente ragazze (ah, le Guide... chi mai le ha viste)?!? composto da tre reparti, niente lupetti, e un unico clan un po' sgarruppato.
Eravamo praticamente in autogestione (i capi erano dei membri un po' più grandi che mandavano avanti la baracca, in qualche modo, con pochissimi mezzi ma un'infinita dedizione). E quando sentivo altri scout (in vari S. Giorgio, o altri raduni, o al campo scuola di Colico) che raccontavano dei loro gruppi e di quello che facevano; o vedevo maniche letteralmente tappezzate di estote parati col giglio, e contrassegni di specialità, sentivo un po' di invidia.
Mah!
Una quarantina d'anni più tardi, in occasione della compilazione di un curriculum vitae, mi son trovato a fare un'approfondita riflessione su quanto lo scoutismo abbia forgiato la mia personalità: in termini di assunzione di responsabilità, di disponibilità a lavorare con e per gli altri, di abilità manuali e organizzative, di capacità di affrontare situazioni non usuali, insomma di tutto quello che chi ha vissuto seriamente l'esperienza dello scoutismo riconoscerà anche in sé.
Ottimo.
Così ora gli episodi di quel tempo che riemergono ogni tanto dagli angoli remoti della memoria sono piccoli gioielli di vita autentica mi inorgogliscono, perché li riconosco come la parte visibile di tutto quel ben di dio che ho avuto in dono dai miei compagni, dalla mia Squadriglia, dal mio Reparto: dallo scoutismo.
E' proprio vero: semel scout, semper scout.
Buona Caccia a tutti!